Serie TV > Castle
Segui la storia  |       
Autore: germangirl    05/02/2016    6 recensioni
Slaughter suggerisce a Castle di smettere di chiedere permesso e di riprendersi sua moglie. E lo scrittore pare intenzionato a mettere in pratica questo consiglio ma... qualcuno si intromette.
Post 8x06 e da lì via alla fantasia
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Jackson Hunt, Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 3 – Die another day

Lo sguardo di Kate rimbalza più volte da Rick a suo padre, mentre la solita ruga le si forma in mezzo alla fronte, segno inequivocabile che il cervello ha messo in moto gli ingranaggi e sta attivando tutte le sinapsi.

“Suppongo tu abbia finalmente rivisto Rita” deduce Beckett, saltando a piè pari i convenevoli e senza che nessuno dei presenti se ne stupisca. Evidentemente il loro rapporto funziona così. Intanto una fitta colpisce ancora una volta il cuore di Castle, che perde un battito. Kate ha incontrato la moglie di suo padre e si è ben guardata dall’informarlo. L’ennesima omissione. Fa un respiro profondo per tentare di scacciare quel dolore che gli trafigge l’anima come un pugnale affilato e, invitando i suoi ospiti a prendere posto al tavolo della cucina, suggerisce: “Credo sia meglio se ci sediamo”.

Poi aggiunge: “E preparo anche un caffè”, consapevole che i due bicchieri di whisky che si è scolato quel pomeriggio possano già limitare la sua lucidità senza bisogno di aggiungerne un terzo. “Per te un cappuccino, Kate? Uno di quelli che solo io so preparare?” le chiede poi sollevando le sopracciglia, con quell’espressione da sbruffone che lei adora e che al tempo stesso le farebbe venire voglia di strozzarlo almeno dieci volte al giorno. Perché anche se si sono separati, anche se non risolvono più intricati casi di omicidio fianco a fianco, anche se non dormono più sotto lo stesso tetto, lei pensa a lui almeno dieci volte al giorno. Come minimo.

Beckett si limita ad annuire. Per un microsecondo il pensiero dei cheeseburger di Remy’s (e di tutto quello che si era immaginata sarebbe successo dopo) le attraversa il cervello e le provoca una punta di delusione, però la sua curiosità sul vero motivo della presenza di Jackson Hunt ha la meglio e così si siede di fronte a lui, mentre Rick armeggia davanti alla macchina del caffè. Lei e il suocero si fronteggiano come due duellanti pronti a estrarre la propria arma, stile mezzogiorno di fuoco, senza profferire parola. Una parte di Kate non riesce proprio a fidarsi di quell’uomo dall’espressione imperscrutabile, nonostante invece suo marito riponga un’inspiegabile fiducia in lui. Che poi come fa a essersi affezionato a un padre che non si è mai davvero curato di lui e di cui è venuto a conoscenza solo pochi anni fa e in una situazione profondamente dolorosa è una cosa che Kate non è in grado di comprendere.

Pochi minuti dopo, Castle porge un mug di caffè scuro a suo padre e una tazza con un inconfondibile cuore sulla schiuma del cappuccino a sua moglie, che solleva gli occhi da quell’ennesima dimostrazione d’amore – nonostante tutto – e gli rivolge uno dei suoi sorrisi, quelli che lui adora e che gli illuminano anche le notti più buie, quelli che gli fanno momentaneamente dimenticare quante bugie gli abbia raccontato o quante informazioni abbia deciso di non condividere con lui.

“Allora, perché sei qui Hunt?” gli chiede Kate dopo aver sorseggiato la bevanda calda preparata sempre con tanto affetto da suo marito.

“Quanto ti fidi di Vikram Singh?” le domanda a sua volta la spia, fissandola negli occhi. Questo interrogativo diretto spiazza il capitano Beckett e improvvisamente tutti i suoi dubbi diventano realtà.

“Sinceramente, a questo punto non molto” ammette. “Ti confesso che stavo per rivolgermi a un investigatore privato per raccogliere maggiori informazioni su di lui” aggiunge, facendo l’occhiolino a suo marito, per poi tornare a guardare seria l’uomo seduto di fronte a lei.

“E fai bene. Quella dell’analista è solo una copertura” dichiara Hunt senza troppi preamboli. “Il suo ruolo è quello di tenerti buona, fingendo di indagare per tuo conto, e non farti arrivare a destinazione. Mi pare ci stia riuscendo, peraltro.”

“Sì… ogni volta che troviamo qualcosa finisce sempre che si tratta di una falsa pista che ci conduce in un vicolo cieco. E poi… fa di tutto per tenermi lontana da Rick, per impedirmi di vederlo e parlare con lui” concorda il capitano, con una punta di amarezza.

“E’ bravo nel suo lavoro, questo gli va riconosciuto” dichiara Hunt. “E ha anche un background di tutto rispetto. Suppongo tu abbia fatto qualche controllo prima di assumerlo al distretto e sono sicuro che ne è uscito un quadro impeccabile, giusto?”

