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Autore: _happyworld_    05/02/2016    0 recensioni
Un compleanno un po' speciale per Lok, cinque anni dopo la fine della scuola.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lok Lambert, Sophie Casterwill
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sto correndo. Dopo cinque anni dalla fine della scuola, sto correndo. Corro per arrivare alla fondazione, perché Dante ha detto che c'è una bella sorpresa per me. D'altronde è il mio compleanno... Non appena arrivo vedo mia madre e Katy, la quale è accanto a Den, che le tiene la mano. Subito dopo vedo che tutti stanno guardando una specie di portale, un nodo. Da quel nodo vedo uscire mio padre e una ragazza con i capelli rosa. Mio padre! È vivo! Se non fosse per il colore dei capelli, non degnerei la ragazza di uno sguardo, ma ha i capelli rosa, rosa come quelli di Sophie... Cinque anni fa, in questo stesso giorno. Prima che si tingessero di rosso. Il rosso del suo sangue. E il sale delle mie lacrime. La guardo bene, e vedo che la lunga treccia rosa fa tutto il giro del suo capo, per poi ricadere sul davanti, posandosi sul seno. La vedo venire verso di me, con quella dolce eleganza che solo la mia Sophie poteva avere, e quando me la trovo davanti capisco.lei è la mia Sophie. Cinque anni più dolce. Cinque anni più matura, ma soprattutto cinque anni più bella. E ancora mia. Sophie... Ti amo. Lei mi fissa, per poi avvicinarsi e posare una mano sulla mia guancia. Mi guarda con più dolcezza, e passando mi sussurra: << vieni>>. Non me lo faccio ripetere. La seguo come un cagnolino, attento a non perderla più. La amo. Questo è certezza. voglio che lo sia anche per lei.  Per questo motivo, non appena chiude la porta, chiamo quella tenera principessa, che ha rischiato molto per me. << Sophie >>. Lei si gira e mi guarda, come cinque anni fa. << Lok... >>. Non sento la tipica voce atona di tempo fa... Solo il rimorso per non essere tornata prima. << scusami >> no. << non hai niente di cui scusarti, piccola. >> si sta lentamente avvicinando al letto della mia camera, dove sono seduto io. << odio quando mi chiami piccola, mi fa sentire... Piccola >> << tu lo sai, vero, che sarai sempre la mia piccola, per me? >>  << Lok! >>. Cerca di spingermi giù, con le mani sulle mie spalle, e io, per un po', la lascio fare, ma ad un certo punto le prendo i polsi e la tiro giù, sopra di me. << Lok... Ci sono gli altri... >> perché ho l'impressione che mi legga la mente? << basta che fai silenzio. >> << se aspetti un attimo risolvo anche questo problema... >> lascio che si alzi, e la guardo andare alla porta e chiuderla a chiave. Fa un incantesimo per non far sentire agli altri quello che succede qua dentro. Dopo di che si lascia cadere sul mio petto, delicata come una rosa. È incredibile che, dopo cinque anni, ci conosciamo ancora così bene. E poi dicono che i Casterwill sono solo dei cocciuti. Bugia. << mi sto stufando di fare il materasso, sai, principessa? >> << peccato che io non mi sia stufata di fare il soprammobile... >> << ah, si? >> << si >> << ti faccio vedere io cosa vuol dire fare il materasso! >> << ah! Lok! Torna subito al tuo p-posto... >>. Balbetta. Balbetta perché ho cominciato a baciarla sul collo, ma ancora non ho nemmeno sfiorato le sue labbra. Non posso resistere a lungo se non la bacio subito. Lei sembra leggermi nel pensiero, di nuovo. Mi solleva la testa e mi bacia. Lo desidero da una vita, di poter sentire ancora le sue labbra sulle mie. Pur essendo sotto, sembra che sia lei che comanda, con quello sguardo da cagnolino, con quegli occhi liquidi, da cerbiatto, carichi di desiderio. Senza pensare, comincio a slacciare i lacci che legano la sua canottiera senza spalline, aiutato dal fatto che continua ad inarcare la schiena. Parto dal basso, per darle più tempo per fermarmi, ma lei non lo fa. Le slaccio il penultimo nastro e poi mi blocco, la guardo negli occhi. È bellissima anche così, con il fiatone, il volto rosso e i capelli leggermente arruffati. Dio, quanto è bella! Quando scendo con lo sguardo non posso fare a meno di notare che la canottiera segue magicamente i contorni delle sue curve. Lei, come a farlo apposta mi spinge e si alza in piedi, davanti a me. Non parla, ma so perfettamente cosa vuole, così poso la mano sul bordo dei jeans e la faccio scorrere lungo la spina dorsale, fino al nodo, facendola