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Autore: Sophie_moore    01/02/2016    0 recensioni
Questa storia partecipa al contest "Cavalieri di Draghi" indetto sul forum di EFP da Najara87.
Il momento è arrivato per Aaltje. Deve compiere la missione e, finalmente, diventare un Cavaliere. Ma è solo una ragazza normale con nessuna capacità combattiva, ed ecco perché con lei andrà Idis, sua dama di compagnia e fedele amica e guerriera.
Riuscirà a fare quello che le è stato ordinato di fare?
Aaltje ridacchia, voltando di un poco la testa. I suoi lunghissimi capelli castani le incorniciano il viso rotondo con due codini che si uniscono sulla nuca. Le acconciature non sono necessarie, la nostra civiltà attuale si basa sulla potenza fisica e sull'intelligenza, l'aspetto non è importante. Ciononostante trovo che sia bellissima.
[...]Perché lei è la mia dama da compagnia? Sarebbe dovuta essere lei la figlia di mio padre e mia madre, allora sì che sarebbero stati orgogliosi! Chi non sarebbe fiero di avere una figlia come Idis, tanto bella quanto brava con le armi?
[...]Uno spiffero d'aria si intrufola nella grotta dove una donna veglia su un enorme uovo. Grandi corna affiorano sulla sua fronte ed il suo respiro è caldo come il fuoco.
«Che notizie porti dal mondo umano?»
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al contest “Cavalieri di Draghi” indetto da Najara87 sul forum di EFP



L'Ammazzadraghi – Alba


«A volte sono le persone che nessuno immagina che possano fare certe cose, quelle che fanno cose che nessuno può immaginare,» annuncia con voce solenne e traboccante d'orgoglio il Generale, mentre guarda i vestiti imbrattati di sangue di sua figlia in piedi davanti a lui, testa alta e sguardo fiero.
Oh, se solo il Generale sapesse! La figlia che guarda con così tanto affetto in realtà non ha compiuto la missione che le era stata affidata. La testa che sta ai piedi del Generale non è stata tagliata da Aaltje, ma da me, una semplice serva.
«Padre, sono fiera di quello che ho compiuto, ma c'è una cosa che devo chiederti.»
Aaltje prende un profondo respiro e si inginocchia a terra, nella classica posa delle richieste. Non mi ha parlato di questa grande idea durante il ritorno, spero solo che non stia per chiedere qualcosa di indecente o stupido, non so se potrei salvarla.
Involontariamente stringo le mani dietro la mia schiena, tirando fuori dalla fascia che mi lega la vita un paio di pugnali da lancio.
«Idis, vorrei che anche lei venisse nominata Cavaliere.»
A stento le ginocchia mi tengono in piedi. Lo sapevo che stava per chiedere qualcosa di stupido!
~~~
La notte precedente.
«Tua madre mi ha ordinato di accompagnarti,» mi dice Idis con il suo penetrante sguardo di ghiaccio. I suoi occhi sono più azzurri di un cielo senza nuvole, mi piace guardarli per un tempo indefinito. Almeno, sempre, ma oggi proprio no.
Annuisco pensierosa, mentre mi guardo un'ultima volta nello specchio della mia tenda. Indosso un abito composto da stoffe diverse, con sotto un paio di pantaloni leggeri e comodi.
«Credi di potercela fare?»
«Devo essere sincera?» la guardo attraverso lo specchio e noto che mi sorride, quasi incoraggiante. O è quello che dovrebbe essere, credo, non è così brava a dimostrare quello che in realtà pensa. Penso sia dovuto al suo addestramento ferreo.
«Ci sarò io con te, mia signora,» fa un inchino ed esce dalla tenda, probabilmente per fermarsi appena fuori a fare da guardia.
Non è solo la mia dama di compagnia, è anche l'unica amica che abbia mai avuto e la miglior guardia del corpo del castello di mio padre. Il suo destino è stato segnato fin da quando è nata, infatti come i suoi genitori ha dovuto assistere un membro della mia famiglia, e le sono capitata io. A volte mi dispiace, perché non sono una cima nel combattimento corpo a corpo e neanche in quello a distanza, non sono capace a ferire qualcuno di proposito, così lei mi deve fare da balia e tirarmi fuori dai guai in cui puntualmente mi caccio.