Kate annuisce. Poi l’uomo canuto riprende, senza mai distogliere i propri occhi da quelli della giovane donna seduta davanti a lui: “Beh, è tutto finto. Gli hanno creato un profilo perfetto. E’ un vero professionista ed è una pedina all’interno di un’organizzazione solida, gestita da persone molto potenti e dotate di risorse finanziarie notevoli. Ora, so che Rita ti ha detto che se tu avessi coinvolto Rick in questa storia ti saresti macchiata del suo sangue…”

Le dure parole della moglie di Hunt, pronunciate durante il loro incontro “fortuito” in quella strada affollata di New York, riecheggiano nella mente di Kate come una terribile minaccia: Anybody who dies now – their blood is on you. E’ quello il motivo fondamentale per cui ha deciso di separarsi da suo marito e gettarsi da sola in questa crociata. Ma adesso ha anche capito che senza il suo aiuto non riuscirà mai ad arrivare al termine della sua missione.

“Il nostro lavoro non ci permette sentimentalismi e anche esserci sposati è stata una mossa azzardata. Ma entrambi siamo in questo mondo da tutta la vita e siamo consapevoli di quello che facciamo. Rita ci è andata giù pesante perché voleva convincerti a non affrontare questa storia. Per il tuo bene, Kate. E’ una faccenda più grande di quanto pensi. Loksat è una leggenda. Aveva collaborato con quel Bracken, creando un cartello della droga che triangolava New York, la Columbia e il Messico, e avevano dato vita a un business davvero redditizio. I soldi provenienti dal commercio delle sostanze stupefacenti erano stati ripuliti ed erano serviti a finanziare la campagna elettorale del senatore. Ma tu questo lo sai già, vero Kate?” le chiede e pare quasi che il suo sguardo sia attraversato da un guizzo di compassione nei confronti della sofferenza inflitta a quella donna, sia dai torturatori al soldo di Vulkan Simmons sia dalla vita in generale. Che Jackson Hunt abbia un cuore? Ma è un lampo che si spegne subito, e l’espressione torna ad essere glaciale e imperturbabile.

Kate, a sua volta, chiude gli occhi e deglutisce. Quel ricordo è ancora vivo nella sua memoria, tanto che un brivido di freddo le scuote le membra e le sembra di percepire in modo nitido il gelo dell’acqua in netto contrasto con il fuoco che sentiva nei polmoni, annaspando in cerca di ossigeno. Rick, che finora è stato in religioso silenzio ad ascoltare le parole di suo padre senza mai distogliere lo sguardo dal volto di sua moglie, le stringe una mano, sorridendole mestamente per infonderle forza e sostegno. Anche per lui quell’episodio è tutt’altro che dimenticato. Dio, quante ne hanno passate insieme: in ordine sparso, Kate è finita su una bomba, entrambi sono quasi annegati nell’Hudson, spinti nel fiume a bordo della macchina di servizio di Beckett, un cecchino le ha sparato in pieno petto al funerale di Montgomery, ha rischiato che la graziosa dottoressa Nieman le strappasse la faccia per cambiarle i connotati, per un pelo non sono diventati il pasto di una tigre, hanno rischiato il congelamento in un camion frigorifero… e questo solo per citare alcuni episodi.

“Sai anche che Bracken era diventato un peso per l’organizzazione ed è stato eliminato. Adesso Loksat ha agganci con vari personaggi molto potenti, dall’apparenza pura e immacolata ma che sono corrotti fino al midollo. Quindi, credimi, Kate, non puoi affrontare questa storia da sola e mio figlio non sarà James Bond, ma a modo suo è coraggioso e ha un cervello sveglio” conclude Hunt. In quel momento, Rick si sente stranamente orgoglioso per il complimento ricevuto da suo padre, anche se quell’a modo suo lo lascia un po’ perplesso. Però poi si consola con la considerazione che da un genitore sui generis come Jackson Hunt non si può certo aspettare lodi sperticate. Senza dimenticare che ha citato James Bond e il suo pensiero è volato subito a “Casino Royale” e a ciò che quel libro ha significato per loro due.

“Oh, so bene quanto sia sveglio tuo figlio, il suo modo di pensare out of the box mi ha aiutato in più di un’occasione” concorda Beckett, stringendo la mano di suo marito e sorridendogli riconoscente. “E ora cosa suggerisci di fare?” chiede poi a Hunt, rivolgendosi a lui.

“Dovremmo cercare di capire come Vikram si tiene in contatto con la sua rete. In questo modo, potremmo risalire ad altri membri e avere un quadro più completo” si intromette Rick, pensando già di ricorrere all’aiuto di Hayley e alle sue competenze di hacker per mettere sotto controllo il cellulare e il computer del loro nuovo nemico. Hayley si è rivelata una risorsa preziosa, oltre ad essere una persona squisita.

