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Autore: JeiBieber_Smile    05/02/2016    3 recensioni
Cos'è un Natale senza le persone che ami? Freedom lo sapeva, Freedom l'ha sempre saputo. Genitori separati, un padre che vive in un'altra città, una mamma sempre impegnata a lavoro, la casa vuota ventiquattro ore su ventiquattro. La magia del Natale non aveva ancora bussato in casa sua, vedeva tutto grigio e spento, si sentiva sempre di troppo per tutti.
E se qualcosa a breve sarebbe accaduto?
E se qualcuno sarebbe presto entrato nella sua vita?
L'amore, oh cosa può fare l'amore!
-
Hey angel in the snow, I'm under the mistletoe. You are the one, you're my very own Christmas love.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 18. be my date this christmas eve Justin mi prese dolcemente per mano, per poi tornare di là dai ragazzi. Toccavo la collana che mi aveva appena messo al collo, il cuore mi batteva forte. Non riuscivo ancora a capacitarmi del fatto che proprio a me, una ragazzina di dodici anni più piccola, aveva regalato una collana con l'infinito. Proprio a me, stava mostrando amore e felicità e la cosa non mi dispiaceva affatto. Quando Logan ci vide, mano nella mano, ci sorrise e venne al nostro fianco.

-Free, abbiamo bisogno del tuo aiuto!- gracchiò, trascinandomi un sé in un negozio di vestiti.
-Ti sembra modo?- sbottai, alzando un sopracciglio e tenendo l'altro teso.
-Sì- fece spallucce, continuando a trascinarmi e fregandosene se mi stava o meno facendo male.
-Stasera niente regalo- lo minacciai, chiudendo gli occhi in due fessure.
-Oh, che paura-

Ridacchiai e alzai gli occhi al cielo, sentendo lo sguardo di Justin addosso. Era così bello, quella mattina. Più di tutto, amavo il sorriso, che non aveva abbandonato il suo viso. Quel sorriso, riusciva a trascinare anche me. Mai nessuno, in tutta la mia esistenza, era riuscito a farmi sorridere così tanto in così poco tempo. In poco più di due settimane era riuscito a trasportarmi in un'altra galassia, in un altro mondo completamente nostro. In poco tempo, era riuscivo a far valere la parte migliore di me, e non quella che stava predominando nell'ultimo periodo. Justin era la mia luce, la mia fortezza. Justin era la persona che più mi faceva sentire libera e viva, sopratutto, e non l'avrai lasciato scappare.
Justin era la persona di cui mi ero innamorata.
E si sa, che il primo e vero amore non si scorda mai.

-A cosa vi servo?- chiesi ai tre ragazzi di fronte a me, spostando il peso su una sola gamba.
-Maglione giallo o verde?- chiese Nicholas, mostrandomi i due maglioni. Arricciai il naso, un po' disgustata da quelli che erano 'i suoi gusti infallibili'.
-Nessuno dei due- rispose Justin al posto mio. Lo guardai alzando il pollice e fancedogli l'occhiolino.
-E allora scegli tu il magliore per mia sorella, mister Bieber- sbottò Logan, suscitando la risata generale.
-Scommettiamo che trovo qualcosa di più decente e femminile?- alzò entrambe le sopracciglia, mordicchiando il labbro.

Perché doveva sempre essere dannatamente sexy?
Cominciò a frugare tra i vari scaffali e i vestiti appesi alle gruccette. Si allontanò di qualche metro, provocando in me un vuoto incalcolabile. Così, feci proprio come lui e cominciai anch'io a frugare tra le mensole. Non avevo una passione sfrenata per lo shopping, preferivo più comprare i vestiti su internet. Dopo vari minuti passati a mettere sottosopra i vestiti -così almeno le commesse non sarebbero state a fissare Justin ma a fare qualcosa che riguardasse i compiti che non stavano svolgendo per fissare il mio quasi fidanzato- tornai dai ragazzi, trovando Justin mostrare a Logan varie maglie e vari vestiti. Una maglia in particolare mi colpì, una che assomigliava tanto a quella che aveva la nonna, la mamma di mamma, in una foto. Era un maglioncino rosso con tante piccole renne sulla parte superiore del busto e sui polsini, a collo alto. Instintivamente, mi sporsi per prenderla e mi avviai, sotto lo sguardo stranito di tutti, in camerino. Non ero più padrona delle mie azioni, volevo solo assomigliare alla nonna. Mi spogliai, indossai il maglioncino e mi guardai allo specchio. Ero proprio come lei. Anche se mamma non mi parlava mai dei suoi genitori, assomigliavo molto alla nonna. Mi avvicinai allo specchio, toccando con le dita il mio riflesso. Chiusi gli occhi e mi sentii trasportare in un altro mondo.

