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Autore: cranberriesky    01/02/2016    4 recensioni
« Cos'hai in mano? »
« Questa? Era nel tuo cassetto. »
« Malfoy... Mettila giù... Attentamente, non ruotare la clessidra... » mentre diceva queste parole, Hermione si avvicinò a lui, sfiorandogli la mano che precariamente teneva il prezioso oggetto.
« Non toccarmi, mezzosang... »
Una luce abbagliante, poi una sensazione simile a quella della smaterializzazione.
I due caddero a terra, svenuti, la Giratempo distrutta a un metro di distanza.
Cap. II
Per una serie di sfortunati eventi, Draco Malfoy ed Hermione Granger si ritrovano catapultati nel passato e, per non finire nei guai con la comunità magica, sono costretti a trascorrere un anno di vita come semplici babbani.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con | Contesto: Da VI libro alternativo
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Lost in revenge
CAPITOLO I



Iniziò tutto un sabato mattina di fine ottobre. L'aria gelida e immobile annunciava un autunno freddo; oltre il parco, il lago ghiacciato rifletteva il cielo terso, mentre la brina formatasi sul prato creava biancore nel parco. I raggi del sole cominciavano a penetrare attraverso le vetrate del castello, mentre gli studenti stavano ancora sotto le coperte in attesa di un valido motivo per doversi alzare. Hermione Granger, i suoi ricci ribelli e la toga slacciata, aveva approfittato della pace che regnava nella scuola per recarsi in biblioteca e approfondire i suoi studi di Pozioni. Ancora le sembrava impossibile, quella scena l'aveva tormentata tutta la notte, impedendole di dormire. Il giorno prima, proprio a Pozioni, quell'idiota di un Serpeverde, Draco Malfoy, non solo aveva preparato un intruglio migliore del suo, ma le aveva fatto fare la figura della sciocca correggendo la sua risposta data al Professor Piton. Mai le era capitato di sbagliare a rispondere, mai qualcuno ne sapeva più di lei, ma soprattutto mai nessuno aveva osato correggerla mentre ancora stava parlando. Tutto ciò le faceva rivoltare lo stomaco, letteralmente.

La prossima volta vedremo chi correggerà chi, pensò.

Nella tiepida luce della biblioteca, Hermione cominciò a perlustrare il reparto di Pozioni alla ricerca di un volume che potesse aiutarla. Semplicemente, Pozioni Avanzate non faceva per lei. Seguiva passo passo ogni istruzione, ma qualcosa andava sempre storto e i suoi voti non superavano mai Oltre Ogni Previsione. Diverse volte l'aveva sfiorata il dubbio che Piton manovrasse la sua pozione con la forza del pensiero, ma tutto ciò, ad una più attenta analisi, non poteva che risultare ridicolo.

Questo andrà bene. 

Prelevò dallo scaffale un polveroso volume intitolato Pozioni d'Eccellenza e si recò al suo tavolo.
In mano la sua piuma, iniziò a scrivere.

***

Draco Malfoy amava il sabato, quasi quanto la domenica. Significava dormire fino all'ora di pranzo, passare il pomeriggio nella Sala comune di Serpeverde e concludere la giornata con qualche fortunata fanciulla, meglio se nel suo letto. Si era addormentato la sera prima con il sorriso sulle labbra, ripensando a come quel giorno avesse umiliato di fronte a tutti quella sporca mezzosangue della Granger. Oh sì, se l'era proprio meritato. Per anni aveva dovuto sopportare quella noiosa attitudine da "so-tutto-io" che sfoggiava a lezione, ed era arrivato il momento, per lui, di brillare più di lei. L'episodio era stato raccontato a tutti i suoi compagni di dormitorio, almeno due volte. Si sentiva realizzato, finalmente aveva ripagato quella spocchiosa, dopo il gancio destro che gli aveva riservato tre anni prima. E questa vendetta gli era piaciuta fino a dissetarlo, ma la sete gli era presto tornata. Voleva di più. Voleva umiliarla ancora, questa volta su un altro livello. Fu così che quel sabato mattina Draco non lo passò a letto, ma ad escogitare un piano.

