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Autore: Mitsuki no Kaze    02/02/2016    4 recensioni
[RinAi - 7° Promp della RinAi Week 2015]
"Rin gli aveva detto che per i primi tempi avrebbero vissuto nella casa dei suoi «genitori» australiani, il tempo di trovare un appartamentino e renderlo abitabile. Immaginò di andare in giro per i negozi con Rin che gli parlava in inglese per farlo esercitare, a cercare i mobili per la casa, a provare le poltrone massaggianti e a scegliere il tappetino da mettere davanti la porta d’ingresso, gli sarebbe piaciuto averne uno con un gatto."
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nitori Aiichirou, Rin Matsuoka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'RinAi Week 2015'
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Rin consultava riviste di arredamento da settimane ormai. L’arrivo di Aiichirou era imminente, ma non tutto era pronto nella nuova casa in cui avrebbero convissuto.
Lui e Aiichirou stavano assieme da circa due anni – mese più, mese meno –  ma la scelta di abitare assieme, perché la distanza era troppo dolorosa, sembrava un passo eccessivo, dato soprattutto che Ai, trasferendosi in Australia era costretto a lasciare la famiglia, gli amici e l’università alla quale si era iscritto dopo il liceo, solo per seguire lui che non poteva realizzare il suo sogno in Giappone.
Rin sapeva che quella scelta era stata dolorosa e sofferta, aveva chiesto ad Ai più volte di pensarci, ma la risposta del ragazzo non era cambiata.


Poteva ricordare ancora la telefonata che aveva ricevuto nel cuore della notte, mesi prima, in cui il ragazzo gli diceva con voce tremante di non sopportare più quella relazione a distanza.
Nell’udire quelle parole Rin si era preparato ad una rottura, ma Ai lo aveva sorpreso.
- Vengo con te. Mi trasferisco in Australia.-
Era rimasto con la bocca aperta, sconvolto e preoccupato. Avrebbe mentito, se avesse detto di non essere felice di quella proposta. Avrebbero avuto la possibilità di stare assieme, di vivere la loro relazione di coppia in maniera normale, non con l’ansia che i giorni per stare insieme fossero troppo pochi, ma non poteva fare a meno di sentirsi in colpa perché stava costringendo il ragazzo che amava a compiere una scelta radicale.
Il minimo che poteva fare, per rimediare anche solo in minima parte al disagio che gli aveva provocato, era trovare una casa economica, ma accogliente e fargli una sorpresa, facendogliela trovare pronta per essere abitata, una casa loro.

Attuare il progetto non era proprio stato semplice e aveva dovuto chiedere aiuto a molte persone: i suoi colleghi e amici australiani per la ricerca di un piccolo appartamento,  sua mamma e sua sorella per la scelta dell’arredamento ed infine aspettava una risposta da parte di Sousuke per risolvere un recente problema, che lo preoccupava da giorni.
Il letto.
In due anni di relazione, se pur passati a distanza, avevo avuto più di una volta l’occasione di condividere lo stesso letto. Che ci avessero semplicemente dormito, si erano coccolati o ci avevano fatto l’amore, era secondario. Ma la scelta di un solo letto matrimoniale, aveva un significato ben preciso. Significava che erano una vera coppia, e quel significato intrinseco metteva a Rin un po’ di paura.
Non perché lui non volesse compiere quel passo, ma non sapeva bene come avrebbe potuto reagire Aiichirou stesso.
Per quanto il ragazzo non si fosse mai tirato indietro quando si trattava di contatto fisico, che fosse per un bacio, una carezza, un abbraccio o qualcosa di più intimo, temeva che quel passo fosse troppo grande.
 
Il suo cellulare vibrò rumorosamente e quel suono gli fece fare un balzo sulla sedia, tanto quanto era preso dalle sue riflessioni.
Agguantò il telefono con un gesto nervoso e trovò la risposta di Sousuke.
“Inviagli la foto di un letto a due piazze e vedi se gli piace.”
Un nervo cominciò a pulsare sulla fronte. Aveva inviato all’amico un messaggio di circa sei pagine in cui spiegava tutte le motivazioni e le preoccupazioni riguardo quella scelta e lui rispondeva con solo quattordici parole.
Si abbandonò sul letto della camera del dormitorio universitario, continuando a pensare ad una soluzione.
Infine però recuperò il cellulare e una delle riviste di arredamento che aveva consultato, scattò una foto ad una pagina raffigurante una camera da letto matrimoniale e la inviò al proprio ragazzo. In Australia erano le sette di sera, in Giappone dovevano essere le cinque del pomeriggio, Aiichirou probabilmente a quell’ora stava studiando.
La risposta non arrivò subito, ma Rin si impose la calma. Se Ai era immerso nello studio non avrebbe controllato il cellulare.
Invece il telefono vibrò pochi attimi dopo, facendo sobbalzare ancora una volta il ragazzo.
Lesse velocemente il messaggio.
“Rin, è molto bello! Ma perché mi mandi questa foto?”
Il rosso si morse la lingua, doveva vuotare il sacco.
“Quando verrai qui e vivremo nella stessa casa, potremmo anche dormire assieme, che ne dici?”
Si schiacciò la mani sul viso. Era arrossito e non stavano nemmeno parlando di presenza.
La vibrazione del telefono questa volta fu attutita dalle coperte del letto e Rin aprì il messaggio con gli occhi chiusi.
“Certo! Sarà bellissimo addormentarci assieme e svegliarci insieme, no?”
Un sorriso felice illuminò il volto del ragazzo.
“Sì, non potrei desiderare niente di meglio.”
Digitò, immaginando il viso di Ai rosso di emozione, gli occhi azzurri che continuava a rileggere i suoi messaggi e a guardare la foto che gli aveva inviato poco prima.
Infondo non era stato tanto difficile.
 
