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Autore: EllyBlue    19/03/2009    6 recensioni
Il bambino dagli occhioni verdi guardò la figura incappucciata che sostava silente davanti a lui. Quasi poteva vedere, in quel volto celato nell' ombra, un luccichio, qualcosa che lo faceva sentire in qualche modo al sicuro tra le braccia di quell' ombra, che gli faceva capire che in quel cuore nero forse, nel profondo, qualcosa di buono c' era... Si avvicinò piano piano verso la figura al suo fianco, cauto. Ma non ce la fece più. Si buttò sul braccio circondato dal tessuto nero come la pece, lo strinse forte, per farsi forza. Lo vide che volgeva lentamente quel suo cappuccio nero verso di lui...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Mangiamorte, Severus Piton | Coppie: Severus/Narcissa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il volto celato nell’ ombra

 

 

Capitolo 9: “Un’ effimera promessa"

 

 

 

 

 

 

 

Il professore sbuffò rassegnato. Era stato attaccato su due fronti e, piuttosto che ingaggiare una lotta all’ ultimo sangue con un bambino e una donna, optò per una soluzione diplomatica. Non un’ arresa, ma una via d’ uscita scaltra tipicamente nel suo stile. “A mio parere ti troveresti meglio qui con madama Chips piuttosto che con me” sentenziò il pozionista rivolgendosi all’ omino che gli attanagliava con tanto vigore la gamba. Non passò nemmeno una frazione di secondo che la medimaga aveva già assestato un poderoso pestone al piede sinistro del giovane. Cavoli! Stramaledetta megera! pensò lui mentre dal suo viso imperturbabile non traspariva nessuna emozione. “Dai su Harry, seguimi. E’ tardi e i bambini come te a quest’ ora dovrebbero essere già a letto”. Detto ciò Severus folgorò con uno sguardo la donna che si stava crogiolando in un sorriso compiaciuto.

Il bambino intrecciò le sue piccole dita con quelle lunghe e pallide di Severus, che a quel contatto sussultò, ma non lo ruppe. Così, trotterellando allegro, il piccolo Harry seguì il ragazzo giù per lunghe scale, che sarebbero state completamente tenebrose, se non fosse stato per la luce soffusa emanata dalle torce affisse alle viscide pareti di pietra. Severus si stupì del coraggio del bimbo, anche se, particolare che se avesse saputo lo avrebbe a dir poco raggelato, l' unica cosa che dava conforto a quel piccolo tormentato era il calore proveniente dalle nocche del suo salvatore e questo gli diede il coraggio necessario per affrontare la paura che non accennava a svanire del buio. Arrivati davanti ad un quadro dall' aria nient' affatto felice, si fermarono e Severus attese, con le braccia incrociate, che quella sciocca d' infermiera se ne andasse.

L’uomo in nero guardò la donna con aria eloquente fin quando lei non si convinse a rompere il silenzio “buona notte, a entrambi”.

 

Finalmente un po’ di pace pensò il giovane mentre entrava nelle sue stanze, quasi dimenticatosi della presenza del piccino. Quando però lo sguardo nero incrociò quello smeraldino, improvvisamente il professore tornò, con non poco rammarico, alla realtà. M’ ero quasi dimenticato della piattola…Sbuffò. E mio caro Sev, stai diventando vecchio, inizi a perdere i colpi come Albus. Scosse il capo, rivolgendosi a se stesso. Era ormai sua abitudine, nell’ immensa solitudine della sua vita, comportarsi come se il suo ego fosse una persona in carne ed ossa. Ti odio! sbottò tacitamente contro la sua vocina interiore. Era già la seconda volta che oggi si malediva da solo… Sicuramente non si trattava di un buon segno e, cosa ancor peggiore, il pozionista era  assolutamente convinto che fosse la presenza di Harry a renderlo così.

