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Autore: Manu75    08/02/2016    1 recensioni
"Il viso era affascinante, con il prominente naso adunco che lo dominava. Ma erano gli occhi quelli che attiravano maggiormente l’attenzione, erano azzurri e brillanti, limpidi come ruscelli di montagna. Bastava incrociare quello sguardo una volta, per comprendere quanto Albus Silente fosse intelligente, arguto, abile. Quanto fosse straordinario.
Di sicuro era bastata una volta a Minerva Mc Granitt"
Minerva è la studentessa più brillante della Scuola, è una ragazza acuta ed intelligente, con la testa sulle spalle ma, Minerva è anche una ragazza di diciotto anni con un animo delicato e un cuore pieno d'amore.
Albus Silente è il Vice Preside di Hogwarts, è un insegnante ed è uno dei maghi più potenti mai esistiti. Un uomo del genere, quale donna potrà mai amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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'Come un Diamante'




PARTE TREDICESIMA

 

Giugno (Il ballo – Innocenza)

 

Le Serre di Hogwarts potevano vantare il primato di ospitare un esemplare di ogni pianta o erba magica esistente.
Minerva avanzò decisa verso la serra numero cinque trascinando lei, questa volta, Silente.
Lui la seguiva in silenzio osservando la mano guantata della ragazza stringere la propria, che cominciava a mostrare i segni dell’età che avanzava. Impossibile capire quali pensieri si celassero dietro quegli occhi azzurri così intensi e brillanti.
Man mano che si avvicinavano alla Serra poterono scorgere meglio una figura imponente che ne bloccava l’accesso.
- Hagrid!- chiamò Minerva, sventolando un braccio in segno di saluto.
- Signorina Mc Granitt!Professor Silente..!- Hagrid li salutò, osservandoli con gli occhi sgranati.
- Buonasera Hagrid – Silente ricambiò il saluto con grande calore.
- Hagrid, come mai sei qui?- gli chiese la ragazza, stupita.
- Faccio la guardia!- le rispose il ragazzone, con aria molto orgogliosa –Ci devo far entrare agli studenti!...o ai professori….- si corresse, arrossendo - Non potevano lasciarla aperta, perché dentro ci sono piante pericolose!- concluse allegro, apparentemente estasiato all’idea di enormi piante aggressive e letali.- Siete i primi ad arrivare! Vi faccio entrare!- esclamò deliziato -Ma prima ci vuole la parola giusta…- aggiunse con aria di scuse.
- Midularium Innocentii- disse Minerva, sicura.
- Giusto!- urlò Hagrid, entusiasta – Vi apro!-
Li salutò di nuovo, accettò i ringraziamenti di Minerva arrossendo furiosamente e girò la chiave della Serra, osservandoli entrare con aria compiaciuta.

 

