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Autore: Crepuscolina13    04/02/2016    0 recensioni
E se Emma fosse un angelo custode con il compito di vegliare, e di rendere di nuovo buona la famosa Evil Queen ?
Ovviamente SwanQueen.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Allora cosa facciamo oggi di bello?- chiesi impaziente una volta che Regina ebbe finito la colazione.
-Mh..- poi finendo di inghiottire l'ultimo sorso di latte continuò.
-È ormai da troppo tempo che rimando la visita ad un luogo e credo che adesso sia arrivato il momento di ritornarci- spiegò con un tono di voce strano.
-Perfetto, dove andiamo di bello?- chiesi felice di una piccola gita insieme a Regina.
-Al cimitero- rispose fredda.
-Oh...- commentai cancellando subito il tono di felicità dalla mia voce.
-Oh..ok- acconsentì e preferì non chiedere chi fosse la persona morta, quando se la fosse sentita me lo avrebbe detto lei stessa.
Lentamente si preparò e mentre ci stavamo dirigendo alla stalla tutti stranamente guardavano Regina con una faccia  che esprimeva pietà.
Era come se tutti fossero a conoscenza di cosa avrebbe fatto oggi la loro sovrana.
L'unica allo scuro di tutto ero io ma ancora una volta preferì aspettare il momento giusto per avanzare delle domande.
Quando arrivammo alle stalle Speedy era già pronto e velocemento entrambe salimmo in sella.
Per tutto il viaggio nessuna delle due parlò ed io ebbi altro tempo per riflettere su questa complicata situazione.
Non sapevo veramente cosa fare, ormai mi ero innamorata e non ci potevo fare niente, ma avrei dovuto rivelarle i miei sentimenti oppure avrei dovuto tacere fino alla fine della mia missione e poi dimenticarla?
Ero veramente nella tipica situazione chiamata impasse.
Il cimitero era vicino al castello quindi ci mettemmo poco ad arrivare ed una volta sistemato il cavallo la seguì, sempre in silenzio.
-Ti ho portato qua perché voglio veramente cambiare, col tuo aiuto so che posso farcela ma per farlo devi sapere il motivo che mi ha portato a diventare così- spiegò calma fermandosi davanti ad una tomba.
-Ok- acconsentì io, felice che finalmente si stesse aprendo con me.
Curiosa lessi i nomi presenti sulla lapide.
Daniels ed Henry Mills.
-Chi sono?-
-Mio marito e mio figlio- disse atona.
Una secchiate di acqua gelata a -20 gradi mi piombò addosso.
-Regina non sai quanto mi dispiace- dissi incapace di formulare un'altra frase di senso compiuto.
-Pensavo che tu fossi stata costretta a sposarti-
-È così infatti, ma prima avevo già una famiglia, poi rimasero vittime di un incidente architettato da mia madre e una volta vedova fui costretta a sposarmi con il re diventando così regina-
-Regina mi dispiace così tanto...ti giuro che se solo potessi piangere lo farei io...- ma non seppi come continuare la frase perché la voce mi mancò.
Lei non rispose, semplicemente continuò a fissare la tomba.
Dopo pochi attimi alcune lacrime cominciarono a scendere dalle sue guance.
Non potevo abbracciarla,non potevo piangere per lei, non sapevo come consolarla, l'unica cosa che potevo fare era farle condividere con me quel fardello di tristi emozioni.
Purtroppo ad attendermi trovai un muro.
-Regina per favore lasciami entrare- implorai triste.
-Cosa?- domandò lei confusa ma triste.
-Permettimi di unire le nostre anime-
-E come faccio?- mormorò silenziosamente.
-Solo fidati di me...non trattenerti tutto dentro, abbatti quei muri che usi per isolarti da tutti e dalle emozioni che pensi sia sbagliato provare, accetta di essere umana, accetta me ed accetta il fatto che amare o soffrire è normale, accetta di farti vedere debole, perché è quella debolezza mischiata alla forza di rialzarti che ti rende quella che sei, accettalo e fidati di me-
Vidi nei suoi stessi occhi quanto il mio discorso l'avesse scossa, le lacrime si raddoppiarono ma finalmente ebbi l'onore di condividere le sue emozioni.
