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Autore: the dreamergirl    08/02/2016    3 recensioni
[Post Mockinjay - Pre pilogo - Everlark]
La storia è ambientata dopo il ritorno di Peeta nel Distretto 12. Ho immaginato come avrebbero potuto reagire Peeta e Katniss al ritorno di Gale nel Distretto 12.
Dalla storia:
Peeta mi accompagna alla porta ma prima di aprirla si avvicina a me, mettendo le sue mani sulle mie spalle. Mi sta guardando negli occhi con un’intensità perforante quasi volesse imparare a memoria il mio viso. Poi lentamente fa salire le sue mani sul mio collo e poi sul mio viso. Questo semplice gesto fa esplodere in me tanti piccoli brividi che partono dal punto in cui le sue mani hanno toccato la mia pelle e si irradiano in tutto il corpo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Suzanne Collins; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro
 
 
 

Anniversario - Distretto 4


 
 
POV Peeta
 

Oggi è un giorno particolare. È l’anniversario della mia prima mietitura. La mia e di Katniss.
Non sono riuscito a dormire stanotte. È per questo che ancor prima che il sole sorgesse mi sono alzato e ho iniziato ad impastare il pane. Ormai il sole è sorto del tutto ed avrò già infornato una dozzina di pagnotte. Mi sa che dovrò regalarne qualcuna agli abitanti di questo distretto. Non riuscivo a fermarmi. Impastare, infornare, impastare, infornare. Il lavoro manuale mi aiuta a concentrarmi, ad evitare che immagini modificate prendano il sopravvento in un giorno così carico di significati e tristi ricordi.
È passato tempo da allora ma sembra ieri quando fu estratto il nome di Prim. Quando vidi la ragazza che amavo offrirsi volontaria, lo shock che provai quando fu estratto anche il mio nome. Tutto è iniziato in quel momento. La mia vita è cambiata per sempre. Nel momento stesso in cui Effie ha letto il mio nome su quella piccola strisciolina di carta, tanto insignificante alla vista quanto vitale per il contenuto, decisi che avrei fatto di tutto per riportare Katniss a casa. Non immaginavo che sarei tornato vivo, tantomeno che sarei tornato con lei.
 Chissà Katniss come starà affrontando questo anniversario. Sicuramente starà pensando a Prim. Vorrei chiamarla ma non credo che sarebbe una cosa giusta, sia per me che per lei.
- Ehi bel panettiere – sobbalzo quando sento Johanna.
Non mi ero accorto fosse entrata. Ero troppo assorto nei miei pensieri.
- Ciao Jo! Quando imparerai a bussare prima di entrare?- le dico con un tono irritato.
- E perché dovrei bussare? Spero sempre di trovarti senza alcun abito addosso e poter così ammirare la tua bellezza – dice guardandomi con aria maliziosa.
- Perché dovrei andare in giro per casa nudo?-
- Perché non dovresti?- dice facendomi l’occhiolino e sedendosi sulla sedia vicina al tavolo dove sto impastando il pane.
Sbuffo e scuoto la testa. È sempre la solita Johanna! Sono contento però di vederla così, è riuscita ad andare avanti finalmente. Ero un po’ preoccupato per lei, visto il suo sfogo di qualche settimana fa su Finnick, ma sembra aver ripreso la sua naturale ironia e il suo vivace modo di fare.  
- Dovevi dirmi qualcosa o sei venuta solo perché speravi di vedermi girare nudo per casa?- le chiedo con ironia.
- In realtà sono venuta a chiederti se potevi andare dalla tua ragazza. Oggi Annie ha voglia di fragole con cioccolata! La cioccolata la abbiamo già, mancano però le fragole!- dice con il solito fare seducente che usa quando vuole che qualcuno faccia qualcosa al posto suo.
- Quante volte dovrò ripeterti che Lily non è la mia ragazza?- inizia a infastidirmi questo appellativo che Jo ha dato a Lily.
- Ma se state sempre assieme! E poi lei è perdutamente innamorata di te. Non fare il difficile!- dice dandomi una pacca sul braccio ridendo.
- Non è perdutamente innamorata di me. Siamo amici! Comunque di ad Annie che presto avrà le sue fragole!- dico sbuffando.
- Bravo panettiere e cerca di dare almeno una speranza a quella povera ragazza!- dice Jo uscendo di scena non prima di aver afferrato una pagnotta ancora calda che si trovava sul tavolo.
Non la sopporto quando fa così. Si è fissata che fra me e Lily ci sia qualcosa ma non è vero. Da quel primo giorno in cui ci siamo incontrati, sono andato spesso al suo negozio, sostituendo Johanna. Lei pensava che fosse perché Lily mi piacesse, ma in realtà volevo scoprire il segreto del suo sguardo. Poi, però, a furia di andarci, siamo diventati amici. È una ragazza solare e brillante. Lo sguardo che mi ha colpito la prima volta che l’ho vista non si è più ripresentato, anzi adesso riserva per me sempre un gran sorriso.
Abbiamo instaurato un bel rapporto, ci vediamo quasi ogni giorno o nel suo negozio o da Annie. La sua compagnia infonde un alito di leggerezza nella mia vita. Devo ammettere, anche, che lei è una bellissima ragazza, ma non potrà mai esserci niente fra noi. Le illazioni di Johanna sono infondate. Io amo Katniss e questa è una cosa che non potrà mai cambiare.
 