Solo io trovo così stupida tutta questa storia dei Cavalieri, insomma, ormai i Draghi non ci sono più, sono solo una leggenda! Ed i Signori di Drago, come mio padre e mia madre e tutta la mia famiglia non sono altro che uomini e donne normalissime, con forse una qualche minuscola parte della costituzione dei Draghi, ma solo quello! Trovo allucinante che ancora si pratichino queste cerimonie imbevute di sangue. Posso capire che il Signore che dovrei andare ad uccidere sia un nemico della mia famiglia, che abbia rinnegato il suo patto con mio padre e tutte quelle storie politiche che io non capisco per niente, ma mi sembra semplicemente tutto… troppo.
Ma non posso rifiutarmi, dopo tutto mia madre, mio padre, mia sorella ed i miei fratelli sono Cavalieri, chi sono io per dire che non voglio farlo?
Prendo il mio inutile stiletto, lo infilo nella mia inutile fondina ed esco dalla mia inutile tenda. Se solo potessi scappare e mandare tutti al Diavolo!
«Sei pronta, Aaltje?»
Idis è, come sospettavo, appena fuori dalla tenda, ritta come un bravo soldato, vestita con un completo in cuoio aderente e un mantello, da cui sbucano punte di lame di diversa dimensione e grandezza. I suoi capelli corti sono nascosti dal cappuccio scuro, ma i suoi occhi brillano comunque.
Non è giusto che mi accompagni, non è giusto! Ma se devo fare una cosa del genere, è meglio che ci sia lei al mio fianco. Non vorrei morire in compagnia di nessun altro.
«Devo.»
«Non ti succederà niente.»
Mi posa la mano sulla spalla e mi pianta quegli spilli azzurri che ha come iridi nei miei occhi, probabilmente cercando di infondermi del coraggio. Credo.
«Cerchi di farmi coraggio?»
«Non si capiva ancora bene, vero?» sorride debolmente e torna a debita distanza, stendendo le braccia muscolose ed allo stesso tempo snelle lungo il busto.
«Stai migliorando, questo sì, ma non posso dire che fosse proprio chiaro,» questa volta sono io a batterle una pacca sulla spalla, annuendo convinta. Sì, sta facendo enormi progressi. Mi ricordo quando eravamo piccole e cercavo di insegnarle a ridere: era molto inquietante.
~~~
Per me è sempre stato difficile fare conversazione, non sono una persona che parla molto in generale. Senza contare che questa situazione è totalmente diversa da una normale passeggiata notturna con Aaltje.
Stiamo andando ad uccidere un uomo, deve essere terrorizzata. Lei è una persona buona, trovo che sia una specie di violenza farle fare una cosa simile, non è portata. Non ha il carattere giusto per uccidere, credo non riuscirebbe neanche con un animale.
La tengo d'occhio mentre cammina dritta per il sentiero: la via per l'accampamento nemico è semplice, anche se lunga. Bisogna attraversare un bosco e salire su una collinetta protetta da torrette di guardia, per poi infilarsi in un dedalo di piante medio alte ed arbusti. Sulla mappa del territorio c'è segnata anche una piccola radura nascosta, da qualche parte nel bosco, così possiamo pulirci dopo aver compiuto la missione. L'accampamento nemico è ben situato e ben protetto, ma tutto questo rende più facile a noi entrare di soppiatto mentre tutti dormono.
La Luna che splende nel cielo illumina i nostri passi e gli animali della notte ci accompagnano col loro vociare indifferente.
«Idis, siamo amiche?»
La sua domanda rompe il silenzio che abbiamo creato. Non so se si possa dire così, in effetti. Non saprei definire l'amicizia e non so dire se questa cosa ce l'abbiamo io e lei.
«Specifica la domanda.»