L’aria nella Serra era umida e calda. Silente lasciò la mano di Minerva e si portò avanti, avanzando con la punta della bacchetta accesa ad illuminare il loro cammino.
- Quindi la chiave è la Midularium…- disse Silente, discorsivo.
- Si!- rispose Minerva, seguendolo di un passo.
- Posso sapere come ha fatto a sciogliere l’indovinello?- le chiese voltandosi leggermente verso di lei.
- E’ la leggenda…- mormorò la ragazza – non la conoscono tutti e, a dire il vero, io conosco meglio la versione babbana della storia…-
Lui si voltò verso di lei, stupito, con una muta domanda sul viso.
- Conoscevo una persona che era appassionata di leggende e mitologia babbane – gli rispose, fermandosi – quando ero bambina me le raccontava spesso. Una di queste riguardava la Midularium Innocentii-
Silente si era fermato e ora la guardava con interesse.
- Mi piacerebbe conoscere questa leggenda- le disse, gentilmente.
- Si…in realtà è più una storia popolare scozzese…- lei fece un piccolo cenno del capo a mo di scusa – comunque, in breve, si narra la storia di un pastore che, stufo della vita misera che conduceva e incuriosito dai racconti di alcuni viandanti che aveva udito, decise di partire e di cercare una rarissima pianta della quale esistevano solo pochi esemplari al mondo: la Midularium, appunto. Si diceva che questa pianta fiorisse un’unica volta nella propria, lunga vita e solo per pochi, brevissimi, istanti. Nessuno sapeva quando fiorisse la pianta né perché lo facesse così di rado, non esistevano testimonianze precise, ma si diceva che chiunque avesse assistito a quello spettacolare fenomeno, avesse ottenuto poi fortune di ogni tipo e grandi ricchezze.- Minerva si fermò e, visto che Silente attendeva interessato, proseguì- Dopo un lungo peregrinare il pastore trovò la pianta e, sedutosi su di un sasso di fronte alla Midularium, si mise ad attendere senza dormire, mangiando ciò che trovava nella piccola radura e senza mai staccare gli occhi dalla pianta. Passarono gli anni e lui perseverò nell’attesa. Alla fine, dopo vent’anni, l’uomo cedette e si addormentò di schianto, solo per pochissimi secondi e, proprio mentre riposava, la pianta si aprì e il fiore sbocciò in tutto il proprio splendore per poi appassire velocemente.- Minerva tacque.
- E cosa fece l’uomo al suo risveglio?- le chiese curioso Silente, sorridendo.
- Diciamo che esistono molti finali alternativi…- la ragazza sorrise – uno diceva che, in preda al furore, l’uomo recise la pianta e impazzì, un altro finale narrava che, ritornato a casa, il pastore trovò la propria moglie sposata con un altro uomo e i suoi figli che non lo riconoscevano più e impazzì...- proseguì la ragazza, mantenendosi seria -...un altro ancora raccontava che il pover’uomo impazzì e basta…- Minerva fece un buffo movimento con la testa.
Sul volto di Silente il sorriso si aprì con più decisione.
- Ma il nostro finale preferito era questo: l’uomo ritornò a casa e si recò alla locanda del paese e a coloro che gli chiesero cosa avesse fatto in tutti quegli anni rispose :‘la migliore dormita della mia vita!’-
Questa volta Silente scoppiò a ridere di gusto, gettando indietro la testa.
Minerva sorrise lievemente, incantata dal suono di quella risata: non aveva mai udito niente che le risultasse così caro.
- Davvero geniale!- esclamò Silente, quando finì di ridere – ma io so che esiste una storia simile, solo che il protagonista è un mago!-
- Si…ed è quella a cui è stato fatto riferimento nell’indizio!- esclamò Minerva – La storia narra di un Mago che intraprese un viaggio per trovare la Midularium e attese per anni di poter vederla fiorire, in quanto si narrava che il fiore racchiudesse in sé ogni colore esistente al mondo ed un grande potere ma, come nella storia babbana, egli si addormentò poco prima della fioritura. Al risveglio, furente, si adoperò per creare un incantesimo per far rifiorire la pianta ogni qual volta lo desiderasse e, alla fine, ci riuscì ma il fiore della sua Midularium era totalmente bianco e privo di ogni potere, tranne quello di guarire, con il proprio polline, dalle infezioni agli occhi.- concluse la ragazza.
- Mh…- mormorò Silente, meditabondo – preferisco di gran lunga la versione babbana!Molto più spassosa direi!Noi maghi ricorriamo sempre ed esclusivamente alla magia, siamo convinti di dover mutare ogni cosa, di poter piegare gli eventi alla nostra volontà solo perché ne abbiamo la facoltà…e spesso ci perdiamo il lato divertente delle cose!-
- Infatti! Quello che la persona che mi ha narrato quella storia amava di più dei babbani era che essi vivono intensamente e appassionatamente, proprio perché il loro destino è così fragile ed ineluttabile- disse Minerva, perdendosi per un attimo nei ricordi.
- Ed è lo stesso motivo per il quale molti maghi li disprezzano…- mormorò Silente con aria grave.
- Lei cosa avrebbe fatto al posto del Mago?- gli chiese Minerva, scoccandogli un’occhiata piena di curiosità.
- Io?- Silente finse di riflettere – Mh, credo che sarei passato ogni tanto dalle parti della pianta, sperando di essere così fortunato da capitare al momento giusto!- concluse, tra il serio e il faceto.
La ragazza lo osservò corrucciata, indecisa se prenderlo sul serio o meno.
- Una ‘non decisione’, in fondo!- si azzardò a dirgli, in un inconsapevole tono di rimprovero.