« Già in piedi? »

Blaise Zabini, fisico statuario e pelle olivastra, non era come gli altri Serpeverde. Mentre i suoi compagni smaltivano la sbronza della sera prima sotto le coperte, Blaise preferiva uscire dai sotterranei soffocanti per respirare un po' d'aria nel parco del castello.

« Sì, ho da fare stamattina. In realtà, speravo proprio che potessi aiutarmi. » Draco si rivolse all'amico.
« Bè, in realtà, stavo proprio per uscire. Mia sorella mi ha spedito via gufo un po' di questo tabacco babbano, non l'ho mai provato prima. »
« Tabacco? Mai sentito. Senti Blaise, ho davvero bisogno della tua mente brillante. Ti accompagno fuori, ok? » 

L'aria nel parco presagiva neve. Blaise prese una sigaretta e con un colpo di bacchetta la accese.

« Non è male, vuoi provare? »
« Dai qua. » Draco aspirò leggermente e iniziò a tossire.
« Blah. » tossì di nuovo « Solo ai babbani può piacere questa roba. »

Blaise e Draco si sedettero sulla riva del lago, mentre il biondo iniziò a parlare del suo piano all'amico.

« Non lo so, Draco. Non capisco. Che senso ha? » Blaise gli porse la sigaretta.
« Che senso ha? » Draco aspirò « Come sarebbe a dire? Tu non c'eri tre anni fa. Quella lurida mezzosangue mi ha tirato un pugno dritto in fronte. Sono cose che non si dimenticano. »

A Blaise scappò una risata.

« Non c'è proprio niente da ridere. »
« Sai Draco, certe volte mi pare che fra voi due ci sia una certa tensione... sessuale. Dovreste prendervi una stanza al Paiolo Magico. »
« Che? Sessuale? Blaise ti rendi conto di chi stiamo parlando? » Draco iniziò ad enumerare i punti con le dita della gelida mano, nell'altra ancora la sigaretta.
« Punto numero uno: ha i genitori babbani. Si può essere più sporchi di così? Punto numero due: forse non hai notato che cespuglio di rovi si trova sulla testa. Punto numero tre: è stata con quella donnola di un Weasley. Io non mi ripasso gli scarti degli altri, specialmente se questi sono dei poveracci. Non mi stupirei se avesse le piattole. Punto numero quattro: quella lì ha una scopa nel culo. Altro che tensione sessuale, tra noi c'è una tensione che stimola solo schiaffi. »
« Se lo dici tu. » Blaise non aveva smesso di guardare la superfice del lago che rifletteva il sole.
« Ora, veniamo al piano. Secondo te può funzionare? » chiese Draco.
« Immagino di sì. Stai solo attento a non farti beccare. Se ti cacciano da Hogwarts, sarò costretto a stare in compagnia di quello scemo di Nott e dell'altra pazza. »
« Daphne? »
« Già... Ieri sera ha cercato di nuovo di portarmi a letto. Quella deve darsi una calmata o si prenderà qualche malattia venerea. »

***

« Hermione! » un grido si levò alto dalla Sala comune dei Grifondoro.
« Dove sei stata tutta la mattina? » Ginny Weasley, rossa esattamente come i suoi fratelli, corse incontro all'amica.
« In biblioteca, Ginny. Lo so che può sembrarti assurdo, ma io studio anche durante il weekend. » rispose seccata Hermione.
« Hey, scusa. Lo so che è stata dura per te a Pozioni, ma devi metterci una pietra sopra. Non farla diventare una questione di principio. »
« Ma Ginny, questa è una questione di principio. Draco Malfoy non ha fatto altro che cercare di mettere nei guai me e gli altri negli ultimi anni! Questa storia deve finire! »
« Non finirà mai Herm... Stiamo parlando di un Serpeverde, la faida fra le nostre case va avanti da secoli ormai. Ora, voglio che lasci giù questi libri e vieni giù a pranzo con me, ok? »
« Solo un secondo, torno subito. »

Hermione salì la scala a chiocciola, entrò nel suo dormitorio e ripose la preziosa Giratempo -che quella mattina aveva sfruttato per poter studiare di più- nel cassetto del comodino. Seduta sul letto si ritrovò con una gran voglia di piangere.

