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Autore: Signorina Granger    09/02/2016    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Tra il 1930 e il 1940 Cantankerus Nott scrisse "Sacre 28", una lista che comprendeva le 28 famiglie Purosangue che Salazar Serpeverde ritenne degne, al suo tempo.
Oggi alcune di queste sono sparite, ma diverse ci sono ancora, e a molti anni dalla caduta di Voldemort gli eredi delle Sacre 28 si riuniscono per competere.
Chi ne uscirà vincitore?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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~~Capitolo 2: Invito inaspettato (Scelta OC)

 


“Scarlett, prendi tu la posta per favore?”      
“Si, ci penso io mamma.”           Scarlett Abbott aprì la grande porta intagliata e uscì di casa, rabbrividendo leggermente per l’aria fredda mentre attraversava il vialetto di ghiaia per raggiungere la cassetta delle lettere.
Ce n’erano tre e la ragazza le prese in fretta, desiderosa di tornare in fretta dentro casa per fare colazione insieme a sua madre, come ogni sabato.
Mentre si chiudeva la pesante porta alle spalle, Scarlett fece scorrere lo sguardo sulle lettere, soffermandosi con stupore sull’ultima.
Era indirizzata a lei…

In realtà non era tanto basita dal fatto che fosse indirizzata a lei, quanto più dal nome del mittente.
No, doveva essere uno scherzo… per forza, non era possibile.

Perché accidenti quel pallone gonfiato di Charles Draco Malfoy le scriveva?       


                                                                                                                          *


Stephen sorrise, appoggiando la lettera sul tavolo.      Non era rimasto particolarmente sorpreso nel vedere la lettera di Charles nelle mani del padre, dopotutto si scrivevano spesso… erano sempre stati ottimi amici ad Hogwarts e avevano continuato a vedersi anche dopo il diploma. Il contenuto della lettera… si, quello l’aveva lasciato stupito.
Aveva sentito parlare di queste fantomatiche 28 famiglie Purosangue, ma non avrebbe mai pensato che un giorno si sarebbero riuniti, lui e gli altri eredi.
Ne aveva immediatamente parlato con il padre, che era scoppiato a ridere per poi assicurargli che lui ci sarebbe andato di certo, a Malfoy Manor.
“Sarà interessante”, così aveva detto Jason Burke. E naturalmente lui non avrebbe potuto obbiettare nulla, neanche volendo; in realtà però non era particolarmente dispiaciuto dall’invito di Charles: a suo avviso il padre aveva ragione, sarebbe stato interessate…
E avrebbe avuto l’occasione di vivere nuovamente sotto lo stesso tetto di Charles e Declan: qualcosa gli diceva che si sarebbero divertiti parecchio, proprio come ad Hogwarts.

                                                              
                                                                                                                                 *


“Adelaide, il tuo dannato gufo mi ha morso, ANCORA.”
Adelaide MacMillan chiuse di scatto il libro che stava leggendo, alzandosi dal letto e affrettandosi ad uscire dalla sua camera per raggiungere la cucina.
Innanzi tutto, non era mai un buon segno quando sua madre la chiamava con il nome di battesimo… e poi se Klaus era tronato vuol dire che c’era posta per lei.

“Lo so, scusalo… morde tutti eccetto me, dovresti saperlo ormai.”          Haidi sguainò un sorriso colpevole mentre accarezzava il pelo marroncino di Klaus, con sua madre Gabrielle che guardava l’animale in cagnesco: tutti in famiglia sapevano che la donna moriva dalla voglia di mettere in pentola il gufo, anche se quel desiderio non era mai stato espresso ad alta voce.

Gabrielle tornò ai fornelli e Haidi si concentrò su Klaus e sulla busta che aveva legata alla zampa, una busta con un sigillo verde scuro.
Gli occhi nocciola di Haidi si dilatarono, mentre la ragazza guardava la busta, sconcertata: CHARLES MALFOY?