Aaltje ridacchia, voltando di un poco la testa. I suoi lunghissimi capelli castani le incorniciano il viso rotondo con due codini che si uniscono sulla nuca. Le acconciature non sono necessarie, la nostra civiltà attuale si basa sulla potenza fisica e sull'intelligenza, l'aspetto non è importante. Ciononostante trovo che sia bellissima.
«Mi vuoi bene o mi servi? Fai le cose perché ti sono imposte o perché ti va di farle?»
«Se mi stai chiedendo se sacrificherei la mia vita per te, mia signora, lo farei senza battere ciglio, ma non so se si possa considerare amicizia.»
Torna con lo sguardo avanti, ridacchia e si incrocia le mani dietro la schiena, dondolando come se fosse ancora una bambina.
«Non mi sarei aspettata niente di diverso da te, Idis,» mi dice, per poi cominciare ad intonare a bassa voce un canto di corte, che parla di vittorie e amori felici.
~~~
Devono essere ore che camminiamo, comincio a non sentirmi più i piedi. Idis non ha fatto un rumore di disappunto durante tutto il tragitto, è stata silenziosa e diligente. Si sentiva solo il cozzare delle lame contro la sua schiena, ma era un suono tanto leggero ed armonioso che quasi si confondeva con il resto del bosco.
Poco fa mi ha superata, accelerando il passo e portandosi esattamente davanti a me. Guardo la sua figura longilinea e forte che procede con una sicurezza che io posso solo invidiare. Perché lei è la mia dama da compagnia? Sarebbe dovuta essere lei la figlia di mio padre e mia madre, allora sì che sarebbero stati orgogliosi! Chi non sarebbe fiero di avere una figlia come Idis, tanto bella quanto brava con le armi? E invece ci sono io, che a malapena so usare un pugnale o un qualsiasi altro oggetto affilato. Faccio quasi fatica a tagliare la carne quando mi viene servita a pranzo…
«Dobbiamo fermarci qui.»
Idis ferma la mia avanzata con un braccio teso, poi si accovaccia a terra, da una tasca dei pantaloni tira fuori un paio di arnesi in metallo e del pagliericcio e, dal niente, crea un fuocherello ai nostri piedi.
«Come Diavolo hai fatto?»
«Non c'è tempo. Dobbiamo superare le torrette,» spalanca la mappa sul terreno umidiccio e mi indica la posizione delle torrette alla luce tremante della fiamma, «E per farlo devi essere silenziosa come un felino.»
«Non sono fuori dal bosco?»
Annuisce, seria. Un guizzo le attraversa gli occhi.
«Hai pensato a qualcosa?»
«Vuoi compiere la missione?» mi fissa ed io non so cosa risponderle. Non dovrei avere esitazioni, dovrei dire che sì, voglio compiere la missione, voglio uccidere quel signore di cui non so neanche il nome, se ha effettivamente fatto qualcosa di grave per meritarsi la morte – perché se considerassi un valido motivo solo il fatto di essere in battaglia allora anche mio padre e mia madre potrebbero essere uccisi in questo modo e la cosa mi terrorizza –, se ha famiglia o qualcuno che l'aspetta al suo ritorno. Dovrei dire di sì ed impugnare la mia arma con sguardo fiero, ma purtroppo non viene fuori niente del genere. Solo una enorme insicurezza ed un senso di inadeguatezza che mi mangia lo stomaco.
Abbasso lo sguardo, colpevole. Potrei essere giustiziata per alto tradimento se non facessi quello che mi è stato ordinato di fare, ma come si può prendere così alla leggera la morte di una persona?
«Vuoi compiere la missione, Aaltje?»
«No. Ma deve essere fatta, per cui lo farò.»
Idis mi prende il viso tra le mani e sorride tranquilla, accarezzandomi le guance con i pollici. Non sono ruvidi come ci si aspetterebbe, ma delicati e morbidi.
«Lo farò io.»
È semplicemente così bella che non sento bene cosa mi dice, non lo realizzo subito, ma appena lo faccio scatto in piedi, col cuore che mi batte all'impazzata.
