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Autore: ShinRan4862    08/02/2016    3 recensioni
Molti hanno provato a dare un'ipotesi su come potrebbe prendere Ran la scoperta dell'identità di Conan, e io ho voluto dare la mia.
Riflessioni di una Ran che per una volta non pensa solo al bene degli altri, ma al suo.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ora tocca a te aspettare.


Tocco il bordo della tazza di cioccolata che ho davanti.
È fredda, nonostante il contenuto sia bollente. 
È proprio come me, mi mostro calma ma dentro brucio di rabbia e tristezza.
L'ho scoperto.
Ho scoperto il piccolo, insignificante segreto che teneva Shinichi lontano da me...anzi, vicino. 
Gli ho dato un appuntamento nel bar sotto casa mia, il Poirot.
Non gli voglio impedire di dirmi cosa è successo, ma non voglio sentirlo oggi, sarebbe troppo, e poi...non sono sicura di volerlo perdonare.
Ho versato fiumi di lacrime per lui, e mentre mi vedeva farlo - perché lui mi vedeva - non faceva nulla, mi consolava, si, da Conan, ma tutto ciò che io volevo non erano patetiche scuse o consolazioni; io volevo Shinichi e lui non si è mai fatto avanti.
Com'è possibile che un liceale diventi un bambino?
Questa è la vita reale, non esistono certe cose.
Ma soprattutto, come ho fatto io a non accorgermi di nulla? 
Conosco Shinichi da una vita, possibile che sia riuscito ad ingannare tutti, soprattutto me?
Con quali occhi lo guardavo? Con quelli di un cieco?
Che stupida sono stata a piangere così per lui, mentre lui era lì, a guardarmi senza dire nulla, senza fidarsi di me come avrebbe dovuto.
Ebbene, ora sono io che non mi fido più di lui, come potrei? 
Fidarmi di qualcuno che mi ha raccontato bugie per mesi interi, senza curarsi minimamente delle mie emozioni nel saperlo sempre distante.
Ora doveva soffrirne le conseguenze.
Fisso lo sguardo nel colore denso e caldo della cioccolata, girando il cucchiaino al suo interno, vedendo le pieghe formarsi al passaggio del mio cucchiaio.
Girano tutte attorno al centro, come me.
Sorrido, sono messa proprio male se trovo tante affinità fra me e una cioccolata calda.
Mi perdo ad osservare quella bevanda e vedo scorrere la mia vita dentro quel marrone così scuro.
Strano, o forse no, ma in ogni immagine che mi passa davanti c'è lui, Shinichi.
Non me ne stupisco, ho passato con lui praticamente tutti i giorni della mia vita.

Da Shinichi e Conan...

Stringo improvvisamente e in modo convulsivo la tazza, sentendo un forte misto tra rabbia e dolore farsi strada in me.
Soprattutto dolore.
E il peggio è che la rabbia può scemare, mentre il dolore resta lì.

Resta sempre lì a logorarti l'anima.

Sento il campanello sopra la porta suonare, e capisco che la resa dei conti è arrivata.
Alzo a fatica lo sguardo, sperando di non dover incontrare quegli occhi ancora una volta, ma mi faccio forza, e vengo calamitata verso due sfere blu, come un magnete.
I nostri sguardi si incontrano, e il suo si addolcisce, mentre il suo viso si deforma, formando uno di quei sorrisi che tanto amo e odio allo stesso tempo.
Sento che la mia espressione si sta tranquillizzando, ma non mi posso permettere di sorridere, non voglio dargliela vinta ancora una volta, perciò rimango con un’espressione atona, mentre dentro sento un turbine di emozioni sconvolgermi l’animo.
Lo vedo scosso dalla mia espressione rigida e imperturbabile, mentre si avvicina e si siede, sorridendo in modo, non saprei, preoccupato? Nervoso?
Beh, fa bene ad esserlo. 
Si sporge un po' verso di me
"Ciao Ran." Dice, pronunciando il mio nome in un modo che, devo ammetterlo, mi mancava.
"Ciao." Rispondo, scostante, mentre distolgo lo sguardo.
Lo sento muoversi sulla sedia, è agitato.

Non ti piace non sapere cosa succede, vero Shinichi?

Quasi mi viene da ridere per la mia cattiveria, ma se l'è cercata.
Ha fatto tutto lui.