"Seguimi, Harry." sussurrò calmo, rivolto al bimbo immobile al centro del salotto. Subito il piccolo si precipitò al fianco di Severus, cingendogli sorridendo un braccio nella sua dolce morsa. Il professore si accorse, con sgomento, del proprio battito cardiaco accelerato oltre l' inverosimile, soprattutto per... Per POTTER!! Altro che l' INFLUENZA DI LUCIUS, stava diventando patetico come Silente! Questo era intollerabile, inammissibile!...

Saltellando allegro, il bambino lo seguì in una grande stanza elegante e dai cupi colori che sarebbe stata completamente spoglia se non fosse stato per un enorme armadio nero addossato alla parete e il letto a baldacchino dalle morbide coperte verde smeraldo. Il Pozionista attese che il bambino-Potter si fosse sistemato sotto le coperte, paziente e quando questo accadde si chiese chi fosse quella figura nera che rimboccò amorevole le coperte di Harry e che gli sfiorò la fronte in una tenera carezza. Quando si rese conto di averlo fatto, si alzò di scatto, in completo disaccordo con i sentimenti che provava.

 

Mentre, con passo duro e freddo si dirigeva verso le sue stanze, si sentì bussare alla porta.

 

Il pozionista andò ad aprire seccato. A di là della porta la figura slanciata di Lucius Malfoy attendeva immobile a pochi passi dal pozionista. I capelli biondi dell’uomo, lisci e lucenti come non mai, lo facevano apparire come una figura fuori dal tempo. Il Mangiamorte era vestito con un meraviglioso abito scuro ricamato in argento che contrastava alla perfezione coi suoi capelli chiari. Era evidente che l’espressione altezzosa di quegl’ occhi grigi rispecchiava senza ombra di dubbio il carattere dell’ uomo. Elegante, raffinato, forse un po’ troppo teatrale, Lucius salutò l’amico con voce melliflua accompagnando le parole con un leggero gesto del capo “ciao Severus! Silente mi ha detto che ti trovavi qui. Mi ha gentilmente concesso di scendere fin quaggiù a parlarti. Posso entrare?”

Oddio no! Ma come cavolo ha fatto quel incosciente di Albus a mandare qui Lucius?Questa è davvero demenza senile! “Buonasera Lucius, stavo giusto uscendo. Ti va di parlare mentre facciamo un giro?”

Dì di si, ti prego, dì di si!, implorò fievole la sua vocina interiore, tornata inaspettatamente alla carica. Ogni lineamento di Severus era stirato in un' espressione seria da cui non traspariva nessuna delle emozioni che lo stavano sconvolgendo. Ansia, apprensione e...

PAURA. Quel sentimento non lo provava da così tanti anni!... Si stupì che fosse anche incentrato e causato da Harry James Potter, figlio di quel demente, arrogante, presuntuoso...

"Ma certo." sorrise Lucius "E poi non mi sento al sicuro, con questi schifosi Mezzosangue e Babbanofili che circolano liberamente per il castello. Dovrebbero sterminarli. Sono al feccia della società." continuò Malfoy, seguendo accondiscendente Severus fuori dalla scuola. Piton si trovò perfettamente d' accordo, soprattutto se fossero stati tutti costituiti da orribili persone come quei Dursley. Allora avrebbero potuto. Ma il ricordo di Lily lo colpì con la forza di un ciclone. Se esisteva gente così pura, così bella, non doveva essere toccata.

“Ti rammento, caro amico mio, che mio malgrado anche io sono un Mezzosangue” gli aveva detto Severus quando i due amici erano ancora nel castello. Stranamente Malfoy gli aveva risposto con un mucchio di frasi sull’ onore, sul valore in battaglia e sull’odio per i babbani che tanto li accomunava. Sembrava quasi che il biondo lo volesse consolare per quella sua innata pecca. Poi una volta arrivati al di là del muro di cinta Lucius si era un po’sciolto “come ben saprai, dopodomani è il settimo compleanno di Draco. Daremo una cena in famiglia per l’ occasione e ci terremmo che tu, in quanto padrino ed amico, partecipassi”

"Dove si terrà?" chiese curioso Severus

"Qui ad Hogwarts, in Sala Grande. Draco non vedeva l' ora di ammirare Hogwarts, perciò abbiamo deciso di fargli questo regalo." sorridendo, Lucius ricordò la trepidazione di Draco al sentire i racconti del papà sulla scuola. Ci fu un istante di silenzio, che cadde pesante tra i due uomini.