-Freedom- mi girai attorno, sentendomi chiamare. Non vedevo nessuno, solo un grande piazzale innevato. -Freedom!- urlò ancora la voce, più vicina questa volta. Spostai lo sguardo verso quella che doveva essere la direzione da cui proveniva la voce. E infatti fu così. Vidi una donna, dagli occhi azzurri e i capelli corti coperti da un cappello. Era ancora abbastanza giovane. Si avvicinò a me, a passo lento. Dietro di lei, un uomo, che avrà avuto più o meno la sua età. E dietro ancora, due persone, che riconobbi come i miei genitori, le cui dita delle mani erano intrecciate.
Mi avvicinai a loro, sentendo le lacrime salire. Erano loro, erano i miei nonni. Corsi verso di loro, aprendo le braccia per poterli abbracciare. Ma non appena feci per stringerli tra le mie braccia, i loro corpi svanirono. -Nonna, nonno!- urlai, girandomi attorno. -Dove siete? Dove siete? Tornate, vi prego, tornare da me'- urlai, per poi cadere sulle ginocchia. Poggiai le mani sulla neve fredda, facendola sciogliere a causa del calore delle mie lacrime.
-Non possiamo, tesoro mio. Non stasera, per lo meno.-
-Perché? Perché non stasera?- gridai, tornando in piedi.
-Perché un camion sta per portarci via.- sussurrò una voce, per poi scomparire nel nulla. E tutto ciò che vidi, fu solo del nero cupo.

Toccai la mia fronte, ormai sudata. Ero seduta a terra all'interno del camerino, ancora col maglione addosso e col fiatone.
Cos'era successo?

JUSTIN'S POV.
Freedom non era ancora tornata dal camerino, ed io stavo cominciando a preoccuparmi. Era più di un quarto d'ora che era dentro, la voglia di entrare a sbirciare era tanto ma una commessa non mi toglieva gli occhi di dosso e non potevo rendere palese il fatto che fossi eccitato come un coniglio. Cosa potevo farci se mi eccitava? Venivo eccitato da una ragazzina di dodici anni in meno di me, provavo così tanta attrazione verso di lei che quasi non riuscivo più a controllarmi. Il suo corpo, sviluppato ma non troppo, mi faceva andare in estasy. Mi capitava spesso di fare pensieri poco casti su di lei, e mi facevo quasi schifo perché cavolo, ero più grande di lei di dodici anni. E sicuramente, essendo così piccola, non mi desiderava così tanto quanto io desideravo sentirla sotto di me, non mi desiderava così tanto quanto io desideravo essere dentro di lei e sentirmi finalmente unito al suo corpo, rendendola mia e rendendola donna.

-Secondo voi sta bene?- chiesi, una volta aver pagato il maglioncino che il sottoscritto aveva scelto per la sorella di Logan.
-Aqua?- domandò Nicholas, annuii. -Be', cosa potrebbe fare in un camerino?-
-La chica è capace de todos- Boyce si avviò al camerino, bussando. -Free sei dentro?- ci avvicinammo.
-Aquamarine?- bussò Nicholas, dato che non aveva ricevuto risposta. Qualcosa non andava.
-Freedom?- si unì Logan, aggrottando le sopracciglia. Nessuna risposta.
-Principessa?- chiesi, poggiando l'orecchio alla porta del camerino. Perché non poteva essere una fottuta tenda come in tutti i normali negozi, ma una porta che si chiude dall'interno?
-Secondo me avrà una crisi d'identità..- ridacchiai alla battuta di Logan, per poi tornare serio.

Perché non apriva? Perché non rispondeva? Cos'era successo? Si era sentita male? Domande del genere non facevano altro che portarmi altra preoccupazione. Non volevo che le fosse successo qualcosa, non volevo perderla. Era ormai diventata essenziale, il solo pensiero che le fosse successo qualcosa mi faceva andare in panico. Continuai a bussare e a chiamarla, odiavo la sensazione che sentivo dentro, come qualcosa che non andava. Perché doveva succedere proprio in quel momento, proprio quel giorno, proprio quella mattina? Sospirai frustrato e portai una mano tra i capelli, tirando leggermente le punte. Dopodiché continuai a bussare, ancora più forte e attirando l'attenzione delle commesse. Una decina di minuti dopo, sentii la porta aprirsi. Sospirai, portandomi tra le braccia la mia bambina.

-Amore mio..- sussurrai tra i suoi capelli, stringendola sempre più. -Cos'è successo?-
-Non lo so- sussurrò, scuotendo la testa. Sospirò. Mi si strinse il cuore.

Era così piccola e indifesa, così amabile e delicata. Sentivo il dovere di stare con lei, il dovere di proteggerla, di farla star bene, di crescerla. Le presi il viso tra le mani e le spostai i capelli sudaticci dal viso, per poi stamparle un bacio sulla fronte e uno sul naso. La mia, piccola e dolce Freedom. Feci scontrare i miei occhi con i suoi, per poi perdermi in quel mare azzurro e perfetto. I suoi occhi, erano un qualcosa di stupefacente. Riuscivano a trasmettere ogni sua emozioni, riuscivano a far trasparire ogni suo stato d'animo. E in quel momento, lessi confusione. Perché? Perché confusione? Mi si stringeva il cuore a vederla in quel modo.

-Ora sto meglio, mi cambio e arrivo- disse, per poi chiudersi nel camerino.
-Non chiuderti a chiave- le suggerii, e sentendo un rumore secco capii che aveva accettato il mio suggerimento.
-Free vuoi che andiamo a casa?- chiese Boyce col suo accento spagnolo, che mi ricordava tanto Lana.
-No, è solo mezzogiorno!- urlò, per poi uscire dal camerino. Bella come poche. -Compro questa- sventolò in aria il maglioncino che poco prima avevo preso, con un sorriso a trentadue denti.
-Lascia a me- le feci l'occhiolino, tirandole il maglioncino da mano.
-No, Justin! Hai già fatto tanto, lascia che lo paghi io- incrociò le braccia al petto e mi fece il labbruccio. Eh no, piccola, questa volta non ci casco.
-Questa volta non ti guardo- sorrisi, posando venti dollari sul bancone assieme alla maglia.

Free sbuffò trattenendo un sorriso, per poi sorridere completamente non appena le posai la busta tra le mani. Perché, cavolo, dovevo sentirmi in quel modo, in sua compagnia? Non riuscivo a spiegarmi l'effetto che mi faceva quella ragazza, non mi ero mai sentito in quel modo, nemmeno con Lana. Be', con Lana era un amore diverso. Ero innamoratissimo del suo modo di fare così intrepido e sicuro di sé, della sua voglia di vivere e della sua forza. Free, invece, era il contrario. Free era sicura di sé solo quando voleva dismostrarlo agli altri, ma infondo si sapeva che dentro di sé provava tanta insicurezza e aveva bisogno di certezze. Ed io, ero pronto a darle tali certezze. Volevo farle capire che, ormai, mi ero legato fin troppo a lei, e che non l'avrei lasciata andare. Era la mia piccola principessa e l'avrei cresciuta io, no?
Dopo esser usciti dal negozio, entrammo nel supermercato a comprare delle 'insalata'. Free aveva insistito dicendo che la sera avremmo sicuramente mangiato tanto e che dovevamo rimanere leggeri. L'insalata in sé non mi dava problemi, più che altro rimasi sorpreso dal fatto che fosse stata Freedom, la mia Freedom amante del cioccolato, a preferire un'insalata a un bel piatto calorico. Quella ragazza era piena di soprese.

-Quindi stasera siete tutti a cena a casa Dale?- chiese Nicholas, bevendo un sorso dalla sua bottiglietta d'acqua. E sì, Freedom aveva obbligato tutti noi a prendere dell'acqua.
-Sì, ci sarà da divertirsi..- commentò Free, con gli occhi luccicanti.
-Perché?- chiesi, portandola più vicino al mio corpo. Altro che astinenza, ero completametne dipendende dal suo corpo.
-Perché a tua mamma e alla nonna piace cucinare, e papà è un cuoco e sicuramente vorrà cucinare- ridacchiò, attorcigliando una ciocca di capelli lungo il dito. -Penso che finirà come l'ultima volta, che le urla in cucina non mancheranno ma che alla fine sarà tutto buonissimo-
-E' tornato tuo padre?- chiese Logan, aggrottando le sopracciglia.
-Ieri sera, ci ha fatto una bella sorpresa..- commentai, stringendo la mano di Freedom.
-Ma io ancora vi devo raccontare cos'è successo? Che sbadata che sono! Io parlo sempre, e proprio ciò che è successo ieri non ve l'ho raccontato. Devo darmi una svegliata, non voglio perdere le mie buone abitudini di parlantina. Insomma, mi caratterizzano..-

Logan, Boyce e Nicholas spalancarono gli occhi, ascoltando Freedom aka Bolt parlare. Dal canto mio, risi. Risi, perché quella ragazza era stupenda. Risi, perché ero felice di averla trovata. Risi, perché cavolo, era riuscita a farmi innamorare dopo anni passati in solitudine a pensare a Lana.
Le baciai il dorso della mano, ascoltandola parlare. I suoi amici avevano un viso spaesato, io no. A me piaceva ascoltarla, aveva così tante cose da dire ed io avevo così tante cose da imparare. Anche se ero un professore, c'era sempre qualcosa da imparare. Da tutto e da tutti. E di lei, sapevo tutto quanto niente. Perché in primis cambiava idea troppo spesso, e inoltre c'erano aspetti della sua vita che ancora non conoscevo. Aveva avuto un passato così buio e travagliato che spesso, quando mi raccontava di sé, scoppiava in lacrime e mi faceva così tanta tenerezza. Amavo coccolarla e stringerla a me, amavo darle teneri baci tra i capelli e sussurrarle che io ero lì per lei.
Perché infondo, io ero lì solo per lei.
E sarei rimasto lì, per lei.

FREEDOM'S POV.
-Aspettatemi qui che vi do i regali!- urlai, entrando in casa.

Erano le tre del pomeriggio ed io ero stanchissima, non avendo dormito quasi tutta la notte. Volevo per lo meno fare un pisolino, perché sicuramente avremmo fatto tardi anche quella sera, dato che era la vigilia di Natale. Avevo in mento un paio di cosucce per Justin, speravo solo di non fare la figura della cretina e di non sembrare una stupida ragazzina sdolcinata. Be', sicuramente lo sarei sembrata una volta aver dato i regali che avevo scelto per i miei tre amici. Avevo fatto stampare quattro maglie con una foto che ritraeva tutti e quattro sorridenti, e inoltre avevo anche preso quattro bracciali d'accciaio e fatto incidere i nostri quattro nomi in ognuno dei quattro bracciali. Quanti quattro che volano in giro..
Presi i quattro pacchetti e scesi di nuovo di sotto, in salotto dove i ragazzi erano seduti i quattro ragazzi. Diedi ai miei amici il mio regalo, per poi sedermi sulle gambe di Justin, che mi sorrise dolcemente. Gli baciai la punta del naso come spesso faceva anche lui, per poi sentire le sue mani stringere sui miei fianchi. Oh, Justin..

