XVIII
Capitolo
Sentimenti
Profondi
Era stata una
strana nottata, quella trascorsa
dall’Ammiraglio Jamie Framer.
Il suo
animo era agitato da mille preoccupazioni, la prima in assoluto era per
sua
moglie Clairette ed il figlio, che sicuramente era nato. Si augurava che
tutto
fosse andato per il meglio ma, il fatto di essere lontano, rinfocolava
la sua
preoccupazione per ciò che ignorava, degli eventi e gettava
altra legna sul
fuoco del senso di colpa, che provava nei confronti della sua amata
sposa.
Sapeva che Clairette fosse una donna piena di risorse e molto esperta in
materia di
gravidanza e parto, aveva spesso aiutato altre donne a partorire e
aveva amiche
che si sarebbero preso cura di lei, con affetto e attenzione, ma questo
non
bastava ad alleviare la sua ansia. Il più grande desiderio
di Jamie, in quel
momento, era che la missione di caccia, al pirata Captain Hook,
terminasse
quanto prima, per poter tornarsene a Glasgow dalla sua famigliola.
Voleva
conoscere suo figlio, tenerlo tra le braccia, assicurarsi che lui e
Clairette
stessero bene e garantire a tutti e due la sua protezione ed il suo
amore.
Quanto desiderava riabbracciare sua moglie! Baciare la sua fronte e
ringraziarla della gioia che ogni giorno della sua vita gli regalava.
La gioia
più grande, ora, era proprio il piccolino che immaginava di
tenere tra le mani
e alzare al cielo, rendendo grazie a Dio.
Quella notte era
stata per lui piuttosto agitata, gli
sembrava di non aver dormito, anzi di aver avuto fasi di dormiveglia,
inframmezzate da una miriade di immagini, che si erano rincorse e
spesso accavallate.
Volti conosciuti, alcuni molto amati, vicende vissute ed altre
desiderate,
avevano fatto parte del contenuto onirico di quella nottata. Momenti di
gioia
alternati ad altri tragici, l’amore, l’amicizia,
l’odio, il rancore, la
sofferenza, la disperazione e la speranza … Sentimenti
rivissuti tutti in poche
ore notturne a rigirarsi sulla cuccetta, della sua afosa cabina, da
Ammiraglio
della Regia Marina Inglese. Si era, infine, destato alle prime luci
dell’alba,
sentendo finalmente un po’ di fresco sul suo muscoloso e
atletico corpo nudo.
Si era alzato, con la netta consapevolezza che il suo obiettivo era
ormai a due
passi da lui. Una sorta di animalesca euforia aveva invaso il suo
essere. La
sensazione adrenalinica, tipica del senso di sfida, lo stava animando e
si
rifletteva, in parte, sulla sua vistosa erezione.
Dalla brocca,
versò dell’acqua nella bacinella di peltro e,
velocemente, si sciacquò via il sudore notturno.
Indossò la sua divisa da
Ammiraglio e si diresse sul castello di poppa. A volte, era una
sofferenza
indossare quella divisa e non poter sentire la libertà del
proprio corpo,
troppo coperto, sotto il sole di giugno.
Da quando erano
passati al largo di Storybrook, gli Alisei li
avevano onorati del loro benestare e l’abbrivio, del vascello
da guerra, aveva
fatto sì che le onde fossero infrante con
un’ottimale velocità. Anche in questo
momento il vento era in poppa e le rande ne erano gonfie. Certo se la
nave che
inseguivano, la famigerata Jolly Roger, al comando di Hook, stava
ricevendo lo
stesso favore dei venti, avrebbero avuto ancora un
bell’inseguire! Ma non era
detto che il fortunato pirata, fino ad allora lo era stato, continuasse
ad
essere baciato dalla dea bendata!
L’Ammiraglio
guardò l’orizzonte con i suoi occhi
grigio-verdi. A volte quegli occhi sembravano gelare chi incontrava il
suo
sguardo, altre volte, per chi lo conosceva bene, sembravano la
trasparente
lastra di ghiaccio su un lago, che nascondeva, al di sotto, un
incantato mondo
sommerso, fatto di bellezza e bontà. Non era facile capire
quell’uomo, era
riuscito a crearsi una tale corazza,
che
nessuno poteva penetrare, se lui stesso non voleva. Sapeva nascondere
magistralmente, dietro di essa, i sentimenti ed anche Bill
O’Brian, che lo conosceva
da anni, spesso restava dubbioso su ciò che passava,
veramente, nella mente e
nel cuore del suo amico e Ammiraglio. L’unica cosa che Bill
aveva capito a
fondo, era che Jamie, qualsiasi sentimento vivesse, si trattasse di
amore o di
odio, lo viveva in modo profondamente viscerale. Nonostante
l’apparente
freddezza, era in realtà un uomo passionale. Solo un altro
uomo era riuscito a
conoscerlo nell’anima e sapeva interpretare
l’espressione impenetrabile del suo
viso, il suo migliore amico, ma non era lì, non
c’era più da anni!
Il Capitano
O’Brian trovò il suo Ammiraglio dove aveva
immaginato, il punto più alto del ponte di coperta, il
castello o cassero di
poppa. Controllava la direzione del vento. Bill aveva portato il
sestante con
sé.
–
Credo che neppure servirà il sestante Bill, stiamo andando
lisci come l’olio. Una splendida mattinata e ti confesso che
ho la sensazione
che presto avvisteremo la nave!
– Si,
è vero Jamie, il vento è perfetto e non siamo
fuori
rotta.
–
Bene! Ordina pure il
cambio alla vedetta e al timone, dopo eseguiremo una simulata di
attacco.
Voglio che tutti siano pronti per armare i cannoni e fare fuoco.
Bill
O’ Brian eseguì gli ordini, non era necessario che
l’Ammiraglio gli ricordasse ciò che, di prassi,
faceva quotidianamente e si
sorprese a vederlo così determinato. Sembrava non vedere
l’ora di eliminare una
volta per tutte Captain Hook. Bill si augurò che non ci
fosse veramente Killian
Jones, dietro quel nomignolo. Non sentiva nessun piacere
all’idea di uccidere
un vecchio compagno d’armi, fratello per patria e, nel caso,
pirata per
patriottismo. Si chiese quale sentimento prevalesse in Jamie nei
confronti di
Jones. Era forse convinto che fosse proprio lui Captain Hook? Bill
ricordava
l’agonismo che esisteva tra i due durante
l’accademia. Jones primeggiava in modo
del tutto spontaneo, era molto portato per gli studi. Jamie si
impegnava al
massimo, per ottenere ciò che Jones otteneva con la
metà della fatica e questo,
spesso, lo aveva mandato in bestia, scatenando la solita
ilarità e ironia di
Jones. Il gioco del gatto con il topo, che ora stavano facendo con
Hook,
sembrava a Bill, stuzzicare il vecchio agonismo di Jamie. Possibile che
in
quegli anni Jamie avesse nascosto tanto bene l’invidia e
l’astio verso quel
giovane brillante ufficiale? Possibile che ora gli avrebbe vomitato
addosso
tutti quei sentimenti, con le bocche di fuoco dei cannoni? Avevano
ordini
dall’alto da eseguire: “VIVO o MORTO”.
Non volevano dargli neppure la
possibilità di un onorevole processo?
La mattinata
passò nel fermento della simulazione, con un
Ammiraglio ferreo e glaciale che guardava il tutto con volto
inespressivo. Bill
si accorse di essere scrutato a sua volta da quegli occhi grigio-verdi
e, per
la prima volta in vita sua, si sentì a disagio con quello
che considerava uno
dei suoi più cari amici.
– Nave
a prua! Nave a Prua!
La vedetta diede
l’annuncio quasi all’ ora di pranzo. Non si
vedeva molto all’orizzonte, da dove era posizionato
O’Brian, ma la vedetta
aveva ottima vista e dall’albero maestro la visuale era
sicuramente migliore.
–
Ci siamo Bill, sono
convinto che quella sia la Jolly Roger!
–
Non voglio
contraddirti Jamie, ma siamo troppo lontani per averne la certezza!
– Alla
nostra velocità, presto potremo vedere meglio, loro
hanno il vento a tribordo e faticano parecchio per uscire dallo stallo.
Ho
l’impressione che, se si tratta di Hook, abbia dovuto, per
qualche motivo,
invertire la rotta di alcuni gradi. Per quanto siamo veloci
è strano che già li
stiamo incrociando!
Bill dovette
riconoscere che l’analisi di Jamie non faceva una
piega, nel giro di pochi minuti la sagoma della nave apparve in tutta
la sua
magnificenza. I due ufficiali della Royal Navy presero in contemporanea
i
rispettivi cannocchiali e osservarono il veliero.
–
Non è il “Gioiello
del reame” Jamie, i suoi colori sono completamente diversi!
– Se
io fossi un pirata e avessi rubato una nave, cercherei
di renderla meno riconoscibile e cambierei il suo colore per prima cosa
Bill!
Stai diventando ingenuo all’improvviso?
–
Guarda bene sulla
murata di tribordo Ammiraglio, non è la Jolly Roger,
bensì la “Stella del
mattino”!