Scusa Hermione... Non è facile per me... Mi manda Ron. Ecco lui mi ha detto di dirti che non riesce ad andare avanti così. Non sei mai soddisfatta e lo tratti come un povero idiota. Parole sue, eh.

Le parole di Harry le rimbombavano nella testa da settimane, ormai. Da quando Ron l'aveva lasciata prima dell'inizio della scuola, i due non si rivolgevano più la parola. L'ovvia conseguenza fu che il suo rapporto con Harry ne risentì parecchio. Tutto ciò l'aveva lasciata priva di ogni sicurezza e in uno stato di solitudine insopportabile. Solamente Ginny aveva trovato il coraggio di prendere le distanze da quel codardo di Ronald Weasley: sull'Espresso gli aveva fatto una scenata udita dalla testa alla coda del treno. Centinaia di teste curiose erano sbucate dalle cuccette, godendosi lo spettacolo di un povero Ron che riponeva le proprie mutande nella valigia lanciata per aria dalla sorella.
Alzandosi dal letto, Hermione si diede una sciacquata al volto arrossato, per poi tornare di sotto; Ginny la stava ancora aspettando.
È una buona amica, dopotutto.

« Allora, Hermione... Stavo pensando... Per domani, se... »
« No. Ginny, scordatelo. »
« Ma... Avevi detto che ci avresti pensato! »
« Ed è così, l'ho fatto. Per due secondi. È una pessima idea e, in quanto Caposcuola, dovrei denunciarvi tutti! » sbottò Hermione.
« Non lo farai. » il tono di Ginny aveva assunto un'aria di sfida.
« Cosa te lo fa credere? »
« Hermione, non sei nella posizione di poterlo fare. La scuola pensa che mio fratello sia un completo idiota. Se rovinerai la festa di Halloween i ruoli si invertiranno e vincerai il premio di persona più odiata dell'anno. »
« Sai che mi importa. Comunque non lo farò. Per una sera la Sala comune sarà vuota e questo mi permetterà di studiare in santa pace, finalmente. »

Ginny non poté evitare di ruotare gli occhi verso l'alto.

***

La Sala Grande era colma di studenti in febbricitante attesa. Mancava un solo giorno ad Halloween, e non si sentiva parlare d'altro. Le decorazioni erano già a tema festivo; lunghe ghirlande contornavano i tavoli, zucche intagliate pendevano dall'alto soffitto, pipistrelli in carne ed ossa volavano per il castello e dalle cucine s'alzava un profumo inconfondibile di cannella e noce moscata.
Il tavolo dei Serpeverde sembrava il più sovraeccitato di tutti. Gli studenti dell'astuta casa, infatti, erano soliti dare un party segreto in un'aula inutilizzata dei sotterranei, ogni anno. Il compito dei Corvonero era quello di insonorizzare e occultare la stanza, mentre i Tassorosso si occupavano del cibo e i Grifondoro della musica. I Serpeverde, ovviamente, procuravano l'alcool.

« Non vedo l'ora che sia domani! » l'urlo acuto di Daphne Greengrass si elevò dalla tavolata.
« Hai intenzione di fartene quanti? Tre? Quattro? Tutti in una volta sola? » Draco rispose ironico.
« Non sta a te giudicare la mia attività sessuale, grazie. »
« Non ti giudico tesoro, ma questa volta cerca di non violentare il mio amico. » 

Zabini si mise a fissare il suo piatto.

« Facciamo una scommessa » propose Draco. « Ti darò 50 galeoni se riuscirai a portarti a letto quello sfigato di Weasley. »
« Ne voglio almeno 100. » Daphne alzò lo sguardo verso il tavolo dei Grifondoro.

Draco fece un cenno col capo, dopodiché tornò a mangiare, un ghigno beffardo sul volto.

  
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