La giovane MacMillan deglutì, pensando all’ultima volta in cui aveva visto il ragazzo… l’ultimo giorno di scuola di due anni prima, quando lei aveva concluso il sesto anno e lui il settimo.
Charles Malfoy aveva un anno più di lei e si conoscevano di vista… anzi, lui conosceva lei di vista, lei naturalmente sapeva un sacco di cose sul suo conto, come del esto tutta Hogwarts. Il rampollo della famiglia più conosciuta d’Inghilterra era una specie di icona a scuola, tutti sapevano il suo nome e tantissime ragazzine gli morivano dietro.
Lei era stata tra quelle? Decisamente no, il suo essere una Grifondoro l’aveva portata a disprezzarlo più che adorarlo.
E ora le scriveva. Charles Malfoy scriveva una lettera ad Adelaide MacMillan; doveva esserci qualcosa sotto, un errore o uno scherzo di cattivo gusto.

La diciottenne spiegò in fretta la lettera di pergamena, impaziente e curiosa di leggere cosa le aveva scritto Malfoy.

“…mamma.”
“Si tesoro?”
“Che accidenti sono le “Sacre 28”?”


                                                                                                                 *


“Arthur, c’è una lettera per te.”            Arthur guardò accigliato suo padre William, che gli stava porgendo una busta.  Il ragazza abbandonò la colazione e prese la lettera dalle mani del genitore, aprendola.
Charles Malfoy a Arthur Weasley…  Un errore, o uno scherzo. Un Malfoy che scrive ad un Weasley era probabile e plausibile quanto mangiare la panna montata sulla carne a colazione.
Gli occhi azzurri del ragazzo, identici a quelli del Weasley del quale portava il nome, vagarono sulla lettera, sempre più sgranati man mano che proseguiva nella lettura.
Sacre 28? I Weasley? Ma i Malfoy odiavano i Weasley e in più non erano più del tutto Purosangue: il suo bisnonno aveva sposato una Nata Babbana, dopotutto.
Tuttavia, Purosangue o no il nome dei Weasley era tra le 28 citate da Nott e li sarebbe rimasto finché non ci sarebbe stato nessun Weasley in vita.
E vista la vastità della famiglia, probabilmente ci sarebbe voluto un bel po’ perché ciò accadesse.

“Beh, che ci crediate o no il mio caro ex compagno di scuola Charles Malfoy mi ha invitato a casa sua, a Malfoy Manor.”


                                                                                                                *


“2 ad 1 per Shacklebolt.”    

Hydra sorrise, avvicinandosi a Jonathan per aiutarlo ad alzarsi: l’’aveva decisamente steso con l’ultimo Schiantesimo.
“Bel duello Johnny, ma devi ancora allentarti parecchio per battermi.”

“Oh, taci Shacklebolt.”   Sbuffò sonoramente il ragazzo mentre si alzava in piedi, massaggiandosi la nuca dolorante.   Hydra gli rivolse un sorrisetto vittorioso prima di scendere dalla pedana, lasciando così il posto ad altri due allievi dell’Accademia per duellare.
Quando aveva espresso la volontà di diventare Auror, nessuno aveva avuto nulla in contrario in famiglia: dopotutto era la pronipote di un grandissimo Auror e anche ex Ministro della Magia, lo aveva nel sangue.
Forse non sarebbe mai stata all’altezza del prozio Kingsley, ma almeno poteva provarci e fare del suo meglio; stava frequentando i corsi all’Accademia e anche se di strada da percorrere ne aveva molta, se la cavava piuttosto bene… era sempre stata molto brava nei duelli.

La ragazza sedette su una sedia, raccogliendosi i lunghi ricci neri mentre Daisy, un’aspirante Auror più grande ed esperta di lui di un paio d’anni, le si stava avvicinando con una busta in mano.
“Hydra, è passato tuo padre e mi ha dato questa per te… pare sia importante.”     

L’ex Grifondoro prese la lettera con cipiglio incuriosito, chiedendosi chi le avesse scritto per far smuovere suo padre per portarle la busta.
Quando lesse il nome, la bocca della ragazza si piegò in una smorfia, capendo all’istante: Malfoy.   


                                                                                                                 *


“Will, c’è una lettera per te.”
William non batté ciglio alle parole della sorella, continuando a leggere come se nulla fosse.  La ragazza ci era abituata, così ripeté la frase al fratello minore, che però continuò a non prestarle attenzione.
La ragazza sbuffò, esasperata: quando leggeva ci volevano le cannonate per farlo tornare nel mondo reale...
“WILL! Ascoltami!”     Jasmine Fawley perse la pazienza, appellando con un colpo di bacchetta il libro che il fratello William stava leggendo, ignorandola completamente.