Jamie
sentì una punta di gioia nella voce del Capitano Bill
O’Brian. Lo soppesò con lo sguardo e il Capitano
se ne accorse.
–
Anche il nome si può cambiare in poco tempo Bill, fino ad
ora sapevamo che era stata ribattezzata “Jolly
Roger”, non sarei sorpreso che
Hook le abbia dato un ennesimo nome di copertura.
Bill non
poté ribattere, il ragionamento di Jamie non faceva
una piega, era tutto verosimile, ma Bill voleva mantenersi nel dubbio e
questo
l’Ammiraglio lo aveva capito.
–
Vedi Bill, io ho
avuto occasione di salire sulla Gioiello del Reame numerose volte.
È una nave
unica, come era unico l’ingegnere che l’ha
progettata. Il suo stile è
inconfondibile, sono poche le navi della Regia Marina che possono
vantare
quella linea elegante, la riconoscerei tra mille. Questa stessa nave
è stata
costruita su imitazione dei progetti del Conte Colin Flinth Jones,
padre
dell’ex Tenente Killian Jones. Dopo la morte del Conte e in
seguito del
Capitano Liam Jones, il cantiere navale irlandese, come saprai,
è stato chiuso.
Simili capolavori non si sono più visti e molti operai
persero il lavoro.
Jamie
notò chiaramente il movimento muscolare, della mascella
di Bill, contrarsi per la rabbia. Era irlandese come Jones, gli sarebbe
sembrato strano che si mantenesse indifferente alle sorti dei suoi
connazionali.
–
Quindi mio caro amico, dal momento che sono sicuro che
quella è il “Gioiello del Reame” e se
è vero quanto ci hanno comunicato negli
ordini, a bordo si trova il famigerato Captain Hook, acerrimo nemico di
Re
Guglielmo III, che ci ha ordinato di catturarlo vivo o morto. Il nostro
dovere
è di combatterlo. Dai ordine di armare il cannone di prua,
nel giro di un
quarto d’ora, se il vento continua così,
affonderemo la Jolly Roger.
–
Jamie, ci hanno detto che Hook è Killian Jones …
-
Lo so cosa ci hanno
detto! Maledizione Bill! Abbiamo degli ordini! Eseguili!
L’Ammiraglio
poté vedere chiaramente il disappunto sul volto
di Bill ed il sudore imperlargli la fronte, sotto la feluca da Capitano.
O’Brian
non riuscì a tacere.
–
Jamie, da tuo sottoposto eseguirò i tuoi ordini, ma da
amico e da uomo, devo dire che non condivido il tuo comportamento. Non
capisco
cosa ti stia succedendo. Anche se fosse o meno
Killian
Jones, noi siamo ufficiali della Royal Navy e ancor prima siamo uomini
d’onore.
Non so cosa ti prende amico mio, ma in altre occasioni avresti dato il
beneplacito del dubbio o, in caso di certezza, avresti dato al nemico
la
possibilità di arrendersi. Io non sono un assassino Jamie,
neanche tu lo sei,
perché diventarlo ora e in più nei confronti di
un uomo, se fosse lui, che è
stato un nostro compagno?!
L’Ammiraglio
rispose con un tono che era un ruggito e uno
sguardo duro e gelido
– Fate
armare immediatamente il cannone di prua, Capitano
O’Brian!
Con crescente
disappunto e abbassando mestamente lo sguardo,
O’Brian diede quel nefasto ordine, dovendo aggiungere anche
la consegna
seguente:
–
Tenersi pronti a far
fuoco al mio ordine!
Il Capitano
Killian Jones seguito da Jefferson si diresse
sottocoperta. Doveva vedere Emma, dirle cosa stava accadendo e quali
erano le
sue intenzioni.
Non fu
necessario bussare, li aveva sentiti arrivare e stava
aprendo la porta. Quei pochi minuti di attesa li aveva trascorsi
consumando il
tavolato del pavimento, andando avanti e indietro per la stanza.
Cercò
gli occhi di Killian e vi lesse dentro la
preoccupazione per lei.
–
Emma, si tratta di una nave della Regia Marina e ti
garantisco che non ha buone intenzioni! È sicuramente in
missione di caccia, ha
già armato il cannone di prua e, se tra un quarto
d‘ora il suo Comandante
deciderà di fare fuoco, ci affonderà con
certezza. Non voglio farti correre
pericoli, ho dato ordine di ammainare le vele e stiamo segnalando la
presenza
di civili a bordo.
Emma ascoltava
attentamente e con ansia crescente.
– Un
Comandante della Royal Navy attacca così?! Senza
chiedere la resa e senza sapere con chi ha a che fare?
– Il
punto è proprio questo Tesoro! Quell’uomo si sta
comportando come un assassino, non come un ufficiale o, meglio, non
come un
uomo d’onore. Forse ha una sicurezza particolare di chi si
trova davanti. Sono
piuttosto conosciuto dalla Regia Marina Militare e nonostante il nome
della
nave, ad un occhio esperto non può sfuggire la linea del
Gioiello del Reame!
– Ti
ricordo, Killian, che tu, ora, hai un Mandato di Corsa a
mio nome! Lo abbiamo stipulato proprio per questa evenienza no?!
–
Maledizione Emma! Lo capisci che quell’uomo non ha
intenzione di vederci neppure in faccia?! Sta per fare fuoco senza
accertarsi
di nulla! Figurati se vuole leggere delle scartoffie!
– Hai
detto che stai segnalando la presenza di civili a
bordo! Forse aspetterà di capirci qualcosa in
più, abbi fiducia Killian, non
posso credere che un Ufficiale della Royal Navy sia un tale mostro!
– Ti
ricordo che anche io ero un ufficiale della Royal Navy
ed ora sono un pirata! Non puoi sapere cosa cela in cuore un uomo!
Emma gli si
avvicinò, fissandolo in viso e accarezzandogli
dolcemente la guancia sinistra con la mano.
– Si,
sei diventato un pirata Killian, ma dentro sei rimasto
l’uomo che eri, un uomo d’onore!
Killian fu
colpito dalle parole di Emma, dalla sua stima e
dalla fiducia che gli dimostrava, l’avrebbe abbracciata e
stretta a se anche in
quel drammatico momento, si trattenne solo per la presenza di
Jefferson.
–
Tesoro … pensiamo come dici tu, voglio essere ottimista.
Indossa la tua parrucca e riprendi le sembianze di Lady Barbra Mc
Canzie, se
tutto andrà bene riprenderemo i nostri piani.
–
Killian è il momento che anche Jefferson interpreti la sua
parte …
Killian
guardò il suo compagno d’infanzia che sorrise
annuendo. Anche il Capitano a quel punto annuì.
–
Bene! Fox ti farai passare per il Capitano della “Stella
del mattino”, vai nella mia cabina, indossa i miei abiti e
iniziamo questa
pantomima.
Jefferson, con
aria quasi divertita, uscì dalla stanza e si
diresse in quella del suo Capitano, per eseguire quanto gli era stato
detto di
fare.
Killian rimase
con Emma, erano ancora molto vicini. La guardò
con sguardo preoccupato e affettuoso.
–
Non ho mai avuto paura
in vita mia Emma! Ho combattuto, ho attaccato molte navi, ho ricevuto
il loro
fuoco … non mi è mai importato di morire, il mio
scopo era la vendetta. Ora è
diverso amore mio, ho paura di perderti e
se ti succedesse qualcosa di male non potrei vivere per il
senso di
colpa. Io potrò morire anche mille volte … tu no
… tu devi vivere …
-
Non dire così
Killian! La mia vita non vale più della tua e senza di te
non avrebbe più
nessun valore, se questa nave dovesse affondare … io in ogni
modo sarò con te,
che tu me lo consenta o meno.
Non diede tempo
a Killian di rispondere, d’impeto lo afferrò
per il colletto della camicia e lo baciò con passione. Il
fuoco che trasmise
all’uomo, lo riempì di speranza. In qualche modo
avrebbero fatto, nessuno dei
due era tipo da arrendersi, lo sapevano l’uno
dell’altra.
Si
allontanarono, ancora carezzandosi reciprocamente il viso,
sorridendosi e guardandosi con amore disperato, Killian con voce bassa
e quasi
sospirata le ripeté:
-
Diventa ancora Lady
Barbra, Emma, poi resta qui, non uscire sul ponte, ti
avviserò di quello che
succede. Ora vado da Fox.
Un ultimo bacio
e si separarono. Emma andò allo specchio e
iniziò a sistemare i lunghi capelli biondi, per indossare,
al meglio, la
parrucca corvina.
Killian,
entrando nel suo alloggio, trovò Fox in tenuta da
Capitano, seduto alla scrivania con le gambe incrociate ed i piedi su
di essa.
–
Killy! Che ne dici?
Non sono perfetto?! Credo che per completare l’opera dovrei
avere al mio fianco
la “Tua Ragazza” non credi?
Fox riusciva a
scherzare anche in momenti come quello, ma il
fatto di vedere i suoi piedi sulla scrivania oltre, cosa più
grave, sentire il
riferimento alla “Sua Ragazza”, gli diede parecchio
sui nervi. Con una manata
gli fece togliere i piedi dalla scrivania e gli ruggì
contro.
- Se vuoi fare
il Capitano, prima cosa ricordati della “Forma
Corretta”, togli i piedi da qui e vai tra i tuoi uomini,
secondo … alla “Mia
Ragazza” ci penso io …
Fox
scoppiò in una fragorosa risata, si aspettava
precisamente quella reazione, Killian era possessivo su ciò
che gli apparteneva
e soprattutto su ciò che amava. Emma e la nave erano le sue
amate. Ovviamente
Emma era ciò che contava di più e la sua gelosia
era per lei, non per la Jolly
Roger o come l’aveva ribattezzata in suo onore “
Stella del Mattino”. Lasciò
Killy alle sue preoccupazioni e si diresse sul ponte di coperta, la
ciurma era
già informata della tattica da seguire e nessuno si sorprese
a vedere Jefferson
con indosso il pastrano in pelle di Captain Hook. La farsa poteva
iniziare, se
il Capitano della Royal Navy avesse avuto ripensamenti.
Il Capitano
O’Brian stringeva la mascella arrabbiato, non
parlava e non guardava il suo Ammiraglio, che altro dirgli? Voleva
farsi
arrestare per ammutinamento? D’altro canto Jamie continuava
ad osservare con
attenzione le sue reazioni, vedeva chiaramente i sentimenti del suo
amico.
Stava soffrendo per un ordine che non condivideva. Jamie ricordava
perfettamente il discorso che avevano fatto a Glasgow, il giorno che
era
arrivata la notizia che Jones era il sedicente pirata Captain Hook.
Ognuno di
loro due, al momento giusto, avrebbe saputo da che parte stare. Ormai,
gli era
perfettamente chiaro che Bill stava dalla parte di Hook e se era
veramente
Jones, ne sarebbe stato più fermamente al fianco. In cuor
suo Jamie ne rise.
Il Primo
Ufficiale, Tenente Roger Stevenson, porgendo il
saluto militare ai suoi due superiori, si rivolse a loro con le
novità rilevate
dall’osservazione della nave, con il cannocchiale.
–
Riposo Tenente
Stevenson, ci dica pure!
Da Ammiraglio,
Jamie poteva rivolgere per primo la parola ed
il Tenente, guardando entrambe, si rivolse poi al più alto
ufficiale.
–
Signor Ammiraglio, dalla nave arriva la segnalazione che a
bordo sono presenti dei civili. La nave batte bandiera inglese e
irlandese,
sono cittadini dell’ United Kingdom, hanno ammainato le vele,
stanno
dimostrando a mio parere che non hanno nulla da temere dalla Royal
Navy!
–
Tenente, sa chi stiamo cercando?
–
Sissignore! La Jolly Roger, capitanata dal temibile pirata Captain
Hook!
– Come
si chiama questa nave?
– Si
legge chiaramente “Stella del Mattino” Signore!
–
Pensate che sia un
trucco per attirarci in un tranello Tenente? E magari sia un nome
fittizio?
–
No Signore! Non si
vedono movimenti di preparazione alla battaglia, pur essendo una nave
da guerra
non hanno armato i cannoni, sono di tribordo, potrebbero far fuoco con
tutta la
batteria laterale, non hanno aperto neppure gli sportelli, credo che
siano
pacifici concittadini.
Il Tenente
Stevenson era troppo giovane per aver visto il
Gioiello del Reame, non avrebbe saputo fare confronti.
L’Ammiraglio si voltò
verso Bill con il sorriso sulle labbra.
– Che
ne pensi Bill? Direi che possiamo segnalare che ci
avviciniamo, pur lasciando il cannone di prua armato! Credo che il
nostro
giovane Primo Ufficiale abbia visto giusto, non pensi anche tu?
Al Capitano
O’ Brian non parve vero sentir pronunciare quelle
parole da Jamie, dopo il comportamento che aveva avuto con lui fino a
quel
momento, non gli restò che dare l’ordine suggerito
dal suo Ammiraglio.
- Nostromo!
Segnala alla “Stella del Mattino” che ci
avviciniamo per una pacifica ispezione a nave concittadina, il cannone
resterà
armato, ma non hanno nulla da temere.
–
Bill, andrò di persona a bordo del vascello. Tu resterai al
comando durante la mia assenza, se entro due ore non sarò
tornato e non avrai
miei segnali, fai fuoco. Manteniamo la prua verso la fiancata della
Stella del
Mattino. Preparate una scialuppa per il mio imbarco sul vascello.
Il vento
continuava ad essere a loro vantaggio e, visto che
il vascello di Jones aveva ormai ammainato le vele e gettato
l’ancora, restando
fermo, non ci volle molto per raggiungerlo.
Venne calata in
mare la scialuppa per Jamie. Due marinai ai
remi e l’Ammiraglio in piedi, si diressero verso la Stella
del Mattino.
Spugna
bussò alla porta del Capitano
–
Signore buone notizie!
–
Ossia?
–
Ci segnalano che
faranno un’ispezione lasciando il cannone armato, ma non
abbiamo da temere,
verrà a bordo il più alto ufficiale!
–
Bene! Accoglietelo con le buone maniere della Royal Navy,
sapete come comportarvi, eravate tutti arruolati prima!
–
Si,
Signor Capitano!
Spugna
tornò da Jefferson e riferì quanto detto da Hook.
Il
“finto” Capitano prese postazione per accogliere il
suo corrispettivo della
Royal Navy.
Vide i gradi da
Ammiraglio brillare sulle spalle dell’uomo
che, in piedi, avanzava verso di loro, il capo coperto dalla feluca
bordata di
piume bianche che gli teneva in ombra il viso. Giunto alla nave si
arrampicò
per la scaletta. Jefferson si avvicinò porgendogli la mano
per issarlo a bordo.
–
Benvenuto sulla Stella del Mattino Ammiraglio, sono il
Capitano Jeffers ...
Le parole gli
morirono sulle labbra, quando l’uomo sollevando
il capo rivelò i lineamenti che fino ad allora erano rimasti
celati.
“ No!
Proprio lui? Di tanti ufficiali della Regia Marina
Inglese doveva capitare proprio Jonas Alexis Framer di
Heughan?” Si
conoscevano da tempo, pur essendo passato tanto, l’avrebbe di
sicuro
riconosciuto! Questo pensò Fox. Ed ora come si metteva la
situazione?
L’Ammiraglio
ad alta voce disse:
–
Piacere di conoscevi … “Capitano”
Jefferson!
Gli strinse la
mano in una morsa che fece quasi gridare
Jefferson.
–
Splendida nave …
“Capitano”… che ne dite di farmela
visitare?
-
Certamente
Ammiraglio Framer, sarà un onore!
Ancora
stritolando la mano di Jefferson, Jamie gli si accostò
maggiormente verso l’orecchio e abbassando la voce,
affinché sentisse solo lui,
gli ordinò in modo deciso:
- Adesso Fox,
portami da Killian Jones!
Scesero
sottocoperta e Jeff guidò l’Ammiraglio verso la
cabina del Capitano, ma Jamie alzando una mano lo fece fermare.
–
So bene dove si
trova Fox, lo sai! Vado da solo e tu non entrare, qualsiasi cosa
accada, non
entrare! Ho due ore di tempo per dare un segnale o tornare sulla mia
nave, non
inventartene una delle tue o Bill
sarà
costretto a rispettare il mio ordine di far fuoco!
Jefferson non
ebbe modo di ribattere e Jamie si diresse
deciso alla porta di Jones. Bussò e sentì la sua
voce rispondere “Avanti”.
L’Ammiraglio
entrò,
Hook era davanti a lui, girato di spalle, guardava dal finestrino, a
gambe
divaricate e braccia conserte, vestito completamente di nero, con
pantaloni e
panciotto di pelle, sopra una camicia con il colletto rialzato. Non
portava più
il codino. Si voltò lentamente.
–
“Faccia da schiaffi” Jones! Ci rivediamo finalmente!
Jones si era
completamente voltato verso di lui ora e Jamie
poté constatare che non aveva più la sua mano
sinistra, ma non aveva un uncino,
come si aspettava da Captain Hook, bensì una mano di legno,
perfettamente
modellata, che se non fosse stato per il colore, sarebbe sembrata vera.
Lo
guardò in viso, gli stessi occhi azzurri, la stessa
cicatrice sullo zigomo
destro. Già, la stessa “faccia da
schiaffi” della prima volta che lo aveva
incontrato.
***
1712 Londra,
Greenwich, 14 anni prima.
-
Sei un figlio che
rinnega suo padre! Ti rendi conto che non avrai nessun aiuto a Londra?
Non
conosci nessuno lì Jamie! Cosa pensi di realizzare?! Qui
potevi avere un futuro
nell’ Esercito Scozzese, sei mio figlio! Avresti preso il mio
ruolo! Non riesco
a capire questa tua fissazione per il mare e per la Royal Navy! Siamo
uomini di
montagna! Non posso ancora crederci! Il mio unico figlio maschio e non
vuole
seguire le orme del padre!
Quante altre
ancora ne aveva dette suo padre, il Barone Sam
Framer di Heughan! Sapeva di averlo deluso! Suo padre aveva sempre
pensato a
lui come ad un suo prolungamento. Era un uomo estremamente autoritario.
