Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: ScarceWordsByVain    04/02/2016    1 recensioni
Troppo spesso si dà per scontato che un fantasma sia stato, un tempo, qualcuno in vita.
Ebbene, io non lo sono stato.
Mai.
Me ne sono accertato: ho esplorato ogni singolo cimitero e visitato tutte le tombe di questo mondo, anche quelle senza dicitura, ed ognuna aveva un altro fantasma ad abitarla. O, usando una terminologia più tecnica, ad infestarla.

Raccolta di racconti brevi che hanno come tema la morte e compagnia (ok, l'argomento non è allegro, ma giuro che non sono deprimenti :D almeno, la maggior parte...).
Genere: Generale, Parodia, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Frankenstein



Il postino suonò al numero 27 di Via Foscolo di buon mattino, mentre la signora Alderani stava ancora innaffiando le primule che decoravano le aiuole vicino all’ingresso. La donna firmò la consegna e fece per prendere una scatola grande la metà di lei, ma il signor Alderani si catapultò alle sue spalle e la precedette, per poi scomparire all’interno del garage. La donna assistette impassibile alla scena, chiedendosi vagamente cosa ci fosse dentro lo scatolone, per poi però ritornare alle sue primule bisognose.
Il signor Alderani strappò senza troppe cerimonie la carta da pacco e ammirò in religioso silenzio quel regalo che aveva deciso di comprarsi in occasione della pensione. Si mise poi all’opera: aveva già fatto pratica con parecchi mobili dell’Ikea e quello non sarebbe stato poi così diverso! Aprì la scatola, la svuotò completamente e, per prima cosa, cercò il manuale d’istruzioni. Per fortuna era anche in italiano e ogni passaggio era addirittura illustrato: più facile di così! Iniziò quindi a montare a partire dalla base: era la cosa più intelligente da fare, anche se tutti spazientivano per partire dalla testa... Che, però, era anche una delle parti più complicate e, per non perdere l’entusiasmo, era sempre meglio partire da qualcosa di semplice.
Il signor Alderani iniziò quindi a montare il misterioso fai-da-te: era talmente preso che mezzogiorno arrivò senza che lui sentisse i morsi della fame. Però aveva lasciato il garage aperto e la figlia, non vedendolo da un po’, decise di entrare: a quel punto il signor Alderani aveva quasi finito di montare la seconda gamba.
“Papà… ma che fai?” Stai costruendo un robot?!” chiese la figlia, osservando un piede del tutto identico a quello di un essere umano.
“No, ancora meglio!” rispose il signor Alderani, assorto nel suo lavoro. La figlia iniziò quindi a sfogliare il manuale delle istruzioni e lesse ad alta voce: “Build your own Frankenstein-Creature… Papà, sei diventato matto?! Presto lo metteranno fuori commercio!”
“Per questo l’ho comprato appena ho potuto!” rispose il padre.
“Ma… cosa dirà la mamma?”
“Lei non avrà nulla di cui lamentarsi, specialmente quando vedrà la mia creatura stirare al posto suo!”
La figlia non era molto convinta, ma decise ugualmente di aiutare il padre a costruire la sua versione della creatura di Frankenstein.
“Gli darai un nome?” chiese, mentre cercavano di mettere insieme tutte le falangi, falangine, falangette e quant’altro della prima mano.
“Ma ce l’ha già!” rispose il signor Alderani “si chiama Niccolò: ho pensato a questo nome nell’istante in cui ho montato il suo alluce!”
“Sì… ha un alluce decisamente da Niccolò…”
Padre e figlia si impegnarono per tutto il pomeriggio e, lentamente, la creatura chiamata Niccolò prese forma. Man mano che aggiungevano un osso, o un tendine, o una ghiandola, i due sentivano di star già affezionandosi a quello che sarebbe diventato un nuovo membro della famiglia. Ad un certo punto, però, la figlia intervenne dicendo: “Papà… non riesco a trovare questo”, e mostrò al signor Alderani un’immagine del manuale.
“Uhm… sembra qualcosa di molto piccolo…” commentò lui.
“Sì, è in scala 1:1… deve essere inserito nell’orecchio”.
“E non c’è qua in giro? Hai controllato nella scatola?”
“Sì, ma… niente”.
Il signor Alderani rifletté un attimo, poi scosse le spalle e disse: “Non importa, scommetto che non è nulla d’importante! È così piccolo, poi… non farà alcuna differenza!”
“È la stessa cosa che hai detto su quella vite, con la libreria dell’anno scorso…” lo avvisò la figlia.
“Ma questo non è una libreria, è un essere umano! E gli esseri umani vivono anche se gli manca qualcosa, no? Come un rene, e… e molte altre cose!”
La figlia non sembrava molto convinta, ma decise di seguire l’inclinazione del padre: d’altronde, il pezzo mancante non si trovava proprio da nessuna parte.
Giunse la sera e Niccolò era terminato: sembrava quasi che dormisse, sdraiato com’era sul pavimento del garage, con la stessa rigida posizione che dovevano avere i faraoni all’interno del loro sarcofago.
“Il cuore ha iniziato a battere e il cervello a mandare i primi impulsi” esclamò il signor Alderani “secondo il manuale, si alzerà in piedi da solo e la prima cosa che dirà sarà: ‘Qual è il mio nome?’”
Padre e figlia rimasero in attesa, gli occhi fissi su Niccolò. Ad un certo punto videro la creatura iniziare a muovere cautamente le dita, per poi spalancare gli occhi… Infine lo osservarono mettersi in piedi con non poche difficoltà, tanto da tenersi aggrappato allo schienale di una sedia. Poi, in un lampo di coraggio, la creatura si mise ben dritta e…
… e cadde come un sacco di patate davanti al signor Alderani e a sua figlia.
“No!” esclamò la ragazza. Fece per avvicinarsi ad aiutare il futuro Niccolò, ma il padre la bloccò.
“Deve alzarsi da solo!” le ricordò lui.
La figlia, suo malgrado, obbedì, ma la creatura non riusciva proprio a reggersi in piedi: era incerta sui suoi movimenti e, se non si teneva a qualcosa, rischiava di cadere di nuovo, come se si trovasse in mezzo ad un terremoto.
“Uhm… forse inizio a capire” mormorò il signor Alderani.
“Cosa?” domandò la figlia.
“Il pezzo mancante… quello da mettere nell’orecchio…”
“Sì?”
“Credo che fosse per l’equilibrio”.
Padre e figlia si fissarono.
“Oh… è un bel casino” commentò lei “e ora che si fa?”
“Ti ricordi cosa ho fatto, con la libreria dell’anno scorso?”
“L’hai fatta a pezzi dalla rabbia”.
“Esattamente”.
Fu così che la breve vita della creatura Niccolò ebbe fine.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: ScarceWordsByVain