A quel punto l’ex Corvonero fu costretto ad accorgersi di lei, alzando lo sguardo sulla sorella e guardandola con un che di seccato negli occhi azzurri.
“Che c’è Jas?”
“Ti ho chiamato due volte ma come sempre tu non senti… è arrivata questa per te.”    Jasmine lanciò la busta al fratello, lasciando il libro sul comodino prima di lasciare la camera del ragazzo, chiudendosi la porta alle spalle.

William non ci fece troppo caso, impegnato a scrutare con attenzione e sorpresa la busta: c’era un sigillo di cera verde scuro, raffigurante un’elaborata M intorno alla quale si attorcigliavano due serpenti. Non era particolarmente difficile intuire chi gli avesse scritto, anche senza leggere il nome del mittente... 
Ma perché accidenti quel cretino di Malfoy gli aveva scritto?     Aveva passato praticamente tutti i sette anni di scuola a punzecchiarlo, che voleva ancora da lui?


                                                                                                         *


Nessie Paciock accarezzò il soffice pelo chiaro di Ken, che le stava annusando la maglietta con aria interessata.  Mandy, la Kneazel nera della ragazza, guardava il cane con stizza dalla sua cuccia, non osando però muoversi da lì: quei due litigavano sempre e Nessie si faceva sempre in quattro per dividerli… alla fine era arrivata a minacciare entrambi, insegnando ai due di non tormentare l’altro per stupide gelosie.

Nessie adorava gli animali, a scuola stravedeva per le ore di Cura delle Creature Magiche.  Non aveva mai dovuto studiare granché, stava molto attenta durante le lezioni e aveva sempre fatto ricerche per conto suo, era sempre andata benissimo in quella materia senza alcuna fatica… la cosa non era valsa per Pozioni, tanto per fare un esempio.
La ragazza si alzò, lasciando Ken deluso mentre invece Mandy seguiva la scena con interesse, osservando la padrona che si avvicinava alla gabbia di Mimì e Cocò, i pappagallini blu e gialli della ragazza.

Ken seguì Nessie fino alla gabbia dei due volatili, osservando con aria torva la padrona che dava da mangiare a Mimì e Cocò. 
“Si, lo so che vuoi le coccole ma devo dare da mangiare anche a loro, no?”       Domandò in tono divertito Nessie rivolta al cane, chinandosi per accarezzargli brevemente il capo; L’Akita abbaiò e poi si allontanò scodinzolando e saltellando, cercando di richiamare l’attenzione di Nessie.
Alla comitiva si era aggiunto anche Gerard, il Jarvey di Nessie. Il grande furetto si era appostato sulla sedia a dondolo in legno nel giardino sul retro della casa, che ormai la madre di Nessie aveva soprannominato “Zoo”.    
“Tranquillo, dopo penserò anche a te e a Paffy… anzi, chissà dov’è…”   Mormorò in tono vagamente preoccupato l’ex Grifondoro mentre si passava una mano tra i capelli castani, guardandosi intorno: era da un po’ che non vedeva la sua Puffola Pigmea.

“Nessie, ho preso la posta e c’è questa per te…”
Lupus in fabula.       Jacqueline, la madre di Nessie, era appena uscita dalla porta sul retro della cucina con Paffy appollaiata su una spalla e una busta in mano.  Nessie sorrise e si avvicinò alla madre, con la quale condivideva i luminosi occhi verdi.
“Grazie.”    La ragazza prese la busta che la madre le tendeva, abbassando con curiosità lo sguardo su di essa prima di ammutolire.
Eh?
“Sicura che sia per me?”
“Sono sorpresa quanto te cara… Si può sapere perché Charles Malfoy ti scrive?”


                                                                                                                       *


“Come fai ad essere sicuro che tutti accetteranno? Per quanto ne so, diversi potrebbero tranquillamente scoppiare a ridere davanti ad una mia lettera.”
“Non ne dubito, ma sono certo che dopo aver letto la lettera cambieranno idea e verranno… la curiosità è un’arma molto potente ragazzo.”

