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Autore: Kiaistrash    09/02/2016    1 recensioni
Do you remember the time when we first met at the train station?
Do you remember the time back in 2009?
[fanfic ispirata alla phan-song "2009"]
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dan Howell, Phil Lester
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Questa phanfic è liberamente ispirata alla fan song 2009 di Katherine e Eden.
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La stazione era gremita di persone quel giorno. Il brusio della gente rimbombava sulle pareti vetrate, e si andava ad aggiungere al continuo fischio assordante che i treni emettevano quando dovevano fermarsi in stazione. Dan camminava avanti e indietro, poco lontano dal ciglio della fermata. Si trastullava nei pensieri che gli si erano accaniti tutti contro in quel momento. Ormai erano passati due mesi da quando lui e Phil si sentivano su Twitter, così avevano finalmente deciso di incontrarsi. Dan era arrivato un po' in anticipo. E se a Phil non fossero piaciuti i ritardatari? Beh, fortunatamente lui non lo era.. O almeno, in quell'occasione non lo era. Voleva dare una buona impressione, voleva che quel pomeriggio rimanesse impresso nella mente di Phil, e che quell'amicizia che si era rivelata piacevole da condividere su Twitter, lo fosse anche nella vita reale. Dan pensava che fosse molto più facile vivere la vita da dietro uno schermo, ma che purtroppo prima o poi avrebbe dovuto affrontare l'impatto con quella vita molto più veritiera che preferiva tenere sempre lontana. Ora ci stava provando. Non solo uscendo da quel suo piccolo schermo e portandosi dietro un'altra persona, ma anche provando a instaurare un'amicizia diversa dalle precedenti. Non aveva mai trovato un amico che poteva essere considerato tale, solo amicizie superflue che si mantenevano sulla cordialità di uno scambio di qualche affetto volutamente non approfondito da entrambe le parti. Ogni volta che accadeva, Dan pensava che fosse colpa sua, così si chiudeva sempre di più in sé stesso per ricommettere, la volta dopo, lo stesso errore.
Ma questa volta era diverso, forse perché aveva trovato qualcuno affine a lui, qualcuno con cui condividere le sue passioni, o forse perché era cominciato tutto da un social network, quel posto dove non si ha mai timore di parlare.


Era ancora perso nella sua mente, quando un fischio più vicino gli penetrò nelle orecchie con più forza rispetto agli altri. Il treno si fermò, e cominciarono a scendere sempre più persone in maniera piuttosto disordinata. Dan si faceva strada, chiedendo permesso ogni volta che avanzava di qualche passo. Arrivò davanti ad una delle porte del treno e guardò scendere una decina di persone, fino a quando il treno non ripartì. L'euforia di Dan si spense tutta d'un tratto non vedendo Phil scendere dal treno. Ripeté più volte nella sua testa quel "te l'avevo detto" che aveva tanto sperato di non dirsi, quando sentì una voce ben più reale provenire da dietro di lui.
"Dan! Dan Howell!"
Phil, riconoscendo il suo amico "virtuale", fece un sorriso a trentadue denti e gli corse incontro. Indossava una giacca grigia aperta sul davanti, da cui si intravedeva una maglietta azzurra con un colletto lasciato parzialmente chiuso da dei bottoni color avorio. In vita portava una cinta gialla, che reggeva un paio di jeans slabbrati all'estremità. Per quanto poteva essere appariscente, a Phil piaceva vestirsi così, e dovevi essere una persona davvero speciale per vederlo agghindato in questo modo.
Si precipitò incontro a Dan e lo abbracciò, sussurrandogli nell'orecchio un "Sono felice di incontrarti". Si staccarono e Dan cercò di dimostrarsi il meno imbarazzato possibile rispondendogli:"Si, anche io."


Presero una metro per raggiungere un bar non molto distante da lì, il preferito da Phil in tutta la città. Durante il viaggio Dan si reggeva ad un palo fisso davanti a Phil mentre guardava il pavimento della metro, cercando di risultare il più disinvolto possibile.
"Mi piace prendere la metro." Cominciò Phil:"Tutto questo accalcarsi di persone irrequiete e assonnate che sorseggiano caffè o che leggono un giornale.. Mi dà come un senso di tranquillità." Phil cercava lo sguardo del suo amico mentre provava in qualche modo ad aprire un discorso con lui.
"A me dà un senso di claustrofobia.." Dan fece un sorriso mentre cercava di rispondere a Phil. Quest'ultimo scoppiò in una fragorosa risata che Dan non si aspettava. Dopotutto non aveva detto nulla di così divertente.. Ma questo non gli importava, gli piaceva il rumore della risata di Phil e avrebbe voluto sentirla ancora. Arrivò la loro fermata e Dan decise di mollare la presa dal palo per avviarsi verso la porta. Si scordò però della frenata che il treno avrebbe dovuto effettuare all'arrivo in stazione, così mentre avanzava cadde all'indietro addosso a Phil, trascinandolo con sé sul pavimento della metro.
Dan si rialzò da terra in fretta mentre il suo colorito passava dal bianco pallido al roseo.
"Oh no, mi dispiace tanto Phil.. Non volevo far cadere anche te."
Phil nel frattempo si stava rialzando ridendo, mentre Dan gli porgeva la mano per aiutarlo.
"Puoi stare tranquillo" disse poi strofinandosi la mano destra sulla giacca:"Non c'è niente di male nel fare una figuraccia ogni tanto." Dan aggrottò le sopracciglia confuso, ma poi si unì a Phil con una risata piuttosto imbarazzata.
Camminarono verso il bar, per poi prendere posto in un tavolino vicino alla vetrata del locale. Dan ordinò un cappuccino con panna, mentre Phil un piatto di pancakes ricoperti di marmellata alle more.


Phil si leccò le labbra e roteò gli occhi verso l'alto quando prese il primo boccone di pancakes.
"Questi pancakes sono fantastici! Vuoi assaggiare?" Dan non fece in tempo ad annuire che se ne ritrovò già una forchettata in bocca.
"Buoni, vero?" Dan annuì, con le guance piene di un'ammasso zuccheroso che gli si appiccicava ai denti.
Poco dopo stava giocherellando con l'orlo della tazza, quando decise di prendere lui per primo la parola questa volta. Buttò giù il primo argomento che gli passò per la testa dicendo:"Allora.. Parlami un po' di te"
Phil a sentire queste parole fece un grande sorriso e comunciò in fretta:"Okay: mi chiamo Phil Lester, sono nato nei pressi di Manchester e studio.. