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Autore: emmamosby    03/02/2016    0 recensioni
La vita di Claire è segnata da un trauma che le ha impedito di spiccare il volo, ma chi le è vicino si è stancato di vederla chiudersi in un suo falso paradiso; di vederla fingere di essere felice. Claire deve capire che non bisogna farsi sottomettere dai brutti scherzi che ci fa la vita, ma che bisogna reagire e mostrare di essere più forti.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I

 

Una calda giornata estiva. L’afa era ad un livello tale che neanche Claire riusciva a sopportarlo. Aveva sempre retto bene il caldo, ma quel giorno anche per lei era troppo. Decise di uscire. Un’idea pazza, visto che fuori c’erano 35 gradi, ma lei aveva un posto tutto suo dove andare per sentirsi al fresco, per sentirsi meglio. Prese solo le chiavi, lasciò a casa anche il cellulare, ed uscì. Viveva in un piccolo paesino in Ohio, in una deliziosa casetta singola a due piani. Lì ci aveva sempre vissuto, fin da quando era piccola, ma all’età di vent’anni aveva deciso di spiccare il volo ed andarsene a New York da sola. Purtroppo la sua avventura nella grande mela durò poco e finì in modo piuttosto tragico. Aveva appena cominciato a disfare le valige nell’appartamento che aveva preso in affitto, quando ricevette una chiamata agghiacciante. Entrambi i suoi genitori erano morti in un incidente d’auto. Ovviamente Claire tornò subito a casa sua, che i suoi le avevano lasciato nel testamento. Per due anni ci visse come se si trovasse in un museo: non toccò niente, non spostò niente, continuò a dormire nella sua cameretta. Furono i suoi anni peggiori. Fortunatamente aveva accanto a se tutti i suoi parenti che con calma e decisione riuscirono a farla star meglio. Dopo due anni, infatti, continuò a vivere nella stessa casa, ma gli fece dei cambiamenti radicali. Allargò la sala da pranzo e strinse la cucina, visto che lei, a differenza di sua madre, non le piaceva cucinare. Trasformò la camera dei suoi nella sua nuova camera, cambiandone ogni mobile e ridipingendola. Buttò giù il muro che separava la camera da letto padronale e la sua cameretta, trasformando quest’ultima in una bellissima camera-guardaroba. Aveva rivoluzionato la sua vita. E così era arrivata a quel afosa giornata di caldo dove stava raggiungendo l'unico posto che l'avrebbe fatta star meglio: la biblioteca comunale. A Claire piaceva leggere, ma non in modo particolare, le piaceva come piace un pò a tutti. Era sempre piacevole sfogliare un bel libro o anche una bella rivista in un posto climatizzato e dove erano avvenuti, casualmente, gli avvenimenti più importanti della sua vita. Si diresse verso una postazione libera. La sala studio e lettura era deserta. D'estate nessuno ha voglia di studiare e lavorare e di conseguenza nessuno va in biblioteca. Claire si sedette e si guardò intorno, vedendo il reparto di scienze naturale, dove scambiò il primo bacio con Jimmy Preston. Vide la sezione di arte, dove lei e la sua migliore amica, Fren, si incontrarono per la prima volta perché ad entrambe serviva lo stesso libro. Sospirò. Tutti quei ricordi la facevano sorridere e girare la testa. Fren era andata via dal paese da un anno, per lavoro, e si era trasferita in una città più grande. Quasi tutti gli amici di Claire avevano lasciato quel paese e lei certamente non li biasimava. In fondo, una volta, faceva parte anche dei suoi progetti, andarsene da quel posto. Lì aveva trovato lavoro come psicologa. Si, perché dopo i due anni difficili si rimise in carreggiata in tutti i campi e scelse di andare all'università e laurearsi, anche grazie agli aiuti che le diedero i suoi zii. Aprì uno studio in centro che attirava anche molta gente da fuori, perché aveva un modo speciale per mettere subito a loro agio i pazienti senza fargli pensare di essere sotto analisi.

