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Autore: Vago    05/02/2016    4 recensioni
Questa non è propriamente una storia a sè stante: è nata in un uggioso pomeriggio di chissà-che-anno mentre cercavo di delineare il carattere di uno dei personaggi che, a mio avviso, meglio mi sono riusciti.
Come capirete dal titolo, ho immaginato di incontrarlo, di parlargli. O meglio, è stato lui a volermi incontrare. Per mandarmi a cagare, per l'esattezza.
Avvertenze prima dell'uso:
Questa storia contiene una massiccia dose di SPOILER sulla storia originale e riferimenti a personaggi e situazioni, quindi se non siete ancora arrivati, almeno, al "Capitolo 43: Il drago ramato" della mia "Leggende del Fato: La guerra degli elementi" vi consiglio di non leggerla per non perdervi dei colpi di scena.
Se la cosa non ti tocca posso solo augurarti una buona lettura.
Per quelli che, invece, stanno seguendo la storia principale, fate caso al fatto che tra i generi ho inserito "Commedia". Ci siamo intesi di sicuro.
Genere: Comico, Commedia, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Leggende del Fato'
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 Un uomo atletico mi si parò davanti, fissandomi insistentemente con gli occhi verdi dall’alto in basso. E non è poco, visto che sono abbastanza alto pure io.
- Scusi… mi lascia passare?-
- Potrei.-
- Bene…-
Provai a fare un passo avanti, ma l’uomo non parve essere minimamente intenzionato a spostarsi.
- Si può spostare? Ora.-
- No.-
- Ma insomma! Cos’è questo? Uno scherzo! Si sposti!-
- Dovresti calmarti e rilassarti un attimo.- mi disse l’uomo sedendosi per terra. – Tanto il tempo non va da nessuna parte.-
Oh, no. Proprio oggi dovevo incontrare un matto per strada?
- Che?-
- Il tempo. Tic tac. Non si muove. È fermo. Non lo vedi?-
La situazione stava decisamente degenerando. E io che pensavo di aver visto le persone più strane…
- Si… certo. Tic tac. Ora posso passare?-
- No.-
- Si sta divertendo, vero? Ora, se non si sposta chiamo la polizia, vediamo se avrà ancora voglia di scherzare, dopo.-
- Chiamali. Tanto non mi possono prendere. In effetti non possono nemmeno arrivare, però se vuoi provare… io resto qui.-
Ero spazientito. E pure in ritardo. Se avessi perso il treno per colpa sua sarei andato su tutte le furie.
- Mi vuoi dire chi sei?-
- Ora non mi dai più del lei?-
Cosa? Ora mi rimprovera se non gli do del lei?
- Non mi importa più nulla dell’educazione, ora, visto che nemmeno a te interessa.-
- Si. Può essere una buona ragione.-
- Ora mi dici chi diavolo sei e perché tra tutti stai tormentando proprio me?-
- Avanti, tu mi conosci. Anche abbastanza bene, tra l’altro. E non sei mai stato particolarmente gentile, con me… a parte due o tre volte... si, credo di poterle contare su una mano.-
Io? Conoscerlo?
- Non lo so chi sei, forza dimmelo!-
- Il nome Commedia non ti dice nulla?-
- Come fai a conoscere il nome di uno dei miei personaggi? Più che altro, come fai a sapere che è un mio personaggio?-
Il mio manoscritto non l’avevo ancora fatto a leggere a nessuno, fatta eccezione, forse, a due o tre amici che probabilmente l’avevano mollato al terzo capitolo.
Avrei dovuto modificare quei capitoli iniziali così fiacchi… Ma non distrarti! Sei in ritardo!
- Pensaci. Prenditi tutto il tempo che vuoi… ah, no. Non puoi. Non c’è il tempo, ora. Vabbè, prenditi tutto il non tempo che vuoi.-
Non tempo?
- Sei uno stalker?-
- Perché pensi sempre alle cose peggiori? Avanti, un po’ di ottimismo. Dai, ti do una mano.-
Davanti ai miei occhi l’uomo mutò, fino ad assumere le sembianze di un gabbiano grassoccio.
- Come hai…-
- Fatto? Non lo so con precisione. Cioè, non lo sai con precisione, di conseguenza io non lo so. Penso ci sia in gioco il mana, o roba del genere. Tipo i draghi, ma in maniera molto più figa, non so se comprendi. Poi pensaci tu. Tanto qualunque cosa dirai sarà quella giusta.-
Vedere il becco del gabbiano muoversi producendo parole era uno scenario spaventoso.
- No… aspetta. Rallenta solo un attimo, che ti sto dietro appena. Tu sei il Viandante?-
Figurati se è lui.
Come diavolo fa ad essere il Viandante?
- Si, se preferisci quel nome.-
Eh?
- Toglimi una curiosità, tu non potresti… dovresti… cioè, non è molto normale che noi… parliamo. No? Sbaglio?-
- Definisci normale.-
- Non fare questi giochetti con me. Ora rispondimi.-
- Va bene. Stai calmo. In realtà io lo faccio di continuo, anzi, tu me lo fai fare di continuo. Mai sentito della quarta parete? Ogni volta che parlo la rompo, vuoi che non fossi in grado di venire a farti visita? Credevi che un semplice mal di testa all’ingresso della Trama del Reale mi potesse fermare? Suvvia.-
Chi è che usa ancora la parola suvvia?
- Ma tu dovresti essere inchiostro digitale su carta digitale…-
- Ehi, hai creato un piccolo mondo. Ti sei soffermato sugli eventi più tragici che sono avvenuti ma non per questo tutto quello che succede prima, dopo e durante non esiste.-
- Quindi, tu sei qui per… farmi la paternale?-
- No. Sono qui per conoscerti. E darti dell’idiota. Ma soprattutto per conoscerti. No, scherzo. Volevo solo darti dell’idiota. Sei stato un po’ stronzo con me, lo sai?-
- Non pensavo sarebbe finita così, faccia a faccia. Sei un ingrato se vuoi darmi dello stronzo, chi ha salvato Niena? Chi ti ha dato la possibilità di cambiare forma a piacimento? Comunque pensavo di darti un finale memorabile. Vuoi sentirlo?-
- Ma anche no? No che non lo voglio sentire. Io non dovrei nemmeno essere qui. E, in ogni caso, chi mi ha fatto schiavizzare per millenni? Comunque ora devo tornare a casa.-
- Solo un ultima cosa: qualcun altro sa di me?-
- Gli dei, il demone, i servitori, suppongo che Vago avesse inteso qualcosa. L’avevi fatto troppo sveglio quel ragazzo.-
- Ehi, che ci posso fare, era uno dei miei preferiti. Tu, lui… Fariuna. Anche lei mi era simpatica, anche se posso svilupparla ancora un po’...-
- Come darti torto. Sul fatto che Fariuna sia una gran bella donna, lo svilupparla è una cosa che riguarda te e non ci voglio finire in mezzo.-
- Quindi ora te ne torni a… casa?-
- Si. Non penso ci vedremo ancora. Ah, già. Giusto. Sei un cretino.-
- Non dovevi darmi dello stronzo? Poi, detto da un gabbiano sovrappeso lo prendo come un complimento.-
Il gabbiano prese a mutare, assumendo la forma di quella che, almeno immaginavo, era di Fariuna.
Diavolo se l’avevo fatta bella…
- Sei uno stronzo.-
- Me ne rendo conto.-
La bellissima donna scomparve e intorno a me prese a soffiare il vento.
Ok. In treno avrò tempo di digerire tutto. Ma ora sono ancora in ritardo. 

   
 
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