Mi sentì così triste, così disperata, così sola, avevo voglia di buttarmi per terra e urlare, urlare e piangere.
Ma per Regina non mi arresi.
Con la mente ripescai i ricordi più belli della mia vita.
La mia infanzia, i miei genitori, l'addestramento da angelo, la gioia di fare del bene e i momenti passati con Regina,  riportai alla mente tutti questi bei ricordi portatori di emozioni positive e una volta carica li trasmisi tutti a Regina.
Ci volle un po', ma finalmente notai dei cambiamenti in lei, le lacrime smisero di cadere, e il rossore sulle sue guance cominciò a svanire.
-Ti senti meglio?-  chiesi piano.
-Si grazie Emma-
-Sono felice che tu abbia voluto condividere con me questa parte della tua vita- le dissi per tranquillizzarla.
Lei mi sorrise e dopo aver preso una bella boccata d'aria mi chiese timidamente:
-Tu mi aiuterai a cambiare?-
-Certo Regina, non mi arrenderò finché tu non sarai riuscita ad essere felice- le sorrisi emozionata da quella dolce domanda.
Quelle parole mi avevano veramente fatto battere il cuore.
-Grazie- disse arrossendo.
-Wow, due grazie in poco tempo..vedi? Stai gia cambiando-  fortunatamente le mie parole la fece ridere e le ultime tracce di tristezza scomparvero dal suo bellissimo volto.
-E poi guarda l'altro lato positivo della situazione, non dovrai più sopportarmi- dissi ciò sorridendo, per farla ridere ancora, anche se dentro di me stavo provando una tristezza infinita che badai bene di non trasmetterle.
-Cosa?- all'improvviso la sua voce si gelò e i tratti del suo viso si indurirono.
Era sorpresa, molto sorpresa, quasi scioccata.
-Cosa c'è?- chiesi confusa dal repentino cambio d'umore.
-Tu te ne andrai?-
-Beh si..una volta che il mio compito sarà concluso mi verrà assegnato un nuovo prescelto- questo fu ciò che disse la mia mente,ma il mio cuore avrebbe voluto dire tutt'altro.
-Avevi detto che non mi avresti lasciato- mormorò con un tono di voce misto tra la rabbia e la tristezza, ed anche le emozioni che mi arrivavano erano confuse.
-Ho detto che non ti avrei lasciata sola finché tu fossi stata la mia protetta....mi dispiace, ma devo..-  lo sguardo che ricevetti in risposta fu pieno d'odio.
Se solo avessi potuto parlare davvero.
Gli avrei detto che non l'avrei mai lasciata, che ormai non ero più in grado di non vedere il suo volto, che se solo l'avessi lasciata non sarei più riuscita ad andare avanti.
Cercai di trasmetterle tutto ciò attraverso gli occhi ma non ci riuscì bene perché all'improvviso i miei sentimenti rimasero da soli.
-Perché hai interrotto il legame?- chiesi triste.
In fretta si sistemò l'abito sgualcito e si diresse verso il cavallo ignorando totalmente la mia domanda.
-Tranquilla, sono solo sorpresa... uno stupido, impiccione ed insolente angelo come te non mi mancherà di certo-
Spiazzata dalla sua furente reazione la raggiunsi di corsa montando in sella.
In questo momento avrebbe potuto anche laciarmi a piedi o ad ali, a seconda dei punti di vista.
Anche i miei sentimenti in questo momento erano confusi.
Una parte di me era disperata perché sapeva che non avrei potuto restare con Regina, la donna di cui forse mi stavo innamorando.
Un'altra parte era triste perché Regina era arrabbiata con me ed infine l'ultima stava facendo i salti di gioia.
Era evidente il motivo per cui lei se la fosse presa così tanto.
Avrebbe sofferto la mia mancanza, ciò voleva dire che teneva a me, sicuramente non mi avrebbe mai amato ma almeno era un inzio.
Figurati se una donna come lei si innamorava di me e poi c'era quella Malefica di mezzo e chissà chi altro.
In realtà anche io mi ero stupita di me stessa.
Certo le donne non mi erano mai dispiaciute ma avevo sempre pensato a me con un uomo accanto.
