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Autore: writteninthesewalls    01/02/2016    3 recensioni
AU - Harry/Louis - [3K]
Louis riceve ogni giorno dei palloncini da parte di uno sconosciuto.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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⊰ ⊱
  " Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e le scrive. Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle - Ti aspettavo. Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni - i giorni, gli istanti - che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato. O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo - Tu sei matto. E per sempre lo amerà."
 
⊰ ⊱
 
 
Non sa di preciso, Louis, quando ha cominciato a ricevere palloncini e lettere, un giorno per volta; non ricorda il giorno esatto, sa solo che da un giorno della settimana, normale, la sua stanza dalle pareti chiare, è circondata da pochi palloncini colorati, e che se ne stanno con la parte bombata rivolta all’insù e attaccata al soffitto, mentre il filo bianco pende e si ferma a mezz’aria. Non sa chi manda il palloncino, e una lettera attaccata con una mollettina di legno, come quelle che tengono ferme i biglietti di compleanno sui mazzi di fiori. Ogni giorno il postino, recapitava questo binomio al suo indirizzo e per giorni, Louis ha preso tutto con se, cercando di dare significato a tutto quello. E’ un anonimo, o un’anonima, - non ha mai rivelato il suo sesso - a scrivergli per quei pochi giorni lettere, e spiegare cosa significavano - per lui o per lei -  quei colori; Louis però, seppur turbato e impaurito, è felice. E’ contento di essere stato il destinatario di una persona che ogni giorno gli confidava le sue paure, i suoi fantasmi, il suo passato in modo frammentario e vago.
E’ felice, perché per una volta, si è sentito importante per uno sconosciuto.
 
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Lettera e palloncino numero 1:

Buongiorno,
il colore di oggi è il blu.
E’ un colore che rappresenta la pace e la riflessione. E’ un colore ricco di sfumature, come tutti gli altri colori, ma questo, probabilmente, è uno dei miei colori preferiti, e mi piace per ogni singola gradazione di colore, dal blu chiaro, a quello scuro, dal blu cobalto al blu pavone, al blu polvere (esiste, non l’ho inventato io, ma mi piace come suona, tipo—“sai che il mio colore preferito è il blu polvere?” Ecco tipo così. Ma comunque su internet trovi la tabella delle sfumature, e potrai capire di che colore sto parlando).
Il blu è il colore del cielo prima che diventi notte, prima che diventi nero, e poi, è anche il colore del mare.
Il mare mi piace e non mi piace. Non amo andarci per prendere il sole, o per farmi una nuotata, il pensiero di nuotare nell’acqua del mare dove non riesco a vedere il fondale, mi mette i brividi. A meno che sia l’acqua di un’isola, dove anche in profondità l’acqua è cristallina e trasparente e allora lì, non ho problemi.
Il mare, lo amo, solo perché è malinconico, un po’ è la stessa sensazione che ho io.
Semplicemente è malinconico, è vuoto seppur immenso e pieno. Mi piace però, osservarlo, dall’alto dello scoglio del mio paese. Li sopra, sembra tutto così piccolo, e la distesa d’acqua infinita e profonda, e mi piace pensare cosa ci sia oltre la lunga linea invisibile dell’orizzonte che si confonde col cielo chiaro. Mi piace andare li, ascoltare il rumore delle onde che si infrangono sui scogli, che cambiano forma ogni giorno di più grazie alla potenza, mi piace sentire l’odore del mare e della salsedine che le mie narici inalano e sentirmi bene dentro.
Quindi, il blu, è purezza e libertà.
 
