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Autore: Illidan    07/02/2016    4 recensioni
-O la borsa o la vita!- gridò il brigante. Ma non sapeva di essersi scelto male la sua vittima: infatti era un filosofo! Brevi storielle dove un povero brigante si trova a fronteggiare di volta in volta i maggiori esponenti del pensiero filosofico occidentale. Nota: ho deciso di aggiungere i filosofi antichi, quindi tutti i nuovi capitoli postati saranno messi prima dei precedenti.
Genere: Comico, Commedia, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno Diogene stava seduto di fronte alla sua botte, alla luce del caldo sole mattutino.
Un brigante svoltò l’angolo della strada ed esclamò:- O la borsa o…- Ma si fermò nel vedere che la sua vittima era un vecchio uomo dalla barba selvaggia e pochi capelli in testa che giaceva a terra, coperto di miserabili stracci, davanti ad una botte logora che probabilmente fungeva da rifugio per la notte.
-No, dai, non sono ridotto così male da rapinare i barboni…- disse fra sé e sé il brigante abbassando la spada. Il filosofo lo guardò distrattamente e con un minimo di disappunto: l’ombra del malfattore lo copriva quasi interamente.
-Anzi, mio pover’uomo, forse hai bisogno di qualche soldo, o di cibo. Posso fare qualcosa per te?- domandò il brigante al vecchio, frugandosi nelle tasche, come per cercare i suoi pochi risparmi.
-Sì: spostati un po’, mi pari la luce del sole.- rispose calmo il filosofo, per quanto fosse un po’ infastidito dalla conversazione impostagli. Il brigante guardò perplesso Diogene, e fece piano due passi di lato, continuando a osservare il suo interlocutore con curiosità.
-Non capisco, vivi per terra, in una botte, senza neanche una ciotola per l’acqua, come un cane, anzi, peggio, poiché un cane avrebbe accettato un’offerta di cibo… Pensi forse che in realtà non serva nessuna delle comodità e dei beni di cui ci circondiamo per vivere? Mah!- In quel momento le riflessioni del brigante furono interrotte dal suono di passi nella via dalla quale questi era giunto. Pensò allora di rifarsi derubando il gruppetto di sventurati che stava per girare l’angolo. Si appostò presso il muro, mentre Diogene gli lanciava un’occhiata indifferente.
-O la borsa o la…- ma il grido morì nuovamente in gola al brigante nel momento in cui si trovò di fronte Alessandro Magno circondato dai suoi generali e soldati della scorta, i quali prontamente circondarono lo sventurato.
-Miserabile pezzente, volevi attentare alla vita del nostro sovrano?- esclamò il capo delle guardie sguainando la spada. Il brigante lasciò subito cadere la sua.
-Io? No, assolutamente… era solo uno scherzo, cercavo di far ridere quel povero barbone lì per terra…- farfugliò disperato indicando Diogene. Alessandro si accorse quindi del vecchio e disse:- Dunque questi è il famoso filosofo di Corinto.- E si pose davanti a Diogene che stava osservando la scena impassibile. Il brigante approfittò di un momento di distrazione delle guardie per fuggire a gambe levate. I soldati fecero per inseguirlo, ma il loro re li richiamò.
-Lasciate perdere: quel criminale non è chiaramente una reale minaccia, anzi sembra perseguitato dal capriccio di un dio malevolo.- e queste parole furono seguite da un mormorio di approvazione ed elogi per la magnanimità del sovrano da parte dei generali. –Inoltre voglio conferire in pace con quest’uomo sapiente.-
Diogene allora ricambiò il suo sguardo, ma durante tutta la scena un solo pensiero era passato per la sua mente:“Oggi proprio tutti vogliono pararmi la luce del sole!”. 
   
 
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