"Senti Lucius" sbottò improvvisamente Severus, stupendo Malfoy "so che non è questo il motivo reale della tua visita. Lo leggo nei tuoi occhi. Cosa ti turba?"

Lucius, prima di rispondere, sospirò pesantemente.

Il biondo non sapeva cosa rispondere. Cercò con ansia di riordinare i suoi pensieri per cercare di non rivelare la verità. “Antonin Dolohov è morto, assassinato”

 

“non farmi ridere Lucius! Sono certo che la cosa non ti tange minimamente, anzi, forse ti fa piacere che finalmente qualcuno ci abbia tolto di dosso quel parassita”

 

“…ebbene lo ammetto, ma è il modo in cui è stato ucciso che mi preoccupa. E’ stato un incantesimo di magia nera a farlo trapassare. Un incantesimo che non conosco” disse visibilmente spaventato Malfoy

 

“Dolohov aveva persino se stesso come nemico, non c’è nulla di strano nel fatto che sia stato ammazzato. Piuttosto, quel pazzo ci ha traditi entrambi. Mi aveva portato il Prescelto con l’intento di resuscitare l’Oscuro. Io gli ho detto subito di contattarti, ma evidentemente non si fidava di te…e nemmeno di me. Quel idiota s’è portato via il bambino. Se poi s’è pure fatto ammazzare come un babbeo, chissà adesso dove sarà il prezioso infante…Ma noi lo recupereremo. Io e te troveremo chi ha ora il ragazzino, lo uccideremo e finalmente faremo tornare l’ Oscuro!” Volutamente Severus parlò tutto d’ un fiato per cercare di essere assai convincente. Poi estrasse un suo ricordo con la bacchetta e lo porse all’uomo. Era il ricordo in cui diceva ad Antonin di chiamare Lucius “guarda! Conservalo come prova della mia sincerità. In nome della nostra amicizia”

 

Lucius prese la boccetta contenente il liquido argentato, osservandolo ribollire e gorgheggiare all' interno del vetro, pensieroso. Severus era un uomo intelligente, colto e sarcastico, ma possedeva anche un' astuzia impareggiabile. Era riuscito sempre ad ingannare chiunque volesse, con il semplice uso della parola. Lucius non si sentiva poi così sicuro della TOTALE innocenza del suo amico, visti i suoi precedenti... E se fosse tutto un suo piano? si chiese esitante. E se fosse davvero colui che hai visto fuggire da Casa Riddle?...

" Lucius... Hai l' aria strana. Stai bene?" chiese fintamente ignaro Piton, ben consapevole di ciò che frullava evidentemente per la testa di Malfoy.

 

“no nulla, sono solo un po’stanco…”sorrise pigramente rimettendo dietro l’orecchio una ribelle ciocca bionda “non c’era bisogno di questa” scosse lievemente la boccetta “siamo amici da anni, sai che mi fido di te”.

Una cosa aveva imparato Lucius dalla sua, non poi così tanto inventata, amicizia con Severus: se si hanno dei dubbi riguardo a qualcosa, sempre meglio cambiare completamente argomento perché il geniale pozionista sa trarre indizi anche da un sospiro represso.

 

Severus, senza battere ciglio, ripose nel suo mantello la boccetta, ritornando poi a esaminare con lo sguardo i gesti e il volto di Lucius. Cadde pietosamente il silenzio. Dopo pochi attimi, Lucius lo ruppe mentre camminavano l' uno di fianco all' altro nel giardino di Hogwarts.

