Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: MandyCri    01/02/2016    6 recensioni
Francesca è una ragazza di venticinque anni.
Impulsiva e pasticciona, caratteristiche che le hanno creato più di un problema in passato, è dotata però di un cervello acuto e di un grande senso del dovere.
Originaria di Casette D’Ete, piccolo paesino nelle Marche, si è trasferita a Milano, dopo aver trovato lavoro presso una grande multinazionale inglese.
Adam ha trent'anni ed è il rampollo di una delle famiglie più in vista della Londra bene.
Rimasto orfano di padre, ha dovuto maturare presto e abbandonare la bella e scapestrata vita piena di eccessi a cui era abituato, per affiancare sua madre Isabelle nella direzione della ditta creata dal nonno e lasciatagli in eredità dal padre.
Cos’hanno in comune Francesca e Adam?
Un incontro burrascoso, bugie, un lavoro in comune e… Andrea.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CAPITOLO 1. FRANCESCA

 

Le mie tre amiche del cuore sono tutte ubriache.

Le guardo e rido.

Ok! Forse io sono più ubriaca di loro…

Ci siamo appena diplomate e, come di consuetudine, abbiamo dato inizio al “golden pigiama party” che si differenzia dal normale “pigiama party” che facciamo ogni settimana a rotazione da ognuna di noi, che poi quest'ultimo non è proprio un vero “pigiama party”, ma semplicemente un dormire ammassate per terra al rientro dalla discoteca.

Il golden pigiama party è un vero e proprio ritrovo solo per le ricorrenze importanti e lo passiamo solo ed esclusivamente a casa.

L’abbiamo fatto alla fine delle elementari, al diploma delle medie, alla perdita della verginità di ognuna di noi e per altri eventi importanti che ci hanno segnato la vita.

Adesso lo stiamo facendo appunto per il diploma.

Gli alcolici e le canne stanno facendo il loro corso.

Siamo fatte.

Le reggiamo bene “ste cose” in genere, solo che questa sera, abbiamo proprio esagerato.

Siamo a casa di Gianna.

I “golden” si fanno sempre e solo a casa sua, perché ha due genitori moderni, ex figli dei fiori.

Loro capiscono, perché ci hanno dato dentro più di noi in gioventù e qualche volta si uniscono a noi.

Quindi alcolici e cannoni sono ben accetti.

Gianna si è diplomata per il rotto della cuffia.

Gianna è bellissima.

Sembra una diva degli anni cinquanta.

Ha un sacco di capelli ricci e rossi come il fuoco che le cadono lungo la schiena.

Due occhi verde smeraldo e una bocca piena.

Ha due tette che fanno paura da quanto grosse sono.

Non è magra, ma è prosperosa ed è perfetta. Una tipa alla Merylin Monroe per intenderci. Una Sophia Loren dei poveri per parlare di cose nostre.

Non le è mai piaciuto studiare, ma a lei non importa, non ha molti sogni di gloria per una carriera folgorante e tanto un lavoro ce l’ha già e le piace da morire.

Fa la commessa in uno dei tanti outlet in zona.

Noi viviamo a Casette d'ete un paesino nelle Marche ed è famosa per le scarpe, ma soprattutto, perché ci vive un personaggio molto famoso del settore.

Comunque, il titolare le ha già promesso che da settembre la prende a otto ore al giorno.

Gliel’ha data, ovviamente.

Lo sappiamo tutte, perché lei non ci nasconde niente, forse ne è anche orgogliosa.

La moglie del titolare non credo lo sappia ancora e dubito ne sarà felice.

Insomma è la zoccola dichiarata del gruppo.

Ha frequentato un corso come segretaria d'azienda.

Non abbiamo ancora compreso la durata del corso, ma credo dovesse essere di tre anni, in teoria.

È stata bocciata diverse volte.

Elisabetta ride a trentadue denti, da quando si è tolta l’apparecchio.

Elisabetta non è bella, proprio no.

È brutta. Brutta forte.

Ha due occhietti azzurrini minuscoli che per capirne il colore devi andarle a due centimetri di distanza e verificare con una lente di ingrandimento.

I capelli, se li vogliamo definire capelli, sono di un biondo slavato. Ne ha veramente pochi, infatti si vede il cuoio capelluto.

Il naso ha una gobba incredibile, ma ha dei bei denti, adesso.

Bianchi, dritti e perfetti.

Quello sì!

Un altro pregio di Betta è che intelligente, ma proprio tanto ed è la seconda più brava della classe.

L’anno scorso era depressa, perché era l’unica del gruppo ad essere ancora vergine.

