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Autore: Manu75    08/02/2016    0 recensioni
"Il viso era affascinante, con il prominente naso adunco che lo dominava. Ma erano gli occhi quelli che attiravano maggiormente l’attenzione, erano azzurri e brillanti, limpidi come ruscelli di montagna. Bastava incrociare quello sguardo una volta, per comprendere quanto Albus Silente fosse intelligente, arguto, abile. Quanto fosse straordinario.
Di sicuro era bastata una volta a Minerva Mc Granitt"
Minerva è la studentessa più brillante della Scuola, è una ragazza acuta ed intelligente, con la testa sulle spalle ma, Minerva è anche una ragazza di diciotto anni con un animo delicato e un cuore pieno d'amore.
Albus Silente è il Vice Preside di Hogwarts, è un insegnante ed è uno dei maghi più potenti mai esistiti. Un uomo del genere, quale donna potrà mai amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Ringrazio Occhioni_Azzurri e SweetLady98 per aver lasciato un commento a questa storia, grazie anche a chi legge senza commentare ^_^ La caccia continua, buona lettura!


‘Come un diamante’

 

PARTE DODICESIMA


Giugno (Il ballo- L’uomo da battere)


Dai Giardini di Hogwarts, illuminati da veri e propri grappoli di luce che galleggiavano in aria, provenivano voci concitate, gridolini e risate eccitate, mentre ragazze e ragazzi correvano di qua e di la consultandosi o sbeffeggiandosi allegramente.
La Sala Grande si era quasi del tutto svuotata e l’Orchestra al completo ne approfittava per bere e mangiare, così come i pochi insegnanti rimasti, il Preside, il Consiglio della Scuola al completo e il Ministro con i suoi Collaboratori.
- Tipico di Silente mollare un discorso così importante a metà e mettersi a partecipare ad una Caccia al Tesoro – brontolò il Segretario del Ministro, che non aveva ancora dimenticato il colloquio avuto con Silente in marzo.
- Silente può permetterselo….- borbottò cupo il Signor Malfoy, bevendo una coppa di Champagne.
- Suvvia, come resistere ad un invito simile?!- esclamò allegro il Ministro – e dopotutto, signori, ciò dovrebbe rallegrarci!-
Gli altri lo guardarono senza capire.
- E’ la prova che anche Albus Silente, alla fine, è pur sempre un uomo!- concluse il Ministro, con una smorfietta ironica.
Il Signor Malfoy sorrise compiaciuto e alzò il calice, ormai vuoto, in un brindisi silenzioso e beffardo.


Minerva si ritrovò in mezzo al Giardino senza sapere bene come, con la mano ancora stretta in quella di Silente.
Lui si fermò e si voltò verso di lei.
- Ebbene- le disse – vogliamo cercare di sciogliere il mistero del primo indizio?-
-Ehm…si…- mormorò lei, ancora piena d’imbarazzo per l’audacia con cui l’aveva invitato.
‘Sarei stata più discreta se avessi preso il microfono e gli avessi urlato che lo amo!’ Pensò leggermente disperata, arrossendo al solo pensiero.
Tuttavia il lato comico della scenetta che aveva in mente prevalse e dovette mordersi le labbra per non scoppiare a ridere.
- Mh…dunque..- disse con voce tremula, aprendo il bigliettino, consapevole dello sguardo di lui che non l’abbandonava – ‘Allunga un braccio e tocca una stella, che di tutte quante son la più bella, ma solo lo stolto si appresta a salire, chi il cervello ha fine sa che il dito e non il cielo, deve mirare!’...Oh…- si bloccò con la mente vuota.
- Lei ha qualche idea..?- chiese, vergognandosi un po’.
- Molte direi. Lei?- le rispose lui con il riso nella voce.