"Devo tornare a casa, altrimenti Narcissa mi uccide! Perché non vieni anche tu? Cissy sarebbe contenta di rivederti, anche Draco!"

Oh, lo so già Lucius, che la tua Cissy è felice quando mi vede... pensò con un ghigno appena accennato. "Certo. Mi farebbe molto piacere".

Ma aveva dimenticato il pargolo che dormiva nei suoi alloggi.

 

Quando il professore si rammentò della piattola raggomitolata sotto le soffici coperte ebbe come un flash di paura. Il suo cuore saltò un battito, ma l’uomo riprese subitoli controllori se; vabbè il bambino ha tutto al castello, non ha bisogno di me, al massimo se ne occuperanno gli altri pensò con una freddezza sconcertante,anche se un pochino si sentiva in ansia.

 

 

[CASA MALFOY]

La coppia di amici smaterializzò a pochi passi dal pesante portone. Come di consueto Severus attese che il padrone di casa s’avvicinasse per primo alla grande maniglia. Lui rimase un metro dietro, educato come sempre.

Una volta dentro i due uomini vennero accolti, stranamente, direttamente da Narcissa. La donna era vestita con un lungo abito da sera colore dell’ acquamarina. Le sfumature leggermente azzurrate sulle maniche e in prossimità del collo le facevano risaltare i meravigliosi occhi azzurri. Il trucco della donna era assai raffinato, ma sobrio; l’unica cosa in cui aveva volutamente ecceduto era la cipria bianca sulle guance per evitare eventuali rossori provocati dagli sguardi di ghiaccio del pozionista.  

 

"Severus! Che piacere vederti..."

Non è poi passato così tanto dalla mia ultima visita... E già le sono mancato? si chiese sbigottito Severus. La cotta era davvero una di quelle tremende...

"Cissy, Severus sarà nostro ospite, stasera." mormorò con la sua voce strascicata Lucius Malfoy.

Mentre Narcissa spalancava la bocca per l' eccesso di entusiasmo e stupore, una freccia indefinita sfiorò Piton, sparendo nel corridoi con velocità impressionante.

"DRACO!" ululò furibondo Lucius al suono dell' inconfondibile rumore di un vaso che si infrangeva al suolo.

 

Mentre Lucius si avviava furibondo verso dove era provenuto il rumore, Severus pensò bene di approfittarsene un pochino di Cissy. Il più discretamente possibile le si avvicinò e con un leggero inchino la salutò facendogli il bacio a mano. I suoi occhi neri per un attimo incrociarono lo sguardo imbarazzato di quelli azzurri di lei

 

“piacere mio” le sussurrò lui.

 

Il suo cuore gelido e calcolatore intendeva non comportarsi proprio da gentiluomo. Visto che Lucius non si fidava di lui, lui avrebbe usato una spia involontaria per controllare l’ amico. 

 

Si guardarono per un lungo istante negli occhi, in silenzio. Sembrò che tutto per un attimo si fermasse, i rumori si placassero e il tempo si bloccasse.( ovviamente, questo è solo per Cissy...)

Narcissa sprofondò completamente in quei pozzi neri che costituivano gli occhi dell’ uomo, sentendosi perduta in quell’ abisso ma allo stesso tempo una certa eccitazione le fece battere il cuore e il sorriso appena accennato che le rivolse Severus fece stringere il cuore della donna in una piacevole morsa. Ma l’ incanto ben presto si ruppe e la signora Malfoy distolse faticosamente lo sguardo dal volto di Piton, che per un attimo fu illuminato da un sorriso divertito, ma fu qualcosa di quasi impercettibile. Lucius fece irruzione mentre brandiva la scopa in una mano e l’ orecchio di un bambino dai capelli di un biondo così lucido e di un biondo talmente chiaro che lo si poteva confondere facilmente col bianco. Il volto del bambino era bellissimo e dall’ aria nobile, ma in quel momento il suo viso era contratto in una smorfia di dolore. Gli occhi chiari del bambino prillavano come lanterne riflettendo la luce della stanza. Le lacrime trattenute li facevano sembrare ancor più color dell’ acqua dei torrenti di montagna.

