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Autore: Xebfwalrk    08/02/2016    0 recensioni
Un ladro, esseri immortali ed un Ondino viaggiano sulla terra ferma, chi per avventure chi per pura abitudine. Un'assassino in cerca di potere e supremazia tenta in tutti i modi di raggiungere il suo scopo. Ignoto è il fato di coloro che incontreranno. Lo scontro finale avverrà in uno spazio ristretto e con la morte della morte si avrà la sua conclusione.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Alia stava cercando di sventare i piani di dell’Ondino e del suo compare quando sentì quell’odore di putrido e morte. Percepì anche una forza dirompente, un’energia notevole persino per un Jinn di altro rango. Mollò di punto in bianco quei due e si diresse rapida come un fulmine laddove sapeva di trovare quel maledetto assassino. Giunse in un anfiteatro, la scena che le si parò davanti le fece ribollire il sangue. Quel maledetto assassino aveva messo alle corde ben tre Jinn in un colpo solo.
Unni continuava a sparare allo stregone con la sua Magma 35[1] e la Dubott[2].
Con Alia vennero anche Basma, richiamato dal potere dalla Marid, e Gord, dietro al suo amico. I due rimasero nascosti.
«Bene, bene, bene!» La sua voce, resa viscida dalla corruzione del suo corpo, arrivava da ogni dove «Sono contento dell’accoglienza che mi state dedicando» l’assassino apparve nuovamente a venti metri sopra l’anfiteatro. Rimaneva in aria grazie alla potenza degli spiriti Jinna che aveva assorbito. Lentamente atterrò; si era appena fatto circondare dalle uniche persone nel regno che potevano ucciderlo «sono vivamente soddisfatto, adesso potrò concludere la mia opera» disse mostrando il suo corpo.
Sollevò la manica destra, l’odore di morte e corruzione dilagò nell’aria, il suo braccio era nero ed emanava un tetro bagliore di luce scura, più scura della notte. Lo spirito del Jinn più incompreso un Ghul. Con un movimento rapido recise la gamba dei jeans all’altezza del ginocchio. Brillava della luce più pura del mondo ottenuta dal fratello di Alia; la donna ebbe un fremito d’ira e il suo potere si fece più intenso «come potete vedere non mi mancano molti elementi per poter diventare il signore supremo di questo mondo. Il potere di voi spiriti demoniaci.» Fece una pausa osservando tutti i Jinna «Le leggende narrano di creature scaltre e vendicative, ma erano sbagliate, siete solo dei bambini vecchi con istinti omicidi. Adesso che ho scoperto come impadronirvi dei vostri spiriti puri e di usarli a mio piacimento potrò finalmente rivendicare il mio dominio su Pratis!» L’uomo lanciava occhiate ai quattro Jinna, li guardava come se fossero dolci ambiti «Vi svelerò un segreto, non resisto!» Era tutto emozionato, quasi saltellava dalla gioia di raccontare «Dao, sai cosa andrà a costituire il tuo spirito in me?» Lo guardò aspettandosi una risposta. La donna alle sue spalle gli posò una mano in maniera protettiva «Beh, il tuo spirito rinforzerà il mio di corpo, il mio tronco per la precisione!» Si voltò verso la donna «Marid, conosco il vostro scarso senso dell’umorismo, tu andrai a potenziare la mia mente, renderai anche me freddo e calcolatore come te!» Rideva con gusto, poi voltandosi verso la seconda donna priva di sensi «Amir, cara e dolce Amir, tu farai compagnia a Ghul, nel mio braccio sinistro!» le disse nonostante quella non fosse cosciente, poi rivolto all’ultimo Jinn «Caro Ikrimah, secondo i calcoli che ho fatto e gli studi che ho condotto il tuo caro fuoco andrà nella mia gamba destra. Spero tu ne sia contento!» Fece una pausa per riflettere «Tranquillo vecchio mio, prima di te ci sono altri due giovani sovrani che perderanno il loro trono. Tu sarai l’ultimo!» Concluse guardandolo fisso.
