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Autore: AirDust    06/02/2016    0 recensioni
[The Proposal]
[The Proposal][Storia ispirata al film: Ricatto d'Amore]
Colin Dane è un cinico editore canadese, che lavora per una casa editrice di New York. Conosciuto da tutti nell'ambiente per essere un uomo privo di qualsiasi sentimento, stacanovista e poco incline a stringere rapporti "pacifici" con i suoi colleghi e superiori, si ritroverà ad affrontare una spiacevole situazione, che lo vedrà costretto a lasciare definitivamente il paese, a meno che non riesca a trovare una soluzione. E' qui che entra in gioco Selene Blain, sua assistente da ormai sette anni, che si ritroverà coinvolta in questa faccenda, attraverso un semplice ricatto.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo XIII
Capitolo XIII

~Colin

"Ti divertirai", dicevano.
"E' un bellissimo posto", dicevano.
Niente di più SBAGLIATO. Una bettola! Ecco il luogo in cui Grace ed Elisabeth mi hanno portato. Una squallida, puzzolente e piccola bettola, che loro osano definire il "miglior bar della città". Ma per favore!

«
Adora questo posto!» disse Elisabeth entusiasta nel tono di voce mentre io non potei fare a meno se non assorbirmi quella patetica conversazione, rivolgendo anche lievi sorrisetti tirati. Quel posto era talmente "In", che il cellulare non riusciva nemmeno a prendere. Una bellezza, insomma.
«Non si riesce a lasciarla a casa! Deve venire a tutti i costi, assolutamente!» continuò la mia futura suocera, parlando di...boh, qualcuno. Non mi interessai poi più di tanto, speravo almeno che Dreng, l'ex di Selene presente a sua volta al nostro stesso tavolo, riuscisse in qualche maniera a coinvolgermi, a trascinarmi fuori da quest'orribile situazione in cui io stesso mi ero cacciato; invece lui se la rideva tranquillamente e parlava del più e del meno con Elisabeth e Grace, lasciandomi da solo al mio triste destino. Eppure più lo guardavo e più mi domandavo perché girasse ancora intorno alla famiglia di Selene, nonostante la loro storia fosse finita.
Che c'è, Col? Stai forse diventando geloso?