Lucius non pronunciò nemmeno una parola mentre con uno strattone slanciava il figlio in direzione di Severus. Il giovane Malfoy si trovò improvvisamente, un po’ imbarazzato, tra suo padre  e il suo padrino.

 

 ”Buonasera” sussurrò il biondino accompagnando le parole son un elegante inchino.

 

“Buonasera, Draco.” Sorrise Piton, guardandolo e sorridendo gentilmente. Lui era l’ unico della famiglia Malfoy a piacergli davvero... Quel bambino aveva un qualcosa d’ incredibile, che con un’ occhiata da cucciolo spaurito riusciva a farti fare di tutto e ti coinvolgeva in ogni cosa che faceva o diceva. Dono che ovviamente mancava nettamente a Lucius. E anche alla madre.

A Severus, in realtà, non era mai piaciuto il signor Malfoy. Era uno che si faceva vedere elegante quando non conosceva nemmeno il significato di quella parola ed era insofferente ad ogni cosa andasse contro la sua volontà o idea, era burbero, anche, alle volte, come dimostrava quella spinta entusiasta di cui era stato vittima il figlio. Piton non sopportava Malfoy quando si comportava così.

Draco sorrise a sua volta, ritrovando l’ allegria di sempre e lo tirò per una manica, sospingendolo verso la scopa che teneva tra le mani Lucius, mentre Narcissa sembrava si stesse mangiando Severus con gli occhi, ma come al solito il signor Malfoy non lo notò, stupido com’ era.

Lucius, stupito dall' improvvisa e incomprensibile gioia del figlio, scosse il capo in segno di disapprovazione. sarà perché è felice di vedere il suo padrino pensò tra se.

 

Poi andò a riporre la scopa di Draco. L’espressione dell’ uomo lasciava trasparire tutta la sua rabbia, ma come sempre, preferì mostrare il suo lato più mellifluo ed evitò di fare una scenata di fronte ai suoi ospiti. Forse l’ abito non fa il monaco, ma in casa Malfoy l’ esteriorità faceva il nobile. Tutto era sempre curato nei minimi dettagli, come se ogni cosa fosse stata studiata anticipatamente. Il tempismo di Narcissa fu assolutamente perfetto: mentre Lucius era fuori dalla stanza e Draco si occupava dei convenevoli, lei chiamò un elfo domestico per far apparecchiare la tavola e un altro al quale ordinò di preparare la cena. Così facendo, se l’ ospite non era una persona attenta e osservatrice come Severus, sembrava quasi che nel maniero tutto accadesse automaticamente.

 

Ma ovviamente Severus non era quel tipo di persona e notò ogni cosa ma non batté ciglio. Quando tutto fu pronto, Draco accompagnò Piton a tavola e tutti si sedettero e, dopo aver augurato buon appetito, iniziarono a mangiare. Con deliberata, elegante lentezza, Severus afferrò la forchetta in una mano e il coltello nell’ altra e mentre abbassava continuamente le due posate sul cibo e lo portava alle labbra con calma e con movimenti aggraziati, per un nanosecondo incrociò gli occhi della signora Malfoy, che non sembrava intenzionata a staccare gli occhi dalle labbra rosse e carnose di Piton e seguì, sotto gli occhi attenti di Severus, il percorso che faceva il cibo dal piatto alle sue labbra, su cui si soffermò accuratamente. Quando Narcissa si accorse di quei due pozzi che la fissavano, abbassò di scatto lo sguardo sul suo piatto ancora intatto, arrossendo così violentemente che il trucco utilizzato fu completamente inutile.