Le strade assolate di questo distretto sono in netto contrasto con il tempo cupo che alberga il mio cuore. Non riesco a godere di questo tempo, del sole che accarezza il mio volto, del venticello che scompiglia i miei capelli in maniera quasi giocosa. Tutto oggi per me è ricoperto di una leggera patina. Riesco a guardare quello che c’è intorno a me ma non riesco a farne parte. Come se un mondo così bello, oggi, mi fosse precluso. In un certo senso è così. Ci sarà sempre un muro fra me e gli altri. Persone che non hanno dovuto affrontare gli Hunger Games. Persone normali.
Quando arrivo al negozio, Lily non c’è, per questo mi serve suo fratello Rob, che non ha niente della dolcezza di Lily e che non ha molta simpatia per me. Mi guarda sempre in modo truce come se volesse uccidermi con lo sguardo.
Quando arrivo con le fragole, da Annie, è troppo tardi. Ha avuto un’altra voglia e Johanna è corsa a comprarle quello che voleva. È sempre così, se non sei abbastanza veloce Annie cambia subito idea. Questa cosa però ci diverte, io e Jo gareggiamo su chi prima riuscirà a soddisfare i bisogni di Annie. La sua pancia è diventata enorme ormai. I dottori dicono che fra qualche settimana più o meno nascerà il bambino. Non vedo l’ora di conoscerlo. Ho sempre amato i bambini e ne ho sempre desiderati. Nelle mie fantasie vedevo un bambino con i capelli biondi e dei bellissimi occhi grigi. Ma so già che questo mi sarà negato. Certe volte vorrei essere un ragazzo normale. Un ragazzo che non ha dovuto affrontare due volte gli Hunger Games, che non è stato torturato e che non è dovuto andare in guerra, ma soprattutto un ragazzo che non si è innamorato all’età di cinque anni e che da allora non è riuscito più ad amare nessuna se non quella bambina con le due trecce e con la voce soave, che ora ha perso per sempre.  Questa giornata mi rende davvero malinconico.
Mentre aspettiamo Johanna, Annie è seduta sul divano, persa nuovamente in un mondo tutto suo. All’improvviso sobbalza e poggia una mano sul ventre. Sorride.
- Annie tutto bene?- chiedo un po’ allarmato da questa sua reazione.
- Si Peeta. È il bambino. Si sta muovendo- mi dice con un’espressione radiosa.
- Vuoi sentire? – mi chiede.
Io sono un po’ titubante. È strano poter sentire muoversi un essere non ancora nato. Nonostante questo mi avvicino ad Annie e mi siedo accanto a lei. Lei mi prende la mano e l’appoggia sulla sua pancia. All’inizio non sento niente e ne sono un po’ deluso. All’improvviso, però, percepisco un lieve colpo. È una sensazione bellissima poter sentire la vita sotto le proprie mani. È un’emozione indescrivibile, che ti riempie il cuore. Guardo Annie e le sorrido. Forse lei non sa nemmeno che dono mi ha fatto. In questa giornata infestata da fantasmi e morti, ascoltare questo esserino che rappresenta la vita stessa, mi fa ricordare la speranza che non tutto è perduto, che c’è vita e rinascita attorno a noi, non solo distruzione. Sento dentro di me un profondo calore, questo piccolo esserino, con la sua sola esistenza,  sta spazzando via le nuvole dal mio cuore.
- È bellissimo Annie-
- Sapevo che ti sarebbe piaciuto- mi dice dandomi un piccolo bacio sulla guancia.
Rimaniamo così seduti su questo divano, ancora inebriati, da quelle magnifiche emozioni.
Quando arriva Johanna, decido di tornare a casa mia. Ho voglia di star solo con i mie pensieri.
 