«Non puoi! È la mia missione, non puoi fare una cosa simile!» gracchio, dato che la voce mi si strozza in gola.
«Puoi fidarti di me, sarà il nostro segreto, mia signora.»
«Non chiamarmi “mia signora” in un momento del genere!»
«Non vedo cosa ci sia di male, se non vuoi farlo non lo devi fare.»
Sta dicendo un'enormità di cose senza senso e sembra così seria e convinta, devo fermarla a tutti i costi!
«Non è giusto: i miei fratelli, mia sorella, tutti l'hanno fatto, perché io non potrei essere in grado?»
Torno seduta a terra e cerco di farla ragionare. Sembra assurdo che sia io a doverla convincere, eppure trovo che sia l'unica cosa sensata da fare.
«Loro non sono te, Aaltje. È inutile che ci prendiamo in giro, non ne saresti in grado. Non come possibilità, ma come carattere. Non sei una persona che uccide altre persone, tu sei una persona che aiuta le altre persone, sei gentile e dolce, non devi sporcarti le mani con una cosa simile, anche se ciò ti farebbe diventare Cavaliere. Lo farò io, ci scambieremo i vestiti, tu avrai completato la tua missione e il tuo animo non sarà compromesso in alcun modo.»
Rimango impietrita davanti a tutta questa sicurezza.
«Perché?» mi viene da piangere.
«Perché è la cosa giusta da fare. Ho il sangue di molti uomini sulle mie mani, al nostro Dio non cambierà che ce ne sia uno in più o uno in meno, ma tu sei diversa da me… devi essere pura, solo così potrai essere una buona regnante, quando i tuoi genitori saranno morti,» mi accarezza la guancia e mi asciuga una lacrima, «Perché piangi, mia signora?»
«Non hai mai parlato così tanto in vita tua… sono commossa,» le rispondo, sorridendo e tirando su col naso in modo tutto fuorché elegante.
«Parlo quando vale la pena di parlare.»
Si alza in piedi e comincia a slacciarsi le armi dalla schiena, per poi passare agli indumenti, fino a rimanere completamente nuda. La sua pelle candida è solcata da innumerevoli cicatrici e un groppo mi blocca la gola. Come si può ferire una creatura così bella?
«Svestiti, prenderò i tuoi vestiti e porterò a termine la missione in tuo nome. Loro non sapranno cos'è successo che all'alba, quando ormai non ci sarà più niente da fare.»
~~~
Era la cosa giusta da fare e lo so bene, ma forse ora mi rendo conto di quanto trasporto ho messo nelle mie parole. Che sia stata inadeguata alla mia posizione? Forse ho esagerato? In realtà ho espresso solamente il mio pensiero: Aaltje non sarebbe in grado di ferire nessuno, è meglio che sia un peso in più sulle mie spalle, che sono allenate, piuttosto che sulle sue, ancora fragili.
Non serve che lei sia una guerriera se io le starò sempre accanto, no?
Certo che i suoi vestiti sono strani da indossare, non sono molto pratici, però è necessario che siano i suoi abiti ad essere macchiati di sangue e non i miei.
Mi arrampico lungo un sentiero contorto tra gli arbusti della collina, cercando di fare il meno rumore possibile con i miei attrezzi del mestiere. Mi sono tenuta il mantello, almeno non vedranno la differenza di capigliatura e non sospetteranno di niente.
Quando arrivo in cima, ecco che scorgo le torrette di guardia. Sono illuminate lievemente, non hanno grandi fuochi, ma solo piccole torce, cosa che gioca decisamente a mio vantaggio. Non sono molto lontani da me, dovrei potermi nascondere sotto al loro naso senza problemi, basta fare una corsa come si deve e ho superato l'ostacolo.
Prendo un profondo respiro, poi punto lo sguardo sul mio obiettivo: l'oltre. Non devo curarmi di niente, devo solo correre e arrivare dall'altra parte sana e salva, senza che si accorgano della mia presenza.