Il libro che aveva preso non le piaceva molto e lo sfogliava di malavoglia, e dopo averlo chiuso e appoggiato sul tavolo, pronta per alzarsi alla ricerca di un libro più interessante, sentì dietro di se una voce maschile sussurrarle all'orecchio, con voce calma e misteriosa

-Sono un viaggiatore che torna da terre lontane, che porta doni e tessuti preziosi per rendervi felice- Claire non si mosse. Le pupille le si dilatarono, sul suo viso si formò un sorriso e poi, con la stessa voce lenta e misteriosa dell'uomo, disse

-Viaggiatore, tutto quello che voglio io per essere felice...- Di scatto si girò ed urlò -Siete voi!- E si abbracciarono. Lui la strinse e sollevandola di qualche centimetro girò su se stesso, facendola quasi volare. L'uomo misterioso si trattava di Adam, suo cugino. In realtà non era un suo vero cugino, perché i suoi zii lo adottarono, ma viveva con loro da quando Claire era una bambina, avevano circa la stessa età e quindi lo aveva sempre considerato come tale.

-Come stai?- Gli chiese Claire, mentre si risedevano. A lei brillavano gli occhi, tanta era la gioia di rivederlo -Com'è stato il viaggio? Come ti sei trovato in Africa?-

-Mi sono trovato- Cercò le parole -Accaldato- Disse infine ed entrambi risero. Da qualche banco un po' più lontano si sentì un “Shh” sdegnato e allora si ammutolirono ed Adam divenne serio -E' stato faticoso. Lì, per un giornalista, lavorare è terribile e meraviglioso allo stesso tempo. C'è una grande confusione, sembra che non ci siano regole, anche se in realtà ce ne sono solo meno-

-Sai, ho letto tutti gli articoli che ogni settimana inviavi alla rivista, ho guardato per delle ore le tue foto che hanno pubblicato e ho partecipato a tutte le tue brevi, ma intense, chiamate via web-cam alla famiglia; eppure, nonostante tutto questo, mi sembra di essere all'oscuro da tutto quello che hai passato là e voglio sentirti raccontare tutto di nuovo-

-Ne sarò felice e poi ci sono tante foto che ho fatto, ma che non mi hanno pubblicato e tante cose che non sono mai riuscito a scrivere negli articoli- Entrambi in quell'attimo si resero conto di quanto gli occhi dell'altro gli fossero mancati, poi Adam disse

-Dobbiamo andare! E' già quasi mezzogiorno e gli zii hanno deciso di dare un pranzo per il mio ritorno-

-Allora andiamo!- Rispose Claire raggiante

 

Entrarono insieme in casa e all'improvviso tre bambini corsero subito loro incontro. Erano i figli degli altri cugini di Claire. La loro famiglia era grande e per uno sconosciuto era faticoso riuscire a capire tutte le parentele, ma una volta conosciuti tutti bene, diventava subito facile. Il padre di Claire aveva una sorella, Kate, e sua madre aveva un fratello, Jason. Jason si è sposato con Rachel ed hanno avuto tre figli: Susan, Tom e Trey. Kate si è sposata con Michael ed hanno avuto due figli: Adam, che è stato adottato perchè sembrava che Michael non potesse avere figli, e Monica, che, da tutti i medici, fu dichiarata “un miracolo”. Susan, Monica e Trey si erano sposati. Susan con Tod ed hanno avuto un figlio, Jim. Monica con John ed hanno avuto due figli: Rose e Lucy. Mentre Trey, che sposò Lily, non hanno avuto figli. La loro era una famiglia vecchio stampo: gli piaceva fare grandi cene insieme, passare le festività tutti riuniti nella stessa casa e, la cosa più bella, a tutti piaceva occuparsi di tutti ed aiutarsi.