Geloso? Io? Di quello? Per favore!
No, assolutamente. Non provavo nulla per quel tipo e fortunatamente furono le risate del tavolo a distogliermi da questi strani pensieri, insieme alla stessa Elisabeth, che voltò lo sguardo verso di me. Era una bella donna e in un certo senso riuscivo a capire da chi Selene avesse preso la sua bellezza.
«Io spero che tu sia pronto per la sopresa, Colin!» mi disse, ricercando anche lo sguardo dei presenti al nostro tavolo «Questo è uno dei tesori...più preziosi di Sitka.Vero?»
Non so perché ma l'esitazione nella voce della donna, mi fece rabbrividire lungo la schiena e qualcosa mi disse che dovevo aspettarmi esattamente il contrario di ciò che la mia futura suocera mi aveva appena raccontato. Anche perché non mi sfuggì affatto quel sorrisetto divertito di Dreng, che soffocò dietro ad un "casuale" sorso di birra...
«Te ne renderai conto subito!» esclamò la nonna, ammiccandomi in maniera complice; giusto un attimo prima che le luci del locale si affievolissero.
«Ci siamo! Sta per arrivare la grande sorpresa! Sei pronto?» no, per nulla.
«Aspetta di vedere e capirai!» squittì nuovamente la nonna, prima che un faretto illuminò un punto del palcoscenico in cui era presente una sedia. Fino a qui, nulla di strano ma era il silenzio di attesa tutto attorno a rendermi irrequieto. Non mi piaceva. Non mi piaceva per niente.
Dal silenzio iniziarono a partire dei fischi di incoraggiamento mentre le note di Relax dei Frankie Goes to Hollywood iniziavano a farsi strada nelle casse del locale.
«Vedrai Colin! Ti piacerà da impazzire!!!!» non capivo il perché ma la nonnina era completamente andata e ad una giusta occhiata mi accorsi che nel locale c'erano solamente...uomini.
Aggrottai visibilmente la fronte mentre percepii una mano sulla mia spalla e nel voltarmi vidi Elisabeth in piedi: 
«Accompagno Grace al bagno. Tu goditi lo spettacolo!» mi disse, allontanandosi poco dopo con Grace, lasciandomi praticamente da solo e in compagnia di Dreng. Che situazione imbarazzante.
Avevo bisogno di bere e fortunatamente la birra era proprio lì, davanti a me, anche se era ovvio che necessitavo di qualcosa di più forte ma...la vera batosta arrivò nell'esatto istante in cui, dal palco, sbucò fuori una...donna.
Ma sicuro che sia una donna?
No, non ero affatto sicuro
. Eppure non appena gli altri uomini la videro, un boato di ovazioni e fischi esplose attorno a me, come se davanti a loro fosse comparsa una bellissima modella famosa.
Era vestita con abiti succinti, troppo stretti per il suo corpo formoso. Troppo formoso. Anzi non aveva proprio una forma era un agglomerato di...di...carne flaccida. E a giudicare dal modo in cui Dreng avvicinò la sedia a me, capii che forse avevo esagerato ad esprimere il mio disgusto per la scena.
«Ramona è l'unica ballerina esotica dell'isola.»
Ci credo: si è mangiata tutte le altre...
«Ah, capisco...» soffocai il tutto dietro ad un lungo sorso di birra. No, non potevo resistere. Non riuscivo. Era troppo da sopportare e poi le mosse che faceva non si potevano nemmeno definire dei passi di una qualche danza, e ogni volta che si sedeva su quella sedia, temevo davvero che si frantumasse sotto il suo peso. Stavo male per una sedia. Ecco il livello che avevo raggiunto in quella giornata.
«Ehy, Ramona!» esclamò Dreng, estraendo così il portafoglio e sventolando qualche banconota «Ramona! Vieni qui!»
COSA?!?

Sgranai gli occhi mentre vidi quel donnone avvicinarsi, notando come davvero la gente infilasse dei soldi nell'orlo di quei pantaloni striminziti di pelle che indossava e che a stento la facevano camminare decentemente. Sembrava un salame appena insaccato. Un polpettone. Un grosso prosciutto da appendere.
Ma nonostante facesse davvero fatica a muoversi, riuscì a raggiungere Dreng e a farsi infilare quelle banconote tra l'orlo dei pantaloni e del suo...grasso, che vedevo ondeggiare ad ogni tentativo della donna di emulare delle pose sexy e ammiccanti. Credo che per ogni tentativo di Ramona di apparire sexy, una modella, nel mondo, moriva di atroci agonie.
E mentre il mio cervello elaborava tutte queste teorie, ecco che i miei occhi intercettarono i suoi...l'errore peggiore della mia vita. Mi schioccò un sorrisetto malizioso che non aveva nulla di rassicurante, affatto
«Vieni aquì mio principe sexy!»
Oh, no. Oh no, no, no, no....
Scossi il capo mentre iniziai a ridacchiare nervosamente e a cercare un aiuto da parte di Dreng che assisteva alla scena, ridendo.
Ammettilo fottuto bastardo, che la cosa ti piace. Intanto sono io quello che si sposerà Selene, non tu.
Ah, quindi sei gelo-...Zitta tu, voce interiore!
«No, no, no. Non è necessario. La ringrazio del bel gesto ma io preferisco...stare qui.»
«Su dai! Vieni a ballare!»
«Avanti, Col! Vai!» esclamò Dreng, dandomi anche una generosa pacca sulla spalla, che mi fece appena sbilanciare in avanti ed atterrare tra le curve esageratamente generose di Ramona. Di certo a lei non dispiaceva, io al contrario stavo per...come dire...soffocare.
Recuperai comunque tutto il mio autocontrollo e alla fine seguì Ramona, che ciondolante e barcollante mi condusse sul palcoscenico
«Sottoponiamoci a questa tortura...» brontolai, giusto qualche attimo prima che il donnone mi desse una bella pacca sulle chiappe, per poi farmi letteralmente sedere su quella sedia posta sul palco.
«BALLA PER LUI, RAMONA!»
«SI! FAGLI VEDERE COME SI FA!»