Forse la cosa più sconvolgente era che mi ero presa una cotta proprio per un'umana.
Gli angeli stavano con gli angeli e  non si era mai sentito di storie divergenti.
Appena arrivate a palazzo Regina fu subito convocata per impegni reali ed io un po' abbattuta la seguì.
Dovevo assolutamente pensare  un modo per farci pace.

Una volta seduta sul trono le guardie fecero entrare un uomo ammanettato.
Aveva una barbetta marrone, era vestito di verde, ed a giudicare dall'aspetto e dall'odore non si lavava da almeno un mese.
-Chi è costui?-
-Vostra maestà, subito dopo che ve ne siete andate questo ladro si è introdotto nelle vostre camere per rubare il vostro specchio magico, lo abbiamo trovato mentre cercava di superare il muro di confine- spiegò la guardia tenendo sempre sotto d'occhio il criminale.
-Cosa dovrei farne di te?- disse Regina gelida.
-Qual'e il tuo nome ladro?- chiese poi concedendogli il permesso di parlare.
-Vostra maestà, il mio nome è Robin Hood, ma non sono un ladro io rubo solo per gli altri- rispose fiero di ciò che era.
-Dovrei ucciderti solo per esserti rivolto a me in questo modo- commentò lei.
-No per favore, ho una moglie e un figlio che mi aspettano, senza di me non sopravviverebbero- supplicó lui sentendo quelle parole.
-Regina non mi sembra il caso di ricorrere ad un provvedimento così drastico, potresti..che so fargli pagare una tassa in più- proposi io cercando di rabbonirla e fare da voce alla sua coscienza.
Lei mi ignoró palesemente.
-Si credo che non ti uccideró- mormorò pensierosa e sia io che il ladro tirammo un sospiro di sollievo.
-Credo che ti rinchiuderò nelle mie segrete per...tipo per sempre- continuò poi sorridendo sadicamente.
-Cosa?No!No!Per favore no!-urlò l'uomo mentre veniva trascinato via dalle guardie.
Una volta che la porta fu chiusa e fummo rimaste da sole nella stanza mi scatenai.
-Ma sei impazzita?? Perché l'hai fatto? Ti rendi conto che hai appena rovinato una famiglia?-
-Non credo che questi siano affari tuoi!- rispose secca mentre alzandosi dal trono si dirigeva fuori dalla stanza.
-Eccome se sono affari miei- risposi ponendomi tra di lei e la porta, determinata a non lasciar perdere.
Lei mi lanciò uno sguardo di fuoco e sorridendomi mi oltrepassó.
Io raggelai ed ancora più arrabbiata e determinata la inseguì.
-Non potrai ignorarmi per sempre Regina!-
Nessuno risposta.
-Avevi detto che volevi migliorare, cosa è cambiato adesso?-
Lei continuò a percorrere il lungo corridoio.
-Se non vuoi farlo per te, almeno fallo per loro, per Henry e Daniel!- dissi tentando di suscitare un qualche tipo di reazione in lei, e infatti ci riuscì.
All'improvviso si immobilizzò e come una furia tornò indietro.
Mi puntò un dito al petto e fissandomi negli occhi gridò:
-Non osare pronunciare i loro nomi!! Tu non ne hai il diritto!!- detto ciò se ne andò ed io non mi mossi.
I suoi occhi, la sua voce, il suo gridò, il suo profumo...tutto ciò contribuì a farmi immobilizzare.
Con la coda dell'occhio però notai una cameriera ad occhi aperti, scioccata di aver appena visto la sua regina urlare contro il nulla.
Ciò mi fece ridere e contribuì a sbloccarmi.
Percorsi la strada per cui se ne era andata e in lontananza sentì il rumore di un chiavaccio che si chiudeva.
Con nonchalance oltrepassai la porta chiusa a chiave.
Mi ritrovai in una stanza dove un enorme camino faceva sfoggio di se.
La sala era piena di divani, tappeti e bottiglie di vetro.
Regina era seduta su uno di quei divani e quando mi vide entrare sbuffò sonoramente e alzandosi svogliatamente si diresse verso un piccolo tavolino strapieno di bottiglie.