Aiichirou si lasciò andare contro lo schienale della sedia con le ruote della propria camera. Osservò la scrivania ingombra di quaderni e pelouche, voltò la testa di lato verso il letto e il comodino e, se si fosse voltato dall’altra parte, avrebbe visto l’armadio e la libreria.
Non era cambiata molto quella camera dalle scuole medie, l’aveva abitata poco avendo vissuto per tre anni nel dormitorio della Samezuka ed entro pochi mesi l’avrebbe lasciata di nuovo. Avrebbe avuto un’altra camera, in un’altra casa, in un'altra nazione, in un altro continente.
 
Sospirò incrociando le braccia sulla superficie del tavolo e vi poggiò il mento. Il trasferimento in Australia lo spaventava, negarlo sarebbe stato da stupidi. Non sapeva parlare bene l’inglese, non conosceva il cambio valuta e avrebbe dovuto vivere in un posto lontano non solo fisicamente dalla sua terra, ma anche culturalmente. Sapeva che non sarebbe stato facile adattarsi a quel mondo nuovo, ma sentiva di doverlo fare. Era un sacrificio enorme lasciare i propri genitori, gli amici e tutto ciò che aveva di caro in Giappone, ma in Australia c’era l’unica cosa che non gli permetteva di vivere bene, di essere felice lì, a casa propria.
 
Non poteva crede che Rin fosse diventato così importante, non poteva credere che sentirlo solo per telefono o in videochiamata dal computer, o vederlo solo due volte all’anno potesse essere così logorante. La vicinanza fisica era una mancanza più dolorosa di quel che si sarebbe aspettato. Il calore del ragazzo spariva troppo velocemente dal suo corpo, così come il suo profumo  dalle lenzuola in cui aveva dormito, il suono della sua voce diventava presto un’eco lontana, e gli apparecchi elettronici non potevano riprodurlo fedelmente.
 
Da tutte quelle cose era nato il desiderio di raggiungerlo e nonostante tutte le paure, sentiva di poter affrontare l’Australia. Con Rin accanto avrebbe potuto affrontare qualunque cosa.
Aveva imparato che quel sentimento lo stava rendendo forte, gli aveva permesso di superare molti dei suoi limiti. Il se stesso di qualche anno prima non avrebbe mai pensato di guidare un club di nuoto come capitano, non avrebbe mai  creduto di ottenere le attenzioni di una ragazzo come Rin, non avrebbe sopportato un anno di separazione dalla persona amata e non si sarebbe trasferito in un altro continente per amore.
 
Arrossì a quel pensiero e poggiò la fronte contro le braccia ancora incrociate sulla scrivania, quasi nascondendosi tra esse.
Si perdeva spesso a fantasticare sulla loro vita assieme. Rin gli aveva detto che per i primi tempi avrebbero vissuto nella casa dei suoi «genitori» australiani, il tempo di trovare un appartamentino e renderlo abitabile. Immaginò di andare in giro per i negozi con Rin che gli parlava in inglese per farlo esercitare, a cercare i mobili per la casa, a provare le poltrone massaggianti e a scegliere il tappetino da mettere davanti la porta d’ingresso, gli sarebbe piaciuto averne uno con un gatto.
Pensò che avrebbe dovuto risolvere l’annoso problema che riguardava la cucina, dato che non sapeva praticamente cucinare e imparare finalmente a fare il bucato.
 
Per quanto le cose sembrassero impegnative, non poteva fare a meno di sorridere. Dopo l’ultimo messaggio di Rin sapeva che avrebbero diviso la camera da letto, non come alla Samezuka, ma come una vera coppia. Al mattino si sarebbe svegliato con un bacio di Rin, che andava a correre, poi si sarebbe alzato e avrebbe preparato la colazione in attesa del ritorno del ragazzo. Qualche volta sarebbero rimasti a letto fino a tardi, quando non c’erano lezioni o allenamenti e ne avrebbero approfittato per stare insieme, stretti l’uno all’altro.
Il profumo di Rin non sarebbe andato via, avrebbe sempre dormito con il calore del suo corpo contro il proprio, non ci sarebbero più state registrazioni gracchianti.
 
