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Autore: Cosimo    05/02/2016    0 recensioni
Quando si comincia a vivere, c'imbattiamo in una varietà estesa di esperienze, ma sono sempre poche quelle principali.
Infanzia protetta, adolescenza cruda e piena di cambiamenti, finché si arriva ai primi anni dell'età adulta e succede quel che potrete scoprire nella storia...
Genere: Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Dove mi trovo?

Saranno due giorni che cammino. Dannazione, non mi ricordo la strada di ritorno.

Forse, di qui posso trovare un posto per rifugiarmi questa notte, poi domani con la luce del giorno vedrò meglio la strada.

 

Foglia, foglia, foglia, dove diamine è il cibo? Foglia, rametto, foglia,... rametto?

Foglia, fogliafogliafoflia, sto diventando dislessico.

 

Ecco, qui c'è la porta. Bene, è aperto. Allora, chi è che ha spento la luce qui? Vediamo se si riesce a vedere qualcosa. Qui c'è un muro, questa cosa rotonda dovrebbe essere la ruota di una macchina.

Però, bella grande.

Aspetta, aspetta. Io questo odore lo riconosco. Gatti, blea, sporchi animali. No, alcuni son bravi, altri proprio non si possono vedere e questo ha proprio l'odore di uno di quelli che non si possono vedere.

 

“Ho troppa fame però, a quest'ora mi davano del prosciutto. Ma chi cazzo me lo ha fatto fare.

Però, svegliati all'ora che si alza lui, e mangia all'ora che mangia lui. Poi, per non mancare che torna quando gli pare, lasciandomi qua a casa.

Però mi mancano tutte queste cose. Ma credo che sia giunta l'ora di vivere la mia vita.

Scusami essere umano, mi hai cresciuto, mi hai sfamato, mi hai amato, per questo non ti ho detto addio, perché non l'avrei sopportato. Comunque sia, ora mi trovo in questo accampamento, sporco, sotto una finestra che fa entrare i raggi della luna.

Sai, umano mio, avevi proprio ragione che fuori è rischioso.”

 

 

Quando un cane comincia a pensarla come un essere umano, comincia ad emulare i comportamenti del proprio essere umano. Così che il cane vive la sua infanzia fra l'educazione e la massima attenzione, passa all'adolescenza, così cruda, piena di avversità, piena di cambiamenti. Per poi passare all'età adulta e chiedersi cosa ci faccio qui, in questo mondo. Un mondo così perfetto, così protetto, così tranquillo. Domandarsi, com'è vivere nell'avventura? Come ci si sente essere completamente autosufficienti e cavarsela semplicemente con quello che si ha.

Così, Dog che guardava sempre il suo umano andarsene di casa e tornare quando gli pareva, vide che il cancello era aperto e così colse l'occasione di provare a vivere la fuori, senza sapere cosa andasse in contro.

 

Iniziò tutto quando vidi il cancello aperto. Era una tentazione per me. Non ne potevo fare a meno, un fuoco dentro di me, diceva di andare.

Così, misi una zampa dietro l'altra e mi misi a camminare fuori dal mio solito recinto.

Feci per prima un giro della mia strada, per vedere se fosse tutto tranquillo. Il mio umano era uscito con quella sua cuccia mobile, per chissà dove.

“Bene.” dissi alla visione dalla totale assenza di umani nel perimetro. Mi dirigo verso la strada, merda, ci sono le macchina. Dunque aspetto ad attraversare. Mi metto a pensare all'umano come faceva ogni volta. Dunque, guardava un po' di qua, e un po' di la.

Faccio per avanzare e sento suonare una di quelle cucce mobili, sobbalzo all'indietro e sento qualcuno che mi tocca. Faccio per scappare e m'imbatto sulle gambe di un altro essere umano. Dannazione, sono circondato.

“Oddio no, lasciami giù!” esclamai, provando a morderla sulle mani. Poi vidi il suo sguardo, sembrava pacifica, pensai. Solamente che non mi fece più scendere e mi portò con lei.

“Cominciamo bene!” dissi.

Ho urlato per tutto il tragitto, mentre loro mi dicevano di stare zitto e con le mani facevano strani movimenti. Ma ti devo dire io dove le devi mettere queste mani? Dissi a quell'essere coi peli lungi sulla testa. Lei s'indietreggiò e poi mi fece una carezza.

Brava! Ecco, hai capito bene.

 

Arrivammo in questa casa, parecchio grande. Notai subito il cane che era nella casa a fianco. Era brutto, con na cattiveria poi. Mi misero finalmente con le zampe a terra. Andai ad infilarmi in un primo posto che apparentemente sembrava sicuro.

