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Autore: xinspiration    03/02/2016    1 recensioni
Una piccola one-shot sulla gravidanza di Dana. Come sono andate veramente le cose tra lei e Logan? Ecco il mio punto di vista.
Attenzione, contiene spoilers.
(DanaxLogan, lieve DanaxTrevor)
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Mistakes

 



N.B: Chiedo infinitamente scusa se dovrete leggere la storia in grassetto, ma non sono riuscita a toglierlo in nessun modo. Maledetto codice HTML. Chiedo venia. T.T



 

Dana si rigirò tra le mani tremanti quel dannato test di gravidanza.
Sopra di esso vi era apparsa una faccina sorridente, che significava "incinta".
Il cuore perse un battito e le lacrime iniziarono ad uscire incontrollate sul suo viso.
Com'era potuto succedere? Eppure avevano usato le precauzioni. Qualcosa doveva essere andato storto.
Si accasciò a terra ed infilò il viso tra le gambe mentre tutto il corpo veniva scosso dai singhiozzi.
Doveva dirlo a Logan, ma come? Non sapeva nemmeno se si sarebbe preso questa grossa responsabilità. Mai nella sua vita aveva avuto così tanta paura. 
Dana Ward era conosciuta come una ragazza forte e determinata che mai si arrendeva di fronte agli ostacoli, ma in quel momento non vedeva nessuna luce di speranza all'orizzonte e tutto il coraggio che sentiva di possedere era svanito. Sentiva la sua vita rovinata per colpa di uno stupido errore. Avrebbe dovuto abbandonare la squadra delle cheerleader o, peggio, la Blackwell Academy. 
Errore
Suo figlio non sarebbe mai stato definito come un errore. Non sarebbe stata colpa sua, ma solo dei suoi genitori che non avevano prestato abbastanza attenzione.
Improvvisamente udì un leggero bussare della porta ed ebbe un sussulto.
"Dana? Dana sei qui?" La voce calma della sua migliore amica Juliet la riscosse dai suoi pensieri e subito si asciugò le lacrime e nascose il test di gravidanza dentro la tasca dei jeans.
"Sì, sono qui."
"Ti ho vista fuggire in bagno. Non ti senti tanto bene?" Chiese preoccupata.
Juliet era una delle poche persone a cui voleva davvero bene: era sempre disponibile nei suoi confronti e quando qualcosa non andava si preoccupava sempre per lei e cercava di confortarla nel migliore modo possibile. Per questo Dana sentì, nel profondo del suo cuore, che poteva confidarsi con lei, si fidava di Juliet, sapeva che non l'avrebbe detto ad anima viva, nemmeno al suo fidanzato Zachary. 

Aprì la porta e si ritrovò davanti il volto preoccupato della sua migliore amica. Senza pensarci scoppiò di nuovo a piangere e si buttò fra le sue braccia nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. Tutta la fragilità che cercava di non mostrare mai a nessuno in quel momento stava venendo a galla.
Juliet la strinse a sé, accarezzandole dolcemente la schiena.
"Dana, che succede? Mi sto seriamente preoccupando."
La ragazza fece un sospiro profondo e le mostrò il test di gravidanza. Dana osservò subito che i lineamenti di Juliet si erano fatti duri. Era sorpresa e allo stesso tempo preoccupata, aveva quasi uno sguardo di compassione.
"Sono incinta, Juliet."
"Santo cielo, Dana, com'è potuto accadere?" 
Si staccò dall'abbraccio della sua migliore amica e si mise le mani nei capelli, camminando in su e in giù per la stanza sotto lo sguardo apprensivo di Juliet.
"Non lo so nemmeno io! Tre settimane fa ero ad una delle feste del Vortex Club con Logan e ci sono andata a letto, ma eravamo entrambi un po' brilli e non capivamo bene cosa stessimo facendo! Ci siamo appartati in uno stanzino e ricordo perfettamente che abbiamo usato il preservativo, ma qualcosa deve essere andato storto..." Venne di nuovo scossa dai singhiozzi e la bionda la guardò dispiaciuta, accarezzandole i capelli.
"Può darsi che si sia rotto e non ve ne siete accorti. Purtroppo succede, dovresti parlarne con Logan. Mi sembra la soluzione ideale."
Dana scosse la testa, guardandola spaventata.
"Ho paura! E se poi mi dice che non vuole avere niente a che fare con il bambino? Se ciò succedesse come potrei prendermi cura di mio figlio o di mia figlia da sola?! I miei genitori si infurierebbero e probabilmente dovrei abbandonare la Blackwell Academy, il mio sogno da quando ero bambina! Non sono pronta a diventare mamma a quest'età. Io non voglio... non voglio... non voglio..." Continuò a ripetere abbracciandosi da sola, disperata. Juliet in quel momento si sentì impotente, l'unica cosa che poteva fare era abbracciarla e infonderle tutto il suo conforto, per quanto potesse essere utile in quel momento. 