Suo
padre non dialogava, dava ordini! Forse era la sua natura o forse il
suo ruolo
di Comandante in capo della Milizia Sozzese. Era un uomo di specchiata
onestà e
moralità, ma il suo atteggiamento marziale, da sempre,
faceva desiderare a
Jamie di fuggire da lui. Amava suo padre e sapeva che anche egli gli
voleva
bene, ma da uomo duro non mostrava i suoi sentimenti, specialmente al
suo
primogenito maschio. Era il suo modo di insegnargli ad essere un uomo.
Ben
diverso era il comportamento che teneva con le due figlie, Elsa e Anna.
Il
Barone in loro presenza si addolciva e tirava fuori una
cordialità e affabilità
che Jamie gli aveva visto in altre occasioni, soltanto con la sua
defunta
madre. Con le donne il Barone Sam Framer era un gentiluomo. Lord Framer
aveva programmato
da sempre il futuro del figlio, la sua carriere nell’Esercito
Scozzese, il
matrimonio, forse anche quanti figli avrebbe dovuto avere. Ma ad un
certo punto
Jamie aveva detto basta! Voleva essere padrone della sua vita,
scegliere lui la
strada da percorrere e, di strada, quei giorni ne aveva fatta veramente
tanta.
Voleva entrare al Royal Naval College, l’Accademia della
Regia Marina Inglese.
Voleva comandare una nave e andare per mare. Adorava il mare e,
all’opposto dei
desideri paterni, quella era la vita che aveva scelto. Così
dopo liti furibonde
con suo padre, che era arrivato a minacciarlo di diseredarlo e
togliergli il
titolo, all’ennesima dichiarazione, che non gliene importava
un emerito
accidenti del titolo e tutto il resto, suo padre si era arreso, forse
con la
speranza che dopo le prime difficoltà, il giovane sarebbe
tornato sui suoi
passi.
Aveva diciotto
anni Jamie e con caparbietà, vestito del suo
Kilt in tartan grigio-azzurra, una bisaccia in spalla e un gruzzoletto
nascosto
nella cintura, invece che nello sporran che gli aveva dato proprio suo
padre,
era partito da Inverness a cavallo. Portava con se delle provviste, una
coperta
e poco altro per cambiarsi e provvedere alla sua igiene. Le sorelle lo
avevano
abbracciato piangendo, alla sua partenza e avevano inserito nelle
borse,
attaccate alla sella del cavallo, un fagottino di biscotti freschi che
avevano
fatto insieme. Le due ragazze erano molto affiatate tra loro e
adoravano il
fratello, le sarebbero mancate, come lui sarebbe mancato a loro.
Dalla Scozia
scese verso l’Inghilterra, facendo numerose
tappe: Glasgow, Leeds, Manchester, Sheffield, Nottingham, Leicester.
Tra un
centro urbano e l’altro, pernottò anche in piccoli
villaggi, dove trovò buona
accoglienza, grazie non solo alla buona educazione e al denaro, ma
anche alla
sua bella presenza. In più occasioni si rese utile
nell’aiutare dei contadini
in difficoltà e ne ricevette in cambio, uova e carne
essiccata, che gli fu
utile nei momenti grami. Arrivato nello Oxfordshire, decise di
utilizzare la
via fluviale per arrivare a Londra, il River Thames era navigabile,
l’acqua del
Mar del Nord, dove il Tamigi si buttava, rifluiva fino ad Oxford,
regalando al
letto del fiume un’ampiezza di 240 metri e una
profondità di almeno nove,
rendendo facile la navigazione al battello di cui Jamie
usufruì. Riuscì a far
caricare anche il suo cavallo, ma dovette procurarsi del fieno per il
viaggio e
pulire di persona i suoi escrementi. Il tempo era buono, a parte
qualche
improvviso temporale estivo di agosto, che poteva esplodere violento e
finire
improvvisamente come era cominciato. Il corso per allievi ufficiali
sarebbe
iniziato a Settembre e se i suoi calcoli erano giusti, sarebbe arrivato
proprio
per l’inizio dell’Anno Accademico.
Il battello lo
portò fino all’inizio della grande curva del
Thames, di fronte alla zona londinese di Greenwich. Là si
doveva fermare per
gli affari del barcaiolo. Poco più avanti e si sarebbe
trovato, precisamente,
davanti alla magnifica sede del Royal Naval College.
Jamie non era
mai stato a Londra e appena sceso dal battello,
il suo primo pensiero fu di rifocillarsi e trovare una locanda, dove
poter
passare la nottata, darsi una ripulita e cambiarsi gli abiti per
rendersi
presentabile alla direzione dell’Accademia, non voleva
sembrare un accattone!
Aveva un fisico imponente, avrebbe fatto una buona impressione, ma
anche un
abito adeguato avrebbe dato quel poco di aiuto in più.
Trovò
una taverna e decise per prima cosa di riempire la
pancia, erano due giorni che non metteva qualcosa sotto i denti, sul
battello
le sue scorte erano finite e le aveva razionate fino alle briciole.
Attaccò il
cavallo ad uno degli appositi anelli, infilati nel muro esterno della
taverna.
Si sentivano voci e risate femminili, provenire da dentro e un buon
profumo di
arrosto, fuoriusciva dalla porta di legno semiaperta. Entrò,
si guardò intorno,
non c’era molta luce ma, quando i suoi occhi si abituarono,
distinse
chiaramente la decina di tavolacci, il bancone principale,
l’oste, che gli
venne incontro immediatamente e gli uomini seduti che bevevano o
mangiavano o
tutte e due le cose. L’oste lo guardò
soppesandolo, probabilmente voleva capire
se era in grado di pagare. Gli mostrò una moneta
d’argento e quello
servizievole chiamò una delle ragazze per servirlo. La
giovane si staccò mal
volentieri da dove era. Jamie notò solo allora che le risa
delle due ragazze,
una era quella chiamata dall’oste, provenivano da un tavolo,
sporgente da
dietro il muro che separava la stanza da quella dove si trovava lui. Le
due
ragazze erano sedute a quel tavolo con un giovane snello, dai capelli
bruni
allacciati in un corto codino. Era di spalle e scherzava amabilmente
con loro,
le quali, civettuole, non facevano che cercare di accarezzarlo. Una gli
si era
seduta in braccio e lo stava sbaciucchiando, facendolo ridere e
lasciando che
la palpasse a suo piacimento. A Jamie sembrò di vedere che
indossasse una
giacca della marina, forse era un cadetto, ma non ne era sicuro, non
volle
indagare oltre, ne disturbarlo, gli sembrava abbastanza impegnato in
quel
momento. Mangiò
il pasto caldo che la
ragazza gli servì, recuperando la cortesia e la
disponibilità quando lo vide in
faccia. Jamie non era interessato al trattamento che stavano riservando
all’altro giovane e con educazione, bloccò le
evidenti profferte della ragazza.
Si informò per una stanza e la giovane, delusa per il
rifiuto, con alterigia
gli disse di andare a cercarsela da solo, se voleva, lei non conosceva
locande
da quelle parti. Pagò con la moneta d’argento e
uscì. Non aveva notato, che i
tre uomini seduti al tavolo poco distante dal suo, non gli avevano
tolto gli
occhi di dosso, da che era entrato. Non prese subito il cavallo, si
incamminò
verso la strada per vedere se poteva chiedere informazioni utili. I tre
uomini
sgattaiolarono fuori dalla locanda, separandosi per non farsi notare.
La strada
era deserta, sembrava proprio che la fortuna non volesse assisterlo, si
girò
per tornare al cavallo e si trovò accerchiato dai tre loschi
figuri. Uno armato
di spada, uno con un pugnale e il terzo con spada e pugnale.
“Perfetto!” Pensò
il ragazzo, “Non sono venuto a Londra per farmi ammazzare
come un cane in una
viuzza di Greenwich!”. Sguainò la spada e si
preparò al contrattacco. Il suo
fisico prestante e la sua abilità lo aiutarono inizialmente,
ma ad un tratto
uno dei tre, quello con il pugnale, gli saltò sulle spalle
cercando di
staccargli la pregiata fibbia del mantello in tartan. Riuscì
a destabilizzare
il suo equilibrio e a farlo rovinare a terra. Gli altri due gli si
avventarono
sopra, quello con la spada lo ferì ad una coscia, lui
rispose con la spada ma
si ritrovò improvvisamente con il pugnale alla gola. Tutto
successe poi in un
attimo. Qualcosa o, più precisamente, qualcuno
volò su quel grottesco gruppo,
Jamie percepì lo svolazzo di un mantello blu, vide due gambe
vestite con
pantaloni bianchi e stivali di cuoio marroni, passare con un agile
salto, sopra
la sua testa. Senti lo sguainare di una spada ed il clangore del
combattimento.
Riuscì a togliersi di dosso l’uomo con il pugnale
e a ferirlo gravemente.
