Storie originali > Soprannaturale > Vampiri
Ricorda la storia  |      
Autore: Lulumyu    18/03/2005    6 recensioni
"C’è chi è preda e chi è cacciatore, in fondo. Ed io preda non lo sono mai stata."
Genere: Dark, Sovrannaturale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

C’È CHI È PREDA E CHI È CACCIATORE…
By Lulumyu


Tic
Tic
Tic
Un unico suono mi pervade le orecchie.
Nel silenzio di questo luogo il picchiettare dei miei tacchi sull’asfalto è un rumore quasi assordante…
Silenzio… forse anche troppo silenzio…
Ma cosa cavolo ci faccio qui? Potrei starmene tranquillamente a casa come un comune mortale a guardarmi qualche programma in tv, ma no, troppo difficile…
Ecco, si è anche alzato il vento…
Questa notte si intona perfettamente con il mio umore, guarda caso.
Fredda e cupa al punto giusto.
Stringo le mani nelle tasche del mio lungo cappotto scuro. Almeno loro staranno al calduccio. Se devo usarle non posso certo permettermi di averle congelate come due stecchini di ghiaccio!
Uff…
Ah, eccomi qua: il caro vecchio quartiere ‘malfamato’.
Se la gente sapesse davvero cosa si nasconde la notte in questi vicoli freddi e bui, dubito che verrebbe ad abitare qui. A confronto ladri, spacciatori e assassini sono brave persone che colgono le margherite e aiutano le vecchiette ad attraversare la strada.
Cinicamente parlando mi fa piacere in fondo che i miei ‘amichetti notturni’ bazzichino da queste parti.
Almeno la notte ripuliscono un po’ le strade da quella feccia.
Mentre passo per una di queste famose strade i capelli cominciano a sbatacchiarmi sugli occhi.
Già è notte, poi se dei fili neri come il carbone ti si parano davanti agli occhi, sfido io a vederci qualche cosa. Mi sposto distrattamente la ciocca ribelle dietro l’orecchio.
So benissimo che è inutile, che fra cinque secondi la stessa ciocca, rompiballe fino alla radice, tornerà a rompere i cosiddetti sbattendo di nuovo nello stesso punto.
E stasera mi sono ripromessa di essere fine e di non sparare parolacce a destra e a manca, come mio solito. Tanto so che non ce la farò.
Non mi ricordo neanche io da quanto tempo ormai abito qui. Da quando ho cominciato a lavorare? Non lo so. So solo che mamma non è d’accordo che io viva in questo quartiere.
Ha rotto in una maniera assurda quando le ho raccontato che avevo preso in affitto quell’appartamentino.
Papà si è limitato ad alzare le spalle e ad augurarmi buona fortuna per il mio lavoro, dicendomi di non farmi problemi a chiedere aiuto se c’è qualcosa che non va.
Ovviamente la mamma si è messa anche a gridare contro di lui dicendogli che è un padre irresponsabile e bla bla bla…
Non penso che lui la stesse ascoltando in quel momento.
Ma perché ci sto ripensando? Chi me lo fa fare… ah, già, forse per dimenticare quello che ho fatto stasera.
Ragazzi, che serata del cavolo. Ashley mi ha costretta ad uscire con lei e con quella vipera di Lyla, per ‘rimorchiare un po’, mi ha detto. Rimorchiare, eh?
Certo, certo…
Rimanere tutta la serata a ridere come delle oche senza cervello a qualche freddura di uno di quegli sfigati non mi pare sia la giusta definizione di ‘rimorchiare’.
Ovvio che qualcuno ci ha anche tentato con me.
Tsè, povero cretino.
Lo sfigato era, aspetta, come si chiamava? Mmm… ah, già. Minimo. Beh, in realtà si chiamava Massimo, ma dubito che un nome del genere gli stesse bene.
Mai visto “Il Gladiatore”? a quello sì che gli stava bene il nome Massimo!
Comunque, ritornando alle prodezze del nostro Minimo, beh… non ha fatto prodezze.
Si è avvicinato al tavolo dove eravamo sedute con mosse da predatore, studiate fino al minimo respiro, e ci ha chiesto di sedersi con noi con la voce e il sorriso più seducente che aveva.