Quel giorno gli allenamenti del Bigfoots Football Team erano terminati prima del previsto.
Dana aspettava in disparte, cercando di non dare nell'occhio.
Logan faceva parte della squadra di Football e alla Blackwell era conosciuto come il classico bulletto che si divertiva a prendersela con i più deboli e che si mostrava figo e superiore agli occhi della gente, ma con Dana era dolce e sapeva che in fondo era un bravo ragazzo e che ci teneva a lei. Anche se il ragazzo preferiva tenere la loro relazione segreta per non complicare le cose. Inoltre, faceva parte del Vortex Club e, come la maggior parte dei membri lì dentro, era ricco sfondato, non alla pari di Nathan Prescott, però. 
I giocatori si avviarono verso gli spogliatoi scherzando e facendo battutacce fra di loro e non appena la ragazza individuò Logan tra loro alzò il braccio per farsi notare e gli fece segno di raggiungerla. Il ragazzo le sorrise ed andò verso di lei.
"Ciao, piccola." Le sussurrò dolcemente, attirandola a sé e dandole un bacio sulle labbra.
Per un attimo ricambiò, poi lo spinse via delicatamente ed incatenò il suo sguardo con quello del "fidanzato."
"Che ti prende?" Chiese confuso, inarcando un sopracciglio.
"Logan, dobbiamo parlare." Disse seria e, cazzo, mai lo era stata così tanto in vita sua. 
"D'accordo, parliamo." Le sorrise malizioso mentre andò a baciarle il collo, scostandole un ciuffo di capelli dietro l'orecchio.

Dana lo spinse di nuovo via.
"Questa è una cosa seria, Logan, è davvero importante." Rimarcò la parola su "davvero".
Logan sbuffò irritato ed incrociò le braccia al petto. La guardò come ad attendere una risposta.
"Sono incinta." 
Dirlo fu come innescare una bomba ad orologeria.
In quel momento, con quella scottante rivelazione uscita dalla sua bocca, le sembrò quasi che tutta la sua vita le fosse passata davanti in un lampo. Sentiva di essersi tolta un peso dallo stomaco e allo stesso tempo si sentiva in colpa, credeva di aver rovinato tutto con quelle parole.
"T-tu... cosa? C-cosa stai dicendo?" Balbettò incredulo, non riuscendo a credere alle sue orecchie. Indietreggiò e si portò una mano al petto. 
"Aspetto un bambino e il padre sei tu." Ripeté e gli mostrò la prova della sua gravidanza. "Mi dispiace, Logan." Abbassò la testa e una lacrime le scese sul viso.
"Q-quando l'hai scoperto?" 
"Qualche giorno fa. Lo sa solo Juliet."
Logan si torturò le mani nervosamente e camminò avanti e indietro, mettendosi le mani nei capelli. Aveva avuto la stessa ed identica reazione di Dana e non era un buon segno.
"Com'è potuto succedere?! Cazzo, mi ricordo che abbiamo usato il preservativo!" Sbottò dando un pugno al muro e facendo sussultare Dana. In quel momento le faceva paura, non lo aveva mai visto così.
"Non so come sia successo, Logan. Quello che so è che ci sei dentro quanto me. Sei il padre del bambino, è anche una tua responsabilità questa."
Logan scosse la testa e la guardò colpevole. "Mi dispiace, Dana, ma non me la sento di diventare padre. Io... ci tengo a te e lo sai. Sei una delle poche persone a cui importa veramente qualcosa di me, ma non posso prendermi questa responsabilità, non adesso che sono ad un passo dalla realizzazione di un sogno. Ti voglio bene e te ne vorrò sempre, ma ci sono cose più importanti a cui devo pensare. Stammi bene e prenditi cura di te e del bambino da parte mia." Le diede un bacio sulla fronte e tornò agli spogliatoi con il rimorso che gli stringeva lo stomaco. 
Dana non pianse nemmeno, tutte le lacrime le aveva consumate in quei giorni. Sbarrò gli occhi e si accasciò sul muro di quel corridoio con il cuore a pezzi. Si sentiva perduta e dannatamene sola
Stronzo codardo
Riuscì a pensare solamente.