Quando Claire entrò in cucina salutò suo zio Jason e sua zia Rachel che, come al solito, litigavano per una stupidaggine, cioè su quale piatto doveva essere servito il pollo. Poi salutò tutti i suoi cugini e sua zia Kate e suo zio Jason, per poi fare qualche scherzo e qualche gioco con i suoi nipotini. In quella casa Claire ci andava spesso, era quella di suo zio Jason e sua zia Rachel, ma quel giorno sembrava che, come tutti non vedevano Adam da quasi tre mesi, per altrettanto tempo non si fossero rivisti neanche tra di loro. Era tutto un “Come stai?” e “Come va il lavoro?” quando se lo erano chiesto anche la settimana prima. Si misero a tavola per mangiare. Claire si sedette vicina a sua cugina Susan. Con lei era quella con cui aveva più legato da quando era piccola. Susan era una persona precisa ed estremamente organizzata, ma in perfetta sintonia con Claire in una marea di cose. Ogni loro momento più bello e più brutto l'avevano sempre vissuto insieme e condiviso. Tanto che, il giorno delle nozze di Susan con Tod, nessuno si meravigliò nello scoprire che Claire era stata scelta come damigella d'onore.

-Come vanno le cose con Tod?- Le chiese subito Claire, vedendo che il marito della cugina era distratto

-Vanno male. Ho paura che il divorzio sia sulla soglia del nostro matrimonio già da tempo-

-Non dire così!-

-Invece lo dico e lo ripeto. Claire, siamo agli sgoccioli-

-E Jim come pensi che la prenderà? Ha solo cinque anni- Susan annuì comprensiva -E la famiglia! Ormai Tod è uno di noi! Lo sai come sono gli zii, sono all'antica-

-Lo so! Loro... non capirebbero e ne resterebbero delusi-

-Senti, Susan- Claire le strinse la mano che teneva sulle gambe -Forse a noi piace essere felici e spensierati quando siamo tutti insieme, ma non pensare neanche per un attimo che crediamo di essere la famiglia felice e perfetta delle pubblicità di biscotti. Nessuno lo crede. E' un modo per scacciare i brutti pensieri. Dietro ad ognuno di noi ci sono dei problemi e i tuoi genitori capiranno- Entrambe si voltarono a guardare Tod, che stava parlando con Adam di un suo studio sulla vita in Africa. Povero Adam, era disperato. Il fatto era che Tod pensava sempre di sapere tutto su tutto e, perciò, attaccava sempre a tutti delle solfe incredibili su argomenti pallosi, noiosi e, il più delle volte, rifilandoti un sacco di balle. Allora Claire, approfittando dell'attesa per il dolce, si alzò, decisa a soccorrere suo cugino, ma proprio quando stava per raggiungerlo, Lily la fermò e le chiese se poteva prendere in cura un suo studente. Lily era una professoressa del liceo del paese, era brava e comprensiva. Riusciva a trasmettere tutta la passione necessaria ai ragazzi per far loro apprezzare la scienza in ogni sua caratteristica. A Claire piaceva molto Lily, spesso le chiedeva di prendere in cura qualche suo alunno, perchè era molto vicina a loro e faceva tutto il possibile per aiutarli.

-Sai, sua madre è scomparsa. Ha abbandonato lui, suoi padre e il suo fratellino. Il padre è quasi sempre fuori per lavoro e Neal, è così che si chiama il ragazzo, deve badare al fratellino. Ovviamente si è sentito caricato da una marea di responsabilità all'improvviso, lui non si sente all'altezza e così non ne svolge nessuna e sta diventando un ragazzo sbandato- Claire la trovò una storia molto triste e Lily si rese conto di averla demoralizzata, perciò, cambiò tono, si stampò sul viso un bel sorriso e disse -E' per questo che ho deciso di affidarmi ad una delle migliori psicologhe della città, che sono sicura riuscirà a far tornare sulla buona strada Neal- E le mise una mano sulla spalla. Claire prese la sua mano e gliela strinse

-Mi farebbe molto piacere e puoi mandarlo da me domani, verso le nove, tanto non ho appuntamenti-

-Non ne hai perchè è il tuo giorno libero!- Le disse Lily. Claire si meravigliò che lo sapesse-Non voglio che tu sacrifichi il tuo giorno libero per lui, andrà da qualcun altro-