‘Ci manca solo che si prenda gioco di me!’ pensò Minerva, leggermente irritata adesso.
- ‘Allunga un braccio e tocca una stella’, non capisco…’che di tutte son la più bella’…una stella…la più bella, Venere? La prima stella della sera?- chiese a sé stessa – Forse dovremmo andare sulla Torre di Astronomia…- esclamò poco convinta.
Sollevò lo sguardo e vide che dalla Torre più alta di Hogwarts giungevano suoni e luci.
- No, un momento…’solo lo stolto si appresta a salire..’…guardare il dito….non è la stella ad essere la chiave, non è il Pianeta, non è Venere il Pianeta ma Venere la Dea…- mormorò incerta -un momento, per gli alchimisti Venere rappresenta il rame, ma certo!La statua in rame di Enrico Cornelio Agrippa! Il grande alchimista!- esclamò trionfante – nella Galleria di Venere, vicino alle serre!-
- Ottimo – mormorò Silente, -vogliamo andare?-
- Si!- lei gli sorrise gioiosa, e accettò la mano che lui le porgeva.

Poco lontano, da un cespuglio di rose, emersero il Professor Slughorn e la Professoressa Hataway.
- Bene, ha sentito Caroline?- chiese Slughorn.
- Si si, ho sentito Horace!- disse lei, irritata, togliendo qualche petalo dal suo vestito.
- Le ho detto che dovevamo seguire Silente!La sa lunga quello…e io non intendo farmi battere da lui, stasera!-
- Si, nemmeno io amo perdere!- esclamò lei, fissando con un’espressione acida la figura snella di Minerva che si allontanava.
- Allora andiamo, va!- disse Slughorn, allegro – Cosa c’è Caroline?-
-N-nulla…- disse la donna – è solo che mi sembrava ci fosse qualcuno li dietro, ho sentito un fruscìo…-
- Beh, saranno degli studenti…- minimizzò lui frettolosamente -suvvia, vogliamo muoverci?-
- S-si…- mormorò la Professoressa Hataway, lanciando uno sguardo poco convinto alle proprie spalle.