Severus, il più discretamente possibile, spostò lo sguardo indagatore sul padrone di casa. Ovviamente Lucius non si era accorto di nulla. Quella situazione rese particolarmente di buon umore il pozionista che decise di giocare un po’. Bevve un piccolo sorso di vino elfico badando a lasciare che le labbra gli si inumidissero visibilmente. Appoggio delicatamente la coppa al tavolo e guardò Narcissa. Senza toglierle lo sguardo di dosso, si portò il candito tovagliolo alla bocca e tamponò leggermente la labbra sottili. Tenendosi leggermente coperto dal tovagliolo sorrise alla donna. Accennò un occhiolino mentre riponeva il pezzo di stoffa sulla tavola. Poi osservò Lucius; sembrava che l’ uomo si fosse accorto solo che il suo piatto si stava lentamente svuotando.

Dopo diverse occhiate ambigue scambiate con discrezione, dopo che i piatti furono completamente vuoti( Cissy fu l’ ultima a terminare), Severus e la famiglia Malfoy si spostarono nel soggiorno, dove si sedettero sulle comode e morbide poltrone, accingendosi a intraprendere un discorso. Draco, dopo aver ascoltato annoiato alcune battute scambiate tra l’ ospite e i padroni di casa, si decise ad abbandonare la scena, dirigendosi su per le scale, diretto alla soffitta, luogo buio e isolato, ma era proprio per quello che il bambino lo adorava. E lì c’ erano anche i suoi giocattoli. Era il luogo dove era solito nascondersi quando i suoi litigavano.

Un Elfo Domestico trotterellò verso l’ ospite che chiacchierava amorevolmente con i Malfoy e, quando fu vicino al Pozionista, squittì con voce stridula.

 

“ Gradisce del vino o idromele?” Severus optò per il vino e l’ Elfo si diresse verso la cantina che sostava nei sotterranei della Casa, mentre Lucius apriva leggermente la bocca con espressione seria, pronto a quanto pareva, a iniziare un discorso realmente serio.

 

 

[HOGWARTS]

Il piccolo Harry se ne stava seduto sul letto in cui era stato lasciato. Le gambe conserte e le braccia appoggiate al materasso. Si guardava intorno, incuriosito. Non si ricordava molto di quello che era successo prima, anche se la memoria lentamente gli stava tornando grazie alla pozione di Piton. Il bambino si ricordava di un uomo vestito di nero, coi capelli lunghi, che l’aveva portato in braccio in una camera da letto che non era quella in cui si trovava ora. Sì, si ricordava davvero poco, però di lui si ricordava. Nella sua mente era tornata la presa salda e tranquilla che l’ aveva tolto dalle braccia dell’ altro uomo e portato via con se. Sospirò. Come vorrei andare da quel signore nero pensò il bambino. Lo pensò molto intensamente.

 

Pensò a quanto fosse rassicurante la sua stretta, di come l’ aveva tenuto per lungo tempo, senza mai stancarsi di reggerlo tra le braccia, il caldo avvolgente che lo aveva colpito quando l’ uomo-nero lo aveva stretto in quella dolce morsa. E adesso, si rese conto, aveva bisogno di essere rassicurato, dopo così tanti, lunghi anni, in cui l’ affetto era mancato, aveva bisogno di risentire quella stessa sicurezza che l’ aveva colto tra le braccia del signore. Magari, lui avrebbe costituito la famiglia che tanto avrebbe voluto e di cui sentiva di avere un ardente bisogno. Aveva bisogno di quell’ uomo.

I tuoi genitori sono morti in un incidente d’ auto. Il ricordo di quelle parole lo colpirono duramente. Sei un mostro, un’ anormale.

Nessuno era mai stato gentile con Harry. Nessuno. O almeno, tutti coloro che aveva conosciuto nella sua breve vita lo avevano bistrattato. Ma quel tipo in nero lo aveva salvato, cullato e protetto.