L’uomo, che era arrivato in suo soccorso, combatteva con
agilità felina contro
i due uomini armati di spada. Il terzo, ferito, tentò la
fuga, ma stramazzò a
terra pochi metri più in là. Jamie si
buttò nel duello del terzetto. Lui e il
giovane si trovarono a combattere spalla a spalla e, in men che non si
dica, si
liberarono dei due manigoldi che, vista la propria
inferiorità tecnica e la
fine fatta dal loro compare, se la diedero a gambe. Jamie si
voltò verso il
giovane che gli aveva appena salvato la vita. Portava una feluca della
Royal
Navy, il volto abbassato a guardare il cadavere dell’uomo
ucciso da Jamie, il
ginocchio piegato vicino al corpo dell’uomo, la mano a
sentire se era ancora
vivo. Il mantello della divisa della Marina gli ricadeva intorno. Era
il
giovane che poco prima si stava divertendo nella taverna.
Il
ragazzo moro si
rialzò
–
L’hai ucciso amico! Ha avuto ciò che meritava,
peccato che
non siamo riusciti ad arrestare i suoi complici!
Alzò
il viso verso Jamie,
sfoderando un sorriso che scoprì i suoi perfetti denti
candidi. Non aveva un
filo di barba, Jamie notò i suoi occhi di un azzurro
intenso, su un bel viso,
un’aria sicura di sé, uno sguardo intelligente e
vivace. Capì perché le ragazze
nella taverna se lo stavano contendendo. Sorrise a sua volta, pensando
che
avesse veramente una “bella faccia da schiaffi”.
Allungò la mano verso di lui.
– Ti
devo la vita amico, io sono Jonas Alexis Framer, tu?
Vedo che sei della Royal Navy …
Il giovane,
ancora sorridendo, spostò il mantello blu sulle
spalle per allungare a sua volta il braccio verso Jamie e
scoprì i gradi di
Sottotenente della Royal Navy. “Sarà mio coetaneo
e già Sottotenente?!” pensò
lo scozzese.
–
Si, sono nella
Regia, mi chiamo Killian Flinth Jones!
–
Flinth Jones? Come il Comandante Liam?
Il
giovane
Sottotenente rise.
- Si,
è mio fratello maggiore!
–
Tuo fratello è una
specie di leggenda! Il più giovane capitano nella storia
della Royal Navy! Ma
anche tu credo che ne seguirai le orme, appena che li avrai diciotto
anni e già
sei Sottotenente, non posso crederci!
–
Beh! Amico, dovrai
crederci!
In
quel momento Jamie
vide che sullo zigomo desto di Killian stava aprendosi un rivoletto di
sangue
– Eih!
Sei ferito, ti hanno colpito durante il duello!
–
Naah! È solo
un graffio, quel bastardo usava pugnale
e spada, mi ha fregato quando ho abbassato la difesa sulla destra per
parare il
colpo a sinistra. Comunque niente che il nostro Colonnello Medico non
possa
riparare. Tu, piuttosto, sanguini parecchio da quella gamba, vieni con
me
all’infermeria dell’Accademia, diamo un
po’ di lavoro al Dottor Whaile.
Recuperarono i
propri cavalli e si diressero verso
l’Accademia. Jamie raccontò a Killian di voler
entrare all’Accademia della
Regia Marina e di aver dovuto penare parecchio con suo padre per
arrivare a
Londra.
–
Immagino la
delusione di tuo padre, un Highlander in Marina. Mio padre si occupava
di
ingegneria navale, avevamo un cantiere in Irlanda, io volevo essere
come lui,
era l’uomo migliore che
avessi mai
conosciuto … a parte mio fratello Liam.
- E’
morto?
– Si,
stroncato da un infarto. Credo che la morte di mia
madre lo abbia ucciso, è morto neanche due mesi dopo di lei
… Volevo diventare
ingegnere, seguire la sue orme, ero la sua ombra quando lavorava
… ma a
quindici anni sono rimasto solo e mio fratello era l’unica
famiglia che mi era
rimasta, mi ha portato con sé qui a Greenwich e sono entrato
al Royal Naval
College. Mi sto impegnando al massimo e sto avendo buoni risultati. Mi
piace il
mare, ma voglio tornare alla mia Irlanda e ridare benessere alla mia
gente,
riaprendo il cantiere navale di mio padre. Gli Irlandesi stanno morendo
di fame
ed è insopportabile …
-
In Scozia le cose
non vanno meglio Killian, se scoppia una rivolta io lascio tutto e
torno a
casa, se posso fare qualcosa anche io per la mia gente lo faccio di
cuore.
Arrivarono
davanti all’ingresso principale del Royal Naval
College. Jamie rimase a bocca aperta, per la magnificenza
dell’edificio, che si
apriva in due immense ali laterali. Dietro e di lato era circondato da
un
bellissimo parco.
–
Aspetta di vedere la
sala della mensa e poi resterai veramente a bocca aperta amico!
È affrescata
con le scene della gloriosa storia della Royal Navy, a partire da
quando i
Tudor l’hanno fondata.
Killian
guidò Jamie verso l’infermeria e lì un
quarantenne
Colonnello Medico dai capelli biondi e i modi affabili li accolse.
–
Che hai combinato
questa volta Jones? Cosa ti devo ricucire oggi? Oh oh! Hai la bua su
quel bel
faccino? Peccato ragazzo, anche se il taglio è sottile
è abbastanza profondo da
lasciarti la cicatrice. Non ti metterò punti di sutura,
sarebbe peggio, useremo
dei cerotti. Se ci ripensi e invece che ufficiale vorrai diventare
pirata, ti
assicuro che questo segno ti donerà parecchio giovanotto!
Il medico rise
alla propria battuta e Jones gli fece una
linguaccia. Quale pirata! Lui aveva le idee chiare su cosa fare nel suo
futuro!
Con la confidenza tipica di una buona amicizia gli rispose:
–
Whaile, le tue battute fanno schifo e non fanno ridere
nessuno! Dai un’occhiata al mio amico Jamie
l’Highlander piuttosto, che sta
conciato peggio e, conoscendoti, capace
che gli rifili una gamba di legno. Quella si che andrebbe bene per un
pirata.
– Ok
Jamie l’Highlander, vediamo la tua gamba!
***
Killian si
voltò completamente e gli fece il suo solito
sorriso sghembo.
- Ciao Highlander,
speravo di rivederti prima o poi!
Si avvicinarono,
allungarono il braccio l’uno verso l’altro
ma velocemente l’Ammiraglio sferrò un poderoso
destro al mento di Killian, da
farlo andare lungo per terra. Nella stanza affianco Emma
trasalì al rumore,
stava con le orecchie all’erta e aveva capito che Killian era
stato colpito, le
sembrò di sentire dolore al viso, ma dovette trattenersi dal
precipitarsi da lui,
era stato molto chiaro sulla necessità di restare nella sua
stanza.
Killian
ricordava benissimo i pugni di Jamie. Quante volte
avevano fatto boxe insieme?! Lui vinceva grazie
all’agilità maggiore, ma se
Jamie riusciva a colpirlo, con la forza che aveva in quei muscoli,
riusciva a
tramortirlo, quindi a Killian conveniva giocare di gambe. Era stato un
colpo
decisamente sleale, non se lo aspettava. Si massaggiò la
mandibola, ancora vi
era una traccia del livido che gli aveva fatto Emma, adesso se non si
era
spaccato l’osso era un miracolo.
–
Maledizione Jamie,
non dico che mi aspettassi un abbraccio dal mio migliore amico, ma
almeno una
stretta di mano si, non un pugno a tradimento!
–
Ti meriti anche di
peggio bastardo di un irlandese! Ti ho creduto morto per anni! Ti rendi
conto
di come mi sono sentito dopo la tua ultima lettera e la tua presunta
morte?!
Sei diventato un pirata, mi devi parecchie spiegazioni! Non potevi
mandarmi una
lettera e farmi sapere cosa era successo? Sono stato male per te,
imbecille che
non sei altro! Te la dovrei spaccare quella faccia da schiaffi!
–
Sei tu l’imbecille
Jamie, ti pare che da ricercato mandavo una lettera al mio migliore
amico per
metterlo in un guaio? Ti sei scordato che stavi diventando ufficiale
della
Regia?
– Tu
mi conosci più di chiunque altro al mondo Killian, sei
stato un fratello per me, se la causa era buona probabilmente ti avrei
seguito!
Killian era
ancora a terra, rimase di sale a quella
dichiarazione. Jamie avrebbe lasciato la Royal Navy per diventare
pirata con
lui?
Jamie
allungò il
braccio chinandosi, gli afferrò la mano e lo tirò
su.
–
Mi dispiace per il
pugno Killy! Ora, se sei ancora disposto … anche io mi
aspetterei un abbraccio
dal mio migliore amico …
Killian rise,
nonostante la mascella dolorante e si
scambiarono un forte abbraccio di amicizia fraterna. Jamie era sempre
stato un
sentimentale. Era grande e grosso, più alto quasi di 10
centimetri di Killian e
ben più muscoloso. Sapeva nascondere i sentimenti dietro uno
sguardo freddo e
inespressivo. Ma aveva il cuore tenero, era nobile d’animo,
generoso e
altruista. Avevano molto in comune e quello che avevano, li aveva
legati di
quella maschia amicizia che rientra nella sfera sentimentale
dell’amore. Era un
sentimento profondo e ambedue erano uomini in grado di vivere i
sentimenti in
modo viscerale. Nulla poteva spezzare sentimenti vissuti in questo
modo.