A casa cerco di rilassarmi facendo dei biscotti. Avrei voluto fare delle focaccine per Annie, per ringraziarla per oggi, ma non ci riesco. Non ho più fatto focaccine al formaggio dall’ultima volta in cui ho visto Katniss.
Katniss. Non faccio che pensare a lei da stamattina. Come starà passando questa giornata? Ho dovuto resistere più volte alla tentazione di chiamarla. Avrei voluto che anche lei potesse ascoltare quel tocco tanto leggero quanto è forte il messaggio di vita e speranza che trasmette. Mi rendo conto che io sono fortunato qui con Annie e Jo, che sanno cosa vuol dire passare quello che abbiamo passato noi. Lei, invece, è sola. Su Haymitch non si può certo contare. È vero ha, anche, Gale ma lui non sa cosa si prova sapere che tu sei vivo perché altre ventidue persone sono morte al posto tuo, anche di più se contiamo l’Edizione della Memoria. Questa è una cosa che legherà per sempre me e Katniss, una cosa in cui lui non potrà mai entrare, un po’ come me con la caccia. Sono davvero preoccupato per lei. Non posso continuare così a disperarmi nell’inconsapevolezza devo sapere qualcosa. Per questo alzo la cornetta e compongo un numero ben noto. Dopo l’ennesimo squillo sento alzare la cornetta.
- Pronto?-
- Haymitch. Sono Peeta-
- Ragazzo. Dove sei?-
- Sai che non posso dirtelo Haymitch. Come stai piuttosto?-
- Non capisco questa tua testardaggine! Prima o poi me lo dirai. Io comunque sto bene- fa una pausa e poi continua - Ora puoi dirmi il vero motivo per cui hai chiamato proprio oggi- mi conosce davvero bene.
- Sai che giorno è oggi?-
- Credi che lo abbia potuto dimenticare?-
- Lei come sta?-  chiedo quasi in un sussurro.
- Perché non vieni qui al 12 e lo scopri?-
-Non posso. Non ancora. Ti prego Haymitch dimmi come sta- il mio tono è quasi una supplica.
- Beh, ragazzo come vuoi che stia. Sono andato a controllarla. È rimasta apatica tutta la mattinata sul letto. Ha parlato a malapena quando sono passato da lei-
Haymitch si blocca per un secondo, come se avesse paura di dirmi qualcosa.
- C’è dell’altro?-
- No. Ecco…io ho chiesto anche al cacciatore come stesse. Lui mi ha detto che è passato da lei per il pranzo e mi ha detto che non ha voluto mangiare assolutamente niente. Si è rifiutata di scendere dal letto, nonostante le suppliche di Gale- dice con un tono un po’ imbarazzato.
Ecco cosa non voleva dirmi. Non voleva parlarmi di Gale, farmi sapere che lui è lì con lei, che pranzano assieme. Ma adesso non mi importa. L’unica cosa di cui mi importa è Katniss, che lei stia bene.
- Haymitch mi devi fare un grosso favore-
- Ho paura dei tuoi favori, ma so già che non potrò dirti di no. Perciò spara.-
E così gli racconto la mia idea. Spero che possa servire ad aiutare Katniss.
- Ragazzo non faresti meglio a venire tu qui di persona?-
Lo vorrei tanto, davvero.
- Haymitch ti prego non posso ancora tornare. Farai quello che ti ho detto?-
- Si lo farò-
- Grazie Haymitch. A presto – dico riagganciando la cornetta.
Spero che la mia idea possa aiutare Katniss. Non voglio che sprechi la sua vita così, apaticamente in un letto.  
Nel frattempo riprendo a fare i biscotti. È un lavoro semplice e rilassante. La concentrazione che serve per decorarli mi aiuta ad estraniarmi dal mondo e a tenere lontani i miei pensieri.
Proprio mentre sto decorando l’ultimo biscotto con un fiore sento bussare alla porta. Sarà sicuramente Johanna che viene a infastidirmi perché si annoia ma quando apro la porta mi ritrovo davanti Lily.
È bellissima. Indossa un semplice abito verde che le arriva alle ginocchia. Il colore dell’abito fa risaltare il verde dei suoi occhi. Occhi che hanno ripreso la stessa espressione di quando l’ho conosciuta.