Charles preferì non rispondere, limitandosi a guardare il suo piatto ormai vuoto. In realtà lui lo SPERAVA, che qualcuno non venisse… insomma, non moriva esattamente dalla voglia di trovarsi 11 ospiti in casa, molti dei quali indesiderati, soprattutto.

Sfortunatamente, Charles aveva sottovalutato suo nonno. Scorpius Malfoy aveva teso l’imboscata proprio al momento giusto, quando i genitori di Charles erano via… e via sarebbero rimasti, per i due mesi successivi, ospiti di alcuni amici in Lussemburgo.
Charles aveva praticamente esultato alla notizia: aveva l’opportunità di starsene in tranquillità nell’immenso Maniero… e invece no. Non solo suo nonno era piombato lì ad una velocità assurda, ma lo aveva pure costretto ad invitare altre persone! Roba da matti.

Charles rivolse un’occhiata al nonno, che stava leggendo la Gazzetta del Profeta seduto al tavolo, come se nulla fosse.
Stava quasi cominciando a chiedersi se fosse stata un’idea di Alexander e Astrid Malfoy, quella di assentarsi da casa per due mesi…


                                                                                                                          *


Simone stava osservando le lancette dell’orologio, guardando il tempo scorrere senza davvero vederlo.
Aveva aperto la lettera di Malfoy circa dieci minuti prima, basita quanto curiosa…      Lo conosceva, naturalmente; avevano la stessa età e quindi avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, ma erano finiti in Case diverse (lui Serpeverde, lei Corvonero) e quindi non avevano mai avuto modo di conoscersi a fondo, anche se a prima vista non le era mai sembrata una persona che potesse piacerle troppo…
Vanesio, pieno di se, abbastanza viziato e molto affascinante.
Marchio di fabbrica dei Malfoy insieme ai capelli biondo platino, ormai era un dato di fatto nel mondo magico inglese.

Quella famiglia sembrava destinata a non sparire: ogni generazione aveva avuto un Malfoy, un solo maschio… sembrava quasi che lo facessero apposta, per avere un erede che portasse avanti il nome e per non sperperare il patrimonio.
Simone Boulstrode non era una stupida, non per niente il Cappello Parlante l’aveva Smistata a Corvonero, otto anni prima.
Non ci voleva certo un IQ sopra la media per rendersi conto che c’era un motivo ben preciso se Charles Malfoy le aveva scritto, visto che non erano mai stati amici ne altro.
La ragazza si alzò, dirigendosi in camera sua per cercare della pergamena: doveva scrivere una lettera a William.    Non sapeva bene perché, ma qualcosa le diceva di non essere l’unica ad aver ricevuto un inusuale invito da Mr Malfoy…


                                                                                                                         *


Declan ripiegò con attenzione il foglio di pergamena prima di infilarlo nella busta, doveva aveva già scritto mittente e destinatario.  Il ragazzo si alzò e diede la busta al gufo reale che aspettava, appollaiato sul davanzale della finestra della camera da letto del padrone.

Il giovane Shafiq seguì per qualche istante il gufo che si allontanava in volo prima di chiudere la finestra, sorridendo.
E così Charles aveva organizzato una “rimpatriata” …  Interessante.

Sarebbe stato molto divertente trovarsi di nuovo sotto lo stesso tetto di Charles, Stephen e Irina.   Insieme ne avevano passate tante e non gli dispiaceva l’idea di alloggiare per un periodo a Malfoy Manor, era pur sempre la dimora più grande e lussuosa dove fosse mai stato in vita sua.

Se loro c’erano però, voleva dire che Charles aveva invitato tutti… e quel tutti comprendeva anche nomi non esattamente cari a Declan Shafiq, come Arthur Weasley tanto per fare un esempio lampante.
Ma pazienza, era fin troppo curioso per declinare l’offerta solo per un nome fastidioso.
Ok, in realtà più di uno. Ma poco importava: non doveva far altro che portare pazienza e fare come aveva sempre fatto, cioè ignorarli, deriderli o stuzzicarli.
Declan si lasciò cadere sul letto a due piazze, accarezzandosi i capelli castano scuro tenuti come sempre nel ciuffo che portava da anni… dal quinto anno ad Hogwarts, se non ricordava male.
Il ragazzo sorrise, pensando a tutte le volte in cui Charles l’aveva preso in giro per quel taglio di capelli: il biondino aveva sempre preferito tenere i capelli lisci e pettinati.
Come se a lui importasse: poteva dirgli quello che voleva, nessuna ragazza si era mai lamentata di nessuna caratteristica estetica di Declan Shafiq, a cominciare dai capelli.