-Perché non mi lasci un po' in pace?- chiese arrabbiata.
-Ti dice niente la parola angelo custode?- risposi cercando di calmare gli animi.
-Già...purtroppo- aggiunse poi amaramente.
-Vuoi dirmi perché l'hai fatto?-
Lei prese un bicchiere e se lo riempì fino all'orlo di un liquido che capì poi essere liquore.
Con un solo sorso, e rabbrividendo un po' lo mandò giù, poi rispose.
-Non c'è nulla da dire Em-ma, io sono la regina cattiva e come tale faccio cose cattive-
-Non dire così sai benissimo che non è vero-
-No a dire la verità non lo so- nel frattempo mandò giù un altro bicchiere di alcool.
-Perché ti comporti così?- chiesi come se volessi sgridare una bambina capricciosa.
-Perché io sono la regina e faccio ciò che voglio-
Quella risposta mi fece veramente incavolare ma lei non se ne curò e nel frattempo mandò giù un altro bicchiere.
-Ma la vuoi smettere di bere?- gridai stufa.
Lei sorridendomi e per provocarmi ne bevette un altro.
Innervosita me ne andai da lei per non avere la tentazione di picchiarla e mi avvicinai alle fiamme che bruciavano nel camino.
Dopo altri 2 o 3 bicchieri Regina mi si avvicinò, ovviamente con la bottiglia di liquore in mano.
-Sai a cosa stavo pensando?- chiese ridacchiando.
-A cosa?- chiesi accontentandola.
-Nessuno oggi mi ha fatto le condoglianze ahahahah come sono stata stupida anche solo a sperarlo-
-Perché avrebbero dovuto...- poi la consapevolezza mi piovve addosso.
-Oggi è il giorno in cui ....- ma mi bloccai, avevo paura di pronunciare i loro nomi, paura di una qualche reazione violenta da parte di Regina.
-Finisci la frase...il giorno in cui Daniel ed Henry sono morti? Si-  dalle sue labbra scapparono delle piccole risate.
- Che poi a pensarci bene dovrei ringraziare mia madre per averli uccisi, sai che noia dover rendere conto a qualcuno...se solo non gli avessi strappato il cuore le avrei fatto un regalo..potrei sempre portarle dei fiori sulla tomba che ne dici?- chiese più a se stessa che a me.
-Sei ubriaca non sai quello che dici- dissi amareggiata dal suo comportamento.
-Non è vero- rispose con una voce infantile.
-Se fossi ubriaca non potrei fare questo!- e con una mano fece roteare alcuni fogli appoggiati su un tavolino in aria.
-Se fossi ubriaca direi che ti trovo molto bella ma siccome non lo sono non lo dico....ops- ridacchió poi rendendosi conto dell'errore.
-Emma tu sei molto brutta!- aggiunse poi imitando una voce maschile, poi scoppiò a ridere.
Anche se ero molto lusingata dalle sue parole cercai di non stare al suo gioco e di ignorarla.
-Finiscila-
-Mi annoio- si lamentò ignorando le mie parole.
-Non è un mio problema- risposi cercando di non guardarla in volto per non dare corda ai suoi vaneggiamenti.
-Uhhh sai cosa potrei fare di divertente? Uccidere quell'ometto giù in cantina-
-Regina smettila!- gridai girandomi a guardarla per capire se ne fosse stata veramente capace.
-Si!! Ho attirato la tua attenzione- gridò felice.
Io la guardai a bocca aperta, se non fossi stata così arrabbiata per ciò che aveva fatto prima tutto ciò sarebbe stato veramente divertente.
-Non guardarmi così, è colpa tua!- si lamentò sedendosi sul divano davanti al fuoco.
-Cosa?- chiesi confusa e curiosa.
-È matematica!- rispose ridacchiando ancora.
-Spiegati meglio- dissi ancora più curiosa, sedendomi accanto a lei.
-Se io sono buona tu te ne vai, se io sono cattiva tu non te ne vai, semplice- rispose felice con aria da saputella.
-Cioè tu...-
-Tu ti sei comportata in quel modo solo perché non volevi che io me andassi?- chiesi stupefatta.