Ovvio che sto sottintendendo il fatto che di seducente non c’aveva manco un unghia, ma passiamo oltre.
La fase due è stata l’appiccicamento morboso. Ha cominciato a farmi un interrogatorio sulla mia vita, dicendo di tanto in tanto “oh, ma guarda, anche a me piace/non piace …., che coincidenza!”.
Eh già, ma ‘varda che bella sta’ coincidenza. Bah!
La fase tre invece è stata quella delle cretinerie. Non so quante caz… eh no, ho detto che sarei stata fine! quante cavolate ha sparato in tutto, credendo che mi sarei messa a ridere come un’oca.
Ok, lo ammetto, quando non ho niente di meglio da fare li assecondo anche. Ma non era serata questa, l’ho già detto. Ad ogni battuta mi sono limitata a bere un sorso di uno strano cocktail che mi ha offerto lui.
Stava per dirmi come si chiamava, il cocktail intendo, ma ho tagliato il discorso parlando d’altro. Se è un’idiota alla pari di tutti gli altri avrà di sicuro ordinato qualche schifezza chiamata “passione di un incontro al bar” oppure “colpo di fulmine al chiaro di luna” o robe simili… non che non mi piacciano, quei nomi, alcuni non sono poi così male.
Ma quando te li offre un figlio di papà che ha voglia di rimorchiare con te proprio la sera che tu sei scazzata, beh, non fa un effetto molto “passionale”.
Ha continuato a blaterare cretinate per un po’, poi, quando ha visto che non attaccava, si è rivolto a Lyla.
E quella strega se n’è anche andata con lui a fine serata! Molto probabilmente pensava di avermi rubato la preda, o chissà che cosa, e si sentiva figa.
Quella non mi ha mai sofferta, ha sempre tentato di copiarmi in tutto e per tutto, modo di vestire, di comportarsi… bah, neanche ci riesca bene, poi.
Ashley ha “catturato” un tizio che si chiamava tipo Marco o Marcello, non me ne sono poi fregata tanto di chiedergli il nome.
Però il comportamento di tutti loro mi ha lasciato un po’ perplessa. Minimo si è avvicinato per cacciare, e lo stesso sarà stato per Marcocello. Allo stesso modo la vipera e Ash hanno fatto lo stesso.
Ma in fondo ognuno di loro era anche preda…
Oddio, no, adesso mi viene anche da filosofizzare!
Sono proprio partita alla grande.
In ogni modo questa “serata da sballo” si è conclusa come al solito con me che sto tornando a casa sola e scazzata. Una cosa prevedibile, in fondo.
Ecco il parchetto per bambini del quartiere.
Inutile dire che ci sono più siringhe che erba, e bisogna vedere anche quale erba.
Sento un fischio dall’altro lato della strada. Senza neanche fermarmi mi giro leggermente e vedo due idioti cronici che fanno apprezzamenti poco ortodossi sulla sottoscritta.
Ti prego, fai che non rompano le balle o finirò per ricominciare a sparare parolacce a tutto andare e addio buoni propositi.
Come non detto, hanno preso a seguirmi. Gli lancio un’occhiata premonitrice con i miei gelidi occhi azzurro ghiaccio.
Non è male avere occhi di questo colore, servono in situazioni del genere!
I “predatori” scoppiano in un duetto di risate gelide.
Non mi fanno paura, vivendo da queste parti si impara a difendersi da questi idioti, bavosi e pervertiti.
Però… questi due non me la raccontano giusta, c’è qualcosa che…
Ok, c’è solo un modo per scoprirlo.
Comincio ad aumentare il passo e me li trovo di fianco, uno mi afferra per il polso e mi porta in un vicolo buio, seguito dall’altro che mi guarda e ridacchia, passandosi la lingua sulle labbra.
- ma che bel bocconcino che abbiamo qui – dice.
Veloci e forti. Troppo veloci e forti per me.
Merda.
- vero che mi lasci giocare un po’ con lei? – continua imperterrito il cazzone di prima.
E fanculo ai miei buoni propositi!
- staremo a vedere quanto dura, la piccola – dice l’altro degno compare, che mi sta distruggendo il polso.