Istintivamente mi do un'occhiata alle spalle, come se mi aspettassi di vedere Aaltje che mi chiede indicazioni. Tiro un sospiro di sollievo nel rendermi conto che quella testona alla fine mi ha ascoltata ed è rimasta al limitare del bosco, nascosta da occhi indiscreti. Non avrei saputo come difenderla se fosse venuta con me, sono contenta di averla convinta a scambiarci i ruoli.
Metto i piedi in posizione di partenza. Tengo strette le lame contro il mio petto, in modo che non tintinnino affatto e parto.
La corsa non è mai stata la mia passione, ma come guardia personale di Aaltje e sua dama di compagnia devo essere perfettamente in grado di fare qualsiasi cosa. Perciò eccomi che sono sotto una torretta a riprendere fiato, prima di correre sotto la seconda torretta e sgusciare nell'accampamento, col favore delle tenebre.
Allungo le orecchie per captare qualsiasi suono intorno a me: sento delle voci, ma passo oltre questa tenda senza soffermarmi. Non sono l'unica che sta approfittando della notte per fare qualcosa che probabilmente non dovrebbe.
Comunque non mi interessano i tradimenti dei militari nemici, al momento non sono dei bersagli e possono continuare a darsi piacere senza che io intervenga. Dopotutto non mi importa, non è un mio problema.
Quello che ora devo fare è trovare la tenda del signore e tagliargli la testa. Non è stato specificato questo tipo di esecuzione, ma è l'unico che certifica completamente la morte dell'avversario, e quindi anche il compimento della missione.
Uomini.
Uomini.
Uomini.
Ancora uomini! Ma dove Diavolo è questo? Non ho voglia di aprire ogni tenda solo per uccidere una persona!
Uomini.
Uomini che copulano.
Altri militari che copulano… qui sono in tre, potrei quasi pensare di restare per vedere come si evolve la situazione, ma no, non è il caso.
Il tratto distintivo per riconoscere il mio obiettivo è un tatuaggio nero su tutta la nuca, così sono sicura che non sbaglio ed uccido una persona che non se lo merita.
Uomini.
Donna.
Donna.
Donne.
Uomini.
Uomini…
Dio santo, davvero? Sto seriamente iniziando a pensare che forse sarebbe più comodo urlare e svegliare tutti, così lo troverei più facilmente.
Okay, questa è l'ultima, se non lo trovo qui, darò fuoco a tutto l'accampamento. Socchiudo la tenda d'ingresso e mi trovo davanti ad una nuca ricoperta di segni neri: è lui! Trattengo il respiro e mi intrufolo nel silenzio più totale. Per fortuna è da solo o avrei dovuto uccidere un'altra persona inutilmente.
Sfodero la mia fedele sciabola e la vedo che riluce sotto la debole fiamma della candela di fianco alla branda dove sta dormendo la mia vittima. La linea è sempre affilata nonostante abbia visto innumerevoli battaglie.
La impugno stretta e la pelle scricchiola sull'elsa in cuoio mentre la alzo oltre la mia testa.
Pover'uomo, non sa che sta per non risvegliarsi più.
Spero che abbia passato un buon ultimo giorno di vita, anche se del tutto inconsapevolmente.
Le mie braccia scendono con slancio, un sonoro whoosh taglia l'aria e la sciabola si conficca nel suo collo. Spalanca gli occhi e mi fissa, portandosi le mani alla gola nel vano tentativo di fermare l'emorragia e salvarsi la vita. Le sue iridi sono di uno splendente verde smeraldo.
Riesco a vedere l'ultimo anelito di vita che gli fugge dalle labbra schiuse, e solo quando smette di agitarsi gli chiedo perdono. Forse se avessi fatto fare tutto ad Aaltje, lui avrebbe potuto vedere un volto espressivo, compassionevole, forse addirittura delle lacrime come ultima immagine, mentre così gli sono capitata io, che so indossare bene solo una smorfia indecifrabile.
Sì, mi spiace davvero, ma sono felice di aver liberato la mia Aaltje da questo peso che sicuramente l'avrebbe distrutta. Al di là di me, il mondo non può permettersi di perdere un'anima buona e pura come lei.