- Ciao – dico sorpreso.
Lily non è mai stata a casa mia. Spesso è venuta da Annie con me, dopo che l’avevo vista in negozio. Ma non l’ho mai portata qui. Ho sempre avuto la strana sensazione che portarla a casa mia avrebbe superato un limite invalicabile.
- Ciao- mi dice con un triste sorriso – Mio fratello mi ha detto che sei passato in negozio-
- Si, un’altra delle voglie di Annie- dico mentre la faccio entrare in salotto.
- Sono passata da lei sperando di trovarti. È stata Johanna a dirmi che eri qui e di passare-
Immagino quanto si sarà divertita Jo ad inviare qui Lily, domani mi aspettano molte battutine e tanti sorrisi maliziosi.
- Si avevo voglia di stare un po’ da solo – le dico.
- Lo avevo immaginato. Se vuoi me ne vado – dice in un tono così triste che non mi sognerei per nulla al mondo di mandarla via.
- No. Cosa dici! Resta. Mi fa piacere averti qui –
- Grazie –
- Che buon profumo – dice annusando l’aria, piena della fragranza dei biscotti che ho sfornato da poco.
- Ho fatto dei biscotti. Vuoi assaggiarli? – le dico, rendendomi conto che non ho mai portato niente a Lily cucinato da me. Né del pane, né dei biscotti, tantomeno focaccine. Forse anche regalarle qualcosa, come invitarla a casa, mi sembrava qualcosa di troppo intimo, che avrebbe portato in una direzione diversa questo nostro rapporto, una direzione che non ho alcuna voglia di intraprendere.
- Mi piacerebbe –
Vado in cucina dove inizio a preparare del the e dispongo i biscotti in un piattino. Quando torno in salotto vedo Lily con un’aria davvero triste.
- Tutto bene? – le dico sfiorandole una mano e posando il vassoio sul tavolo.
Lei  alza lo sguardo e punta i suoi bellissimi occhi verdi nei miei. Sembra stia riflettendo su cosa dirmi o meno.
- In realtà no. Oggi è un giorno particolare per me. Come credo lo sia per te –
Questa sua affermazione mi sorprende. Oggi è sicuramente un giorno particolare per me ma per Lily cosa mai potrebbe rappresentare?
- Peeta c’è qualcosa che io non ti ho mai detto- sembra titubante e agitata – Vedi io so cosa significa avere la vita stravolta dagli Hunger Games –
- Cosa vuoi dire?- sono sempre più sorpreso dalle sue parole.
- Vedi anche mia sorella ha partecipato agli Hunger Games – dice abbassando lo sguardo.
- Cosa?- questa informazione mi destabilizza – Mi dispiace- aggiungo.
Cos’altro si potrebbe dire ad una persona che ha perso la sorella in un modo così brutale. Perché dal suo sguardo capisco che l’ha persa. Deve essere straziante per lei. So cosa significa perdere un fratello. Io non ho ancora accettato la morte dei miei fratelli. Anche se non so cosa significa vedere la propria sorella morire davanti ai propri occhi, su uno schermo televisivo, senza poter far niente per salvarla. Era la sorte che sarebbe toccata ai miei fratelli se Katniss non mi avesse salvato.
Guardo Lily con un nuovo sguardo, carico di compassione e comprensione. Lei alza nuovamente lo sguardo, puntando i suoi bellissimi occhi nei miei. Da come mi guarda capisco che non mi ha ancora raccontato tutto.
- Ti starai chiedendo perché sono venuta qui a raccontarti questa cosa proprio oggi. Vedi c’è qualcosa che ancora non ti ho detto. In realtà non sapevo se dirtela o meno. Ma ho bisogno di parlarne con te –
- Lily puoi dirmi qualsiasi cosa- le dico stringendole la mano.
Lei fa un profondo respiro e mi guarda dritto negli occhi.
- Vedi la cosa che non sai è che mia sorella ha partecipato alla 74^ edizione degli Hunger Games –
In un lampo la stanza mi sembra girare. Mi sembra di sprofondare in un abisso.
La 74^ edizione, è quella in cui abbiamo partecipato io e Katniss!
Lily viene dal Distretto 4 quindi anche sua sorella ma allora – Marlene – dico in un sussurro.