«Sta zitto, è ora che tu paghi per il male che hai fatto!» Alia urlò con ardore e si gettò con tutti i suoi poteri contro l’assassino. Quello deviò i suoi attacchi con il braccio di Ghul, facendo piovere acqua putrida e verdastra.
Si prepararono alla battaglia.
«Deve morire!» Alia urlò quelle parole come grido di battaglia.
Lo scontro ebbe inizio, Alia attaccava incessantemente l’assassino di suo fratello, lo voleva morto. Kalid osservava come l’uomo ondeggiasse a pochi centimetri da terra e come respingesse con i suoi arti gli attacchi della donna, con la destra una poltiglia mefitica e scura mentre con la gamba polvere luminosa e acquosa. Ikrimah si unì alla donna, attaccava, lo colpiva e poi si accasciava. Alia era troppo presa dal combattimento per rendersene conto ma Kalid, osservatore e calcolatore anche lui, se ne accorse e capì, capì dalle parole dell’uomo, dalla fatica dell’Ifrit. I due erano legati, qualcosa li univa tanto da trasmettere i danni dall’uomo al demone e la rigenerazione dal Jinn al’assassino.
Kalid apparve di fianco ad Alia «fermati, osserva» le sussurrò all’orecchio.
Alia interruppe i getti d’acqua e si mise a guardare come il fuoco colpisse l’uomo senza che lui nemmeno ci provasse a difendersi. Ad ogni fiammata andata a segno Ikrimah si piegava su un ginocchio ustionato.
«Cos’hai Marid? Silat è stato vendicato per te?» le domandò l’assassino.
«Bastardo!» Ringhiò.
Alia usò Basma controllando il suo corpo. Gli fece prendere l’arma che teneva nella fondina sulla schiena, un Jelovra[3].
Contro la sua natura pacifica l’Ondino puntò l’arma contro l’uomo.
«Basma? Cosa fai?» Gord gli fu di fianco, cercando di spingere la pistola verso il basso.
«Gord…» Basma non riusciva neppure a parlare tanto che era forte il controllo della donna sul suo corpo «aiutami.»
«Smettila!» Gord colpì la donna con un pungo sul volto, quella non si mosse di un millimetro, sentì la sua mano gelare. Alia si voltò a guardare l’umano. Con un gesto della mano un’ondata di nebbia gelida lo scaraventò verso Jinn Dao.
Lacrime calde corsero sul volto di Basma. Sparò una raffica di colpi contro l’uomo.
Quelli andarono a segno e trapassarono il suo corpo da parte a parte, non una goccia di sangue scaturì dalle ferite. Il corpo di Ikrimah sanguinò brevemente prima di rigenerarsi.
Ikrimah gridò e continuò a bruciare il suo nemico. «Edimathis!» Lo chiamò «Combatti contro di me!» Ikrimah gli saltò contro; nel frattempo Alia approfittò della distrazione del nemico per attaccarlo con un getto di acqua gelida ma, con una mossa rapida, si spostò e l’Ifrit finì nel torrente di acqua e ghiaccio della donna.
«Bene, bene.» Edimathis si strusciò le mani con fare mercanteggiante «Dao, tu sei il mio primo obbiettivo!»
«Lurido, non lo toccherai!» Unni si fece davanti a lui e sparò, urlando.
Edimathis rideva della foga della donna, schioccò le dita e la Troll finì contro la parete della casa più vicina grondante di sangue.
Altri proiettili gli arrivarono da sinistra, Edimathis si voltò a guardare quello stupido Ondino sotto il controllo della sua regina stava ancora sparando. Finì il caricatore. Riservò a lui lo stesso schiocco di dita.
«No!» Si udì il grido di Gord sopra il caos dalla battaglia.
Edimathis notò quell’umano in mezzo allo scontro, correva dal pesce fuor d’acqua, e capì che poteva essere un problema. Cominciò una lenta discesa verso quella vittima innocente.
 