–
Credo che dovremo parlare di parecchie cose Killian, lo sai
perché sono qui! Ho ordine di catturarti vivo o morto. Con
me c’è anche Bill O’
Brian …
- Jamie! Billy
è con te?! Riuniamo il nostro trio allora!
–
Aspetta! Stai calmo! Ho dovuto fare una messa in scena che
non ti immagini! Dovevo metterlo alla prova per vedere da che parte
stava, se
sentiva più il richiamo della fedeltà alla Royal
o agli ideali!
– Ma
Billy ha sempre avuto i nostri ideali Jamie ed è
irlandese!
–
Certo vecchio mio! Ho dovuto creare un alibi sia a lui che
a me di fronte al nostro Primo Ufficiale che è inglese.
È giovane e spero di
rigirarlo, ma non è stupido. Per questo ho dato
l’ordine a Bill di armare il
cannone, anzi se non torno entro due ore o non gli faccio un segnale,
fanno
fuoco. Quindi raccontami in breve che è successo e
perché Mc Cassidy ti ha
messo nei guai, è stato lui a dire che Hook è
Killian Jones e che hai ucciso
Liam in seguito all’ammutinamento.
–
Tutte frottole
Jamie! Siediti e ti racconto come sono andati i fatti!
Jamie si
accomodò sulla sedia di fronte alla scrivania e
Killian, iniziò il racconto versando ad ambedue del rum, in
due dei calici di
cristallo intagliato e poi offrendone uno all’amico.
- Ricordi la mia
ultima missione? Ti scrissi poiché partii di
fretta con Liam e non ci vedemmo a causa della tua slogatura alla
caviglia …
- Si certo,
ancora conservo la lettera …
- Veramente?!
… Beh! Era una missione suicida. Il Re ci inviò
in una terra selvaggia per trovare quello che ci dissero “un
potente
medicinale”. I selvaggi che trovammo sterminarono buona parte
dei nostri uomini
e quando trovammo la pianta Liam non mi diede ascolto. Non mi fidavo
del Re e
lui per dimostrazione si graffiò con una delle spine della
pianta morendone. La
vendetta per la sua morte ingiusta e le angherie che subiva
l’Irlanda, mi ha
indotto a diventare pirata, a saccheggiare i mercantili che
dall’America
arrivavano in Inghilterra. Ben poco ho tenuto per me e i miei uomini,
non ne ho
mai fatto mercanzia, le scorte alimentari le portavo in Irlanda a chi
ne aveva
bisogno. Tu non sai quanti bambini affamati o morti di fame ho visto
… non
doveva succedere più. Riguardo a Mc Cassidy …
- Non
è uno che gode di buona fama in Scozia e mi fa
vergognare di essere suo compatriota!
–
Già! Puoi dirlo forte Jamie. Avevo una donna ad Arran,
lavorava in una taverna, ebbe la sfortuna di piacere a quel porco.
Approfittando della mia assenza la rapì, la
seviziò e la rese madre,
strappandole infine il bambino lattante. Il mostro, seppi che praticava
riti
satanici sacrificando bambini. Ritrovai la mia donna troppo tardi, era
gravemente malata, non so se c’erano speranze per lei, non lo
seppi mai poiché
il Duca ci trovò, la uccise davanti ai miei occhi e a me
amputò la mano …
- Pensa che ha
sparso la voce che è stato Liam, in
combattimento ad amputartela, quando ti sei ammutinato!
– Ne
sono al corrente … verme schifoso! … Sai quanto
amassi mio
fratello …
- Lo so, non ho
mai creduto a quelle dicerie!
– Lo
denunciai anonimamente per l’assassinio di Milah e per
quanto avevo scoperto. Fuggì dopo la denuncia ed io
l’ho cercato per
vendicarmi. Le informazioni raccolte mi portarono a Storybrook ma seppi
che non
si vedeva da alcuni anni …
-
Difatti è tornato in
Scozia ed ha ottenuto il perdono del Re Guglielmo III, di cui
è intimo amico,
grazie alla scoperta che sei il temibile Captain Hook, sarà
riuscito anche a
giustificarsi della tua denuncia, ovviamente! Ed è riuscito
a mettere la Royal
Navy sulle tue tracce. Speravo di trovarti io prima di altri! Ma cosa
ci fai da
queste parti? Non è la zona dove di solito
“lavori”!
– Hai
ragione, diciamo che sto lavorando … onestamente in
questo periodo …
Killian sorrise
con il suo fare ironico, alzando un
sopracciglio. A sua volta Jamie, a specchio, alzò
interrogativamente il suo
sopracciglio sinistro.
– Sai,
a Storybrook ho conosciuto una donna …
L’espressione
di Killian era cambiata e aveva abbassato lo sguardo
sulla scrivania, con un sorriso sulle labbra che non era ironico ma
significava
altro.
–
La cosa diventa
interessante Killy, hai conosciuto una donna?
– Si,
una donna d’affari molto scaltra e coraggiosa, che mi
ha chiesto di aiutarla per il trasporto di merci preziose. Aveva
pensato che
usando una nave da guerra pirata, difficilmente altri pirati ci
avrebbero
attaccato, non sospettando del trasporto merci.
- La Regia non
si sarebbe fatta ingannare Killian!
–
Lo so, lo dissi
anche a lei che mi preoccupava di più la Royal Navy,
così decidemmo di cambiare
il nome alla nave.
– Il
civile a bordo è lei Killian?
– Si,
è lei Jamie, non potevo permettere che le accadesse
qualcosa, mi sarei comunque arreso alla Regia se l’avessimo
incontrata!
–
Ci tieni molto a lei,
o paga bene?
– Te
la voglio far conoscere Jamie e capirai qual’ è la
risposta alla tua domanda! Vieni con me, sta aspettando di sapere
notizie nella
mia vecchia cabina da Tenente.
Si alzarono e
usciti dalla stanza, Killian bussò alla porta
adiacente.
–
Lady Barbra Mc
Canzie, con il vostro permesso vi vorrei presentare
l’Ammiraglio Jonaes Framer
della Ro ..
–
Jamie?!
–
Emma?!
– V
..vi conoscete?
–
Certo Killian, Jamie è uno dei migliori amici di mio
fratello August, ci conosciamo da quando è stato nostro
ospite prima del mio
matrimonio ed è stato con August mio testimone di nozze!
–
Per la verità nelle
intenzioni di August lo sposo dovevo essere io!
A Killian per
poco non prese un colpo, Jamie marito di Emma?
Oddio! Certo ad Emma sarebbe andata molto meglio che con
quell’idiota perverso
di Neal.
– Suo
marito?!
Jamie
rise vedendo la
faccia di Killian che aveva cambiato colore due volte, passando dal
colore
naturale al bianco e poi al rosso, si decisamente Killian era geloso!
–
Tranquillo amico mio! August non riteneva degno Neal di
sposare Emma, mi disse che non gli era mai piaciuto, mi
portò nel Maine con la
speranza che sua sorella incontrando un aitante Ufficiale della Royal
Navy,
magari ci ripensasse, ma Emma era innamorata del futuro marito, quindi
sappiamo
come è andata.
Killian si
sentiva ribollire, lui sapeva bene come era
andata, doveva essere lui l’Ufficiale aitante che doveva
conoscere Emma … Era
andato tutto storto nella loro storia mai cominciata, ma ora? Ora erano
insieme
e il futuro? Purtroppo non prometteva niente riguardo ai suoi desideri
ed ai
suoi sogni. Avrebbe voluto gridare e spaccare il mondo, ma doveva
trattenersi.
Forse avrebbe accettato un matrimonio tra Emma e Jamie, lui era un uomo
eccellente, almeno l’avrebbe amata e protetta! Il cuore gli
diceva però, che
non voleva vedere in realtà nessuno, vicino alla donna che
amava, se non lui
stesso. Ma lui chi era? Un pirata! Un ricercato! Che le poteva
promettere per
un futuro insieme? Aveva solo il suo cuore, la sua anima, il suo corpo
ed il
suo indissolubile amore da prometterle! Non sarebbe mai stato
abbastanza per
lei!
–
Emma perché questa
messa in scena? Stai viaggiando in incognito per il Maine a che scopo e
Killian
sapeva chi tu fossi fin da subito?
–
No, Killian lo ha
saputo a tempo debito, sapeva che fossi una donna d’affari
ed, effettivamente, ho
l’abitudine di darmi una doppia identità, per
gestire al meglio la mia gente,
vado nel Maine per affari e Killian mi sarà utile, sai gli
ho redatto una
lettera di Corsa a mia firma, nel caso in cui avessimo incontrato la
Regia
Marina Militare.
–
Fammi vedere il
documento, dovrò inventare qualcosa per quando
presenterò la mia relazione al
Commodoro Thatcher. Dovrò far in modo di insabbiare la
notizia che Hook e Jones
sono la stessa persona. Mi dovrò consigliare con il
Comandante O’Brian che è un
vecchio amico anche di Killian …
-
Perché non lo fai
venire qui con la scusa che Lady Barbra vi invita a pranzo, sarebbe un
onore
per me invitare due Alti Ufficiali della “Nostra gloriosa
Marina”, Jefferson
continuerà la pantomima del Capitano, Killian resterebbe
nella sua cabina e
avremmo modo di dialogare e pranzare insieme. A bordo Killian ha un
ottimo
cuoco …
-
“Solo il meglio per
il Gioiello del Reame”, mi ricordo quello che diceva Liam,
non mi dire che Paul
è ancora con te Killian?!
