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Autore: SessoeSentimento    07/02/2016    1 recensioni
Un tempo si andava spesso per posti lontani .....
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Spesso si andava per posti lontani. A volte si partiva col sole di inverno: tanto freddo ma quanto caldo dentro. A volte si partiva anche con il tempo brutto: cielo grigio e cupo, nebbia, pioggia e vento. O peggio ....Ma sempre tanta allegria ed incoscienza. .... Come quel memorabile viaggio di Natale a 25 gradi sotto 0. Alla frontiera italiana ci dissero che avremmo trovato bloccata la strada per Dolby Kubin e Martin. Ricordo che lungo l'altra via incrociavamo auto uscite fuori strada. Nella grigia città di Hamsik, alla mitica stazione di servizio il termometro segnava 25 gradi sotto 0. Acqua calda per l'eroica Fiesta coi vetri ghiacciati e tergicristalli fuori uso. La pipì ghiacciava all'istante. E allora fu un piacere veder arrivare anche la vettura con la famiglia polacca ed il siciliano conosciuti all'ultimo autogrill italiano. Proseguimmo il viaggio insieme a loro a 60 Km all'ora sfruttando, per visuale, un piccolo cerchietto ricavato nel ghiaccio sul parabrezza. Riposammo nel ghiaccio presso l'ultima pompa di benzina a 5 km al confine. All'alba, i compagni di viaggio ci abbandonarono alla dogana di Barwinek dove l'ultima doganiera comunista ci aveva bloccato per via della carta verde. Altre due ore al gelo per aspettare l'apertura dell'ufficio salvo poi corrompere la rigida ufficiale con sapienti complimenti. Passata la frontiera senza il solito brindisi e neanche un caffè, ai nostri occhi stanchi si presentò un panorama mozzafiato:una immensa distesa bianca che ci sembrava scendere al paradiso. Conservo ancora le foto della mitica Ford Fiesta verde contrasto in un deserto bianco. Certo che allora non potevamo mai immaginare che, dieci anni dopo, uno di noi due avrebbe incrociato parte del suo destino in una casa isolata nel bosco proprio lì a ridosso di quella frontiera. Di quell'insolito Natale ricordo ancora, tra l'altro, il cenone di campagna con l'usanza di assaggiare le zuppe tutti dallo stesso piatto; le facce rosse dei vecchi e dei bambini, la pace surreale, la Messa della Vigilia di Natale e il mio Padre Nostro recitato in italiano, le strade buie con milioni di stelle, le mani gelate, le risate, i vetri appannati della discoteca, i riscaldamenti nelle mattonelle, la vodka ed i granai, le cugine e le nipoti e, naturalmente, Zagloba, una sorta di rifugio per viaggiatori. Al ritorno fu come viaggiare su un tappeto di velluto...Già alla frontiera di Trestena, al solito restauracia Ambra (abbondanti cotolette di pollo con patatine e insalate varie a solo 5000 mila lire), dal metro e mezzo di soffice neve depositata sui tavoli all'esterno ci accorgemmo che la temperatura era salita a 3 gradi sotto 0. Se ne accorse anche la Fiesta che tornò a rinascere: non le parve vero vedere di nuovo spruzzare l'acqua sul parabrezza. Giuro che la vidi sorridere quando fiera e raggiante fece sentire battere forte il suo motore. Risalendo i boschi illuminati dalla luna, salutava coi tergicristalli la neve soffice che cadea abbondante; e, senza catene, a velocità elevata risaliva sicura la strada innevata cosparsa di sale. Ad Ostraka, ci concedemmo il bellissimo ed emozionante lusso di prenotare una stanza nell'albergo delle streghe (appena 20000 lire) con vista sul fiume ed un castello favoloso. E affinchè il sonno vincesse la paura ma anche per il vizio tutto mio di vivere fino all'ultima goccia, ci spingemmo a sprecare le ultime energie nella magica Dolby Kubin. Lì in un ristorante, "Rosso relativo" di Tiziano Ferro ci riportò a casa insieme ad un bel piatto di maccheroni. Nella discoteca ricavata in una grotta, le bionde maggiorate del posto ballavano in canotte sexi che avrebbero fatto tornare di colpo l'estate se non fosse stato per i vetri appannati dal contrasto. Descrivere il panorama e i luoghi che vedemmo al mattino mi riesce davvero difficile: distese infinite, ruscelli gelidi e fiumi, montagne di abeti bianchi che in estate avrei rivisto ricoperte di verde mozzafiato come la nostra FiestA. L'eco solitario faceva impallidire perfino la leggenda di Mautoa. Bisognava ripartire per non mancare all'appuntamento con l'ultimo Capodanno della mitica lira. Ma il viaggio ci avrebbe riservato altre sorprese. Breve tappa nella gelida Zilina a vedere il gigantesco albero di Natale. E poi serata fuori programma a Bratislava passeggiando tra le terrazze di musica slava. Alla frontiera, non poteva mancare il caffè al solito bar che affacciava di fronte ai palazzoni della 167 slovacca. Vienna...sospesa.. cancellaci la frontiera.... Già visitata in altre occasioni, ci parve bellissima sotto Natale. E ci ubriacammo con patate e castagne al forno. Ci aspettava il Bel Paese che ci diede il caloroso benvenuti, sia pure stavolta tra le Alpi Adrie. A Roncobilaccio ci venne sonno al solito autogrill. Era il 31 dicembre. Al risveglio ripartenza verso casa per l'ultimo dell'anno e per l'ultimo Capodanno della mitica Lira...Ma anche di mio padre. 11 dicembre 2014 Da "Appunti di viaggio" Guido
   
 
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