-No, Lily, lo voglio vedere, a costo di penalizzare il mio giorno libero- Lily si convinse e la ringraziò di cuore. Finalmente Claire era libera e raggiunse Adam

-Presto, Adam!- Gli disse, interrompendo il lungo discorso di Tod -Zia Rachel ha bisogno di te in cucina-

-Va bene, arrivo- E senza neanche scusarsi con Tod, Adam seguì Claire nella cucina vuota, ma non riuscirono a scambiarsi due parole che subito arrivò Tom, come una furia

-Ah, Adam! Devi raccontarmi tutto-

-In che senso?-

-Tutti i dettagli piccanti. Quante africane ti sei fatto?- A Claire scappò un sorriso. Tom era il casanova di famiglia, e anche l'unico ancora single, fatta eccezione per Adam, perciò dava per scontato che anche il cugino dovesse avere il suo stesso stile di vita.

-Non mi sono fatto nessuna africana- Ammise Adam. Tom spalancò la bocca scioccato

-Non ci posso credere. Allora ti sarai fatto un'esploratrice che era con te in quel campo-

-No, Tom. Non mi sono fatto neanche nessuna esploratrice- Tom era sempre più scioccato e a Claire faceva morir dal ridere

-Vuoi dire...- Deglutì -Vuoi dire che hai passato ben cinque mesi senza fare sesso?- Ovviamente per lui era una cosa inconcepibile

-Ti dirò anche di più- Gli spiegò Adam per stuzzicarlo -Quando sono partito ero single, ed erano già tre mesi che non avevo fatto sesso- A quel punto Claire temette che Tom svenisse davanti a loro. Invece rimase impassibile, si sistemò il colletto della polo e con aria serissima disse

-Io con te ho chiuso- Ed uscì dalla cucina. Claire ed Adam scoppiarono in una risata

-Devo ammettere che mi mancava molto di più di quello che pensavo- Ammise lui

-Non so come tu abbia fatto a stare tanto tempo lontano da noi. Io non lo sopporterei-

-In effetti neanche io so come ho fatto, ma a volte è necessario andarsene e “spiccare il volo”-

-No, Adam, non di nuovo con questa storia- Gli disse Claire incupendosi

-Claire, io insisterò sempre. Lo so che la perdita dei tuoi genitori è stata un trauma per te e non mi aspetto che tu lo superi mai, ma non puoi obbligarti a stare qui solo perchè ti mancano, devi abbandonare questo nido sicuro e spiccare il volo-

-Io non mi obbligo affatto, è una mia scelta-

-Io conoscevo la Claire che eri prima dell'incidente e non è questa. Io ti voglio bene, forse persino ti amo- Ammise in tono scherzoso, e Claire accennò ad un sorriso -Ma la ragazza piena di progetti e di speranze per una vita fuori da questo piccolo paese di periferia, quella ragazza con un immenso talento per la fotografia, quella ragazza che sette anni fa è partita per New York con lo scopo di migliorare il suo talento e farne una professione, quella ragazza non è mai più tornata- Claire era silenziosa. Restava a braccia conserte e con lo sguardo perso nel vuoto, concentrata nel trattenere le lacrime -Forse, una volta, quando l'incidente era appena accaduto, potevo capire il tuo comportamento. Forse persino lo incitavo! Ma adesso... adesso mi sembra solo un comportamento da bambina-

-Eccovi qua!- Disse con voce squillante zia Rachel, interrompendo il loro discorso -Venite, dai! Il dolce è pronto-

Tornarono in sala da pranzo ed entrambi fecero finta che nulla fosse successo. Tutti insieme risero, scherzarono, ascoltarono concentrati ed interessati le storie di Adam e tutti si riunirono attorno a lui per guardare alcune foto che aveva scattato in Africa. Claire evitò il più possibile la compagnia di sua cugina Monica e suo marito John, che erano entrambi due persone insopportabili; e senza che nessuno se ne accorgesse, si erano già fatte le quattro ed era ora di andare.

  
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