-Finalmente ci sei arrivata- e detto ciò mi applaudì.
Alla fine una risata me la lasciai sfuggire.
So che non avrei dovuto essere felice, lei si era comunque comportata male ma...non so, questo mi rendeva entusiasta.
Lei teneva così tanto a me che era disposta a fare azioni malvagie piuttosto che perdermi.
Arrossì e solo per un secondo mi concessi l'oppurtunità di pensare che forse Regina avrebbe potuto ricambiare i miei sentimenti, ma solo per poco tempo e poi questa malsana idea scomparì dalla mia mente.
-Non avresti dovuto farlo- dissi una volta ritrovato un po' di contegno.
-Ed allora tu non andartene- mi implorò ancora in preda ai deliri dell'alcool.
-Non me ne vado- risposi guardandola negli occhi.
-Davvero?- chiese speranzosa distendendosi sul divano, l'alcool le aveva fatto venire sonno...
-Davvero!-
-Me lo prometti?-
Prima di rispondere presi un sospiro.
-Lo prometto- e fu vero.
Non so come avrei fatto ma non avevo intenzione di abbandonarla.
-Voglio il mio pupazzo- brontolò triste chiudendo gli occhi.
-Da quando tu hai un pupazzo?- chiesi ridendo.
-Ehi i pupazzi sono veri-
-Dormi Regina- dissi ridacchiando dopo quella sua frase senza senso.
-Mhhhmhh- mormorò sbadigliando.
Nel frattempo io potei osservare come le fiamme del fuoco si riflettessero contro la sua pelle candida.
Come era possibile che ogni giorno che passava diventasse sempre più bella?
Ridacchiai anche a questo pensiero e, mettendomi comoda con qualche cuscino dietro la schiena, entrai nel suo inconscio.

"Feci la mia apparizione nel lungo corridoio che portava alla camera da letto di Regina.
Ci trovavamo nel suo castello e lei era proprio accanto a me.
-Emma- disse sobbalzando per la mia comparsa così all'improvviso.
Non le diedi tempo di rispondere perché velocemente l'abbracciai.
E mai cosa fu più bella.
La strinsi a me per un bel po', mi godetti il suo profumo, la consistenza dei suoi capelli e il suo calore così invitante.
Lei non si oppose ma anzi contraccambiò la stretta.
-Scusa ma era da stamattina che avrei voluto farlo- spiegai imbarazzata una volta che ci fummo staccate l'una dall'altra.
-No no va bene- disse sorridendo.
-Ma dimmi che è stato tutto un sogno e che non mi sono veramente ubriacata-
-No...direi che era abbastanza reale- risposi ridacchiando per la sua buffa espressione facciale.
-Dai non ci pensare, può capitare a tutti -
-E come faccio a non pensarci?- chiese retorica per niente rassicurata dalle mie parole.
-Per esempio potremmo cercare di capire se siamo in un sogno o in un incubo- proprosi io.
-Giusto- e detto ciò ci incamminammo per il corridoio.
Vagammo per alcuni minuti ma sul nostro cammino non trovammo nessuno.
Sembrava che il castello fosse disabitato.
-È un incubo- disse Regina interrompendo il silenzio che si era creato.
-Come fai ad esserne così sicura?-
-Bè la mia più grande paura è rimane da sola- spiegò tristemente.
-Non mi sembri molto spaventata- -Questo perché tu sei qua con me  , altrimenti starei correndo per i corridoi, urlando come una pazza o qualcosa del genere- disse con un tono di voce né triste né felice...indifferente oserei dire.
-Ti senti al sicuro con me?- chiesi arrossendo subito.
-Si ..ma più che altro mi sento amata- ammise imbarazzata.
-Tu mi ami Emma?- chiese poi fissandomi negli occhi.
Il mio respiro si bloccò, il mio stomaco cominciò a dolere e la mia pelle si riempì di brividi, eppure non mi ero mai sentita così bene.
Lei vedendo il mio stupore si spiegò meglio.
-Cioè non amare amare, amare come volere bene-
-Si ti voglio bene- la rassicurai sorridendo.
Ma in fondo c'era davvero differenza??.