Abbiamo indetto uno “special golden pigiama party” per risolvere questo problema.

Abbiamo parlato, discusso e, fondamentalmente, urlato, alla fine da persone civili quali siamo, abbiamo messo per iscritto le nostre proposte ed abbiamo votato, solo dopo esserci scolate tre bottiglie di wodka.

Per prendere certe decisioni importanti non si deve essere lucide, però quando la maggioranza ha stabilito il verdetto è sacro, non ci si può sottrarre.

Elisabetta non è più vergine, adesso.

Dopo aver risparmiato per settimane e settimane, siamo riuscite a raggiungere il gruzzolo necessario per pagare uno gigolò, perché questa è stata la nostra sentenza.

Modestia a parte, è stata una mia proposta.

La più giudiziosa.

Gianna aveva suggerito di comprare un fallo di gomma in un sexy shop e aiutarla noi.

Adesso, va bene che siamo tutte delle scapestrate a modo nostro, chi più e chi meno, ma io non me la sarei mai sentita di fare una cosa del genere!

Comunque Betta si vanta ancora di quanto grosso ce l’aveva quel tizio.

Noi non abbiamo potuto verificare la cosa, ma dubitiamo che sia vero, visto che era quello più economico che abbiamo trovato.

Del resto ci sarà una ragione per cui un vestito di Armani costa molto di più di uno comprato nei negozi dei Cinesi.

Quindi, se tanto, mi dà tanto… la risposta vien da sé!

Annalisa è la strana del gruppo.

Si veste e si trucca sempre di nero.

Parla per enigmi, per similitudini, il più delle volte non la capiamo, ma facciamo finta di niente.

Non dico nemmeno cosa aveva proposto lei, quando abbiamo votato per decidere il modo in cui Betta doveva perdere la verginità.

Do solo un piccolo indizio che si riallaccia vagamente all'idea di Gianna: cintura di cuoio nero!

Non aggiungo altro.

Credo che sotto quel mascherone di trucco sia decisamente bella, ma ancora non l’abbiamo capito.

A scuola se la cava, fa il liceo classico, non poteva fare altro un tipo del genere.

E infine ci sono io.

Io mi chiamo Francesca Venturi e la mia vita non è stata facile.

Cosa mi caratterizza?

La mia duttilità, chiamiamola così.

In paese tutti mi reputano la classica brava ragazza, solo le mie amiche sanno la verità.

A scuola?

Sono la migliore.

Studio come una scema, perché me ne voglio andare da qua.

Voglio fuggire da questo paese, fuggire dalla strega di mia nonna.

Nessuno, a parte le mie tre amiche, conosce la vera Francesca e forse nemmeno loro.

La sera mi diverto come capita.

Mi ubriaco ogni week end, ma con misura, ho un limite. La soglia massima a cui posso arrivare e poi mi fermo.

Posso fumare una canna, ma stando sempre nei limiti della decenza, faccio sesso, ma con prudenza.

Il giorno dopo però sono sempre perfetta, impeccabile.

A casa mia non si fanno quasi mai i pigiama party, sempre che non siano di quelli tristi, quando una di noi soffre per amore o altro e non si beve e non si fuma.

Perché vivo con mia nonna Rosaria, soprannominata Adolfa, non spiego il motivo di questo nomignolo.

La soluzione è scontata.

Non credo sia necessario aggiungere altro.

Mia mamma era una specie di tossica figlia dei fiori, è morta di overdose, mio padre non si sa chi sia, non so se sia ancora vivo, non so proprio nulla di lui.

È inutile anche andarlo a cercare.

Mia madre ha scopato con mezza Italia.

Così mi hanno affidata all'unica parente che ho: Adolfa e ci convivo da quando ho sei anni circa.

Non sono chissà cosa, ma ho delle belle gambe, due degne tette e i lineamenti del mio viso sono regolari e gentili.

Chi mi incontra per strada non può che paragonarmi ad una brava ragazza ed effettivamente lo sono, tranne che nel fine settimana.

Solo Adolfa ha delle riserve, mi ripete in continuazione “Tale e quale a tua madre, tale e quale... un giorno, un “qualsiasi chissà chi” ti metterà incinta e la storia si ripeterà.”, mi guarda con disgusto, scuote la testa e sospira.

Non mi vuole bene, lo so. È quasi palpabile il suo disprezzo, ma io sono forte e non mi lascio abbattere.

So cosa voglio e andrò avanti per la mia strada.

Ha avuto da ridire anche sull'indirizzo della scuola che ho scelto.

“Il liceo linguistico non serve a niente, tanto tra poco resterai incinta e non avrai imparato nessun lavoro e allora cosa farai?”