Ed ovviamente la donna non se lo fece ripetere due volte, tant'è che iniziò a sculettare davanti alla mia faccia e a strusciarsi mentre io rimasi pietrificato ed inorridito
«SCULACCIALA!
» gridò qualcuno
«...Che?»
«DALLE UNA SCULACCIATA! AVANTI!»
E nel vedere Ramona porgermi quel grandissimo, enorme posteriore che si ritrovava, insieme ad un sorriso che cercava di essere accattivante ma che al contrario faceva venire i brividi, deglutii e sorrisi in preda al panico
Sai anche tu che devi farlo.
Lo so.
Allora FALLO! Fallo e potrai uscire da qui.
«Se lo faccio mi lasci andare?» chiesi a Ramona, giusto per sicurezza, intercettando quel suo annuire e sculettare a tempo di musica. Mi concessi così un profondo respro dalle narici mentre alzai lentamente la mano destra a mezz'aria e dopo aver chiuso gli occhi, le diedi giusto un colpetto su quella sua natica grassoccia, che tremò visibilmente.
«Va bene. Ok. Grazie. Io esco.» e come un fulmine scesi dal palco e mi diressi alla velocità della luce verso l'uscita del locale.

Era bello, anzi dannatamente bello poter respirare quell'aria fredda e pungente dell'Alaska. Un vero tocca sana dopo tutto quello che era appena successo. Aggrottai la fronte ed osservai la mano con cui avevo appena dato quel leggero schiaffetto al fondoschiena di Ramona, sfregando le dita contro il palmo ed accorgendomi con qualche secondo di ritardo che era unta. Se di sudore o di qualche altra strana sostanza, non volevo di certo saperlo.
Lasciai correre, avvicinandomi così ad una balaustra di legno di quella veranda del locale, che dava direttamente sul lago. Poco dopo venni raggiunto anche da Dreng. Di nuovo.
«Ehy! Sei qui! Va tutto bene?»
Che faccia tosta.
«Oh, bene. Bene...» borbottai, tirando appena su con il naso ed osservando un po' lui e un po' il lago davanti a noi «Cerco di migliorare l'abbronzatura.» una battuta squallida, lo ammetto; ma è stata la prima cosa che mi passò per la testa.
L'uomo ridacchiò:
«Già...I Blane possono risultare ingombranti, a volte»
«Già...» confermai. Aveva ragione, insomma e stranamente la cosa mi fece ridacchiare.
«E' un po' diverso da New York, eh?»
«Sì, un po'. Un po'...» breve pausa «Ci sei mai stato?»
Davanti a quella domanda, Dreng sbuffò e si abbandonò ad una risatina ironica «Oh, no! No, era il sogno di Selene, non il mio.»
«Era una storia seria, eh?» non so che cosa mi spinse a porgergli quella domanda, ma non ci fu astio, collera o gelosia nel modo in cui glielo chiesi. Per una volta ero sinceramente interessato alla risposta. Per una volta ero interessato a conoscere meglio qualcuno, e quel qualcuno era Selene.
Dreng si concesse un profondo respiro dalle narici e dal modo in cui esitò inizialmente a rispondere, capii di aver azzeccato quella che era la risposta
«Ci siamo messi insieme al liceo ed è continuata al college ma...» fece spallucce «...eravamo ragazzi.» mi rivolse un lieve sorriso: un misto tra l'amarezza e la malinconia
«E...avete deciso di lasciarvi perché...?» va bene, lo ammetto: questa domanda me l'ero preparata, visto il brutto scherzo di prima con Ramona.
«Beh, ergh...» vidi un'evidente esitazione nella sua espressione, insieme ad una sorta di imbarazzo ma questo non lo fermò «...La sera prima che ci laureassimo lei...mi chiese di sposarla e mi disse che sarebbe voluta scappare a New York con me...»