“Non sarà semplice, devo ammettere che è un vero esperto informatico. Ha creato una linea sicura con cui possiamo comunicare senza essere intercettati e gestisce vari server in remoto” dichiara Kate. “O almeno questo è ciò che mi ha detto” aggiunge con amarezza, consapevole di non sapere più quanto di ciò che ha vissuto negli ultimi mesi sia vero e quanto finzione.

“Sarà un genio tecnologico ma io ho maggiore esperienza sul campo. So che avete installato una postazione in uno stripper club sotto sequestro, pensi che possiamo farci un salto? Vorrei dare un’occhiata a cosa sta facendo e verificare in che modo potremmo tenerlo sott’occhio” le chiede Hunt e Kate ormai non si stupisce più che il padre di Rick sia a conoscenza anche di questo dettaglio, seppure sia una decisione di pochi giorni fa. Evidentemente sa come fare il suo mestiere.

“Sì. Andrò io per prima, così se Vikram fosse lì posso sempre far finta di essere passata per vedere se sta facendo progressi con l’ultima pista” dichiara il capitano Beckett e Rick riconosce in quella proposta l’indole battagliera della donna che ha sposato. Bandiera bianca, arrenditi scrittore: ami così tanto quella donna che sei disposto a perdonarle tutto pur di averla di nuovo accanto a te.

“Noi ti seguiamo con la macchina che ho noleggiato” dice Hunt, poi rivolgendosi a Castle aggiunge: “Hai un ottimo gusto per le auto, figliolo, ma una Mercedes o una Ferrari darebbero troppo nell’occhio.”

Rick annuisce e l’operazione prende il via. Mentalmente, Castle la rinomina “Die another day”, come uno dei film di James Bond, confidando che il titolo sia propiziatorio. Ha troppi progetti per il futuro e non gli andrebbe proprio di morire prima di portarli a compimento. Senza considerare che in questo momento sta collaborando con suo padre e la cosa gli riempie il cuore. Non è certo una delle classiche attività che uniscono padri e figli, ma con un agente segreto come genitore non ci si può aspettare una vita canonica fatta di passeggiate in bici al parco o di pomeriggi trascorsi a costruire castelli di sabbia sulla spiaggia bianca degli Hamptons.

“Hai la tua pistola con te?” chiede l’agente segreto a Beckett.

“No, non pensavo che ne avrei avuto bisogno stasera” ammette.

“E’ comunque meglio così: se succede qualcosa, non è opportuno che si trovino proiettili riconducibili a un’arma registrata a nome del capitano Beckett” dichiara Hunt. L’uomo si abbassa leggermente e sfila dalla fondina al polpaccio una piccola semiautomatica che porge alla nuora. Poi estrae dalla giacca un’altra pistola per il figlio e si avviano alle rispettive vetture, mentre Rick giunge alla conclusione che a quel punto non si sarebbe stupito che suo padre avesse tirato fuori anche un Kalashnikov, come il proverbiale asso nella manica.

Le tenebre stanno calando sulla città che non dorme mai, ma il traffico è ancora sostenuto. Mentre è seduto dal lato del passeggero – questo è evidentemente il suo ruolo, a prescindere da chi stia al volante – lo scrittore rompe il silenzio e chiede a suo padre: “Quanto stiamo rischiando?”

“Non poco. Ma non possiamo fare diversamente. Tua moglie è un tipo tosto, ma adesso ha bisogno del nostro aiuto” dichiara Hunt.

“Ho già temuto di perderla più di una volta” commenta Rick con un sospiro.

“Questa volta non sei da solo. Abbi fiducia. E ora concentrati su quello che dobbiamo fare” ordina Jackson con un tono che fa chiaramente capire che il momento delle chiacchiere è concluso.

Giunti a destinazione, vedono Kate parcheggiare la Crown poco lontano dall’ingresso del locale, mentre i due uomini si tengono a debita distanza. Beckett scende e poco dopo padre e figlio la raggiungono vicino alla porta laterale. Tutti e tre impugnano la propria arma e cercano di capire se ci sia qualcuno ma nessun rumore sembra provenire dall’interno dell’edificio. Con un cenno d’intesa scambiato con gli altri due, Kate abbassa la maniglia ed entra. Si muove lentamente perché la stanza è in penombra, ma il capitano si rende subito conto che c’è qualcosa di diverso. I suoi occhi scansionano l’ambiente, per quanto glielo permetta l’oscurità, e quando finalmente riesce a mettere a fuoco, ciò che vede la raggela.

 

Nota dell’autrice

Qualora non si fosse capito, Vikram non è il mio personaggio preferito e ancora non ho capito se, almeno per quanto vediamo in tv, c’è o ci fa. Qui ho provato a darmi delle spiegazioni… spero che siano di vostro gradimento.

La missione è partita, ma cosa avrà visto Kate nel locale? Si accettano scommesse!

Grazie ancora una volta per avermi regalato il vostro tempo.

Un abbraccio,

Deb

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Castle / Vai alla pagina dell'autore: germangirl