– Si
è così!
L’idea
di Emma era piaciuta sia all’ammiraglio che a Killian.
Jamie
uscì sulla coperta, fece un segnale positivo al Tenente
Stevenson e a Bill. Mandò indietro la barca con i due
marinai a portare il
messaggio scritto che la civile Lady Barbra Mc Canzie, cittadina
Inglese, aveva
piacere di pranzare con gli ufficiali della Royal Navy. Ovviamente il
Tenente
era costretto a restare a bordo, il Primo Ufficiale non poteva lasciare
il
posto di comando in assenza dei suoi due superiori!
Jamie
tornò sottocoperta da Killian, Emma li avrebbe
raggiunti per il pranzo.
–
Così l’hai ritrovata
infine Killian, hai capito se la ami?
–
Sono pazzo di lei
Jamie e ogni momento in più che passo con lei mi rendo conto
di quanto sia
straordinaria.
– Le
hai mai detto dell’anello?
– No,
non ho potuto … non dirglielo per favore …
-
Lei ti ricambia?
– So
che ha dei sentimenti positivi nei miei confronti ma …
sono un pirata ormai o corsaro se vuoi … lei ha delle
responsabilità che mi
costringeranno a farmi da parte.
Jamie aveva
visto bene come Emma guardava Killian, era chiaro
come la luce del giorno che si amavano alla follia. La loro storia era
molto
difficile e contrastata, questo la rendeva ancora più
profonda e struggente,
poteva immaginare come l’anima passionale, del suo migliore
amico, soffrisse
per l’idea dell’impossibilità di
realizzare un sogno che aveva da anni.
-
Sai Killian, so cosa
significa amare, lo provo da quando ho conosciuto mia moglie,
è una donna
straordinaria, mi manca molto, questi giorni è nato anche il
nostro primo
figlio …
- Jamie
è fantastico amico mio! Ti sei sposato e hai un
figlio … sono felice per te. Io non ne ho avuti e non ho
avuto moglie … mi
piacerebbe poter avere una casa e una famiglia, i miei genitori sono
rimasti il
mio modello … per me è un sogno che …
non si potrà realizzare. Torna da tua
moglie quanto prima amico, proteggi lei ed il piccolo, non far scoprire
che mi
hai trovato e che siamo legati o sarai perseguitato da Re Guglielmo,
non voglio
che tuo figlio perda il padre per causa mia.
–
Killian, saprò cavarmela, inventerò qualcosa con
Bill,
anche lui deve essere protetto e se tutto andrà bene, ci
salveremo tutti. Resta
sottocoperta.
Bill giunse a
bordo, il Capitano Jefferson lo accolse
calorosamente, lo condusse nella stanza di Killian dove avrebbero
pranzato
insieme a Lady Barbra. Bill controllò a stento la sua
emozione nel
riabbracciare Killian, quante ne avevano combinate tutti e tre insieme,
durante
l’Accademia.
Il pranzo fu
squisito, la compagnia della bella Lady Barbra
fu estremamente piacevole e gli aneddoti che si raccontarono la
divertirono non
poco.
–
Killian ti ricordi la storia con le sorelle Dwein?
Bill
esordì con quel riferimento alle due sorelle che avevano
dato del filo da torcere a Killian parecchi anni prima. Jamie
scoppiò a ridere,
Killian guardò preoccupato verso Emma e lei chiese:
- Chi sono
queste signorine e cosa è successo con Killian?
Jamie
provò a raccontare ma Killian cercò di zittirlo
– Nooo
Emma … nulla di importante, questi due idioti mi
fecero uno scherzo più idiota di loro ..
–
Bill raccontalo tu,
Killy sta cercando di tapparmi la bocca.
I presenti
risero, tranne Killian.
–
Cara Lady Barbra,
dovete sapere che quando si usciva in gruppo con gli altri cadetti,
questi ad
un certo punto, se ci vedevano entrare nel loro stesso locale, si
alzavano e
andavano via, poiché se c’erano delle signorine,
questi due bellimbusti
monopolizzavano la situazione e “non c’era
più trippa per gatto” riguardo agli
altri, in verità anche a me non andava meglio. Comunque a
Killian interessava
una certa Signorina e le due sorelle Dwein avevano entrambe una cotta
colossale
per lui …
Emma
guardò verso Killian sollevando le ciglia
interrogativamente, mentre Killian sbuffava e alzava gli occhi al
cielo.
– Per
farla breve io e Jamie organizzammo uno scherzo a
Killy. Gli inviammo un biglietto a firma della Signorina che gli diceva
di
volerlo incontrare in un tale posto appartato. Due lettere simili a
firma di
Killian le inviammo alle due sorelle Dwein. Quando Killian si
presentò sul
posto, arrivarono le due sorelle che, quando si trovarono
lì, non ebbero a che
dirsi tra loro ma decisero di usufruire del nostro giovane Tenente
Jones, il
quale aveva tutta l’intenzione di squagliarsela. Il padre
delle ragazze si era
insospettito dell’uscita con due diverse carrozze delle
figlie e le aveva
seguite. Noi due ci eravamo appostati per vedere la scena e farci due
risate
alle sue spalle. Quando arrivò il padre delle ragazze,
voleva ammazzare
Killian, lo sfidò a duello. Lo scherzo stava finendo male,
Killian era
sconvolto o duello o matrimonio riparatore, le due ragazze iniziarono a
litigare su chi delle due doveva impalmare colui che le aveva
compromesse.
Ognuna diceva al padre di essere compromessa, mentre l’altra
non lo era. Il
Conte Dwein capì che la cosa non poteva essere. Killian era
uno straccio
pallido e noi intervenimmo scusandoci per l’equivoco e
dicendo che
effettivamente il povero Killian era innocente e non ne sapeva nulla.
Non ci fu
ne duello e ne matrimonio. Fortuna che il Conte era un buontempone, la
prese
sul ridere e, con cipiglio poi severo, trascinò le figlie in
carrozza per
riportarle a casa, mentre quelle due pazze continuavano a sbracciarsi
fuori dal
finestrino gridando “Killian sposa me, sposa me!”.
Tornammo ai nostri alloggi,
Killian non ci parlò per due giorni. In più la
cosa si era saputa tra i cadetti
e per un pezzo ci presero in giro tutti e tre. Anche Liam lo seppe e
fece una
ramanzina colossale al fratello sulla forma corretta eccetera eccetera.
Jamie, Jefferson
ed Emma si sbellicavano dalle risa, Killian
era ancora imbronciato al ricordo.
–
Peccato amico che non ti sei sposato con una delle due, non
hanno trovato nessuno e sono ancora zitelle!
– Non
vi chiedete perché? Non dovrei dirlo per galanteria, ma
sembravano due ufficiali dell’esercito russo!
Risero tutti
questa volta e il pranzo volse al termine. Il
momento di congedarsi e riprendere il viaggio era giunto.
Jamie e Bill ora
avevano una grande responsabilità, dovevano
inventare una enorme bugia da raccontare al Commodoro. Jefferson Fox
ebbe
un’idea.
–
Sapete cosa mi è successo giorni fa mentre dalla Virginia
riportavo verso il Maine Lady Barbra? Abbiamo incontrato una nave
pirata, il
comandante un vero tipaccio, lo chiamano Hook per l’uncino
che porta al
braccio. Il vento era buono e quando ha provato ad attaccarci, siamo
stati così
veloci a caricare i cannoni che siamo riusciti a farlo colare a picco
con tutta
la sua dannata Jolly Roger. Il Capitano Jefferson Fox ha abbattuto ed
eliminato
il famigerato Hook. Non c’è una taglia sulla sua
testa? Come devo fare per
riscuoterla?
– Puoi
provare che hai abbattuto la Jolly Roger?
– Vi
basta l’insegna del suo nome?
Jamie e Bill si
guardarono in viso. Un buon motivo c’era se
Killian lo aveva ribattezzato Fox.
–
Amico, se ci procuri
l’insegna avremo la prova da mostrare per primo al nostro
Tenente di bordo.
Intervenne
Killian
–
Jefferson vedi in stiva da Nicodemo, l’ha conservata come
ricordo.
Il problema
sembrava risolto, avrebbero avuto una storia
credibile da raccontare e avrebbero avuto una prova da mostrare anche
al
Commodoro, forse erano salvi.
Si lasciarono
così, portandosi l’insegna della Jolly Roger e
la gioia di essersi ritrovati con un amico che amavano e stimavano. Si
salutarono sotto coperta con Killian, mentre con Jefferson e Lady
Barbra lo
fecero alla luce del sole, in modo da essere visti dal Tenente
Stevenson. La
scialuppa tornò a prenderli, salirono sulla loro nave e
convocarono il Primo
Ufficiale per raccontargli quanto saputo e soprattutto mostrargli il
pezzo di
relitto. Il Giovane ne fu contento, la sua fidanzata lo attendeva a
Glasgow,
era ora di tornare a casa.