Solo lui.
E io, beh...io non centro nulla. 
D'altronde è stato lui a tenermi fuori, lui.

"Come va? Allora, che hai fatto ultimamente?" Mi chiede, con un sorriso.

Come se tu non lo sapessi, vero Shinichi?

"Mah, nulla di particolare, tu?" Ribatto, con un tono più tagliente della lama di un coltello, totalmente disinteressato.
Lo vedo scosso, stupito.
"Nemmeno, beh, lo sai, qualche caso qua e là..." replica.

Ma che bravo attore che sei, Shinichi.

"Perché mi hai chiesto di venire?" 
Mi chiede, fingendosi estraneo a tutta la faccenda.
Un risolino ironico scappa dalle mie labbra, trasformandosi ben presto in una vera e propria risata.
Mi metto a ridere in modo convulsivo e isterico, fino ad arrivare alle lacrime, mentre Shinichi mi osserva perplesso.
"Cioè, tu chiedi a me perché ti ho chiesto di venire?! Ahahah!!" Continuo a ridere, finché non decido che non è il caso di andare avanti e respiro profondamente per calmarmi e per stabilizzare il respiro.
"Ma scusa se te l'ho detto ieri sera a casa!" Dico, facendogli capire che so tutto.

E adesso? Mi mentirai ancora, Shinichi?

"Ma cosa stai dicendo, Ran, io ieri non ero a casa tua!" Dice, sorridendo nervoso.

Brutto sentirsi alle strette, vero Shinichi?

"Ma come no! Io ero certa che eri tu quel piccoletto con gli occhiali! Vuoi dirmi che non sei tu quello che abita a casa mia?" 
Gli dico, i  tono scherzoso, ma che di fatto non lo è.
Mi ha mentito, ora si attacca!
"R-Ran..." mostra i primi segni di cedimento, e io mi arrabbio per davvero. 
Adesso non si scherza più.
"Cosa vuoi dirmi, eh!? Altre bugie, per tenermi buona e tranquilla finché non tornerai tra mesi per ripetermi la stessa cosa? Eh no, caro mio!" 

Sono esplosa.
Non riuscivo più a trattenermi.
Mi ha mentito, anche adesso.
Mi ha mentito guardandomi negli occhi.
Mi ha mentito con gli occhi. Con i suoi occhi.

Quegli stessi occhi che ora paiono spaventati e disorientati.
Mi viene quasi da consolarlo, ma ormai non ho più voglia di essere gentile con chi non se lo merita, con qualcuno che non merita né me né le mie lacrime.

“Nessuno merita le tue lacrime, chi se le merita non ti farà piangere.”

Così dice una frase di un libro, ebbene, non sono più d'accordo di ora con quello scrittore. 
"Ran, ti prego, lasciami spiegare..." dice, ma lo interrompo
"Sì, ti lascerò parlare, ma non ora è non oggi. Devo ancora assimilare. Per ora non abbiamo altro da dirci." 
Mi alzo e prendo la borsa, andando a pagare e lasciandolo lì, al tavolo.
Aspetto che Azusa mi faccia lo scontrino, e nel frattempo sento una voce dietro le mie spalle.
"Mi dispiace di averti fatta soffrire, cercavo solo di proteggere la persona che amo." E se ne va.
Quelle parole rimangono incise nelle mia mente, lasciando un vuoto all'altezza del cuore, dove il mio migliore sentimento si è trasformato in dolore.
Mi viene da piangere, ma non mi arrendo e non cedo alle lacrime.
Se mi ama come ha detto dovrà aspettare, come ho fatto io.
Una sfugge al mio controllo e mi riga la guancia, ma la scaccio via con una mano, alzando gli occhi al cielo.
Se vuoi essere perdonato, Shinichi...beh, ora tocca a te aspettare.
 


Heilà! ^.^
Come va? Spero bene.
Sono tornata con questa storia, un po’ breve, scusate, ma me la sono vista così e così mi è uscita.
Cosa ne pensate? Vi piace? Fatemelo sapere! ^.-
Badate bene che Ran non è che non vuole perdonare Shinichi, anzi, solo che vuole fargli patire parte delle sofferenze che ha subito lei, è più “cattiva” del solito.
Spero che non sembri OOC, se no avvisatemi e lo metterò tra gli avvertimenti! Grazie mille a tutti!
Alla prossima
Miao >.<
ShinRan4862
   
 
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