Albus Silente e Minerva furono i primi a giungere alla Galleria aperta che collegava, lateralmente, la Scuola alle Serre.
Camminarono in silenzio fino alla statua di Agrippa e, una volta giunti la davanti, si fermarono.
L’alchimista stava su un piedistallo ed era raffigurato con una mano sul fianco e l’altro braccio sollevato, mentre indicava un punto nel cielo.
- Pensare che ci sono passata davanti centinaia di volte per andare alle lezioni di Erbologia, nelle giornate di pioggia!- esclamò allegramente Minerva.
- E’ meglio sbrigarsi – le disse Silente, gentilmente – sento diverse voci in avvicinamento, qualcun altro deve aver svelato la prima parte dell’arcano-
Le sorrise con grande calore.
- Si..- mormorò lei, leggermente stordita – dunque ‘mirare il dito..’…- osservò perplessa la mano di Agrippa con il dito puntato.
Cercò di raggiungere la mano ma era troppo in alto, allora sollevò leggermente l’orlo della gonna cercando di arrampicarsi sul piedistallo ma inutilmente, perché continuò a scivolare.
Alla fine, rossa come un peperone, si voltò verso il Vice Preside che la osservava tranquillo accarezzandosi la barba e con un’espressione serena sul volto.
- Pensava di aiutarmi…?- chiese lievemente irritata stringendo gli occhi a fessura e serrando le labbra, come faceva sempre quando era contrariata.
- Naturalmente!- le rispose lui, allegro, e si avvicinò.
Minerva si fece da parte per permettergli di accostarsi alla statua.
Silente era talmente alto che avrebbe potuto semplicemente allungare un braccio ed invece lui ignorò la statua, prese Minerva per la vita e, senza sforzo alcuno, la sollevò fino a che lei si trovò con gli occhi all’altezza della mano di Agrippa.
- M-ma…- balbettò la ragazza -…io non intendevo…-
- Lo so, ma così è più piacevole…per Lei, naturalmente!- esclamò lui, palesemente divertito – E’ giusto che sia Lei a scoprire la soluzione, Minerva –
‘Mi ha chiamata per nome!’ pensò lei, sconvolta, cercando di ignorare il calore delle mani di lui che filtrava attraverso la stoffa leggera del vestito.
Si concentrò sulla statua e cominciò a tastarne il braccio.
- Oh!- esclamò ad un certo punto – Trovato!- e infatti, non appena aveva sfiorato la superficie della fredda mano di rame, aveva avvertito un qualcosa di ruvido e sotto il tocco delle sue dita era apparso dal nulla un cestino appeso all’indice di Agrippa.
Dentro vi erano una dozzina di bigliettini. Ne prese uno e il cestino scomparve di nuovo.
- Un Incantesimo di Disillusione!- esclamò deliziata – Ehm, può mettermi giù!-
Lui la posò in terra con delicatezza e la lasciò, tra il sollievo e la delusione di Minerva.
Sollevò lo sguardo su di lui che la osservava senza sorridere adesso. Improvvisamente delle voci concitate si avvicinarono.
- Andiamo? Meglio spostarsi per non facilitare gli altri- le disse Silente, parlando a voce bassa – così potremo leggere il secondo indizio-
- Si…- mormorò lei, convinta che questa volta lui non l’avrebbe presa per mano.
E invece Silente le porse la mano in silenzio e Minerva la prese con un guizzo di pura felicità, sorridendogli radiosa.
Lui le rivolse uno sguardo colmo di dolcezza e la ragazza si sentì così piena d’amore che, per un attimo, credette di non riuscire a contenerlo.
‘Non importa cosa accadrà domani’ si disse ‘Adesso sono con lui, solo questo conta. Questa serata resterà per sempre solo mia’
Poco distante, nell’ombra, una figura osservava Silente e Minerva allontanarsi mano nella mano, illuminati dalle luci galleggianti e dalla Luna che quella notte si stagliava spettacolarmente grande nel cielo.
- Così commovente…- mormorò una voce gelida – e così patetico! Ah Silente, tanto potente e tanto stolto…che spreco!-
La figura scivolò nell’oscurità e seguì, non vista, Minerva e Albus Silente che si avvicinavano alle Serre.

- E’ tutto molto ingegnoso!- esclamò Minerva – ma com’è possibile che gli insegnanti non ne sappiano nulla e ignorino dove si trovi il tesoro?-
- Eppure è così- le confermo il Professore - Ha organizzato tutto Armando, il Preside Dippet, credo desiderasse che tutti avessero la possibilità di passare una serata lieta. E' stato un anno duro anche per Hogwarts- mormorò lui.
Passeggiarono in silenzio per un po', con i pensieri rivolti nella stessa direzione.
- Sarà meglio leggere il secondo indizio- le disse lui ad un certo punto, fermandosi e sorridendole gentilmente.
Ma Minerva capì che il pensiero dei tristi avvenimenti dell’anno appena trascorso avevano intaccato la serenità di Silente.
Aprì il bigliettino con l’indizio.
- ‘Immobile e muta il mio volto per anni celavo e solo ad un cuore paziente, per pochi istanti, lo rivelavo. Ma un giorno un animo arrogante l’attesa non tollerò e, per sempre, ad un’esistenza priva di colori mi condannò’.- lesse, con voce chiara, Minerva.
Finito di leggere il secondo indizio si bloccò, stupita.
- Non posso crederci…- mormorò.
- C’è qualche problema..?- le chiese Silente con sollecitudine.
- ….Midularium Innocentii…- sussurrò lei, rapita.
- Prego..?- mormorò Silente.
- So dove porta il secondo indizio!- e la ragazza sorrise apertamente al proprio accompagnatore.
- Cosa aspettiamo allora?- le chiese lui, rispondendo al suo sorriso – Andiamo!-
- Si...- sussurrò Minerva.
E si incamminarono insieme, accarezzati dalla luce gentile della Luna.



FINE PARTE DODICESIMA
  
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