-Cos'è?- chiese Nicholas, scartando il regalo.
-Lo stai scartando, non lo vedi con i tuoi occhi?- alzai un sorpacciglio, nascondendo un sorriso.
-Mi chica è bellissima!- esclamò Boyce, dandomi un bacio sulla guancia.
-E questo? Io adoro questi bracciali!- sbottò Logan, mettendo subito il bracciale.
-Grazie Aqua- Nicholas mi sorrise, guardandomi negli occhi. Lo abbracciai forte.
-Grazie a te- mi staccai,sentendo lo sguardo di Justin perforarmi. -Così, non vi libererete più di me.-

Sorissi  dolcemente ai miei amici, aprendo anche i loro regali. Boyce mi aveva regalato un pigiamone caldo in pile che avevo visto in un negozio e di cui mi ero subito innamorata, con calzini e coperta intonati. Sapeva bene i miei gusti, il ragazzo. Logan, invece, mi aveva regalato un set da venti tavolette di cioccolata, tutte completamente diverse: dal cioccolato bianco con le nocciole al cioccolato fondente al peperoncino. Mi brillarono gli occhi appena lo vidi, era pure della Swiss Dream, marca che io amavo. Lo abbracciai forte e sorrisi, pigiama caldo e cioccolato erano il mix perfetto per delle serate chiusa a casa a ingrassare.
Nicholas, invece, mi aveva regalato un bracciale sottile e con un ciondolo al centro, contenente due nostre foto. Una di quando eravamo piccoli, una di pochi mesi fa in uno dei periodi non proprio più belli della mia vita. Sul ciondolo, era inciso 'per sempre migliori amici'. Una scritta banale, ma intensa.

-Non lo leverò più- lo abbracciai forte, dandogli un bacio sulla guancia. Era il migliore amico migliore che ci sia. Mi era sempre stato vicino, era sempre pronto ad aiutarmi e a farmi felice. Gli volevo un bene dell'anima, ma davvero.
-Neanch'io- mi fece l'occhiolino, indicando il bracciale che aveva al polso e che gli avevo regalato. -Adesso dobbiamo andare, ci vediamo domani?- annuii.
-Caso mai il pomeriggio facciamo un giro insieme o venite voi qua-
-Perfetto- Logan si alzò dal divano, seguito da Boyce -Poi gi organizziamo-
-A domani ragazzi- li salutai dalla porta con la mano, sorridendo. -Buon Natale-

Sorrisi ancora, per poi chiudermi alle spalle la porta. Morsi il labbro, notando Justin sul divano. Era così bello, sembrava quasi un angelo. Mi avvicinai lentamente, per poi sedermi sulla poltroncina al suo fianco. Cominciai a ispezionare ogni suo centimetro, ogni suo lineamento. Le labbra erano semiaperte, le gote leggermente arrossate, i capelli arruffati, gli occhi incollati al televisore, gli zigomi ben pronunciati. Sembrava fatto di porcellana, quasi non mi sembrava vero. Eppure era lì, era reale. Ed era con me.
Mi fece segno, facendomi spazio,di andare al suo fianco. Mi alzai dalla poltrona e obbedii al suo comando, sedendomi al suo fianco. Un suo braccio si poggiò sulle mie spalle mentre le sue labbra si poggiarono sulla mia fronte. Chiusi gli occhi, sotto a quel tocco tanto casto e desiderato. Poggiai la testa sul suo petto e mi lasciai accarezzare i capelli da quelle mani calde e morbide, stranamente non aveva i cerotti anche se sicuramente aveva qualche taglietto sulle dita a causa dello sfregare troppo le corde della chitarra. Gli diedi un piccolo e tenero bacio sul petto,per poi salire sul collo, sul mento, sulla guancia. Lo sentii irrigidirsi, e mi bloccai anch'io. Mi ero spinta troppo oltre, forse, e lui certamente non voleva questo da me.

-Scusa- sussurrai, mettendomi composta e attirando le ginocchia al petto.
-No,- scosse la testa, prendendomi il viso tra le mani -continua, ti prego- sussurrò a sua volta, chiudendo gli occhi.

