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Autore: Liris    05/02/2016    4 recensioni
Scosse la testa più volte e un ringhio basso fuoriuscì dalla gola, quasi in un impeto di volontà a parlare, a dar aria all'ira per ciò che i suoi occhi avevano visto e tutt'ora stavano guardando, offuscati dal dolore accecante che si irradiò in ogni sua articolazione, facendolo crollare in ginocchio e sputar sangue a terra.
Folle.
Folle e attaccato alla vita.
Ma non la sua.

Quando si fa tutto, pur di salvare ciò che ancora rimane in piedi delle cose a cui teniamo.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Piers Nievans
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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These are the things, the things we lost
These are the things we lost in the fire fire fire


 
Il dolore era quasi insopportabile, bruciante e graffiante, nell'anima corrosa da ciò che aveva preso ad insinuarsi sotto la pelle, fra muscoli e carne, vasi sanguigni e nervi celebrali. Mai aveva reso partecipe la sua mente ad immaginarsi cosa si potesse provare, come potesse essere avvertire l'intero corpo in un dissacrante mutamento indotto da fattori esterni.
Ingoiò a vuoto, saliva ormai assente nella gola arsa da un fuoco disarmante, corrosivo come acido su morbida carne senza difese. Ne era stato testimone, in più di un occasione, non distogliendo lo sguardo da ciò che prendeva passo e cancellava ogni essenza per porne una completamente fuori controllo, deditta solo alla rabbia e all'omicidio.

Se avesse potuto avrebbe graffiato via a sangue quel dolore, dandosi in pasto altro in un circolo vizioso; neanche lui sapeva cosa stava desiderando in quel momento, o pensando lucidamente, perché semplicemente non vi era briciolo di connettività nel fascio di neuroni che correvano rapidi a portar informazioni spezzate e caotiche.
Scosse la testa più volte e un ringhio basso fuoriuscì dalla gola, quasi in un impeto di volontà a parlare, a dar aria all'ira per ciò che i suoi occhi avevano visto e tutt'ora stavano guardando, offuscati dal dolore accecante che si irradiò in ogni sua articolazione, facendolo crollare in ginocchio e sputar sangue a terra.

Folle.
Folle e attaccato alla vita.

Ma non la sua.
La determinazione con cui si era mosso il suo corpo, sospito dal grido dell'anima lacerata dall'angoscia, era stata quasi fuorviante e due volte si era sacrificato.

Due volte aveva scelto di correre su quel filo di rasoio, pronto a cader sulla lama affilata.

La prima quando s'era messo al posto di Chris
La seconda quando aveva strisciato, arrancando come la peggior sottospecie, quasi un esserino morente, fino alla siringa che s'era inniettato in ciò che rimaneva del proprio arto destro.

Folle.
Folle e determinato.

Non c'era altra soluzione per portare a termine quella dannata missione, che sembrava durare da un eternità.
La notte più lunga della sua vita, e forse l'ultima.
Decisamente il finale perfetto di una giovane carriera stroncata non per la cupidigia o per il rimpianto, ma per l'onore che vedeva nel servire una causa superiore.

Arrancando sulle sue stesse gambe tremanti, una volta nuovamente in piedi, portò lo sguardo fisso su quella bestia immonda che aveva deciso di dar loro la caccia fino alla fine dei tempi, mentre intorno il mondo andava a rotoli e l'abisso s'apriva per avvolgerli in spire d'acqua salmastra.
Il caos era immane ma lui sentiva solo il ringhio sommesso del suo partner e quel rondande suono emesso dalla mutazione gigantesca.
E fu elettrica l'aria, composta dal potere nascente insieme a quel dolore insopportabile, che s'espanse per tutto il proprio corpo per poi andare a colpire l'Haos con un impeto d'euforica ira.

Folle.
Folle e innamorato.

Perché poteva crollare quel dannato posto, il mondo andare incontro ad un'apocalisse infinita, ma nessuno poteva anche solo pensare di prendersi la briga di mettere quelle luride zampe addosso a Lui.
Ogni sua azione dimostrava l'affiatamento e l'impegno che metteva giorno dopo giorno al suo fianco, in un silenzio metodico, o in un isubordinazione caotica quando ce n'era bisogno.
Preciso, come solo il miglior tiratore scelto poteva essere, colpì ancora e ancora, nuovamente diede atto alla sua buona stella di aver fatto la cosa giusta ad inniettarsi quella sostanza letale, soprattutto quando il tonfo del corpo di Chris diede segnale che l'Haos aveva lasciato la presa.

Solo quando fu sicuro che il Capitano fosse illeso, poté lasciarsi andare nuovamente in ginocchio, sobbarcato dal peso della mutazione che proseguiva mesta, rendendogli quasi difficile esprimere parola.
Ed era rabbioso quel tono, ma intrinseco di tutta la colpa che si dava per una mossa tanto azzardata, lasciando enormi pause fra una frase e l'altra, non per la presa di coscienza di ciò che poteva dire, ma per ciò che era meglio tener taciuto.

Bastava quella mano sulla spalla, quella fronte contro la sua e la voce che ripeteva costantemente che in qualche maniera, come sempre, sarebbero usciti di lì insieme.
Ed annuì affermativamente con un gesto secco, mentre ingoiava il resto della voce spezzata fin nei più reconditi angoli del suo cuore marcente.

Folle.
Folle e bugiardo.


Perché lui non avrebbe seguito più i suoi passi, in un ennesimo atto d'insubordinazione benevola, conscio dello scorrere del tempo.

E dello scadere dei secondi.
 
Flames – they licked the walls
Tenderly they turned to dust all that I adore





 
Note d'Autrice:
Eccomi qui, ricomparsa dopo un silenzio interminabile e nemmeno nel mio fandom (FMA).
Diciamo che sono in altri lidi per ora, e Resident Evil è uno di questi, mentre ancora sono fresca del 6, giocato grazie al mio compagno, finito e rigiocato in modalità superiore (E' ancora in corso, ma fa male ç_ç soprattutto ora che si sa il finale)
Questa piccola One-shot è uscita di getto, senza pretese, senza un particolare motivo, con tutto il cuore mentre ascoltavo una bellissima canzone (Thing we lost in the fire - Bastille per l'appunto) e non ho potuto pensare che a loro due.
Spero di prender via via piede in questo fandom, cimentandomi soprattutto sulla Nivanfield, quindi non datemi pedate ^^

A presto!
   
 
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