- Esatto lei era mia sorella maggiore – dice lei con un tono triste.
- Ma è la ragazza che….- non riesco a continuare. Non può essere vero!
- che è morta, insieme a Lux, a causa degli aghi inseguitori fatti cadere da Katniss – continua lei la mia frase.
Istintivamente le lascio la mano, non mi sento degno di toccarla. Dovrebbe provare ribrezzo al solo mio tocco o alla sola mia presenza.
Ecco perché anche per lei è un giorno particolare questo. È il giorno in cui anche sua sorella è stata estratta. Il giorno in cui le ha detto addio, perché non è mai tornata indietro. No. Lo abbiamo fatto io e Katniss a spese sue.
-  Perché sei qui? Perché sei diventata mia amica? Dovresti odiarmi – dico.
Ora mi spiego anche quel suo sguardo quando mi ha visto la prima volta. Capisco tutto il dolore sprigionato dai suoi occhi. Aveva davanti a sé la causa della morte di sua sorella. Anche se non ho liberato io direttamente quegli aghi inseguitori, è come se lo avessi fatto cercando di proteggere Katniss. Ora capisco anche l’ostilità da parte del fratello di Lily. Io sono vivo mentre la sorella è morta. È colpa mia.
- Io non ti odio Peeta. Non più almeno. Durante i giochi ho provato un profondo odio per te, per esserti alleato con I Favoriti e quindi anche con mia sorella solo per proteggere Katniss, e ho odiato Katniss per molto tempo. Lei l’ha uccisa –
- Io…..Mi spiace – sto tremando.
Non mi ero mai molto soffermato sugli altri tributi morti durante la nostra edizione, eccetto Rue forse. Li vedevo già troppo spesso nei miei incubi non volevo pensare alle persone care che avevano lasciato. Ora capisco anche perché la prima volta che ho visto Lily mi era sembrata familiare. L’avevo già vista durante il Tour della vittoria ma non l’ho riconosciuta perché all’epoca era più piccola. Inoltre ho cercato di non imprimermi i visi dei familiari dei tributi morti. Avevo già fin troppi incubi.
-  Non devi scusarti. Non è colpa tua. Ci ho messo molto a capirlo ma poi ho realizzato che tu e Katniss non ne avevate colpa. La colpa era del sistema e di Snow che ha reso dei ragazzini degli assassini-
Mi guarda con un misto di tristezza e compassione. Ma io non riesco a reggere il suo sguardo.
- Ho passato dei giorni davvero bui dopo la porte di Marlene- continua- Ero arrabbiata con voi, con Capitol, con me stessa, con il mondo intero. Ero diventata un’altra persona, irriconoscibile. Le cose sono cambiate il giorno in cui siete arrivati tu e Katniss per il Tour della vittoria. Non volevo venire alla manifestazione in piazza, non volevo essere obbligata a guardare gli assassini di mia sorella. Ma quando poi vi ho davvero visti. Ho capito. Non eravate gli spietati assassini che mi ero immaginata mille volte nei miei incubi. Dietro quei sorrisi, c’era dolore. Eravate solo due ragazzini, costretti a partecipare ad un gioco crudele, che si facevano forza l’un l’altro. Mi sono sentita vicina al vostro dolore in quel momento. Ho iniziato ad incanalare la mia rabbia, cercando di aiutare gli altri e combattendo questo sistema. Per questo durante la guerra ho partecipato attivamente aiutando i soldati, organizzando la rivolta e qualche volta persino combattendo –
- Deve essere stato uno shock quando mi hai visto arrivare nel tuo negozio la prima volta –
Ricordo come se fosse ieri il suo sguardo.
- In effetti si. Naturalmente sapevo che eri arrivato al Distretto 4, le voci corrono veloci qui. Da un lato avevo paura di incontrarti, dall’altro ero spinta dal desiderio di venirti a cercare. Per parlare di lei. Quando poi sei capitato nel mio negozio, all’improvviso, non ero preparata. Non potevo credere di avere davanti agli occhi Peeta Mellark. Tu non l’hai notato ma stavo tremando –