Ora che è immobile posso togliere la mia arma ed iniziare a tagliare come si deve, o non riuscirò mai a finire prima che sorga il sole.
Poso la sciabola a terra, traffico sulla schiena e prendo un'altra lama, questa volta seghettata, perfetta per tagliare via le parti morte, come la testa. La pianto ne grosso solco fatto appena prima e comincio a muoverla avanti e indietro, avanti e indietro, lasciando che gli schizzi di sangue mi ricoprano quasi completamente.
La cosa più brutta di tutta questa situazione non è che ho ucciso una persona, quello non mi provoca quasi più sentimenti, ma è il fatto di doverla guardare ancora. È morto, ma i suoi occhi mi fissano, e credo che anche la sua anima mi stia osservando, delusa e offesa da quello che sto facendo al suo contenitore.
Non che mi importi in modo particolare, ovviamente, però la sensazione non è piacevole. Basterebbe finire in fretta e… ecco, la testa rotola giù dal letto, immergendosi nella pozza del suo stesso sangue. Afferro un lenzuolo, la infagotto alla bell'e meglio e me la lego alla schiena, insieme alle due armi che ho utilizzato.
~~~
Comincia a sorgere il Sole. Ed è un enorme problema perché Idis ancora non è tornata. Mi ha detto di rimanere nascosta ed io ho fatto così, ma tremo come una foglia. Non ho paura, non è questo, è che sono in pensiero. Non sono stata ferma un minuto durante la sua assenza, ho continuato a camminare avanti e indietro, cercando un modo per non pensarci e convincermi che sarebbe tornata.
Non avevo mai fatto caso a quanto le volessi bene, è stata una rivelazione che mi ha lasciata particolarmente scossa. Idis è la mia guardia del corpo, l'ha detto lei che sacrificherebbe la sua vita per me, ma non è solo questo, è molto di più e io non me n'ero mai accorta.
Ha sempre fatto cose pericolose per me, a volte anche solo per il mio inutile capriccio, ha sconfitto uomini, ha catturato animali, ha passato notti nel mio letto perché io avevo paura del buio… Idis è tutto quello che conosco, tutto l'affetto che credo di saper provare è solo perché è stata lei ad insegnarmelo quando io ero una ragazzina viziata.
E Dio, ora sono così in ansia che mi tremano le gambe. Spero che torni, spero che la missione sia andata bene e non riesco a smettere di rimproverarmi che sarei dovuta andare con lei per guardarle le spalle, per proteggerla mentre rischiava la vita per me, per l'ennesima volta.
No, no… Idis deve tornare. Deve, devo dirle troppe cose, deve tornare.
Però dov'è? Sarebbe dovuta già essere qui, me l'aveva promesso, aveva detto che entro il sorgere del Sole sarebbe stata presente!
«Aaltje, cosa stai facendo?»
Mi sento tirare di nuovo dentro al bosco e riconosco la voce di Idis, che ora mi sta guardando con un'aria interrogativa.
«Non dovevi uscire dal bosco!» mi rimprovera, le sopracciglia inarcate e le labbra all'ingiù. Sembra davvero imbronciata.
«Ero così preoccupata!» mi scuso, arrossendo fino alla punta dei capelli. Mi sento le guance in fiamme.
«Non importa… ora andiamo, voglio farmi un bagno prima di tornare a casa,» mi dice, mentre mi passa un fagotto imbevuto di sangue.
«Idis…»
«Sì, è la sua testa. Non guardarla.»
Rabbrividisco e la seguo lungo un breve sentiero parallelo a quello che avevamo percorso poche ore prima. Nascosta da un cespuglio c'è una radura con un piccolo lago accerchiata da alberi di un verde brillante. Spalanco la bocca nel rendermi conto della bellezza di questo posto nascosto, incontaminato dall'essere umano.
