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Autore: lunarfield    07/02/2016    4 recensioni
[Jhin] Con passo deliberatamente lento e misurato, l'uomo si avvicina allo specchio dal vetro infranto: il suo volto è coperto da una maschera. Accenna un inchino e si schiarisce la voce, mentre la melodia dell'opera lirica si fa più incalzante. [...] ...le sue mani appena fremono dall'eccitazione e a stento tengono fermo lo strumento col quale, tra qualche secondo, ucciderà.
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Plic, plic, plic.
Il cielo piange lacrime di piombo.
Plic, plic, plic.
Una dopo l'altra vanno a morire sui vetri sporchi, opachi, delle finestre dell'attico.
Plic, plic, plic.
Il loro suono scandisce il tempo con ritmo incessante, scostante.
Nella stanza, la loro ombra proiettata dalla luce lunare si va a confondere col sangue incrostato e scuro che, a macchie irregolari, si nasconde sui morbidi tappeti che coprono malamente le assi di legno marcio del pavimento.
Il fumo delle candele, la cui fiamma lentamente consuma tutta la cera, impregna l'aria di un odore nauseabondo, troppo forte per l'angusto attico; altrettanto pungente e opprimente è la fragranza dei petali di rose fresche ammucchiati sul polveroso parquet.
Da qualche piano più in basso dell'attico, attutita come se fosse parte di un lontano sogno effimero, proviene la dolce melodia di un'opera lirica estremamente famosa.
- Nessun dorma... nessun dorma... - canticchia l'uomo seduto sull'unica poltrona della mansarda, lo sguardo fisso sull'orologio appeso al muro. Sono le 23:40.
- Tu pure, o principessa... -, con un movimento veloce fa ruotare l'oggetto che tiene nella mano sinistra, - nella tua fredda stanza... -, lo passa alla destra e infine lo poggia sul basso tavolino accanto alla poltrona di velluto. Alla luce delle candele la sua superficie di metallo luccica come un diamante: è un proiettile grande quanto un pugno. Accanto a questo, allineati sul piano di legno, ve ne sono altri tre.
Sono passati due minuti.
L'uomo si alza, facendo scricchiolare le assi del pavimento sotto il peso dei suoi stivali metallici color bronzo, e si dirige alla finestra.
- Guardi le stelle, che tremano d'amore e di speranza... -
Il viale deserto, sotto il suo sguardo attento, è illuminato dalla luce della Luna e da quella più fioca delle stelle.
Ancora un minuto.
Con passo deliberatamente lento e misurato, l'uomo si avvicina allo specchio dal vetro infranto: il suo volto è coperto da una maschera. Accenna un inchino e si schiarisce la voce, mentre la melodia dell'opera lirica si fa più incalzante.
- Ma il mio mistero è chiuso in me! Il nome mio nessun saprà, no, no... - Il tempo è giunto. La strada sotto l'attico si riempie di voci concitate ed elettrizzate: "lo spettacolo è stato fantastico", "il suo etwahl emette pura poesia", "non ho mai sentito un'esibizione così perfettamente curata".
L'uomo, accanto al tavolino, raccoglie i proiettili e con una manovra rapidissima assembla le due parti di un fucile dalla canna lunga. - ...sulla tua bocca lo dirò, quando la luce splenderà! Ed il mio bacio scioglierà il silenzio che ti fa mia. - Con molta calma si dirige alla finestra, spalancandola. Un brivido gli scorre lungo la schiena mentre si mette in posizione: l'occhio è puntato nel mirino, le sue mani appena fremono dall'eccitazione e a stento tengono fermo lo strumento col quale, tra qualche secondo, ucciderà. Attende.
Dopo qualche secondo che pare eternità, una fanciulla esce dal teatro nel quale si è appena esibita. Le persone l'accerchiano, si congratulano con sorrisi e parole. L'impazienza dell'uomo sta diventando intollerabile, ma ancora aspetta. Non è giunto il momento.
- Dilegua, o notte! Tramontate, stelle! - Il dito scorre sul grilletto, la folla si dilegua e la ragazza si fa più vicina.
- All'alba vincerò... vincerò... - Il ritmo della melodia aumenta di pari passo col battito del suo cuore e, nel secondo prima di sparare, tutto si cristallizza.
-... VINCERO'!- Il colpo che parte è fulmineo, accarezza l'aria fredda della notte con un sibilo lacerante... ed infine si conficca nella pelle candida e morbida del collo della fanciulla con tempismo e precisione perfetti.
Il suono della tenera carne dilaniata e delle urla spaventate, pura poesia per l'uomo che adesso si ritira nuovamente nell'ombra dell'attico, riecheggiano nella strada nell'esatto momento in cui le campane suonano con rintocchi cupi e mesti.

Mezzanotte.

  
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