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Autore: Peanuts_e_Chocolate    08/02/2016    1 recensioni
[Spoiler per chi non avesse letto il quarto libro!]
Non me l’ero più sentita di restare, di vedere Lissa che si preoccupava per me, ma nei suoi pensieri ardeva di desiderio per usare il suo potere e quando lo faceva, anche solo per far migliorare la fioritura delle piante sul balcone o per guarire qualche ferita o per piccole cose, la mia testa esplodeva, il mio umore iniziava a variare da triste, ad arrabbiato senza un motivo.
Ma sentire le sue emozioni mi ha fatto riflettere molto, o meglio agire con il mio solito carattere irresponsabile.
E alla fine presi l’unica decisione che avrebbe permesso alle mie emozioni di sfogarsi senza far del male a nessuno e a lei di usare il suo potere. Scappare, di nuovo.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dimitri Belikov, Lissa Dragomir, Nuovo personaggio, Rose Hathaway
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiarimenti.12

 Il mattino dopo  mi alzai con il pensiero di Dimitri il quale mi aveva tormentata tutta la notte facendomi dormire al massimo qualche ora.
 La sera precedente, appena rientrati in casa, Daniel aveva provato a chiedermi qualcosa su Dimitri ma non ero abbastanza in forma per parlarne e infatti mi ero immediatamente messa a letto.
 * 
Mi vestii con i panni della sera, non curante che erano stropicciati perché li avevo abbandonati in un angolo la sera prima ed uscii di camera, la cucina odorava di dolce e Daniel stava sulla poltrona a guardare la televisione senza neanche voltarsi appena mi vide.
 Era pensieroso e già immaginavo cosa la sua mente poteva elaborare. 
  “Signorinella!” Mi salutò Robert mentre leggeva il giornale. “Finalmente, aspettavamo solo te per mangiare il dolce di Mary!” Mi disse felice. 
 “Dolce?” Chiesi affamata e vidi Mary sfornare una torta dorata e gonfia che odorava di limone. 
“Ho voluto provare a fare un esperimento!” Disse elettrizzata intimandomi di sedermi. “Daniel, avanti vieni a tavola!” Richiamò il figlio finché non si mise seduto con noi. 
Mary affettò la torta e vidi che dentro aveva un ripieno bicolore, bianco e giallo. 
 “L’odore è ottimo.” Commentai e la vidi sorridere. “Certo, l’ho fatta io! Limone e yogurt!” Affermò fiera di se. 
 Ne presi una fetta e l’assaggia mentre quel misto di sapore allo yogurt e limone si mescolavano formando un piacevole sapore dolce e per niente stucchevole.
  “È davvero buona!” Affermai stupita vedendo Mary sorridere felice e complimentarsi da sola. 
 “Sì, proprio brava!” Disse Robert prendendo un’altra fetta. 
Mary gonfiò il petto mettendosi le mani sui fianchi e poi guardò Daniel, il quale ancora non gli aveva fatto nemmeno un complimento.
 “Allora? Non dici niente?” Gli chiese quasi offesa. Lui allora la guardò e le sorrise.
“Ma no, è buonissima mamma. Sempre la migliore in cucina!” Lei lo scrutò un attimo, come se lo avesse detto tanto per farla contenta, ma poi sorrise compiaciuta. 
 “Allora posso darmi ai dolci settimanali d’ora in poi! E Rose mi aiuterà, vero cara?” Mi guardò felice ed io annuii, finché Daniel non fece uno sbuffo dal naso simile ad una risata trattenuta. 
 “Mamma, Rose se ne andrà presto. È inutile che le chiedi queste cose. È ovvio che ti dirà di si, ma appena i guardiani la verranno a prendere dovrà andarsene.” Lo disse con un tono triste.
  “Non mi pare di aver mai detto di restare qui per sempre, Daniel. Ma dove andrò dopo sarà una mia scelta.”  
 E Robert affermò quello che avevo detto. “È vero Daniel, Rose prima o poi dovrà andarsene. Anche se io e tua madre le diciamo che può rimanere anche tutta la vita, sappiamo tutti che non potrà. Ma finché resterà qui, non vedo perché non può dare una mano a tua madre o divertirsi con noi.”
 Daniel lo guardò ma non aggiunse altro, alzandosi da tavola ed uscendo senza dire niente.
 “Ma che maniere!” Disse Mary e poi scusandosi per il suo comportamento.
   “Mi dispiace che Daniel la prenda così male, il mio ruolo nella vita non è sbagliato come pensa. Io vivo per proteggere i vivi.”
 Mary fu stupita dalle mie parole, “Sai, prima di venire via con Robert, anche io la pensavo come te. Uccidere gli strigoi e salvare chi era più debole era il mio sogno. Far si che tutti potessero vivere in pace.” 
  Mary mi guardò e io le sorrisi capendo che sicuramente io e lei eravamo molto più simili di quello che poteva sembrare.
 “Alla fine decisi di rinunciare al mio ruolo di guardiana perché rimasi incinta e non volevo che mio figlio crescesse senza dei genitori presenti e dopo una disgrazia avvenuta nella mia famiglia, io stessa non me la sentii più di fare il guardiano.”
 Non aggiunse altro al suo racconto e stropicciò il suo grembiule con le dita, mentre Robert stringeva lievemente le mani conserte e sospirò. “Rose, nostro figlio non è contrario alla vita dei guardiani ma bensì è contrario al fatto che i dhampir devono proteggere ma nessuno protegge loro.”
 Ripensai molto alle parole che Daniel mi aveva detto, del fatto di non aver scelta di vita, di non dover stare dietro ad altre persone ed essere liberi. Per lui sembrava tutta una costrizione e una sorta di dittatura. Dove i dhampir potevano solo essere guardiani.
 “Ho capito… vado a parlargli.” Mi alzai, non finendo nemmeno il dolce, visto che sarebbe stato solo amaro mangiarlo adesso.
 Uscii fuori, l’aria calda e il sole mi avevano leggermente iniziato a scottare il naso e le braccia. Con lo sguardo cercai Daniel, che non lo vidi da nessuna parte, nemmeno vicino alla riva.
 “Dove si sarà cacciato.” Provai a pensare dove potesse essere andato, ma non mi vennero in mente molti posti, così mi avviai verso il villaggio costeggiando il fiume, ripensando a quando ci ero finita dentro. Erano già passate due settimane praticamente e ancora non mi ero ristabilita e per la ferita ci sarebbe voluto ancora molto tempo.
 Percorsi senza fretta il tragitto, cercando di rilassarmi e pensando davvero a cosa avrei voluto dalla mia vita. Il mio sogno era ed era sempre stato proteggere Lissa ma da quando Dimitri era entrato nella mia vita avevo desiderato che anche lui fosse presente e costante accanto a me… ma da quando era ritornato, niente era più andata come sarebbe dovuta andare e ciò aveva destabilizzato ogni mia sicurezza ed ogni mio sogno.
 Per quanto volessi bene a Lissa non riuscivo a vedere lui che la voleva ma non mi scambiava nemmeno una parola, che non mi trattava nemmeno come una collega. Niente. Dentro di lui sembrava che si fosse eretto un muro contro di me, come una barriera indistruttibile che mi rifiutava, dopotutto come aveva detto non mi amava più ma saperlo e realizzarlo aveva fatto molto più male della ferita sulla mia guancia.
*
Mi avvicinai al ponte e vidi la figura di Daniel che era appoggiato con i gomiti al legno del piccolo ponte.
 “Daniel...” Lui si voltò, sorpreso di vedermi.
“Rose, che ci fai qui..?” Mi appoggiai accanto a lui.
“Beh, volevo dirti che mi dispiace per come è iniziata la giornata. Non pensavo che ti saresti innervosito così. Non voglio che ci siano fraintendimenti tra di noi ma vorrei che tu capissi la mia posizione e il mio ruolo nella mia vita.” Gli sorrisi vedendolo abbassare prima lo sguardo e poi ricambiare ma con una cadenza triste.
 “Ne sarei felice, davvero.” I nostri sguardi si incontrarono e vidi sincerità nei suoi occhi ma avevano anche una cadenza triste.
  “Poi ovviamente voglio che tu mi spieghi perché credi che la mia vita sia fatta di prigionia.” Gli intimai guardandolo serio ed annuì,
  “Va bene.” Si appoggiò sui gomiti pronto ad ascoltarmi e già sapevo che saremo stati un po’ li a parlare.
*
   
 
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