Me lo ripete da cinque anni ormai, io alzo le spalle e studio ancora di più per farle dispetto.

Ho diciotto anni e non sono ancora incinta.

Adolfa hai sbagliato di brutto questa volta!

Sono ancora assorta in questi macabri pensieri, quando Gianna se ne esce con una delle sue.

- Facciamo un gioco. Scriviamo un paese che vorremo visitare e lo mettiamo ai voti, poi risparmiamo il più possibile e ad agosto partiamo, zaino in spalla!

Ride felice, applaudendo se stessa. È ubriaca marcia, ma noi scriviamo.

Tanto sanno cosa scriverò: Inghilterra.

È il mio sogno.

Ci azzuffiamo quasi per decidere, ma alla fine la spunto io, perché sono quella che sa parlare in inglese e le può ricattare.

Sono perfida, lo so, ma cosa ci posso fare?

Potevano sgobbare anche loro sui libri!

Ok, Betta che frequenta come me il liceo ed è nella stessa mia classe, mi ha ostacolato non poco, ma lei nel suo schifoso biglietto ha scritto “Giappone” e, cerchiamo di essere realistiche, come cazzo ci andiamo in Giappone? Chi ce li ha i soldi per arrivare fino a lì?

Già sarà dura racimolare qualcosa per andare a Londra!

Gianna ed io lavoriamo il week-end.

Gianna all'outlet, io al pub.

Betta i soldi ce li ha.

Annalisa vive d'aria e ha due vestiti in croce. Se tutto va bene, ha i milioni in banca, non avendo mai speso un solo centesimo della paghetta che i suoi genitori le danno.

O forse spaccia.

Effettivamente, se ci penso bene, è sempre lei a procurarci l'erba.

Mah...

Comunque, ormai è deciso.

Prima di cominciare l'università Betta, Annalisa ed io e lavorare Gianna andremo a Londra.

Non sto nella pelle e nemmeno le altre, così brindiamo ancora alla nostra: felici, ingenue, ma soprattutto fatte come non mai.

Elisabetta presa dall'allegria generale propone di scrivere una lista dei sogni.

Sì, esattamente proprio quella stronzata del tipo: cosa vuoi fare prima di morire...

La nostra è meno impegnativa.

Abbiamo diciotto anni, non pensiamo certo alla morte, quindi la ridimensioniamo a nostra immagine e somiglianza.

Cosa vuoi fare a Londra...

Leggiamo a turno le nostre idee, ci prendiamo in giro per le cavolate mostruose che abbiamo scritto.

Parte Gianna, la segue Annalisa e poi è il turno di Betta.

Infine tocca a me e comincio.

  1. Scopare un londinese.

  2. Bere tanta birra.

  3. Scopare un inglese...

L'ho già detto che sono ubriaca marcia?

E continuo con le mie stronzate.

Il problema è che tutto ciò che è detto, scritto o promesso nei “Golden pigiama party” è sacro.

Bevute o no, noi faremo esattamente tutto ciò che abbiamo immortalato su quel pezzo di carta, la pena è l'umiliazione pubblica o, se non accetti la punizione, la radiazione dal gruppo.

Così dopo un mese e due settimane partiamo per la nostra avventura.

Il tempo a Londra trascorre veloce.

Mi diverto ogni giorno di più e vorrei restare in quel paese meraviglioso per sempre.

Sono riuscita a spuntare tutte le voci della mia lista, ma manca ancora la prima, la terza, la quinta è la decima.

Insomma non ho ancora scopato con nessuno!

È l'ultimo giorno, andiamo in un pub ed l'ultima occasione che ho per non farmi umiliare pubblicamente, perché io le mie amiche non le lascio.

Accetterò qualsiasi punizione, ma non perdo la mia famiglia, solo perché non sono riuscita a farmi un londinese del cazzo!

Non è che non ho avuto occasioni, ma nessuno è stato all'altezza delle mie aspettative.

Di questa meravigliosa vacanza, voglio ricordare tutto e non voglio rovinarla solo perché mi sono fatta una schifezza di ragazzo.

Ma le mie certezze cominciano a vacillare.

So già che mi scoperò il primo che capita.

Betta è già in punizione, del resto ha scritto come primo punto “baciare la regina Elisabetta in bocca” e come secondo punto “scopare un londinese”.

Non abbiamo abbastanza soldi per pagare un gigolò!

Ma io ce la posso fare.

È l'ultima sera e la birra scorre a fiumi e come se non bastasse Annalisa si è procurata dell'erba che abbiamo fumato prima di andare in quel pub.

