Deserto. L'ambiente ideale per perdersi. Era ciò che pensai, mentre vagavo per quella landa così tranquilla, ma allo stesso tempo così inospitale. Camminavo con la testa china, a guardare i migliaia di granelli di sabbia che erano quasi impercettibili agli occhi.
Mi sentivo uguale: una minuscola briciola in mezzo a tante altre. Un piccolo frammento che non avrebbe fatto la differenza, non ero essenziale; la mia sparizione non avrebbe destato alcuna preoccupazione.
Ma c'era Lui. Grazie a Lui mi sentivo speciale, una goccia splendente in un mare torbido. Lo sapevo, non sarei mai stato importante per Lui, ma ero disposto a tutto pur di risplendere insieme. Una tempesta di sabbia: ecco cos'era per me. Un sentimento improvviso che mi ha accecato gli occhi e il cuore. Di fronte a me non vedevo altro che sabbia, ma sapevo che alla fine della tempesta ci sarebbe stato Lui. “Seguirò il mio cuore e ti raggiungerò, dovessi anche arrivare fino al confine del mondo”.
All'improvviso dei bisbigli attirarono la mia attenzione:
“Non ce la farai”.
“È tutto inutile”.
“Morirai qui”.
Erano gli spiriti delle persone morte che avevano provato a raggiungere la salvezza. Non volevo ascoltarli, non volevo. Non mi sarei mai arreso, avrei continuato a lottare contro questa tempesta fino a che il mio corpo avrebbe sopportato.
Ma erano passati giorni dall'inizio del viaggio, le mie forze stavano iniziando a cedere, non sarei sopravvissuto ancora per molto. Il deserto sembrava non finire mai e la tempesta diventò quasi piacevole, volevo solo abbandonare tutto e accasciarmi al suolo, in attesa che la sabbia nascondesse il mio fallimento. Non volevo più combattere.
Caddi a terra stremato. Iniziai a urlare e a piangere. Per quanto ci possa provare, per quanto io possa continuare ad avanzare, la Sua sagoma rimaneva lì, immobile. Non era né lontana né vicina, è sempre stata alla stessa, effimera, distanza.
“Forse il mio sentimento non è così forte”.
Continuai a ripetermelo, doveva esserci una motivazione.
Poi, successe una cosa. Pensai a Lui, al Suo sorriso, ai Suoi occhi. Mi ritornarono alla mente tutti i momenti passati insieme e mi resi conto della mia stupidità: per raggiungerlo non dovevo avanzare, ma dovevo solo rendermi conto che non sono un granello di sabbia inutile, ma sono molto di più.
E la prova è l'amore che sento nei suoi confronti.
“Il mio è vero amore e non lascerò che le mie paure mi blocchino. Rivoluzionerò il mondo, per te.”
Mi rialzai e notai che la tempesta si stava diradando, lasciando il posto a un cielo stellato. La sagoma stava prendendo forma: era Lui.
“Ce l'hai fatta, finalmente” mi disse sorridendo.
Amavo il suo sorriso più di ogni altra cosa, riusciva a farmi stare bene anche nelle giornate più cupe. Corsi verso di lui e lo abbracciai. Lacrime di gioia iniziarono a sgorgare dai miei occhi.
Lo guardai e gli dissi: “Tu, sei la mia rivoluzione” e lo baciai.
Avevo raggiunto la fine del mondo, per lui.