Mentre altri tremendi ricordi lo travolgevano, alcune lacrime colarono lungo le sue guance e il suo ultimo pensiero, prima di vedere il mondo girare vorticosamente, fu che rivoleva il suo uomo-nero.

 

Per un attimo Harry ebbe paura. Si sentì incredibilmente solo. Era strana come sensazione, si sentiva abbandonato proprio ora che in teoria sarebbe dovuto essere tranquillo perché circondato da persone per bene. Harry scosse la testa con una lacrimuccia che scendeva lenta sulla sua guancia. Si alzò di scatto. Voleva troppo andare dal signore in nero. Il più velocemente possibile il bambino si rivestì e s’ avviò verso l’ uscita dell’ appartamento. Arrivato alla porta però si accorse che era stata chiusa dall’esterno. Era bloccato lì, lontano dal suo amico. Scoppiò a piangere e si sedette a terra, appoggiando la testolina sulle gambe piegate. Gli girava la testa. I pensieri stavano tornando e con loro anche un terribile bisogno di affetto.

La stanza cominciò a roteare vorticosamente e per un attimo non vide più nulla, con suo enorme e tremendo stupore. Il terrore gli artigliò le viscere e, con un grido sbalordito, improvvisamente, si ritrovò al suolo, tra una serie di oggetti vecchi e giocattoli, che produssero un rumore assordante allo schianto del piccolo contro di essi. I suoi occhi verde smeraldo si ritrovarono ad osservare con paura, ma, soprattutto, puro sbalordimento, un paio di occhi che parevano due pozze di argento fuso.

 

 

[CASA MALFOY]

Il giovane Malfoy si trovò ad essere letteralmente a bocca aperta senza nemmeno capire bene il motivo. Nel vedere il piccolo Harry si sentì improvvisamente spaventato. Indietreggiò rapidamente verso la porta, poi si fermò. Si rese conto che aveva davanti un ragazzino all’ incirca della sua età; non poteva essere un pericolo. Il biondo accennò un timido sorriso “ciao”

 

Harry quasi non gli rispose, impaurito e stupefatto com’ era. Riuscì solo a guardare il biondo con sguardo vacuo e, dopo essersi riscosso con un sussulto, il moro balzò in piedi e iniziò a perlustrare la stanza, constatando, dopo aver stropicciato più volte gli occhi, che non si trovava davvero più nell’ appartamento del suo uomo-nero. La voce algida del bambino biondo lo fece sobbalzare teatralmente.

 

“ Non si saluta, di grazia?” gli chiese freddamente ed Harry lo guardò timidamente, facendo rimpiangere al biondino di aver fiatato.

 

“ Si, scusami. Ciao.” Sorrise timido, girandosi a contemplare più da vicino una piccola statuina di un Drago bellissimo.

 

“Ti va di giocare?” chiese il biondino indicando i giocattoli con un cenno del capo

 

Harry non rispose, nessuno gli aveva mai chiesto di giocare con lui. L’ unica reazione che ebbe fu quella di illuminare il volto con un ampio sorriso.

I due bambini si sedettero a terra e iniziarono a giocare con degli ippogrifi e dei draghi in miniatura.

 

[…intanto AL PIANO DI SOTTO]

 

Narcissa, seduta con le gambe elegantemente accavallate, era terribilmente nervosa. Con le piccole mani continuava a stropicciare un fazzolettino in cotone bianco.

Lucius, visibilmente imbarazzato si schiarì la voce per ben due volte prima di iniziare a dire ciò per cui aveva invitato l’ amico a cena “Severus, dobbiamo palare”

 

“ Di cosa? Lucius, mi devo forse preoccupare?” chiese vagamente ansioso, mentre con la mente tornava inspiegabilmente alle occhiate che aveva rivolto a Cissy.

 

 Mi ha scoperto? Oh, Salazar, che vergogna!...