Siamo veramente fuori.

Meglio così i miei sensi sono meno all'erta e così mi accontenterò anche di una mezza polpetta.

È un pub frequentato da ragazzi di ogni nazionalità.

Ho sentito parlare italiano, tedesco e francese.

Se non ho capito male qui ci vengono i ragazzi che fanno il master presso l'azienda più conosciuta di Londra la “Donnelly Enterprise” una multinazionale inglese che si occupa di minuteria metallica di precisione.

Insomma credo facciano aggeggietti microscopici che serviranno a qualcosa di importante.

Sembra che tutti quelli che sono qui dentro, sperano di essere assunti.

Illusi!

Detto questo siamo le più giovani.

L'età media è di ventisei, ventisette anni.

Mi sento piccola, però, come sempre, faccio la scavezza collo, quella sempre sicura di sé e bevo e supero anche la mia soglia di allerta.

Quella di cui ho parlato prima.

Quella che mi fa sempre stare dalla parte dei bottoni, ma dai, per una volta anche se mi lascio andare, cosa mi può succedere?

Sono giovane ed invincibile.

Io sono Francesca Venturi: la migliore.

So che non devo, quella è una regola fissa, posso andare fuori di testa solo se sono a casa mia o di una delle mie amiche, dove sono al sicuro protetta dalle mura confortanti delle nostre case.

È una regola fondamentalmente che mi sono imposta.

Un tizio si avvicina, mi sembra carino, non sono lucida, ma mi sembra carino ed è un bravo ragazzo.

È vestito bene.

Non è un fuori di testa. Lo capisco, lo sento.

È uno a posto.

Ride, le mie amiche anche e io faccio lo stesso.

Tra tutte sceglie me. Lo capisco da come mi guarda, anche se sono ubriaca spolpa.

Mi dice qualcosa, mi sussurra all'orecchio ed il suo alito è caldo e profumato, annuisco, mi bisbiglia “andiamo a fare un giro” e io medito che non sarò punita e mi sento lusingata, perché ha scelto proprio me.

Mi alzo e mi abbraccia e io non riesco a non pensare che questa vacanza me la ricorderò per sempre.

Amo Londra, amo gli inglesi.

L'Inghilterra è il più bel paese del mondo.

 

***

 

Francesca starnutì, poi si soffiò il naso o quel che ne rimaneva.

Era una settimana che aveva la febbre alta che non voleva saperne di andare giù.

Del resto era difficile guarire se non si curava.

Radunò tutte le sue forze e cercò di scendere dal letto.

Si avviò in cucina a stento, appoggiandosi ai mobili, alle pareti.

Si fermò più di una volta, ma alla fine ce la fece.

Accese la sua 'Nespresso nuova di zecca e scelse un caffè potente.

Scaldò una tazza di latte nel forno a microonde e prese il barattolo di Nesquik e lo depositò sul tavolo della cucina.

Un altro piccolo sforzo e poi avrebbe avuto un bel po' di ore per poter dormire.

- Mamma, mamma!

Suo figlio le saltò al collo come faceva ogni mattina.

Lo baciò sui capelli e lo strinse forte a sé.

- Mamma come ti senti oggi? - le chiese, fissandola di traverso con un cipiglio preoccupato.

Lei cercò di sorridere il più possibile – Bene! - mentì.

Suo figlio la guardò di traverso e arricciò il naso.

Lei gli scompigliò i capelli – Lo sai vero che tu hai la mamma migliore del mondo! Ti accompagno giù, poi corro subito a casa, prendo le medicine e mi stendo a letto, ok?

Lui annuì gravemente.

Il suo piccolo, tenero ometto!

Finita la colazione lo accompagnò sotto casa e aspettarono insieme il pulmino giallo che l'avrebbe portato alla “Oxford School”.

Rimase a salutarlo, finché l'autobus divenne invisibile ai suoi occhi.

Il suo cucciolo era diventato grande ormai: da un mese frequentava la prima elementare.

Si rintanò sotto le coperte e si addormentò velocemente.

La svegliò lo squillo del telefono.

Francesca prese il cellulare brontolando.

Lesse il messaggio e grugnì.

Franci come stai oggi? Cerca di riprenderti il prima possibile. Qui siamo tutti in fermento. Il capo dei capi sta per approdare a Milano!

- Odio Londra e tutti quei maledetti inglesi! - ruggì.

 

§§§

 

Ciao a tutti coloro che hanno trovato interessante questo primo capitolo.
Cosa posso dire?
Spero vi piaccia.
Besos MandyCri

 

 

 

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: MandyCri