Ricominciai a dargli tanti, teneri baci sul collo, sul mento, sulla mascella, sulle gote, sul naso. Ovunque, tranne sulle labbra. Sentii il suo respiro appesantirsi e le sue  mani prendermi violentemente i fianchi. Facendo una paio di mosse alla Jackie Chan, Justin mi portò sulle sue gambe a cavalcioni. Il cuore cominciò a battermi tanto, tanto forte. Prima di dargli un altro bacio sul collo, mi fermai a guardargli gli occhi. Erano luccicanti, riuscivano a brillare nel buio della notte. Poggiai le mie mani tra i suoi capelli, accarezzandoli leggermente. Lui fece lo stesso, accarezzandomi dolcemente il viso e sorridendomi. Chiusi gli occhi, sotto al suo tocco così leggero e delicato. Partì dalla tempia, sfiorò la guancia, le labbra, il collo, il seno.. Una scarica di adrenalina attraversò la mia spina dorsale, facendomi tramare.

-Vuoi un appuntamento al buio?- chiesi ironica, riaprendo gli occhi.
-Sii il mio appuntamento, questa vigilia di Natale- sussurrò, prima di poggiare le sue labbra sulle mie.
 
Be my date this Christmas eve!
Be my holiday, my dream.
Lay your head on me, I got you baby.
Kissing underneath the tree,
I don't need no presents girl, you're everything I need.
Let me give you all of me, here.

Together on this Christmas eve.
Be my Christmas Eve.

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 Maccccccciao!
*chiudegliocchiesinasconde*.
Dopo due anni, sono di nuovo qui. La cosa strana, è che sono passati davvero due anni ahahahah. E quante cose, sono successe in questi due anni.
Prima di raccontarvele, vorrei scusarmi con voi, lettrici che risalgono 'ai tempi di due anni fa'. Sono stata una stupida a non avvertirvi e a farvi promesse che non ho mantenuto. Ma ehi, sono di nuovo qua! E ci terrei a precisare che non vi ho abbandonate per motivi futili.  Praticamente, vi ricordate che nell'ultimo capitolo vi scrissi che avevo comincaito a frequentare un ragazzo? Be', il 22 marzo con quel ragazzo farò due anni. Ho deciso di mettere la mia relazione al primo posto, infatti ho lasciato anche un po' Justin ma adesso sto tornando alle mie vecchie pratiche, piano piano. E non so se sarà un bene, o sarà peggio. Perché le mie 'vecchie pratiche' non sono proprio salutari e la nostra Free ne sa qualcosa.

COMUNQUE!
Sono qui, solo perché una cara ragazza ha risvegliato in me qualcosa. Ho capito che dovevo continuare questa storia e non potevo lasciarvi sulle spine. Ringraziate lei, vecchie lettrici. GRAZIE TESORO!!!
E inoltre, sappiate che d'ora in poi aggiornerò, spero, regolarmente. Vi spiego, non ho ancora internet a casa dato che devo trasferirmi e quindi penso di andare dal mio ragazzo che ha il wiifii, farò quindi del mio meglio.

Nel frattempo, volevo ringraziarti. Sì, proprio a te che adesso stai leggendo. Voglio ringraziarti, sia che tu sia nuova sia che tu sia una vecchia lettrice. Vorrei ringraziarti, perché è anche grazie alla tua visualizzazione che ho la forza di andare avanti e di continuare.

Vi avverto, che già sto scrivendo una nuova storia. E' diversa dalle altre e sono già al capitolo quindi, devo solo rileggerla e rivedere alcune cose!
Dopodiché, appena avrò internet, la pubblicherò con calma.

PARLIAMO DI UNA PICCOLA GRANDE COSA.
Se avete problemi o pensieri di qualsiasi tipo, o se volete solamente scrivermi, questoo è il mio numero --> 3398590877
Scrivetemi quando volete, non esitate a farlo. Io sono pronta ad ascoltarvi.

VORREI, COME SEMPRE, RINGRAZIARE TUTTE COLORO CHE MI HANNO SEGUITO E CHE HANNO CONTINUATO A FARLO.
GRAZIE A CHE HA MESSO LA STORIA TRA LE SEGUITE/RICORDATE/PREFERITE.
GRAZIE A CHI RECENSISCE.
GRAZIE ANCHE A VOI, LETTORI SILENZIOSI. Perché sì, lo so che ci siete.

Much love.

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