Riprese ancora una volta l’immagine della camera da letto che gli aveva mandato Rin. Infondo non vedeva l’ora di raggiungerlo.
 
 
 
Poche settimane dopo, Rin aprì la porta del nuovo appartamento. Posò  all’ingresso un borsone e una valigia, per poi prendere  una mano di Aiichirou, rimasto alle sue spalle e guidarlo all’interno, mentre il ragazzo teneva gli occhi chiusi.
- Posso aprirli?- chiese ridacchiando, mentre lui richiudeva la porta. Stava fremendo di impazienza e di emozione, lo poteva sentire mentre teneva la sua mano nella propria.
- Sì, aprili.-
Il ragazzo sollevò le palpebre e si guardò intorno.
- Benvenuto nella nostra casa.- aggiunse Rin, mentre Aiichirou si guardava intorno con gli occhi sgranati.
L’appartamento era piccolo, composto dall’ingresso quadrato in cui si trovava un corridoio che permetteva l’accesso agli altri ambienti della casa: la camera da letto, un bagno, una cucina abitabile e un ripostiglio.
Aiichirou cominciò a girare per le stanze senza dire una parola, ma un sorriso ad illuminargli il volto.
- Hai fatto tutto tu?- gli chiese mentre si sedeva sul divano rosso della cucina.
- Sì, volevo farti una sorpresa.- rispose l’altro con un sorrisetto imbarazzato in volto. Temeva chiaramente il suo giudizio. – Ti piace?-
- E’ bellissima.- disse voltandosi verso di lui. – Casa nostra.- ripeté come per convincersene, mentre i suoi occhi non riuscivano a stare fermi e guizzavano da una parte all’altra della stanza.
- E dimmi…- continuò Ai alzandosi, imitato subito dall’altro che lo circondò con le braccia. – Dov’è la camera dal letto?-
Rin lo prese per mano, portandolo verso l’unica stanza che il ragazzo non aveva visto.
Aprì la porta e lasciò che entrasse all’interno.
Aiichirou si sedette sul materasso e voltò il capo a destra e a sinistra, osservando le tende azzurre alla finestra, la cassettiera su cui faceva bella mostra di sé una loro foto, l’armadio di legno chiaro che avrebbero condiviso e i comodini ai lati del letto, per poi fermarsi sul rosso, ancora fermo sull’uscio della porta.
Rin si avvicinò, sedendosi accanto a lui.
Aiichirou gli rivolse una enorme sorriso e gli cinse il collo con le braccia.
- Grazie.- sussurrò contro le sue labbra prima di baciarlo.
Il rosso poggiò le mani sui suoi fianchi e lo attirò a sé, riprendendo il contatto prima interrotto.
Rimasero l’uno stretto all’altro per un attimo che a loro parve eterno, persi nel loro modo fatto di sguardi, carezze e languidi baci.
- Quindi sarebbe il caso di inaugurarlo, no?- chiese Aiichirou socchiudendo gli occhi, puntandoli nei suoi.
E Rin non poté di certo tirarsi indietro.

 
Angolo Autrice: Argh- questa storia mi ha fatto penare- L’ho scritta un mese fa, credo, ma quando l’ho riletta ieri sera mi ha fatto accapponare la pelle :’’’D L’ho rimaneggiata un po’ e adesso il risultato è nettamente migliore x’D
Devo sempre ringraziare quella santa di MizuAzu che mi ha aiutata con la revisione, a capire cosa non andasse… Quindi il merito della decenza di questa fic è suo u.u
Quest’idea risale a molto tempo fa, a quando aveva pensato di fare una raccolta di fic riguardo la vita di Aiichirou e Rin in Australia, ma per motivi vari non sono riuscita a realizzarla- Perciò, quando ho delle occasioni, diciamo che «riciclo» le idee che avevo dovuto scartare, soprattutto se erano buone idee e mi dispiace non poterle realizzare-
Comunque termino lo sproloquio xD
Grazie a tutti voi che avete letto anche questa fic! Home ((questa è la terza volta che do questo titolo a qualcosa (?) L'ho usato per un capitolo di una long e per una SouAi, dovrei smetterla-)) è il 7 prompt della RinAi Week 2015, per la cronaca) e spero vogliate lasciarmi un parere, o semplicemente inserire la storia tra le preferite o le ricordate <3
Un bacione e ci vediamo (?) per San Valentino con un’altra RinAi u.u
A presto,
~ Mitsuki <3
   
 
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