Ora che ci pensava, c’era una ragazza che non aveva mai dimostrato apprezzare quel taglio… una ragazza con la quale non parlava da due anni, ma che stava per rivedere, con molta probabilità.


                                                                                                                            *


“Meg, c’è una lettera per te.”            Margaret Nott si rigirò nel letto, guardando sua madre Alice nella penombra della stanza. Sentì chiaramente sua madre sospirare per poi essere invasa dalla luce: aveva aperto le persiane con la magia.
“Uffa, mamma ho appena iniziato le ferie… che c’è?”    Alice Nott diede alla figlia la busta, mentre la diciottenne si alzava a sedere sul letto, strofinandosi gli occhi azzurri.   
La bionda abbassò lo sguardo sulla busta, restando basita: tralasciando che non riceveva mai molta posta… Charles Malfoy che le scriveva?
In un primo momento la ragazza pensò che avesse sbagliato, non aveva senso che lui le scrivesse.
Aveva un anno in più di lei e non si erano mai nemmeno rivolti la parola!  Probabilmente lui non aveva mai nemmeno saputo come si chiamasse, figuriamoci scriverle.

Eppure sulla busta di pergamena c’era proprio scritto il suo, di nome: Margaret Nott.
L’ex Corvonero aprì la busta in fretta e furia, spinta dalla curiosità. Sua madre non sembrava aver intenzione di uscire dalla camera, era curiosa quanto la figlia se non di più e questo Meg lo sapeva bene, così fece finta di niente e iniziò a leggere la lettera, come se fosse sola.

“Beh mamma… mi sa che starò via di casa per un po’.”

 
                                                                                                                     *

Irina inarcò un sopracciglio, confusa. Stava guardando il fondo della tazza da the, ma non era esattamente certa di aver capito correttamente.
La ragazza prese la tazza e la fece ruotare: comparve la stessa immagine, di nuovo.
L’ex Serpeverde si appoggiò allo schienale della sedia, incrociando le braccia al petto: che cosa voleva dire?  A quanto pare avrebbe presto avuto notizie di un vecchio amico, e ciò avrebbe portato a diverse conseguenze.
Diverse conseguenze… già, non restava che sperare fossero positive e non negative.
Un vecchio amico? Naturalmente Irina Lumacorno qualche nome in testa lo aveva, ex compagni di Hogwarts per fare un esempio; effettivamente era da un po’ che non aveva notizie di Charles o Stephen.

“Irina! E’ arrivata una lettera per te, è di Charles!”
La ragazza sorrise, alzando lo sguardo sulla sorella minore in piedi sulla soglia della sua stanza. In genere l’avrebbe rimproverata per essere entrato senza bussare, ma in quel momento non ci badò affatto: si limitò ad alzarsi e a prendere la busta, impaziente e soddisfatta allo stesso tempo.

Beh, quel presto era stato davvero letterale… meno di cinque minuti! Il vecchio amico era il caro Charlie, alla fine.       Non restava che scoprire che cosa volesse il rampollo del Malfoy dalla giovane Lumacorno.







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Angolo Autrice:
mi è venuta voglia di scrivere tardi e... ecco il risultato!  Che dire, spero che vi sia piaciuto e grazie per le recensioni che avete lasciato nello scorso capitolo :)
Gli OC scelti sono questi, mi spiace per gli autori degli OC non selezionati.
Per quanto riguarda le coppie... ovviamente ora è presto poichè non conoscete bene gli OC, però vi comunico comunque che sono praticamente tutti disponibil eccetto Charles.   Se in futuro dovesse piacervi un OC che vedreste bene insieme al vostro scrivetemi, accetto richieste anche se non assicuro che verranno accettate... non so quante coppie ci saranno poichè le ragazze sono 7, i ragazzi 5 e in più uno non è disponibile... si vedrà.
A presto, spero e ditemi cosa ne pensate!

Signorina Granger

   
 
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