Idis si toglie il mantello e si passa la mano tra i capelli rossicci, prendendo una profonda boccata d'aria. Con una lentezza estrema si slaccia le armi dalla schiena, lasciandole cadere a terra, e comincia a slegare i nodi che tengono insieme il mio vestito, lasciandoselo scivolare addosso. Non riesco a staccarle gli occhi di dosso mentre cammina verso la pozza d'acqua, ormai completamente nuda, e vi si immerge fino al collo. Ha un sorriso che non credo di averle mai visto avere. È così bella quando sorride, perché non lo fa più spesso?
«Stai bene?»
La sua voce mi richiama alla realtà ed io mi scuoto. Il fagotto sfugge alla mia presa e si srotola, rivelando la testa del Signore.
«Non avresti dovuto farlo cadere,» dice Idis, abbassando gli occhi.
«È stato difficile?»
«Ucciderlo?» fa una piccola smorfia, «No, per niente. È stato solo noioso cercare la sua tenda, ce n'erano un sacco.»
«Hai avuto paura?»
«Perché?»
«Beh eri da sola… sei una ragazza…» come se fosse logico, no?
«Non ho avuto paura. Non mi hanno addestrata ad avere paura.»
«Se ti avessero attaccata? Se si fossero accorti di te?»
«Credimi, erano occupati a fare ben altro.»
La osservo mentre sta a pancia sopra sul filo dell'acqua, le braccia a sostenerle la nuca. Tiene gli occhi fissi sul cielo, ancora leggermente scuro. Chissà cosa sta pensando.
«Sì, ma se fosse successo?»
«Se fosse successo, li avrei uccisi tutti.»
«Non puoi esserne così sicura…»
«Avevo una missione da compiere.»
Forse sono stata stupida. Speravo che parlasse di me, mi è nata questa piccola speranza che è morta in una manciata di parole. È solo lavoro. Forse non la paghiamo abbastanza.
«Giusto…»
«Non potevo lasciarti sola. Non saresti riuscita a tornare a casa e come avresti fatto? Hai ancora troppo bisogno di me, Aaltje.»
Sorrido, scuotendo la testa. Le sue parole sono limpide e sincere come l'acqua nella quale sta nuotando. Non credo intenda che non sono capace a muovermi da sola, ma piuttosto che lei non vuole lasciarmi. O almeno, è così che voglio capirlo.
~~~
Ora.
«Idis Cavaliere?»
Non posso credere che l'abbia fatto davvero! Per la miseria!
Il Generale mi sta fissando intensamente, mentre sua moglie, dietro di lui, ridacchia. Quella donna sa molte più cose di quanto non dia a vedere.
«Sì padre, sono sicura che se anche lei diventerà Cavaliere, potrò essere affiancata dalla combattente migliore del casato.»
Arrossisco, mantenendo il mio inchino.
«E sia! Idis, vieni al centro!»
Faccio un piccolo salto sul posto, presa alla sprovvista. Raggiungo Aaltje che mi strizza l'occhio e si alza.
«Purtroppo abbiamo preparato una sola spada da cerimonia,» dice il Generale, aggrottando le sopracciglia folte.
«Non è necessario signore, io vi sono grata, ma-»
La madre di Aaltje si alza in piedi e cala il silenzio. Ha quest'aura regale e imponente anche se è solo una donnina poco più bassa di me. Voci dicono che sia una combattente nata, molto più portata di suo marito.
Scende la piccola scalinata che separa le loro sedie dal salone della grande villa, a piccoli passi si mette di fronte a noi due.
«Avete dimostrato grande valore. Le donne sono spesso considerate deboli, ma oggi due donne hanno compiuto una missione ardua e tutte sole. Sono sicura che il sostegno reciproco e il sentimento che vi lega sia stato essenziale, per questo io credo che non siano necessarie due spade,» mette una mano sulla mia spalla e un'altra sulla spalla di sua figlia, che sta sorridendo come se avesse ricevuto il più bel regalo di sempre, «Vi regalo questi, che sono il simbolo della forza e che da oggi vi condurranno lungo una vita lunga e piena di energia. Sono appartenuti a me e alla mia dama di compagnia, che era uguale a te, Idis,» sorride luminosa e ci abbraccia, stringendoci forte, «Ricordatevi che non sarete mai sole, ricordate di supportarvi e guardarvi le spalle. È a questo che servono i pugnali: non dimenticatelo mai,» dà un leggero bacio sulle nostre guance e si tira indietro, lasciando nelle nostre mani un pugnale a testa. L'elsa sembra essere fatta di scaglie di drago, con un motivo a rombi e dal colore cangiante dal blu al verde, la lama è bianca, opaca, pare di un materiale talmente resistente ma al contempo fragile e delicato.