 

“ No, Severus... Se non hai nulla da nascondere.” Lucius posò il bicchiere ancora colmo di vino sul tavolino che lo divideva da Piton, imponendosi mentalmente di stare calmo e lucido. “ Di questi tempi difficili” cominciò “ Nessuno può fidarsi di sconosciuti o perfino degli amici più intimi... Soprattutto noi Mangiamorte, che ci troviamo in questa situazione di precaria stabilità, con il Ministero che non attende altro di catturarci anche per futili motivi, quando in giro c’ è davvero gente che lavora tuttora per le Arti Oscure. Mentre noi, soli e miserevoli, soccombiamo silenziosamente al nostro destino, sapendo che qualcuno ci ha tradito, conducendo il Signore Oscuro alla rovina e facendo cadere, con i suoi atti di spionaggio contro di noi, il Regno che tanto faticosamente avevamo instaurato. Ancora oggi l’ identità di quella persona è sconosciuta. Non posso permettermi di sbagliare, anche se così peccherei di sfiducia nei confronti del mio amico. Ma di questi tempi, davvero, non posso permettermi di fare mosse azzardate.” Terminò il discorso con un ennesimo sospiro.

 

“ Hai perfettamente ragione...” sussurrò Severus, incuriosito dalla strana piega che stava prendendo la conversazione.

 

“…ed è per questo, caro amico mio, che mi devi aiutare.” Il biondo era visibilmente compiaciuto dalla malizia contenuta nell’ultima parola della frase appena pronunciata. “Un voto infrangibile” sentenziò Lucius e non aggiunse altro. Quella tre parole erano già abbastanza da sole.

 

Per un attimo Piton si sentì mancare, ma si fece forza e rispose freddamente “tra me e te con Cissy come suggello?”

 

“Esattamente” Il signor Malfoy aveva un’ espressione assolutamente indecifrabile. Da un lato la sua voce aveva assunto la flessione tipica di chi sta facendo qualcosa di spiacevole controvoglia, dall’ altro lato però i suoi occhi plumbei luccicavano di una vena d’ orgoglio come se fosse felice di mettere in difficoltà il pozionista.

“ Accetti, Severus?” chiese esitante, attendendo la risposta, che non si fece attendere.

 

“ Certamente.” Rispose sorridendo, mentre dentro di sé ribolliva il desiderio ardente di afferrare per il collo quell’ insolente, viscido( per la prima volta dava completamente ragione a Voldemort.) Malfoy.

Si posizionarono al centro della stanza e, lentamente, Lucius protese la sua mano, attendendo silenziosamente d’ essere stretta. Con deliberata calma, Piton la strinse e Narcissa, bacchetta alla mano, si avvicinò ai due uomini, che si guardavano con decisione negli occhi. Lucius fece per aprire le labbra sottili e Severus si rese conto in che razza di situazione si era ficcato.

 

Era finita.

 

Salazar, aiutami tu! Implorò Piton, mentre Lucius cominciava a parlare.

 

“ Severus, cercherai di trovare colui che ha ucciso Antonin?”

 

“ Lo farò.”

 

“ Cercherai colui che ha tradito l’ Oscuro Signore?”

 

“ Lo faro.” Questa, lo sentì, era la parte riguardante Harry Potter. Adesso come avrebbe fatto a proteggere il piccino?... Come avrebbe fatto a mantenere la promessa fatta a lei?...

 

“ E, cosa più importante...” cominciò Malfoy, mentre dentro di sé Severus si sentì fremere. “... ti occuperai di quell’ orribile Mezzosangue, colpa di ogni nostro male?”

 

Severus rimase così scioccato dalla propria fortuna che dapprima non rispose, tremendamente consapevole che, per la prima volta, qualcuno lassù l’ aveva ascoltato.

 

Salazar! Mi hai aiutato davvero!... Non dubiterò mai più di te!

 

“ Lo farò” disse e per poco non scoppiò a ridere loro in faccia. Un Malfoy rimaneva pur sempre un Malfoy...

 

 

 

 

 

  
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