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Autore: Cecile Balandier    05/02/2016    22 recensioni
Una oneshot scritta di getto. Ero indecisa se pubblicare... La notte tra l'episodio 39/40...la presa della Bastiglia e Oscar che si ricongiunge con il suo André.
_"Mia bellissima... bellissima rosa... "
Queste infine, le parole che hanno vinto questa notte.
Le tue... _
Grazie a chi leggerà.
_____
Dedicato a Baby80
Genere: Drammatico, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Oscar François de Jarjayes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ROSA DI CENERE


14~luglio~1789

"Mia bellissima... bellissima rosa... "
Queste infine, le parole che hanno vinto questa notte. 
Le tue...
Perché nei pensieri, ho solo questa frase. Tra tutte, questa.
Due respiri fa, sulle mie labbra, nel tuo caldo abbraccio, soffiavi proprio queste parole, mentre la mia risata sottile trascinava la tua.
Ed io, nuda come la luce, sono nata di nuovo. 
Io, sulla frescura di quell'erba umida, nascosta tra le ombre dei salici, sotto il peso della tua passione, sono diventata amore. 
Amore bruciante nei respiri e nella mente annebbiata, donato tra carezze inesauribili. 
Solo amore... vissuto, smisurato. 
"Ti amo... sono felice... sono felice, Oscar... "
Quanto mi fa male ricordare queste parole, pronunciate sulla mia bocca come canto di angeli sugli occhi dei bambini.
Oh... lo ero anch'io! Anch'io!! 
Tanto felice André! Tanto quanto non lo sono stata mai. Te lo giuro...
La tua rosa... 
Se solo tu sapessi amore mio quanto mi sento in colpa. Quanto mi divora il rimpianto!
Hai curato questa rosa in un giardino segreto, nel silenzio della tua anima, senza farti notare. L'hai fatto con amore, l'hai protetta dalle sue stesse spine, dall'egoismo di chi ama solo la bellezza effimera.
Solo tu sei riuscito a far fiorire una rosa nel buio della notte, una notte senza vento, ferma di stelle e di noi. Dio... André... 
Col tuo amore sono sbocciata, ma adesso che ti ho perso, vorrei solo strapparmi di dosso questi petali, perché non sono perfetti, non per me, non lo sono senza il tuo sguardo a nutrirli di infinito amore... 
Adesso che mi hai lasciata sola, rimangono solo le spine... spine che voglio strizzare tra le dita, fino a sentire il dolore umido del rosso del sangue, fino a dover urlare per quel dolore. E urlerò così forte che forse riuscirò a non udire la voce disperata e stridula del rimpianto, amaro come il veleno. 
André... perché? 
Non lo vedi quanto ti amo? 
Torna da me... adesso... proprio adesso che sto per cadere, adesso che sto per chiudere gli occhi in questo vicolo nascosto dai soldati, in questo vicolo buio e lontano dal tuo abbraccio. Perché stanotte il mio giaciglio non sarà il tuo dolce sorriso, ma queste pietre, questa terra che accoglierà le lacrime di questa anima.
Non voglio André... sento tremare le labbra arse.... non voglio dormire qui da sola... non voglio!
Tanti piccoli respiri, brevi ansimi per non svegliare la belva che dimora nel mio petto.
- André... -
Il tuo nome scivola via con
la mia voce e scioglie il nodo in gola.
- Perdonami... -
Perdonami, perché stanotte ti ho lasciato solo nella chiesa. 
Ho fatto la pazza. 
Ho gridato... ho gridato perché mi odio... perché dovevo capirlo prima... Prima! I fucili delle guardie reali hanno abbattuto il mio Cèsar, ma non mi hanno fermata e ho raggiunto la vetta più alta della città. Il punto di Parigi più vicino a te... Lì ti ho invocato, ma una stella ti ha nascosto egoista e gelida ai miei occhi imploranti. 
- Dove sei? -
Ho pianto amore... Ho pianto tanto... 
Come adesso. 
Ti ho lasciato solo in quella chiesa e ho sognato di noi felici! E lo eravamo... Com'era bello quel sogno! Com'era bello vedere finalmente la felicità nei tuoi occhi verdi pieni di luce!
Le lacrime ora ingoiano la mia anima. Come potrò sognare ancora?
Chiudo gli occhi ora... guardami André... 
Non vedi che non respiro più? 
Adesso rispondimi... se questa notte passerà in fretta, credi che ne scorreranno tante altre senza di te? No... amore della mia vita.
Aspettami... solo un poco. 
Solo un poco... 
Te lo prometto... aspettami al varco...
~
Chiarore nelle palpebre ancora abbassate, urla che si rincorrono, arti così stanchi su un letto di pietra dura e pesante.
- ALLA BASTIGLIA!!! ALLA BASTIGLIA!!! -
Schiudo gli occhi, sono ancora riversa a terra ma respiro un po' meglio. Ho indosso ancora la mia uniforme e il mantello di Alain.
Sono stanca e lo sguardo si perde nel vuoto.
- Oscar!! -
Oh... ma come è possibile?
Sgrano gli occhi, mi sollevo di scatto da terra, forse è vero... non è un sogno! Sei tu, un uomo bellissimo, il mio uomo, il mio André! Vivo!
- Sei tu... André? -
Sussurro appena, forse trasognata.
- Oscar... ma cosa fai ancora lì? Stanno correndo tutti alla Bastiglia e ti stanno aspettando! -