-…esattamente….- mormorò lui con uno stranissimo tono di voce - Comunque è meglio sbrigarci se vogliamo mantenere il vantaggio!-
- Si!Credo che la Midularium sia in fondo alla Serra…- disse Minerva, leggermente turbata da quell’ultimo scambio di battute.
Si incamminarono nuovamente, accompagnati da strani fruscii. Minerva aveva quasi la sensazione di essere osservata e seguita, accelerò il passo per affiancarsi a Silente quando qualcosa la trattenne.
- Ahi!- esclamò colta di sorpresa, sentendosi tirare i capelli e cominciando ad agitarsi.
- Ferma!Ci penso io…- le disse Silente e si avvicinò constatando che una pianta rampicante aveva allungato i ‘tentacoli’ attorcigliandone uno ai capelli di Minerva.
Il Professore estrasse la bacchetta e diede un colpetto deciso al tentacolo, che si ritirò con aria oltraggiata, trascinandosi via il nastro e rovinando del tutto l’acconciatura della ragazza, tanto che i capelli le spiovvero disordinati sulle spalle.
- Oh, no!- esclamò lei che, per qualche ragione, si sentiva più vulnerabile con i capelli sciolti.
Silente la osservò un istante senza dire nulla, mentre lei cercava disperatamente di riordinare l’acconciatura.
- Suvvia, non c’è tempo!- le disse e, prendendola per un braccio, la trascinò in fondo alla Serra, dove effettivamente si trovava la Midularium.
- Eccola…- disse Minerva, che non riusciva a sentirsi a proprio agio con i capelli che le scendevano liberi sulle spalle.
La Midularium Innocentii stava al centro di un ripiano, con il fiore perfettamente serrato.
Silente estrasse la bacchetta e la passò a Minerva, la quale recitò l’incantesimo atto a far fiorire la pianta e, infatti, il fiore sbocciò all’istante, rivelando dei petali bianco candidi che avrebbero fatto sembrare grigio persino il manto di un unicorno.
- Rappresenta l’innocenza violata…- sussurrò Minerva con un tono reverenziale – non è bellissima?- chiese continuando a fissare la pianta, che sembrava spandere luce intorno a sé.
-…davvero bellissima…- mormorò Silente con un tono di voce grave, il volto incupito improvvisamente.
Minerva si voltò verso di lui e incrociò lo sguardo del Professore. Si fissarono alcuni istanti e quello che Minerva lesse in quello sguardo le diede una leggera sensazione d’angoscia. Il volto di lui era insondabile, come sempre, ma negli occhi era come se bruciasse un fuoco.
‘E’ uno sguardo inesorabile, come se avesse preso una decisione importante…’ pensò la ragazza chiedendosi da dove le derivasse quella certezza e perché la turbasse tanto.
In quel momento la Midularium si richiuse e sul vaso, dove era interrata, comparvero delle lettere luminose che formarono una frase.
- L’indizio!- esclamò Minerva, avvicinando il volto per leggere ciò che vi era scritto – ‘La mia livrea è densa di colori e di lei si son invaghiti gli scrittori, che di scriver su di me non han talento ma per scrivere con me mi dan il tormento!E allora vieni, se proprio vuoi mi puoi udire, che la dolcezza della mia voce fa sognare, ma se troppo a lungo mi vorrai ascoltare, credi a me, con la tua mente mi farò ripagare!’-
Minerva si voltò di nuovo verso Silente, in attesa di un aiuto
- Armando si è proprio divertito…- disse lui scuotendo la testa e sorridendo.
- Lei ha già capito?- gli chiese Minerva, dubbiosa, mentre l’indizio spariva lentamente dal vaso.
- Dopo i primi due indizi, questo dovrebbe essere una passeggiata per Lei!- esclamò Silente – Basta che ripensi alle lezioni… –
Minerva si concentrò per qualche istante, ripetendo l’indizio dentro di sé.
-…forse….- sussurrò ad un certo punto - …dovremmo andare verso la capanna del Signor Ogden…?- chiese incerta.
- Bene, ottimo davvero!- la lodò Silente - Allora direi di avviarci – e le fece cenno di precederlo.
Uscirono dalla Serra, davanti alla quale Hagrid stava litigando con due ragazzi, i quali non erano in grado di fornire la password ma pretendevano di entrare.
Ad un certo punto Hagrid si sollevò in tutta la propria altezza, gonfiando il petto con aria pericolosa, e i due ragazzi fecero dietro front senza più protestare.
Minerva e Silente si scambiarono uno sguardo divertito, allontanandosi dopo aver salutato Hagrid che augurò loro in bocca al lupo.
La ragazza avanzò, dispiaciuta che Silente non l’avesse presa nuovamente per mano ma troppo timida per offrirgli lei la propria.
Ad un certo punto lui allungò un braccio e dette una tiratina ad una ciocca dei capelli di lei, che si voltò stupita.
- Credo che faremo prima tagliando per di la!- le disse Silente sorridente, sempre trattenendo la ciocca di capelli bruni tra le dita.
- Va bene..- gli rispose lei, ipnotizzata dalla visione dei suoi capelli stretti nella mano di lui.
Lui lasciò andare la ciocca sistemandogliela con una lieve carezza e si incamminò nella direzione scelta.
Minerva lo seguì, con un sentimento meraviglioso e terribile che cominciava a prendere forma dentro di lei: la speranza.

 

FINE PARTE TREDICESIMA



PS: Come già dissi in passato,  il nome corretto e originale della pianta citata è Nidularium Innocentii, che io sappia non esiste alcuna leggenda incentrata su di essa,  è effettivamente una pianta il cui fiore sboccia un'unica volta e  tutte le storie che ho inserito in questo capitolo sono di mia invenzione, grazie!!
  
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