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Lettera e palloncino numero 2:

Buongiorno,
oggi il palloncino è verde. Un verde chiaro per la precisione, come il colore dei prati, come gli steli dei fiori, come gli smeraldi, come il colore dei miei occhi.
Ho gli occhi verdi, e tutti, ma davvero tutti, ne vanno pazzi. Dicono che siano profondi e intensi, carichi di mistero. Non sempre però sono verdi; a volte cambiano colore, diventano grigi, o azzurri, a seconda dell’emozione che provo, di ciò che vedo in quel momento, ma principalmente sono verdi. E mi piacciono, sì. Non vorrei avere altri tipi di colore di occhi, il verde è anche il colore della tranquillità, dell’equilibrio, della natura e della speranza. Quella che ho perso da un po’ di tempo, ad essere sinceri. L’ho persa perché non riesco più a vedere in modo positivo le cose, e purtroppo non è una cosa bella, perché non riesci più ad andare avanti e rimani immobile con la speranza che poi qualcosa accada da sola ormai, perché non hai più la forza nemmeno per sperare; peccato che poi le cose non si muovano in nessuno dei modi e quindi va tutto per conto suo. E non mi piace quando è così. Per nulla, non mi piace davvero per nulla quando le cose vanno per conto loro, perché sono cose la maggior parte inaspettate e le cose inaspettate sono strane e io non riesco mai a prenderle nel modo giusto.
Evidentemente il verde mi piace solo per il colore degli occhi, la speranza la lascio a qualcun altro, forse a te.

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Lettera e palloncino numero 3:

Il palloncino di oggi è fucsia.
Non so che significato dare; semplicemente era nel sacchetto insieme a tutti gli altri e, perché avrei dovuto buttarlo o tenerlo sgonfio nel fondo del sacchetto? Alla fine è un bel colore, trasmette allegria e positività.
Comunque, buongiorno.

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Lettera e palloncino numero 4:

Oggi  vado per il giallo.
Ti piace il giallo?
E’ un bel colore alla fine, sai? Non mi dispiace poi così tanto, nonostante mi piacciano di più i colori spenti.
Mandarti il giallo d’inverno, specie in questi giorni senza sole, è davvero un controsenso. Ma è parte di me; andare controsenso intendo, essere poco coerente con me e con la vita.
Il giallo lo trovo un colore che da energia, non per questo è il colore del Sole che trasmette positività e può rendere una giornata bella se essa è partita male. Ma sai, preferisco comunque la pioggia.
Ma anche il sole mi piace alle volte; quando i raggi mi scaldano la pelle nelle giornate più fredde, è una sensazione piacevole, meglio del sifone in camera da letto.
Poi che altro?
Ah sì, è il colore del girasole e io amo il girasole. E’ un fiore bellissimo, è quel nucleo scuro vellutato al centro è morbidissimo, ci strofino sempre il polpastrello e poi è particolare un fiore che gira a seconda del movimento del Sole, anche se mi viene in mente qualcosa simile alla sottomissione ed è una cosa che non mi piace.
Ma alla fine è un fiore ed è una sua caratteristica, mica è un umano e io direi, beato lui.

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Lettera e palloncino numero 5:

Scusa se il palloncino è arrivato la sera e non la mattina presto come di abitudine, ma non è casuale.
Oggi è stata una giornata triste e per questo il palloncino di oggi è grigio.
Avevo intenzione di mandarti un altro colore, ma vedendo l’inizio della giornata non sapevo se fosse giusto, per questo ho preferito aspettare con la speranza che la giornata migliorasse ma— no, e infatti ho fatto bene perché il colore grigio per oggi, va più che bene.
Non so, mi sento triste senza motivo apparente, ho aperto gli occhi, ho guardato la stanza e ho capito che la luna storta oggi era dalla mia parte.
Mi sono venuti in mente i cattivi pensieri, il passato, il dolore che la vita mi ha sottoposto anni fa. E a volte torna. Il passato, per quanto tu lo possa cancellare torna, torna sempre, e non ti permette di andare avanti perché hai paura di commettere gli stessi sbagli, ritornare nel tunnel sbagliato dal quale ci hai messo una vita per uscirne fuori e non ci vuoi ricascare. Saresti così pazzo da rischiare il dolore di nuovo?
Il grigio è anche pioggia. Il colore delle nuvole cariche d’acqua che presto si libereranno da quel peso e torneranno ad essere bianche e leggere.
La pioggia è bella in fin dei conti, la preferisco al Sole perché sembra che voglia lavare via tutto, i brutti pensieri inclusi.
Piove a Londra? Beh, è come se in quel momento tutti gli inglesi si stessero togliendo via dei grandi pesi, come se accantonassero il dolore per un po’. Per me non è un semplice fenomeno atmosferico, per me è qualcosa di più.
Però, il grigio, non è poi così male se lo analizzi per bene (Vedi? Quanto sono poco coerente?) è come se fosse scuro ma leggero allo stesso tempo. Non  è altro che una base nera ma schiarita dal bianco, come se quest’ultimo fosse un balsamo che districa l’ammasso pesante che sopporta il nero, facendolo diventare grigio per essere più sopportabile.
Forse è per questo che le giornate grigie sono più sopportabili rispetto alle nere.
A quelle non c’è rimedio, bisogna aspettare solo che passi.
Buonanotte.
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Lettera e palloncino numero 6:

Oggi vado per il rosso.
E’ un colore vivo, acceso, a cui ci si possono attribuire davvero tanti significati.
Passione, amore, odio, sangue, violenza.
Decidi tu quale significato ha per te il rosso.
Io decido, amore. Scontanto, direi. Ma la violenza non mi piace, niente si risolve con la violenza. E la violenza è collegata al sangue, e sono piuttosto impressionato da quest’ultimo.
L’odio, non fa per me, ho odiato in passato molte persone, certo. Poi ho smesso di odiare perché credo fortemente nel Karma e sicuramente tutto mi sarebbe ritornato indietro. Quindi, è un sentimento che ho abbandonato presto.
La passione e amore sono collegati, così come il sangue e la violenza.
La passione è bella, sentire il fuoco dentro, quando sei con la persona che ami. E lasciarti trasportare da essa.
Poi l’amore è uno dei sentimenti più belli che ci possano essere,che sia con un partner che in amicizia. E’ bello e basta. E non è vero che fa male. Molti dicono che fa male, l’amore. Fa male perché ti distrugge e non ti lascia più nulla. Ma io dico che l’amore non è sbagliato. Se è sbagliato, la persona non fa per noi, è semplice il concetto. Ed è semplice se condiviso con la persona giusta.

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Lettera senza palloncino numero 7:

Il colore di oggi è …nessuno.
Ho finito i palloncini del sacchetto, li ho usati tutti, quindi.
Però, voglio che tu sappia che tutti i colori che ti ho inviato seppur alcuni privi di significato, come il fucsia, erano i miei preferiti. Non a caso, il sacchetto è stato fatto su ordinazione con i colori che adoro di più.
Comunque è l’ultima lettera a prescindere, si perché è la fine.
Nelle lettere, non ho mai scritto il tuo nome, Louis.
Volevo scriverlo solo adesso in questa lettera che è l’ultima. Non volevo scriverlo  troppe volte per paura di rovinarlo.
Sai quando pronunci una parola troppe volte e poi perde il significato?
Ecco così. Se avessi scritto troppe volte il tuo nome, avrebbe perso il senso. E’ un nome così bello, dolce e romantico come il francese. Anche se il francese a me, non è mai piaciuto, ma per una volta posso fare un’eccezione.
A volte, lo pronuncio ad alta voce, perché mi piace come esce dalla mia bocca il suono; come il tuo nome si arrotola sulla mia lingua rendendolo un suono morbido.
Sai come ti immagino? Ti immagino bello. Ma davvero, davvero bello; con la pelle chiara, il naso piccolo e preciso e i capelli opposti ai miei. E ti immagino con gli occhi blu. Per questo è stato il primo palloncino che ti ho mandato, perché fin da subito ho immaginato che tu avessi gli occhi proprio di quel colore. Blu. Perché se ho un presentimento ci prendo sempre e se credo che una cosa sia in un modo, ci prendo e basta, e non sbaglio mai.
Non so nemmeno quanti anni tu abbia, se sei giovane, adulto, con una moglie, dei figli o se ti piace la persona del tuo stesso sesso. Non so nulla di te, ma sei comunque nella mia mente, descritto in un modo più che perfetto.
Sono sicuro che durante tutto questo tempo, ti sarai chiesto il perché di questi palloncini, di queste lettere, da parte di una persona anonima. Ti sarai chiesto cosa avrai fatto per ricevere ogni giorno tutto questo.
Non lo so, avevo bisogno di parlare. Anche se solo attraverso palloncini colorati, credo di averci messo comunque qualcosa di mio seppur in modo vago. Quando parlo, nessuno mi ascolta veramente, tranne lo psicologo in cui ero in terapia dove andavo tempo fa, almeno a lui importava, o meglio fingeva sicuramente, ma dopo tutti i soldi che gli davo, qualcosa doveva pur ascoltare.
In realtà, ho sempre sostenuto che la mia mente fosse malata, in un certo senso e non ci ho mai dato peso più di tanto; pensavo che essere diversi di cervello fosse una bella cosa, si è diverso dagli altri, capisci? E’ come se fossi una persona speciale e tutti gli altri sono un’unica massa.
E ho deciso di buttare le mie idee strambe addosso a te e ti sarai chiesto “come mi ha trovato?”
Beh, il fattorino ha lasciato l’elenco telefonico fuori la porta del mio appartamento: l’ho raccolto, e l’ho lasciato abbandonato a prendere polvere in un angolo del salotto.
Poi, erano troppi giorni che stava prendendo polvere, perdendo la trasparenza della  carta di cellophane che lo avvolgeva. Così, l’ho scartato, ho preso tra le dita le pagine e le ho lasciate scorrere tra il pollice, aprendo di scatto su una pagina a caso di cui non ricordo nemmeno il numero.
Ho fatto scorrere l’indice sulla pagina che emanava l’odore acre dell’inchiostro e chiudendo gli occhi, ho puntato il dito all’angolo destro in alto alla pagina e sei capitato tu, Louis Tomlinson, che risiedi a Doncaster. C’è il numero telefonico accanto alla via, ma non ho mai provato a chiamare nemmeno una volta, mai. Anche se muoio dalla voglia di sapere com’è la tua voce; se è acuta, sottile, afona, morbida. Ma, devi credermi, non ho mai chiamato, e se qualcuno lo ha fatto in modo anonimo, sappi che sarà stato qualcun altro.
Ah, io mi chiamo Harry. Harry Edward Styles per la precisione, ma tu chiamami Harry e basta.
Dove puoi trovarmi? Al cimitero. Si, puoi trovarmi proprio li, e dietro questa lettera troverai l’indirizzo. La tomba sarà facile da riconoscere, perché sarà bianca, sarà un marmo pregiato e nuovo di zecca. E poi, sarà contornata da rose bianche e rosse. Fidati, sarà pieno di quelle rose e ne sono sicuro, perché ricorda, occhi blu, che io non sbaglio mai.
 
Ovvio.
Harry non si era di certo sbagliato.
La tomba, ed era davvero piena di rose bianche e rosse che svettavano in alto, strabordando dai vasi per via dei steli troppo lunghi.
Louis, in realtà, ha sempre pensato che la persona anonima e misteriosa, fosse una donna, un’ammiratrice segreta e mai, mai, avrebbe pensato che potesse essere un uomo.
Un ragazzo, giovane, decisamente giovane, perché Louis sta guardando la foto da dieci minuti buoni e ne è incantato.
Un ragazzo più piccolo di lui, con una folta chioma di ricci che gli cadono sulle spalle di un castano scuro. La  bocca rossa e carnosa, sarebbero state morbidissime quelle labbra se avesse avuto l’opportunità di averle sulle sue, ci può giurare. E poi, gli occhi verdi; dei grandi occhi verdi come li aveva descritti quando gli inviò il palloncino dello stesso colore.
Era terribilmente bello.
 
Non riesce a spiegarsi perché sia morto, nella lettera non ha mai accennato il nome di qualche malattia. Quindi, per esclusione pensa al suicidio. Louis riusciva a capire la malinconia attraverso quelle parole e attraverso quella scrittura tondeggiante e chissà perché si sia spinto così tanto oltre da compiere un gesto del genere.
E sì, Harry aveva ragione e non si sbagliava.
Ci aveva davvero preso, perché Louis ha gli occhi blu e sono più belli del mare.
 
   
 
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