A memoria d'uomo non v'era mai stato in paese giorno più caldo del 22 di luglio del 1921.I giornali che si consumavano tra le mani dei paesani che scottavano ne erano un chiaro esempio,le finestre della locanda erano spalancate,l'intero paese era sulle spine.E soffermandovi a sentire la sera,avreste potuto capire che anche la notte era calda,ma non per l'estate,ma perchè in fondo la materia dei sogni che abbiamo una volta sul punto di compiersi ci circonda e ci ricopre di un soffice manto dorato da sembrare i regnanti di una favola.Quella dove niente è impossibile.Moriva il giorno e si accendeva a poco a poco il firmamento in cielo,disegnando Amore nel mezzo della piazza,tra i diamanti lucidi della sposa che si accompagnava al braccio dell'amorevole padre,e la luce dello sposo che l'attendeva trepidante davanti all'altare.Era molto di più di ciò che avevano pianificato o avrebbero potuto immaginare.La piazza si tingeva di luce fra i due sposi e le candele,quasi come se la piazza fosse una chiesa,abbagliata da centinaia di candelabri.E gli occhi,splendenti,avevano visto il mondo...un mondo di difficolta e di ostacoli,ma anche d'amore e di coraggio.Occhi che avevano girato il mondo,ma trovato casa gli uni negli altri.Occhi grandi,marroni,buoni,gentili e nobili.E poi sorrisi felici,quasi increduli.E vita,che valeva la pena d'esser vissuta,che era Speranza,che riposava al loro fianco,speranza indimenticata di vita eterna;insieme alla protezione di chi era li con lo spirito.Moriva il giorno,si,e scendeva la luna,ammiraglia del cielo,che gelosa osservava gli uomini che non dimenticavano la luce,e che avrebbe voluto essere laggiù,per poter prendere parte alla festa della vita,dell'amore,della serenità...di questi curiosi uomini,alla quale vita ella assisteva fino al tramonto.Anche la luna però poteva dirsi fiera di portare la vita,e come aveva fatto con Gonzalo e Maria già altre volte,gli regalava ancora un momento perfetto,di notte,sotto la sua egida e protezione.Eppure pian piano le stelle la oscurarono,poichè a loro spettava il compito di raccogliere i nuovi sogni di quella coppia che si dichiarava amore eterno davanti a Dio.La luna si nascose,quasi fosse impossibile non emozionarsi davanti a cotanta bellezza che si era riunita in un unico posto,quella sera.
Maria e Gonzalo si scambiarono gli anelli e le promesse,e si presero un attimo per ingaggiare con gli occhi una conversazione,che sarebbe rimasta per sempre solo loro.Una conversazione piena di silenzi,ma di sentimenti;di emozioni,di ciò che era stato e sarebbe stato.Perchè nel silenzio ci è più facile ascoltare la melodia dei pensieri,notare il filo dei ricordi e un secondo che ci lega assieme per l'eternita...il suo fruscio,e quello di due mani che si intrecciano e di un dolce bacio,puro come il primo.
E così dopo due anni dal primo giorno in cui i loro occhi si erano incontrati,due anime legate da un filo interminabile,si unirono a guardare la piazza che ardeva col calore delle candele,si animava con applausi e grida di giubilo,che muovevano all'unisono,come i cuori palpitanti di quella stessa piazza,che celebravano il trionfo della bella ragazza bruna e del bambino ritrovato,e la lunga strada verso casa di chi non si era piegato davanti a niente,continuando a brandire lo stendardo dell'amore.

                                                                                                                
                                                                                             "Di qualunque cosa siano fatte le nostre anime,
                                                                                                       la mia e la sua sono la stessa"-Emily Bronte.