«Mia moglie è una sentimentale come al solito… bene, procediamo con la festa!» il Generale scatta in piedi e batte forte le mani, così che tutti si rilassano si alza un allegro vociare.
Aaltje mi bacia l'altra guancia e scappa dalla mia vista, informandomi che va a cambiarsi i vestiti per la festa imminente.
Non so cosa pensare, anche se non credo che dalla mia espressione si evinca.
«Io so che non è stata lei…»
Credevo che fosse andata via! Merda! La madre mi guarda, con un'espressione di pura dolcezza.
«No, no, glielo giuro, è stata lei, Aaltje ha…»
Sua madre sorride comprensiva e mi prende a braccetto, spostandomi dal gruppo, «Conosco mia figlia, non ne sarebbe mai capace. Ti ringrazio di averlo fatto al posto suo.»
«È stato un onore,» mi inchino leggermente e la tuta di cuoio scricchiola.
«Spero che continuerai a stare con lei, anche ora.»
Aaltje è ancora sulla porta che sta salutando un lontano zio o un qualcosa del genere, so che si sta complimentando con lei e lei si sta cercando di liberare. I nostri sguardi si incrociano, mi perdo un paio di secondo nelle profondità di quelle iridi scure, quasi nere, ma dolci come un abbraccio materno, e le sorrido, forse per la prima volta in vita mia. Arrossisce, forse arrossisco anche io.
«Non potrei mai lasciarla sola,» sussurro solo, stringendo le mani, «Mai.»

~~~~

Uno spiffero d'aria si intrufola nella grotta dove una donna veglia su un enorme uovo. Grandi corna affiorano sulla sua fronte ed il suo respiro è caldo come il fuoco.
«Che notizie porti dal mondo umano?»
Lo spiffero si avvita su se stesso, tramutandosi in uno spiritello dalle lunghe ali trasparenti.
«Il signore di Drago Boje è morto.»
«Chi l'ha ucciso?»
«Idis Suser.»
La donna si erge in piedi, inclinando leggermente la testa da una parte.
«Idis Suser non è di un casato nobile, non spettava a lei.»
«È al servizio di Aaltje Seydan.»
Le pupille verticali della donna si assottigliano ed un sorriso le increspa le labbra sottili.
«Seydan e Suser, potrebbe essere il momento…»
«La profezia, mia regina?»
«Non ancora, non ancora. Abbi pazienza,» si volta a guardare il suo uovo, l'ultimo uovo rimasto dopo la grande guerra dei Draghi, «Sono rimasta l'unica della mia specie, in attesa che l'ultimo uovo si possa schiudere. Finalmente due cuori degni si sono presentati nel mondo, ma non è ancora il momento perché si schiuda.»
«Non avete paura che i Cavalieri di Drago possano dare inizio ad un'altra guerra?»
«I Cavalieri di Drago sono morti, mio caro amico,» spiega con voce calma mentre si siede di nuovo al suo posto. Si mette a posto la gonna coronata di spuntoni ossei, quella che è la sua pelle nella sua forma naturale, «Non ce n'è più neanche uno degno di stare sopra uno di noi. Ma forse, ora, ne sono appena nati due che potrebbero porre fine a questa inutile guerra.»
Lo spiritello sbatte le ali e torna a ricongiungersi insieme ai suoi fratelli nelle correnti d'aria, lasciando la donna da sola nella sua veglia.
I Cavalieri di Draghi stanno tornando.




  
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