«Unni?» Kalid teneva tra le braccia la sua donna. Non rispondeva, priva di coscienza. Un antico furore si fece largo nella sua mente. Depose la donna e cominciò ad attaccare Edimathis con le pietre che li circondavano. Il colpo andò a segno. Edimathis cadde sotto il peso del macigno.
 
Ikrimah cadde nuovamente, la sua gamba destra era spezzata di netto. Urlò per il dolore e la posizionò in maniera che potesse rigenerarsi.
 
Alia si avvicinò pronta a uccidere quello che rimaneva dell’assassino di suo fratello.
Edimahtis fece esplodere la pietra e uscì volando a dieci metri da terra, guardò tutti in faccia.
«Mi state facendo arrabbiare!» Gridò rabbioso.
Passò il suo sguardo a Ikrimah ancora a terra per la gamba che tardava a rigenerare, osservò la sua, un pezzo di pietra lungo e affilato era rimasto inserito e separava le ossa. Con un gesto delle mani lo fece uscire e lo spedì contro la donna.
Alia lo afferrò al volo e con una mossa rapida lo gettò contro Ikrimah, andando a perforargli il petto.
«Non funziona così» Edimathis rise di gusto, Ikrimah si contorceva dal dolore.
L’Ifrit afferrò la mano della Marid e la bruciò con tutta l’ira che aveva in corpo. Alia non urlò, non sentiva dolore, la sua pelle di ghiaccio era immune alle fiamme degli Ifrit, osservò la disperazione negli occhi di Ikrimah. Con una mossa inaspettata gli prese la testa e la colpì con il suo ghiaccio. Ikrimah cadde a terra, la sua pelle tornò rosa i suoi capelli divennero d’oro. Perse i sensi.
«Adesso come puoi rigenerarti se la tua batteria è a terra?»
Kalid non attese oltre e attaccò ancora Edimathis. Si difendeva con i poteri dei Jinni che aveva catturato e assorbito.
 
Ikrimah si teneva la testa. Osservava le sue mani, rosa da umano. Non riusciva a stare in piedi. Sentiva la sua testa pesante e dolorante, un dolore ignoto, fisico e persistente. Tirò pugni forti contro la pavimentazione della piazza. Urlò di dolore. Alzò la testa vide lo stregone, l’assassino, quell’abominio. Cercò di tornare nella sua forma di Ifrit. Non ci riuscì, qualcosa gli impediva di tornare nel suo aspetto normale.
Un rumore alla sua sinistra, lontano dalla battaglia. Un ragazzo di spalle teneva la testa di un altro, i capelli del corpo esanime erano rosa, quelli del ragazzo di spalle oro, lunghi e sporchi. I due si guardavano e parlavano sommessamente.
 
«Gord…»
«Starai bene Basma, non preoccuparti» lo teneva in braccio, sostentava la sua testa e osservava i tagli profondi che aveva sul volto.
Si osservavano trepidanti, doloranti. Lo scontro alle loro spalle imperversava senza sosta, sentivano boati e vedevano flash.
«Gord…» ripeté ancora Basma sfinito.
Strinse a sé il corpo dell’Ondino, l’altro rispose facendogli sentire che era ancora in forze e che si stava riprendendo, seppur lentamente.
Si baciarono passionalmente.
Basma aprì gli occhi «Attento… alle tue spalle» avvertì sotto shock.
Gord si voltò.
Lo vide negli occhi.
 
Ikrimah rimase impietrito.
Occhi d’oro si rifletterono in uno specchio inesistente. I loro corpi simili: alti uguali, muscolosi tonici e affascinanti, nonostante fossero ricoperti di graffi ed escoriazioni. L’unica differenza erano i loro capelli: Ikrimah li portava corti e Gord lunghi fin alle spalle. Tutti i suoni parvero abbandonare il mondo, esistevano soltanto loro due, l’uno l’ombra dell’altro, gemelli separati da anni di differenza. Impietriti, immobili, incapaci di pensare ed agire.
 
Edimathis sentì l’aria farsi più carica, cercò Ikrimah, la sua fonte di salvezza. Lo vide: a quattro zampe, nella sua forma umana a fissare l’altro umano. Immobili. Alzò lo sguardo al cielo: nubi scure si stavano addensando. Elettricità statica aumentava, doveva agire in fretta o avrebbe potuto perdere l’Ifrit per sempre. Chiuse gli occhi, si spostò con la potenza del Silat verso Alia, le diede un calcio con la potenza di suo fratello facendole perdere l’equilibrio. Jinn Dao, troppo lento per seguire i movimenti di Edimathis arrivò tardi. Edimahtis fu di fianco a Gord, allungò il suo braccio destro.
 
Gord ed Ikrimah si erano alzati, avevano appena osservato il cielo. Una connessione onirica con il mondo si fece largo nelle loro menti e seppero cosa stava per accadere, seppero perché stava accadendo a loro, seppero finalmente, chi fossero. Gemelli del tempo, fratelli di vita e sofferenze, separati da una barriera quale l’immortalità, uniti dal fato. Uniti dalla morte di uno di loro.
 
Edimathis toccò la testa di Gord e usò il potere di Jinn Ghul per portarlo nel labirinto della morte.
 
 
[1] Magma 35: semiautomatica.
[2] Dubott: semiautomatica a Canna lunga.
[3] Jelovra: Fucile automatico a canne rigate.

 
Questo racconto ha partecipato ai contest:
Fantasy creatures - Non siamo solo mostri.
Indetto da:
Pagina autore Grazianaarena
Pagina giudice Grazianaarena
L'inizio e la fine di ogni cosa [Original Fantasy & Fantasy!AU Contest]
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Pagina autore ManuFury
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