Non era stato facile per lei compiere quell'atto, ma aveva dovuto farlo. Si sentiva squarciata all'interno per quell'azione orribile e probabilmente se ne sarebbe pentita per il resto della sua vita. 
Era sempre stata contro l'aborto, ma non poteva crescere un figlio da sola, non poteva rinunciare ai suoi sogni e a tutto quello che si era costruita in quegli anni. L'unica cosa che la rincuorava era che almeno aveva abortito quando ancora il bambino non si era formato. 
Spesso la notte sognava lei e Logan insieme a loro figlio o alla loro figlia, a come sarebbero andate diversamente le cose. Provava rancore verso di lui e verso la codardia che aveva mostrato, ma ciononostante non riusciva ad odiarlo. 

Prima dell'aborto Logan si era intrufolato nel dormitorio ed aveva lasciato un biglietto in camera sua scrivendole che teneva a lei ma che non era l'uomo che lei meritava, che era dispiaciuto per averla abbandonata in quel modo e l'avrebbe aiutata con i soldi, nel caso ce ne fosse stato bisogno. 
Erano tutte stronzate, solo patetiche scuse di cui poteva farne benissimo a meno. Non aveva bisogno del suo denaro, bensì della sua presenza. Non se ne faceva niente della sua generosità. Ipocrita, solo ipocrita. 
Aveva conservato quel biglietto sulla sua scrivania, sebbene ogni volta le facesse male rileggerlo. 

Fu qualche mese dopo, nel cortile della Blackwell, che conobbe Trevor Smith*. Dana lo conosceva solo di vista, ma non si era mai interessata a lui più di tanto.
"Ehi, ciao." Le si avvicinò quello strano ragazzo con un sorriso a trentadue denti. Era un bel ragazzo: capelli lunghi castani, occhi luminosi e pelle olivastra con un fisico possente, un po' inusuale per uno skater. 
Era seduta da sola sotto un albero ed aspettava Juliet per andare a fare shopping con lei in paese. 
Alzò lo sguardo e si mise una mano sulla fronte per proteggersi dalla luce del sole; lo guardò, ricambiando il sorriso.
"Ciao."
"Sei Dana Ward, giusto?"
La ragazza annuì.
"Già e tu sei..."
"Trevor Smith, piacere."
Si strinsero la mano e si sorrisero. Aveva un bel sorriso, quel ragazzo.
Dana in quel momento non sapeva ancora che Trevor sarebbe presto diventato la luce nell'oscurità della sua vita. 

FINE




 

*Trevor Smith l'ho inventato io. Il cognome non viene specificato nel gioco. 

 

 

 

 

 

Autrice

Salve a tutti, questa è la mia prima storia nel fandom di LIS! :)
Amo questo gioco, è uno dei più belli che abbiano mai fatto ed è davvero una droga. Mi piacciono tutti i personaggi (tranne Nathan e Victoria, obvs) e Dana è una di quelle che preferisco in assoluto, una delle poche che a mio parere mostra davvero umanità durante la storia. L'apparenza inganna perché all'inizio appunto pensavo che fosse una di quelle solite cheerleaders snob e superficiali, al contrario invece si è rivelata una persona molto forte e allo stesso tempo fragile, molto gentile con tutti. Peccato che sia un personaggio secondario e che la storia della sua gravidanza non sia stata approfondita. Su Logan non posso dire molto perché appare pochissimo nel gioco, ma credo che il suo sia stato un gesto da veri codardi, però non si sa molto su come siano andate veramente le cose tra loro. Così ho deciso di scrivere questa one-shot raccontando la mia versione sui fatti! Spero che via sia piaciuta! Mi fareste piacere sapere cosa ne pensate, accetto ben volentieri le critiche purché siano costruttive. :)

Alla prossima,

xinspiration

  
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