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Autore: Morgans    05/02/2016    2 recensioni
Qual'è l'unica malattia i cui tutti si vogliono ammalare? Perchè tutti vogliono essere travolti da "qualcosa" di intenso, struggente, profondo e totale, che ti faccia accelerare i battiti, avere gli occhi languidi e lo stomaco sottosopra. Non sono questi i sintomi di una malattia?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Com’è dolce quella melodia che senti costantemente di sottofondo quando si è innamorati. Ti culla delicatamente quando sei sovrappensiero e il petto è piacevolmente oppresso da un groppo che parte dalla gola per diventare un masso in un punto imprecisato e profondo del tuo spirito. Come se fosse la certezza che dentro al corpo vi sia qualcosa di più perché, nonostante su di esso non vi sia appoggiato niente, la sensazione di oppressione è totale e fastidiosa, nel legare i movimenti con quel caldo sentore che emana: calore che riscalda e offusca, troppo caldo per poter essere definito ancora “tepore” ...

Eppure, quel masso che ti pesa addosso come un macigno, anche se non fosse sigillato sul corpo, me lo legherei stretto e continuerei a tenerlo per il timore che possa sfuggirmi tra le dita in un solo momento di distrazione. Il respiro pesante e irregolare, gli occhi languidi e semiaperti, la mente distante, sono le prove più tangibili di una malattia che come tale mi ha colpita e travolta, piantando in modo stabile il suo germe dentro di me. La cura? Uno strappo netto? Impossibile ormai, se non estirpando anche una parte del mio essere, tanto e tale è la simbiosi che si è venuta a creare tra la malattia e il mio corpo che, assuefatto, non se ne vuole liberare e, mai stanco nel suo delirio febbrile, continua a ricercarla e a legarla più a se, nel vano e futile tentativo di fondersi a lei per sempre.
Se ne può guarire? Certo che si può, come quasi ogni malattia, ma questa lascia cicatrici profonde nell'anima dell'ospite se il distacco, la cura, è troppo repentina e non graduata, perché è la mente, nonostante l'offuscamento, il corpo, che ne riporta gli effetti più palesi, e lo spirito, che maggiormente se ne espone, a voler essere “malati”, totalmente, irrimediabilmente, abbandonando tutto quello che sono stati fino all'ora perché consci che la salute non vale tanto confronto a questa malattia, e mutando si ritrovano e si specchiano, guardando cosa sono diventati con occhi angosciati o orgogliosi.

Perché si vuole essere così malati? Perché è solo in quel momento, quando la malattia ti colpisce per la prima volta e poi arriva fino nel tuo punto più profondo e scoperto che si capisce che vivere, vivere realmente, si può solo con tale malattia... Che sia dovuta a un quadro, a un paesaggio o a qualcosa di vivente, lì e solo lì si impara a conoscere il peso del cuore e a quanto i suoi battiti siano preziosi, perché scandiscono il fortunato tempo di quell'attimo: spesso troppo breve per sino per dire "ancora". E se la causa scatenante la tua malattia si ammala di te, allora potrai dire di essere una persona fortunata perché avrai avuto il privilegio e l'onere di conoscere l'Amore. 



 
Angolo dell'autrice:
ero un pò incerta se pubblicare questa storia, perciò mi farebbe piacere cosa ne pensiate :)
  
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