Strabuzzai gli occhi e li sgranai davanti a quella confessione: Selene che, in barba ad ogni cliché che si rispetti, chiede la mano di un uomo e gli propone di scappare via con lei. E' qualcosa di così...inaspettato, ma al tempo stesso è decisamente un comportamento da Selene. Non è mai stata una donna ordinaria ed è stato anche per questo motivo che ho deciso di assumerla come mia assistente. Da quando continuò ad aspettarmi giorno e notte fuori dagli uffici della Casa Editrice, in attesa che non la scartassi come già avevo fatto: per due volte. Fu la sua tenacia e la sua testardaggine a colpirmi quel giorno...E anche i giorni successivi.
«Wow...»
«Già: "wow". Sapevo che Selene non era come le altre e...questo mi spaventava.» confessò nuovamente, portandomi ad aggrottare la fronte in maniera istintiva mentre andai ad appoggiare gli avambracci su quella spessa balaustra di legno, sporgendomi leggermente in avanti e ruotando il capo in sua direzione, così da poterlo ascoltare.
Sbuffai appena dalle labbra ed annuii, concordando in pieno con lui
«Sì, Selene è brava in questo: a far crollare le convinzioni delle persone, quelle sbagliate ovviamente.» come le mie. Come il fatto che continuavo a pensare a lei, nonostante non ce ne fosse motivo. O forse si era creato, proprio con tutta questa storia del matrimonio.
Mi concessi un profondo respiro dalle narici, che sbuffai lentamente dalle stesse, continuando:
«Quindi le hai detto di no.»
«E quindi le ho detto di no» confermò Dreng «Non sono mai andato da nessuna parte, questa è casa mia.» sospirò, concedendosi una breve pausa «Ma...comunque...Sei un uomo fortunato. Selene è una donna meravigliosa, cosa che già saprai»
Serrai delicatamente le labbra tra loro e in maniera del tutto istintiva mi ritrovai ad annuire. Ero davvero un uomo fortunato. Nessun'altra donna avrebbe osato così tanto. Nessun'altra avrebbe rischiato tutto per...una semplice promozione, più che meritata tra l'altro, anche se fino a quel momento non ho mai avuto il coraggio di dirlo.
«Sì, sì. E' meravigliosa davvero.»
«Beh, allora...Vi auguro il meglio insieme, ragazzi.»
«Grazie.» aggiunsi appena, rivolgendogli un lieve sorriso mentre sentii una specie di forte fitta alla stomaco. Non riuscivo a capire se era per un qualche senso di colpa, di rimorso, paura o un mix di tutte queste emozioni. L'unica cosa che sapevo era che tutte le mie convinzioni stavano vacillando. Ero davvero pronto? Non per me, ma per Selene. Ero davvero così menefreghista da disinteressarmi di ciò che sarebbe successo se ci avessero scoperto? Se avessero scoperto questa nostra...truffa? Infondo io sarei solamente stato cacciato dal Paese a vita ma lei...lei rischiava di più tra i due, potevo davvero permetterlo?