Cercando di non pensare ai suoi occhi che si rispecchiavano nei miei feci dei passi avanti per allontanarmi un po' da lei.
-E adesso cosa facciamo?- chiesi.
-Io avrei un'idea piuttosto infantile ma molto divertente- disse ridacchiando.
Vederla ridere...vederla felice mi riempiva il cuore di una gioia mistica.
-Spara-
Guardandomi furbamente mi toccò la spalla.
-Vediamo se riesci a prendermi!- detto ciò scappò via.
Ridendo iniziai l'inseguimento.
Regina era veramente veloce e per un attimo pensai che non sarei riuscita ad acchiapparla, poi mi ricordai della mia arma segreta.
Spiccando un balzò distesi le mie ali e volando riuscì velocemente a recuperarla.
Mi fiondai su di lei e circondandogli il busto la portai via con me.
All'inizio Regina si irrigidì, poi tranquillizzandosi si lasciò andare.
Volai basso ed evitando ostacoli di vario genere trovai una finestra che dava su un balcone e mi fiondai fuori.
Strinsi ancora di più Regina per paura che potesse cadere e poi con possenti battiti d'ali salì di quota.
-Ma è bellissimooo!- gridò felice lei, osservando estasiata gli alberi e i villaggi circostanti così piccoli dall'alto.
-Vuoi fare una cosa pazza ma adrenalinica?- proposi emozionata.
-Certo- rispose lei entusiasta.
-Ti fidi di me?-
-Con tutta me stessa- sussurrò dolcemente.
Ricevuto la conferma aprì le braccia e Regina precipitò nel vuoto.
All'inizio si lasciò scappare un urlo ma poi in silenzio si godette il panorama che le sfrecciava intorno mentre lei si avvicinava sempre di più al suolo.
Prima che potesse schiantarsi al suolo mi precipitai in picchiata, come fa un'aquila con la sua preda e la presi al volo.
-O mio dio è stata una cosa pazzesca!- gridò entusiasta una volta al sicuro tra le mie braccia.
Io le sorrisi, felice che si fosse divertita.
-Mh..Emma?- mormorò poi.
-Si?-
-Credo che vomiterò-.
Velocemente la portai a terra e delicatamente la lasciai andare.
Subito si staccò da me e correndo verso un albero lì vicino vomitó.
Il senzo di colpa mi attanagliò le viscere.
-Mi dispiace Regina non ho pensato che ti saresti potuta sentire male-
-No no tranquilla- mi rassicuró dopo aver finito di rigettare.
Lentamente si girò verso di me e in questo modo potei osservarla.
Era pallida in viso ma i suoi occhi non erano mai stati più vitali di come lo erano in quel momento.
-È stata la cosa più elettrizzante che ho mai fatto da quando ho memoria- spiegò lasciandosi andare ad una genuina risata.
-Grazie davvero!- e per sottolineare il concetto si avvicinò a me.
Mi si avvicinò troppo.
I suoi occhi dentro i miei.
Il mio respiro si bloccò di nuovo, poi sentì le sue labbra posarsi sulla mia guancia.
-Sei arrossita Emma?-  chiese  ridacchiando e riallontanandosi da me.
-Io? Cosa? No- risposi ancora mezza imbambolata.
Lei rise.
Questo sogno l'aveva decisamente resa di buon umore.
-Dai torniamo al palazzo- e prendendomi per mano si incamminò verso un bosco.
Il mio cuore perse un altro battito.
Dopo pochi metri l'incubo....il sogno finì."

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Piccole note finali.
Vorrei dedicare questo capitolo a quel fantastico personaggio che è Felicity Smoak, se non sapete di cosa sto parlando cosa state aspettando per recuperare Arrow?
SPOILER: recentemente ha ottenuto il suo nome in codice, Overwatch, e grazie a questo nome e al fatto che veglia su di tutti grazie ai suoi computer, assomiglia molto a un angelo custode, quindi bè..viva gli angeli.
Detto questo se non sapete cosa fare e vi state annoiando vi consiglio di asoltare questa canzone perché rappresenta molto bene questa storia.
Angel- Theory of a deadman
https://youtu.be/OwykXejwXYs.
Buona giornata a tutti.

  
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