Li fissavo, questi sporchi sequestratori, mentre loro dicevano di stare tranquillo.

Io mi chiamo Dog, mica un cane qualsiasi. Gli dicevo, ma loro non ne volevano sapere. Mi circondarono nuovamente, ma questa volta erano solo in due. M'alzarono il tetto dell'unico rifugio più sicuro e mi catturarono di nuovo. Mi fecero delle foto di riconoscimento. Io con me non avevo nessun documento, così non poterono riconoscermi. Però mi chiamarono Pinco. Ma che razza di nome è Pinco? Mi domandavo, puoi chiamare un cane come me, Pinco? Dopodiché mi portarono dentro ad una cucina e mi diedero da mangiare del pane secco.

No, io non lo mangio. Voi mi volete far ingrassare e mangiare. Gli urlavo.

E poi perché non mi piace.

Mi voltai e me ne andai dentro ad una grotta di legno.

Me ne stetti lì finché non scese la notte. Tutto buio, tutto tranquillo. Cominciai ad ispezionare l'edificio cercando di fare il meno rumore possibile.

Dannazione, era tutto chiuso. Dovetti mettermi d'inventiva.

La porta è troppo alta e poi l'avranno chiusa con la chiave. Quella finestra... no, non so come salirci, non come invece quell'altra finestra che c'è il divano che mi fa da scaletta.

Bene, aggiudicato.

M'arrampicai e a stento arrivai anche alla maniglia.

Feci per aprirla, ma feci anche un rumore pazzesco. Non mi fermai, non appena son riuscito a girarla tutta l'ho tirata e sono uscito.

C'è un problema. Come scendo ora? Mi domandai non appena m'affacciai.

Nel frattempo stava scendendo dal piano di sotto uno di loro.

Saltai. Saltai ad occhi chiusi e caddi su una montagna di foglie. “Va che culo!” esclamai.

Partii per sfuggire dalle grinfie di loro, ma ero nuovamente con il rompicapo di come uscire da un recinto. Dove mi trovo? Pensai.

Saranno due giorni che non vedo nulla di famigliare. Dannazione, non mi ricordo la strada di ritorno. Forse, di qui posso trovare un posto per rifugiarmi questa notte, poi domani con la luce del giorno vedrò meglio la strada.

Foglia, foglia, foglia, dove diamine è il cibo? Foglia, rametto, foglia,... rametto?

Foglia, fogliafogliafoflia, sto diventando pazzo.

Prima che uscissero, trovai un buco sotto una rete e ci passai a stento, ma ce la feci.

Era tutto buio, ma non era affatto tranquilla la zona. Era tutto molto ombroso, con qualche spiraglio di luce che la luna mi donava.

Mi girai e vidi le sue fauci sorridermi, due rossi occhi assetati di sangue, feci solamente in tempo a deglutire per poi scappare da dove ero arrivato.

Me la cavai, ma sfortunatamente ritornò di nuovo lei. Dannazione, mi aveva di nuovo catturato.

Ritornai di nuovo dentro a quella casa. Mi diedero un piatto con del latte, ma sta volta lo bevvi. Avevo troppa fame.

 

Mi sedetti dentro alla mia grotta e mi misi a riflettere tutta la notte a come poter uscire da lì. Poi pensai anche, “Ho troppa fame però, a quest'ora mi davano del prosciutto. Ma chi cazzo me lo ha fatto fare.

Però, svegliati all'ora che si alza lui, e mangia all'ora che mangia lui. Poi, per non mancare che torna quando gli pare, lasciandomi qua a casa da solo.

Però mi mancano tutte queste cose. Ma credo che sia giunta l'ora di vivere la mia vita.

Scusami essere umano, mi hai cresciuto, mi hai sfamato, mi hai amato, per questo non ti ho detto addio, perché non l'avrei sopportato. Comunque sia, ora mi trovo in questo accampamento, sporco, sotto una finestra che fa entrare i raggi della luna.

Sai, umano mio, avevi proprio ragione che fuori è rischioso. Ci sono queste fottute macchina che sfrecciano senza alcun ritegno. Che razza di barbari.

Ora è meglio che mi metta a dormire, che domani ho una lunga giornata.”

 

Nel frattempo...

 

Il suo umano stava cercando il suo cane. Egli, non appena seppe la notizia, tornò a casa e si mise a perlustrare tutta la zona vicina.

Erano le cinque e mezza quando Hank venne a sapere cosa fosse successo, e da quell'ora aveva oramai setacciato tutte le strade senza avere la minima notizia di Dog.