Dopo altri minuti interminabili, in cui mi costrinsero di nuovo ad osservare Ramona ballerina, finalmente fu il momento di tornare a casa. Stavo attraversando il molo con Elisabeth e Grace, che come al solito chiacchieravano e ridevano tra loro.
«Hai visto che numero?»
«Ohhh, è stato...»
«Spregiudicato! Insomma..» Elisabeth ridacchiò senza trovare inizialmente le parole «...E' stato divertente!» per loro due, sicuramente; per me decisamente meno.
«Oh no...» mormorò infine la mia futura suocera, non appena i suoi occhi intercettarono la figura di Selene, intenta a spaccare la legna con una certa forza. A lei si aggiunse anche Grace ed entrambe assunsero un'espressione preoccupata
«Selene!» la richiamò ad alta voce ma Selene non si voltò «Selene, tesoro! Va tutto bene?» ma la mia Assistente continuava imperterrita a prendere ciocchi di legna e a spaccarli con un'accetta su un grosso ceppo, impiegando anche una certa forza. Era chiaro che si stesse lettarlmente sfogando...
«Che...Che cosa sta facendo?» chiesi, aggrottando appena la fronte e riparandomi gli occhi con una mano, a causa di quel maledetto sole che in quel periodo dell'anno non tramontava mai
«Oh, eh...Sarà successo qualcosa...» mormorò Grace, cercando un mio braccio «E' meglio lasciarla da sola. Vieni, tesoro.» e con un leggero strattone, mi invitò a proseguire e a muovermi in direzione della casa, che raggiunsi sebbene continuai a guardare Selene fino a quando non svanì completamente dalla mia vista.
Una volta entrato in casa, la situazione non migliorò, visto che prontamente Elisabeth si mosse verso il salotto in cui era presente Bob, intento a guardare la televisione, comodamente seduto su un divano di pelle insieme a Kevin, il cagnolino. La donna afferrò il telecomando e dopo aver spento la tv si piazzò proprio davanti a lui
«Ehy, ehy, ehy! Che stai facendo?»
«Perché Selene è tutta impegnata là fuori a spaccare legna?»
«Forse vuole fare scorta per l'inverno...» ahia, non avevo molta simpatia per quell'uomo ma ammettiamolo: quella non era esattamente la risposta più corretta da dare. Tuttavia decisi che non era il caso di fare il terzo in comodo: «Emh..Io sono un po' stanco.Vado di sopra a fare una doccia per togliermi di dosso il grasso...dell'olio di Ramona.» salvato in corner, Colin.
«Certo.» mi disse Elisabeth, sforzandosi di sorridere, sebbene compresi che la situazione era alquanto tesa.
«E' stata una bella giornata, comunque. Grazie.» aggiunsi del tutto sincero, rivolgendo un sorriso morbido alla donna ed un cenno del capo in direzione di Bob, che nel frattempo fece scendere il cane dal divano. Io al contrario mi mossi in direzione delle scale ma con una certa lentezza, perché infondo ero incuriosito dai motivi di quella discussione
«Che cosa le hai fatto?» riprese Elisabeth, inviperita
«Non le ho fatto niente. Insomma...» Bob esitò «...Abbiamo solo parlato con franchezza dei suoi progetti futuri..»
«Tsk, come no! Ma che bella idea! Che bella idea, Bob!» riprese ironicamente e sarcasticamente la donna «Così non metterà più piede in questa casa! Selene è mia figlia. E io riesco a vederla soltanto una volta all'anno se va bene, e questo per colpa tua! Solo per colpa tua!»
Bau!
Sussultai per la sopresa non appena Kevin mi raggiunse al limitare delle scale, dove ancora potevo sentire i discorsi di Elisabeth e Bob. In un primo momento lo ignorai
«Mi sono stancata, Bob!»
Bau!Bau!Bau!
«Shhhhhh!» sibilai in un tono di voce basso, così da non farmi sentire dai due, continuando ad origliare
«...Quindi vedi appoggiare questo matrimonio con Colin»
Bau!Bau!Bau!
«Shhhhhh, zitto...!»
Bau! Bau!
«...E non discutiamone più.
»
E io decisi di non ascoltare più, visto che la piccola palla di pelo bianca aveva deciso di farmi da spia.
«Dovevo lasciarti in pasto all'aquila...» borbottai, salendo le scale a due a due così da poter raggiungere la camera e farmi filamente una bella doccia rilassante. Seguito da Kevin, purtroppo.
   
 
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