- Ho notato che c’era qualcosa di strano nel tuo sguardo. Dolore. Ma non capivo perché guardandomi, avessi avuto quella reazione. Per questo sono tornato spesso nel tuo negozio, volevo capire. E tu sei stata gentile con me. Sei diventata, addirittura, mia amica. Nonostante tutto questo – dico con incredulità. Non posso credere di aver passato tanto tempo con lei senza sapere cosa davvero provava nei miei riguardi.
- Te l’ho detto. Io non vi odio più, anzi alla fine ho finito per ammirarvi. Entrambi eravate disposti a tutto per lottare per le persone che amavate. Io avrei potuto offrirmi volontaria per mia sorella, ma non l’ho fatto. Katniss, invece, si è battuta negli Hunger Games prima per sua sorella e poi per salvare te. E tu eri disposto a sacrificarti per la persona che amavi anche se lei non ti amava ancora –
- Inoltre grazie a voi c’è stata la rivoluzione e avete permesso che gli Hunger Games e la tirannia di Snow cessassero-
- È stata Katniss non io –
- Ti sbagli senza di te non ci sarebbe stata la Ghiandaia Imitatrice – dice.
- Eppure non riesco a credere che tu sia diventata mia amica-
- Peeta devi capire che quando ti ho rivisto nel mio negozio, ne sono stata contenta. Volevo trovare un occasione per parlarti, pensavo che confrontarmi con te avesse potuto finalmente aiutarmi a superare tutto. Ma non ho mai trovato il coraggio. Man mano però ho iniziato a vedere in te, non più solo il vincitore degli Hunger Games, ma un semplice ragazzo. Un ragazzo che ne ha passate tante. Che ha sofferto molto più di me e che nonostante questo aveva la forza di sorridere ancora, di essere gentile. Di prendersi cura delle sue amiche. Il modo in cui ti prendi cura di Annie, e anche di Johanna, lo so. È speciale. Tu sei speciale. È stato così facile e naturale diventare tua amica. Avevo deciso di non raccontarti più niente della mia storia ma l’anniversario di questo giorno per me è difficile. Cerco di fingermi forte per mio fratello e per i miei ma oggi ho pensato che avrei potuto condividere il mio dolore con qualcuno. Con qualcuno che sa cosa si prova e che ha conosciuto mia sorella negli ultimi suoi istanti di vita-
Il silenzio invade la stanza. È una delle poche volte in cui le parole non riescono ad uscire dalle mie labbra.
Delle lacrime scivolano sulla sua guancia. Sembra così piccola in questo momento. Siamo entrambi anime spezzate dagli eventi, dagli Hunger Games. Per questo  mi avvicino e la stringo forte a me, cercando di cacciare il profondo dolore che abita i nostri corpi. E nel momento in cui l’abbraccio mi rendo conto che le sue parole mi hanno liberato di un peso, dal senso di colpa che mi logorava da quando sono uscito vincitore da quella prima Arena. 





Note dell'autrice:

Questo capitolo originariamente doveva contenere anche il Pov di Katniss, ma mi sono resa conto che sarebbe stato troppo lungo. Per questo solo nel prossimo vedremo come Katniss affronterà l'anniversario della mietitura anche grazie a Peeta. Per quanto riguarda questo capitolo, che dire? Abbiamo scoperto il segreto di Lily che riesce ad aiutare Peeta a liberarsi finalmente dei sensi di colpa che si trascinava dalla prima arena. 


 Ringrazio di vero cuore tutti coloro che hanno lasciato una recensione e soprattutto chi segue la mia storia fin dall'inizio e continua a farlo. Ringrazio tutti i nuovi lettori, anche quelli silenziosi. Un grazie va anche a chi ha inserito la mia storia fra le seguite, le preferite e le ricordate. Siete tutti importanti per me, rappresentate uno stimolo a fare sempre meglio. 
  
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