rabbrividire,e gemere, e lo tiro per slacciarlo. Lei ha la schiena talmente inarcata che il suo seno è schiacciato al mio petto. Con i piedi scalcio via la canottiera a terra, mentre, nello stesso istante mi fiondo sulle sue labbra. Sento le sue mani tremanti, mentre cerca di sbottonare la mia camicia. Credo di aver tolto le mani dal suo corpo solo per lasciare che me la togliesse. Appena libero da quel impiccio la faccio ricadere sul letto, sotto come prima, solo che questa volta non mi faccio comandare da lei. No, principessa, no no no. << perché devi stare sempre sopra tu? Non mi sembra affatto corretto! >> << a me si, principessa >>. Non appena ho finito di dirlo mi fiondo sul suo collo, mentre intanto armeggio con il bottone dei suoi jeans. Mi sta facendo impazzire... E che dovrei essere io a far impazzire lei! Con Sophie non si può mai sapere. Oh, finalmente. Devo ricordarmi di non trovarmi mai in questa situazione quando lei ha i jeans. Per ora il bottone non creerà più problemi. Non resisterò più, quindi... Domanda classica in arrivo! << sei sicura? >>. Per tutta risposta slaccia il bottone dei miei jeans, mentre la lampo sembra automatica. In tempo dieci secondi due paia di pantaloni volano in punti indefiniti della stanza, e rimaniamo letteralmente in mutande, e la cosa non mi dispiacerebbe, se non fosse che il mio sesso sembra volerne uscire. Non ne posso più, e dal suo collo passo sempre più in giù, mentre con le mani le sfilo le mutande. Sento le sue mani nei miei capelli, ma non mi dispiace nemmeno se li tira, mentre la sto penetrando con la lingua. L'unico rumore di sottofondo sono i suoi gemiti e i suoi urletti di piacere. << Lok! >> ho cominciato ad usare le tre dita, e la sento bagnarsi sempre più ogni movimento. È pronta, ma voglio essere sicuro che sia sicura. << sei sicura, Sophie? >> << taci e continua. >> << no, ma stai tranquilla, farò di meglio. >> << mi fai quasi paura >>.  Non rispondo nemmeno, mentre premo le labbra sulle sue e allungo una mano per prendere il portafoglio. Lo apro e prendo velocemente il preservativo, infilandolo altrettanto rapidamente. Nel farlo, non mi stacco dalla bocca di Sophie, ma ora voglio proprio vedere quanto tempo resiste. << chiedimelo tu. >> le dico mentre le torturo il seno. << no >>. Con quel musetto imbronciato sono tentato a cedere, ma non ne ho la minima intenzione. Voglio farla impazzire. Sembra quasi un paradosso, quando sono io il primo ad impazzire, ora, ma devo almeno provare. << mi-mi f-fai impazzire >>. Quelle parole, dette in un gemito, mi fanno quasi sussultare, poiché non me l'aspetto. << c-cosa? >> << mi f-fai impazzire c-così >>. Non posso crederci. L'ha detto. L'ultima cosa che mi potevo aspettare da lei era quella, ma non importa ormai. Importa solo che l'ha detto. La guardo negli occhi, mentre entro in lei. Voglio vedere se le faccio male, ma ad un certo punto la vedo mordersi il labbro, cercando di sopprimere il dolore. A quel punto mi blocco. Non voglio farle male. Aspetto che torni rilassata, mentre sento il suo sangue sul letto. Non mi muovo, ma quando mi guarda con quegli occhioni verdi non posso restare fermo, e continuo ad entrare in lei, ma più lentamente. All'inizio la vedo mordersi il labbro, ma poi vedo che si rilassa, e comincio a muovermi pian piano. Sento che sta ansimando sulla mia bocca, anche se cerca di trattenersi, mentre mi fa quasi male la schiena per colpa delle sue unghie. Non me ne importa. Non me ne importa perché so che è mia. Lo è sempre stata, ma ora ne ho la certezza. Senza nemmeno accorgermi ho accelerato il ritmo e, di riflesso, è accelerato anche il suo ansimare. L'apice ci coglie insieme, impreparati. Mi accascio sopra di lei, sono stremato. Quando esco da lei mi guarda negli occhi, e io mi perdo in quegli oceani verde speranza. Le lenzuola nere nascondono le macchie di sangue, ma sento comunque il bagnato. Lei chiude gli occhi e si accoccola nel mio petto e mi abbraccia. Ricambio e le bacio i capelli, senza dire una parola. << ti amo, Lok. >>. Rischio di non sentirla, ma la sento, riesco a capire quelle parole magiche, mentre sposto il lenzuolo sopra di noi. << non noteranno la nostra assenza? >> << l'incantesimo del silenzio è fatto apposta. >> ora ne ho la certezza. È sempre la stessa furba, geniale, dolce Sophie, solo un po' meno testarda.
   
 
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