Ti guardo incantata... sei bello amore mio, mi sei mancato tanto questa notte... Ogni persona che abbia un fucile, un arma, un bastone, si sta dirigendo alla Bastiglia. Questo stai dicendo.
- Comandante... comandante Oscar! Noi vi stiamo aspettando!! -
Ma...
- Oh... ma tu sei... Alain! -
La delusione nella mia voce, nel mio sguardo tornato spento e liquido.
Hai visto, André? Sono diventata pazza. Pazza e arrogante. Ero convinta che Dio avesse fatto un eccezione e che ti avesse riportato in vita per me.
- Questo è tuo, grazie. -
Lascio ad Alain il suo mantello verde, che mi ha riparato dall'aria umida della notte. 
Combatterò un'ultima volta, d'accordo... Con il popolo! Per te André!
Un amico davanti a me... Alain. Lui è una spalla su cui posso piangere ancora. 
- Prima di andare... potrei... potrei piangere ancora un po'? -
Glielo chiedo indifesa come una bambina, poi scoppio in un pianto dirompente. Tutto... tutto il dolore che ho dentro deve prendere forma, suono, luce.
Piango sul petto di quest'uomo buono e sfortunato come noi.
Piango, perché lui non è te!
Ma ora André... ti raggiungerò.
Negli occhi pesanti solo un obiettivo, aiutare i miei soldati ad usare i cannoni e ad espugnare la Bastiglia. 
Nel cuore un unico scopo, tornare a te, morire...
Sarò la tua rosa di fiamme adesso e le mie lunghe lingue di fuoco sputeranno odio in mezzo a questa piazza. Io e i soldati della guardia sopravvissuti ci posizioniamo tra i cannoni di cui i rivoltosi sono entrati in possesso.
Davanti al pericolo, davanti alla fortezza di mattoni, alta e superba.
- Cadrai... -
Sussurro appena, in gola ancora quel veleno... ormai non sono più un corpo e un'anima... ma una rosa di fiamme di fuoco ardente!
Un spiraglio di brezza leggera tra i capelli lunghi, chiudo gli occhi... 
Troppe urla per udire davvero qualcosa. Non sento niente, non sono niente.
Sono solo guerra! Guerra! Guerra!!!
Un respiro prima di impugnare l'elsa della mia spada, che sollevo e punto verso le torri. Poi lascio che la lama dei Jarjayes tagli in due questo fumo che sporca il mio respiro. 
Lascio che spezzi il cielo perfetto e che tagli finalmente la testa della vecchia Francia!
Un colpo netto, lo so fare.
- Puntate sulla parte alta della fortezza!!! -
Inalo più aria che posso... e poi tutta la voce che possiedo diventa urlo, grido di battaglia, disperazione, rabbia, morte, nel rombo del cannoni alle mie spalle. 
- FUOCO !!!! -
I cannoni sparano, poi tuoni, fumo, pietre, urla, fuoco di nuovo!!
La voglio vedere cadere davanti agli occhi, colmi di rabbia per quello che non è stato.
- FUOCO !!! -
Il tormento non serve più, solo il rimpianto morde la gola, il cuore, le gambe. 
- FUOCO!!! -
Dovevo essere Marte, eccolo, stillante coraggio! 
Dovevo essere un uomo, soldato e aristocratico... 
Assurdità!! Sono solo una donna... con un cuore spezzato e un seno freddo senza il tuo capo adagiato sopra.
Un istante di tregua...
Sembra che la fortezza abbia subito danni pesanti. Sono esausta, non posso fare a meno di abbassare la guardia. 
Il volo di una colomba nella calma rarefatta attira la mia attenzione. Mi volto a cercarla, vola piano tra i raggi del sole di luglio. Caldi... sono così caldi quei raggi sulle piume leggere. Bianche e leggere nel turchese più bello per il giorno della mia morte.
Dimmi André... brucerà il sole? Brucerà tanto quanto le spine che arrivano ora come stiletti, una ad una, a conficcarsi nella mia carne trasparente come petali in controluce? 
Te l'ho detto... solo un poco..... sono già schiacciata a terra amore mio... 
Aspettami al varco.
- André sto per... -
Lo vedi? 
Io sorrido André... io ti seguo.
Quante urla, quanta paura... Alain, i miei soldati, mi implorano... 
- Comandante!!! Comandante Oscar!! Non potete lasciarci!! Oscar!!! -
Gli dico che lo sento, che non deve urlare così. Lo sento, lo sento ancora. 
Ma non gli do retta, io voglio tornare da te. Tornare da te. 
Tornare a vivere con te, forse in un mondo migliore... 
- Sono stanca... sono... tanto stanca... -
Lasciatemi qui, come una rosa appena colta, senza acqua sfiorirà.
- Sparate... sparate sempre! Alain... prendi tu il comando... -
Un filo di voce e di orgoglio nel salutare un amico.
Piangono gli amici, gridano i francesi in rivolta...
Sì... Libertà infine!!
Ora André lo vedi? 
Sono solo una rosa di cenere...
Sottile, impalpabile, chiara cenere.
Un po' vola leggera, nessuno la può afferrare, nulla può dirigere i suoi passi.
E si disperde tra i soffi dei miei ultimi respiri, ultime piccole sorsate di vita. Poi la rosa cade, la cenere diventa pulviscolo tra le parole e i gemiti degli amici. 
- Addio... -
La cenere lascia posto al nero dietro di sé... ma non è spaventoso... non è il buio di una notte straziante... non più... 
La cenere diventa quelle stelle... 
Oh... sì... quelle stelle...
Le vedo! 
Tanti punti azzurri, brillano sopra di me... 
Poi tu..
Sorrido, come te.
Poi tu... André...
André.

Dedicata a baby80

   
 
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