Hank si mise in viaggio per andare a vedere nei veterinari più vicini se l'avessero visto, ma nulla da fare. Non si seppe nulla. Così gli venne in mente che di fianco casa sua c'era la scuola dotata di telecamere. Così corse per tornare indietro. Rischiò due multe e la vita per un sorpasso molto azzardato, ma comunque, tornò sano e salvo a casa e andò a cercare il direttore della scuola.

Si mise a raccontare tutta la storie e il direttore inerme, provò a telefonare al figlio, siccome che con i computer, non avevano molta familiarità, ma il tutto si rimandò al giorno dopo che avrebbero chiamato il tecnico.

Hank tornò a casa, verso la sera. Ormai era tutto buio e pensava a dove si fosse cacciata.

 

Arrivò il giorno dopo, Hank si svegliò presto per andarlo ancora a cercare.

Come prima cosa andò al canile più vicino a domandare se l'avessero visto, ma scoprì che il paese dove abita lui, non mandava i cani in quel canile. Così si fece dire dove andare, li passarono dei numeri telefonici. Li telefonò a tutti. Ma nessuno sapeva qualcosa. Poi si costruì su un foglio, uno schema con tutti i veterinari e canili intorno alla sua zona. Così uno per uno se li passò tutti.

Poi, un canile, disse di andare dal comune del paese e chiedere se magari sapevano qualcosa. Così tornò a massima velocità per non rischiare che trovasse il comune chiuso e parcheggiò senza alcun ritegno dentro al comune su un parcheggio privato. Gli chiesero di levarla, ma lui riuscì ad estorcere due minuti di tolleranza. Salì e domandò ad un addetto ciò che voleva sapere. Lui lo portò direttamente dal sindaco che molto diligentemente gli indicò di andare alla polizia municipale a sporgere denuncia, così che le ricerca si sarebbero divulgate più su larga scala.

Fece così, andò da loro e non appena disse, “Salve, vorrei sporgere denuncia per smarrimento del mio cane.” l'agente rispose, che la mattina stessa, avevano denunciato il ritrovamento di un cane.

L'agente mise d'accordo Hank e chi l'aveva trovato per il pomeriggio alle tre a casa sua.

 

Mentre nella vita da quadrupede, succedeva che...

 

Allora, forbito di un essere umano, inanzi tutto, cosa vuoi dalla mia vita? Poi, io devo tornare al mio cammino. Non posso fermarmi. Perché non troviamo un accordo così che io possa uscire? Ovviamente, sano e salvo. Eh?

 

Nulla, tentavo in tutti i modi per uscire, ma loro erano, oltre che più grossi di me, erano anche in di più. Non mi fecero del male, ma non mi sentivo affatto al sicuro.

Ad un certo punto sentii una canzoncina interrotta dal “Pronto” dell'essere umano.

Non sentii bene cosa diceva, c'erano gli altri due che farfugliavano cose senza senso.

Poi, arrivò di nuovo lei, con un aggeggio in mano.

“Erano i poliziotti, dicono che hanno trovato il padrone del cane.”

“Allora, inanzi tutto, lui non è il mio padrone, ma ben si, il mio umano, secondo, questo cosa vuol dire?” Cominciai a farmi delle domande, se fosse giusto quello che avevo fatto, il mio umano mi sta cercando, sarà preoccupatissimo. Poi se lo conosco bene, non si fermerà affatto finché non mi avrà trovato.

Si, ero malinconico. Il folle pensiero di avventuriero solitario, stava svanendo. Infondo Hank mi porta spesso con lui.

Posso avventurarmi con lui.

Devo assolutamente uscire di qui e tornare a casa.

Cominciai a correre, riuscii a passare sotto le gambe di tutti e fuggire tramite la porta aperta. Finalmente c'era della luce, così vidi subito una scappatoia, ma dovevo attraversare la casa del pastore.

Non ci pensai troppo, passai sotto la rete, questa volta più lontana dalla sua cuccia e non smisi di correre finché passai sotto un'altra rete, proteggendomi dal quel cane e poter vedere finalmente la strada. Solamente che c'era un'altra rete, questa volta molto, anzi, troppo alta per saltarla e troppo cemento per scavare. Sono in trappola, pensai.

Poi, da lontano sentii il rumore della cuccia mobile di Hank. Non potetti trattenermi da chiamarlo, se pur munito di lacrime. Lui passò oltre, ma si fermò. SI, mi ha sentito! Esclamai. Infatti tornò indietro e venne nella mia direzione.

Saltò quest'alta ringhiera e mi tirò fuori portandomi a casa.

 

Bisogna dire che alcuni esseri, sono davvero speciali. Forse perché sono viventi, rispetto ad altri.

O magari, sono solo esseri che vivono per essere viventi con te.

 

   
 
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