Jamie e Bill si
accordarono per compilare il diario di bordo
e poi il rapporto per il Commodoro, lo avrebbero firmato con il Tenente
Stevenson.
L’Ammiraglio
Jonass Alexis Framer era rimasto solo nella
sua cabina, avevano compilato il rapporto, firmato e messo timbri. Ora
sentiva
il suo petto leggero, il macigno che gli pesava da anni sembrava
sparito.
Infilò la mano destra nella tasca interna, posta sul lato
sinistro del torace.
Prese il suo portafogli e sfilò da esso una vecchia lettera
ingiallita. Erano
anni che la teneva lì, l’aveva letta centinaia di
volte, era da tanto che non
lo faceva e volle rileggere quelle righe dell’amico
carissimo, scomparso da
troppo tempo.
Glasgow
1714
Mio
carissimo Jamie,
mi
dispiace per la tua caduta da cavallo e per la caviglia, ci ha impedito
di
vederci, volevo salutarti, parto per questa nuova missione improvvisa
con Liam.
Ti
volevo raccontare cosa mi sta succedendo,
già
so
che dirai che sono un pazzo, io
per
primo credo di esserlo
Non
riesco a capire cosa mi è successo nel Maine,
ricordi
quando mi hai parlato della Principessa Emma?
Non
la
conosci neppure tu ma ti hanno detto che è bellissima.
Pensa,
non sono riuscito a vederla in viso per una serie di ridicole
circostanze
Ma
stranamente ho sentito una forte attrazione per lei
Avendola
solo vista di spalle!
Lo
so,
la tua diagnosi è di pazzia galoppante!
Sono
innamorato della sua immagine, non faccio che pensarla.
Mio
fratello si arrabbia di continuo con me perché sono
distratto,
non
posso farci nulla. Ti avevo detto scherzando che se era così
bella,
me
la
sarei riportata a casa e l’avrei sposata.
Be!
Ti
dirò che è quello che voglio fare veramente.
Finita
questa missione torno da lei, la voglio vedere in viso
Voglio
capire cosa mi ha fatto. Voglio ritrovarla e capire i miei sentimenti
Se
sono
veri come sento e se lei mi ricambia
La
chiederò in moglie a suo padre,
in
fin
dei conti ho un titolo nobiliare anche io
Il
Principe James mi sembra un tipo liberale.
Liam
dice che sono pazzo
ma
mi ha
dato il permesso di donarle l’anello con brillante di nostra
madre, ha detto
che è degno di una principessa,
nostra
madre lo è sempre stata per nostro padre.
Sono
pazzo
e felice Jamie.
Spero
che quando ci rivedremo, al mio fianco ci possa essere Emma.
Ti
auguro pronta guarigione,
prega
per me Jamie, come io prego per te.
Il
tuo
fedele amico
Killian
Jones
Jamie
ripiegò la lettera. Si erano rivisti e al fianco di Killian
c’era Emma. I sentimenti che li legavano erano di amore puro.
Gli augurò
mentalmente di poter essere felici. Si accese la pipa con
l’acciarino, accostò
il portacenere, avvicinò la fiamma ad un angolo della
lettera, la vecchia carta
ingiallita prese fuoco immediatamente. Depose il foglio nel portacenere
e la
osservò annerire ed in fine sbriciolarsi. Era
l’ultimo legame materiale che
aveva con Killian. Nessuno doveva scoprirlo, Hook quel giorno era
morto, la
Jolly Roger affondata. Nessuno avrebbe potuto sapere che, in fondo al
cuore, il
legame, con quello che era ancora il suo migliore amico, sarebbe
sopravvissuto.
Non sapeva nulla del futuro, sapeva solo che stava tornando a casa,
sapeva che
avrebbe lasciato la Royal Navy. Doveva proteggere la sua famiglia,
sarebbero
partiti presto per la Francia, Clairette aveva dei parenti lì,
avrebbero
ricominciato una nuova vita.
Era notte ormai,
sulla Stella del Mattino regnava il
silenzio.
– Emma?
Killian
bussò alla sua porta, lei si era liberata della
parrucca, si era spazzolati i capelli e aveva indossato la sua candida
camicia
da notte di leggero lino. Gli aprì e si scostò
per lasciarlo entrare. Il suo
sguardo era malinconico.
–
Che succede Killian?
- Ho bisogno di
te Emma, ho bisogno che mi tieni tra le
braccia questa notte … fammi restare qui con te, ho bisogno
di sentirti vicina,
di sentire la tua pelle contro la mia … non voglio altro
Emma, ti prego.
Lo prese per
mano, lo portò verso il suo letto, gli accarezzò
il viso, lo baciò delicatamente sulle labbra, lui
ricambiò. Le sue mani
affusolate iniziarono ad aprire il suo panciotto, la camicia nera.
Infilò le
mani tra gli indumenti ed il suo petto, spostò gli indumenti
verso la schiena e
li fece scivolare dalle sue braccia, Killian le sciolse il laccio
dell’arricciatura dello scollo e fece lo stesso. Con una
carezza, sulle spalle
di Emma, le fece scivolare dalle braccia il lino che la copriva. Si
distesero
sul letto. Lei lo avvolse tra le braccia, lui le accarezzava la pelle
morbida
dell’addome, risalendo verso il seno.
–
Ho vissuto una
giornata veramente intensa oggi Emma. Non pensavo di rivedere Jamie e
Billy, i
nostri sentimenti non sono cambiati in questi anni, è stata
ed è una vera
amicizia. Ho avuto paura di perderti amore, tu mi hai dato coraggio.
Vorrei che
questo viaggio non finisse più Emma, vorrei restare
così con te. Sono tuo ormai
Emma, lo sono sempre stato e lo resterò anche quando questo
finirà. Non posso
darti altro che me stesso. Oggi sono morto, Captain Hook è
morto. È andato via
quando mi hai regalato questa mano ed è affondato con la
Jolly Roger, quando
Jefferson l’ha fatta affondare … ho tanti punti
interrogativi davanti a me. La
mia unica certezza è quello che sento per te.
Emma non
rispondeva, lo lasciava parlare, era un bisogno che
Killian aveva in quel momento, liberare i propri pensieri. Doveva
aiutarlo a
mandar via la malinconia. Si mosse verso di lui, carezzandogli il
petto, Killian
iniziò a reagire, il cuore iniziò a battergli
più velocemente, lo sentì
poggiando le labbra al centro del suo torace per baciare il punto dove
sapeva
essere il suo cuore. Killian le accarezzò i lunghi capelli.
Emma spostò le
labbra su un capezzolo di Killian, lui ebbe un sussulto
–
Ti piace qui?
Chiese lei
timidamente
– Non
sai quanto Emma …
Incoraggiata,
nonostante la propria inesperienza, provò a
fare come lui aveva fatto con lei, lo solleticò con la punta
della lingua e lui
ebbe un sospiro ed un ansimo di piacere
–
Emma … stai giocando
con il fuoco, non voglio scottarti!
Lei sorrise
divertita e visto le reazioni di Killian alle sue
carezze continuò, scendendo sempre più verso la
cintura dei suoi pantaloni di
pelle. La aprì e
la fece scivolare via,
aprì i bottoni della patta e sfilò via
lentamente, ma con energia i pantaloni.
Restava l’ultimo indumento intimo di lino, chiuso da due
laccetti, li aprì e
liberò la sua intimità, carezzò la
pelle setosa, che aveva conosciuto e
accarezzato, con la scusa della forte febbre che aveva afflitto
l’uomo che
amava. Ora lui era pienamente cosciente, la guardava non credendo ai
suoi
occhi, con il fuoco del desiderio che li illuminava. Emma schiuse le
labbra su
di lui. Egli chiuse gli occhi andando indietro con la testa, la
sensazione
piacevole lo invase completamente. Sentì il calore umido
della sua bocca
avvolgente e il movimento ritmico che lo stava portando
all’estasi.
– Emma
se continui così non potrò trattenermi a lungo
…
- Voglio vedere
la felicità nei tuoi occhi Killian, non ha
importanza, Hook è morto ma voglio che tu ti senta vivo,
lasciati andare, come
hai chiesto a me, sentirai solo piacere.
Anche quella
notte fu la loro, non c’era altro al mondo che
il loro amore. La gioia di dare più di quella di ricevere.
Killian le aveva
promesso di farla sentire felice e aveva mantenuto la promessa. Emma a
sua
volta gli aveva fatto la stessa promessa. Erano simili anche in questo.
Anche
Emma mantenne la sua.
Angolo
dell’autrice
Cari
lettori, quali
sono i vostri sentimenti profondi? Avete mai vissuto un’
amicizia profonda come
quella tra Jamie e Killian? Un amore come questo dei nostri Captain
Swan?
Se
non vi è capitato
spero che vi capiti. L’amore nei suoi significati ha tante
facce è come un
Brillante e se lo ponete sotto un fascio di luce, ogni facciata
moltiplicherà
la luce riflessa. Vi siete mai chiesti perché come dono
d’amore si dice che un
Diamante è per sempre?
Un
saluto a chi leggerà
e un grazie a chi vorrà recensire e soffermarsi su queste
domande.
Alla
prossima. Con
affetto
Lady
Lara