Dopo qualche secondo mi ritrovo sbattuta contro il muro, due mani mi girano spalle al muro e mi trattengono per le braccia.
Debolmente faccio qualche gridolino, che cazzone number two prontamente blocca con la mano.
E io gliela mordo, ovviamente!
- ahia! Ma che cazzo sei? Una bestia? – mi grida, mentre alza la mano per tirarmi un ceffone.
L’altro lo blocca, gli sussurra qualcosa che non riesco a comprendere e si rigira verso di me, con un sorrisetto che mi da i nervi.
- e ora divertiamoci un po’ con la nostra preda… e facciamola finita una volta per tutte – dice.
- sì, ma muoviti che ho fame – dice il cazzone.
La comprensione mi arriva in mezzo secondo.
So alla perfezione cosa fare, non sono certo una pivellina!
Il tipo mi si avvicina, appoggia le labbra gelide vicino all’orecchio e sussurra:
- non ti preoccupare piccola preda, non farà male –
- neanche a te… - gli sussurro seducente.
È impressionato: lo leggo nei suoi occhi quando si stacca all’improvviso da me che è sorpreso che non mi sia messa a tremare.
I miei occhi sono freddi, quasi come i suoi.
Non mi puoi scappare, tesoro, ho capito chi sei ora.
E anche lui ha compreso, lo leggo dal terrore sul suo viso.
Dov’è finito ora quel sorrisetto del cazzo, eh coglione? Dov’è? Come ci si sente ad essere dall’altra parte?
Affondo la mia arma nella sua carne. In un posto come questo devi portarti in tasca qualcosa che ti aiuti a salvarti la pelle! Poi lo butto da un lato e colpisco il cazzone di prima, che non ha neanche il tempo per reagire.
L’ultima cosa che dice è:
- brutta stronza. Sei una gran… - non riesce a finire.
Lo ho colpito di nuovo, non mi piace che infimi esseri come lui diano a me quell’epiteto così poco cortese.
Li guardo entrambi sgretolarsi in mille piccoli pezzi di polvere. Velocemente ripongo il mio adorato paletto nella tasca e raccolgo in due sacchetti distinti una manciata di cenere di ognuno. Bleah, mi fa schifo quest’ultima parte, ma è indispensabile se voglio essere pagata.
A quelli non basta che gli vai a dire quanti ne hai uccisi, vogliono le prove loro! Non mi sono mai chiesta di cosa se ne facciano delle ceneri che gli porto, e, francamente, non me ne frega un cazzo.
Chiamatemi come volete, pensatela come volete riguardo il mio comportamento, ma di certo sono migliore di molti di quegli esseri che uccido.
Che poi uccidere è una cosa relativa se si parla di loro.
Scusate, sono già morti!
Il vento porta via il rimanente delle polveri.
Chissà, forse il posto dove sono ora quei due cazzoni è migliore di questo quartiere, forse anche di questo mondo.
Anche se uno dei preti di quell’organizzazione dice sempre che quelli bruceranno per sempre all’inferno, io non ne sono così tanto sicura.
Forse perfino l’inferno è migliore di vivere una vita dannata.
E forse, inconsciamente, non sono quelli come me che li cercano per finire la loro non-vita, ma sono loro che cercano noi. Non so com’è essere come loro e, sinceramente, non ci tengo a saperlo.
Esco dal vicolo mentre sta sorgendo il sole. Ma quanto cavolo ci sono rimasta in quel vicolo a filosofizzare?
Sta diventando un vizio…
Molto probabilmente ci avrebbe pensato qualcun altro ad ucciderli, se io avessi fallito o non li avessi incontrati. E in ogni modo non erano dei novellini, quei due.
Forse sapevano già chi ero, o forse no.
Forse lo hanno fatto per sfidare quelli come me, per mostrargli che non hanno paura di noi, o forse no.
Forse credevano che ero una novellina, forse no.
Loro non lo sono, non sono le mie prime vittime.
Forse non si sono neanche preoccupati di controllare cosa avevo nelle tasche perché gli sembravo innocua.
Mi credevano una preda come un’altra.
C’è chi è preda e chi è cacciatore, in fondo.
Ed io preda non lo sono mai stata.
  
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale > Vampiri / Vai alla pagina dell'autore: Lulumyu