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Autore: Veni Vidi Jackie    08/02/2016    0 recensioni
Matilde, amica (o qualcosa di più?) da più di un anno di Jack, ha da tempo dimostrato con lui atteggiamenti aggressivi. Quando lei troverà l'amore in Frank, Jack verrà prima relegato in secondo piano e poi abbandonato dalla ragazza. Ormai libero, la fine del "regime tirannico" di Matilde dovrebbe farlo stare meglio, ma la gelosia lo dilanierà e ben presto lo farà arrivare sull'orlo della pazzia.
In questa situazione, saranno personaggi assai strani a farlo tornare su di morale!
Genere: Comico, Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Faccio rimbalzare la palla più volte prima di servire, perché mi devo concentrare.

Con mio enorme stupore, sono arrivato in semifinale nel torneo del circolo di casa. Se faccio questo punto, sono in finale. L'ultima finale che ho giocato è stato sei anni fa, non so neppure cosa significhi ormai. Il mio avversario attuale è la testa di serie numero uno del torneo. Tom, che aveva aspettato questo torneo con impazienza, ha perso al primo turno.

Io ho vinto abbastanza agevolmente le prime partite, eccetto la seconda: in quell'occasione mi sono trovato a soli quattro punti dalla sconfitta, ma alla fine l'ho spuntata io.

Riporto l'attenzione sul mio avversario di fronte alla rete. Siamo al terzo e decisivo set, 5-2 per me e 40-15. Matchpoint.

Fai questo punto, Jack, e sarai in finale. Sii freddo, senza pensare.

Rivolgo una veloce occhiata al pubblico: tutti i membri del circolo tifano per me, che sono il giocatore di casa. Non posso deluderli, se sono arrivato in semifinale posso anche vincere il torneo. Sono venuti a vedermi addirittura Cicerone e tutta la compagnia bella. Li vedo sulle tribune, mentre si ingozzano di patatine e panini.

Effettuo la battuta e il mio avversario risponde, io colpisco un rovescio e lui tenta una palla corta di diritto, ma la palla finisce in rete.

- Gioco, partita e incontro Jack: 6-2, 3-6, 6-2 – annuncia il giudice arbitro.

E' finita. Sono in finale per la quarta volta, la prima dopo sei anni. Uscendo dal campo con lacrime di gioia agli occhi, mi dico che stavolta non perderò la finale. Tom e Andy mi abbracciano, presto seguiti da Roy.

- Lo dicevo che potevi vincere il torneo! - esclama Tom, dandomi una pacca sul petto

- Sono in finale...- mormoro, senza riuscire a credere a quello che ho appena fatto. - Tom...sono in finale! -

Prima di iniziare il torneo il mio obiettivo era quello di giocare bene, forse sapevo di poter raggiungere i quarti di finale...ma non avrei mai detto di poter arrivare fino alla fine! Non so, durante questa settimana ho trovato uno stato di forma eccezionale, ho alzato l'asticella del mio gioco. Ho cominciato a credere di poter vincere il titolo solo dopo i quarti...ma per vincere il torneo mi manca ancora una partita. In finale devo battere il mio grande amico Leo, un ragazzo poco più piccolo di me che conosco da un paio di anni. E' in gran forma, ha appena vinto il suo primo titolo e ora è di nuovo in finale, contro di me. In poche parole, quest'anno è imbattuto. Ma a questo penserò domani, domenica.

- Complimenti vivissimi. -

Mi giro, sentendomi toccare la spalla. E' Seneca, accompagnato da Cicerone e Tacito.

- Ragazzi! - esclamo. - Grazie di essermi venuti a vedere. -

Loro sorridono e si allontanano. Torno a pensare a domani: devo assolutamente vincere, non riuscirei a vivere col pensiero di quattro finali perse su quattro.

Inoltre, sarebbe una grandissima iniezione di fiducia.

 

Gabriele mi consegna il tubo di palline: è tempo.

Gli spettatori stanno già prendendo posto sulle tribune, pronti ad assistere alla finale del circolo tennis “Lake- Sea”. Io sono negli spogliatoi e sto cercando in ogni modo di concentrarmi. Forza, Jack. Sangue freddo, è solo una partita. Hai giocato con Leo tante altre volte e lo hai già battuto, fai finta che oggi non sia una partita ufficiale. Forza! Dodici games, vinci dodici games e sarà tutto finito. Due sets, dodici games: è tutto quello che devi fare.

Mi batto la mano sulla coscia per esortarmi ed esco dagli spogliatoi. Sulla porta per poco non sbatto contro Tom, che sta entrando.

- Jack, ti stanno tutti aspettando. -

Prendo il mio borsone e mi avvio verso il campo, mentre tutti i membri del circolo mi incoraggiano. Giocherò sul Campo Centrale, cosa che mi mette ancora di più a disagio. Sul Campo numero 1, invece, è appena iniziata la finale femminile. Il mio amico Leo è già in campo e sta facendo stretching. Non appena mi vede mi saluta e io ricambio il suo gesto. Al di là di come andrà il match, non saremo mai nemici. Avversari sì, ma non nemici.

- Buona partita, Leo – gli auguro

- Altrettanto. -

Poso il borsone sulla panchina e iniziamo a palleggiare. Sulle tribune riesco a vedere Cicerone seduto accanto a...Andy! E' venuto pure lui! E Roy! Non posso deluderli, non oggi. Tutto il circolo, il mio circolo, è qui a tifarmi. Voglio vincere il mio primo torneo, non voglio lasciare che Leo vinca in casa mia.

Il mio avversario, a differenza mia, appare molto più rilassato. D' altronde ha già giocato una finale pochi mesi fa, vincendola, quindi è in fiducia. In realtà dovrei essere io il più tranquillo, perché sulla carta è lui ad avere la classifica più alta. Ho molto meno da perdere di quanto non ne abbia lui. E' la seconda testa di serie del torneo, io non sono testa di serie. Al limite posso essere una testa di c***o. Tutti, però, sanno che le partite si giocano sul campo e non sulla carta, ma soprattutto che io ho già battuto Leo. Questo è un fatto che deve incoraggiarmi.

- Tempo. -

Il giudice arbitro annuncia che è tempo di iniziare la finale. Io inizierò a battere: per i tennisti professionisti questo è un grande vantaggio, ma al nostro livello non influisce più di tanto. Tom mi mostra il pollice dalle tribune, mentre io mi fermo alla panchina per concentrarmi prima di cominciare.

D'accordo, dunque: Leo è molto solido da fondo campo, prende tutto e di certo non mollerà la partita, quindi dovrò essere concentrato al cento per cento. Un problema per me potrà essere la sua seconda di servizio, perché è molto lavorata e io ho sempre difficoltà a rispondervi. Non devo quindi accelerare gli scambi, mi dovrò costruire il punto senza cercare subito il vincente. Ci vorrà calma e pazienza.

Vado sulla linea di fondo campo, pronto a servire il primo servizio. Leo si sistema, preparandosi a rispondere.

Gli mostro la palla: si comincia.

 

  
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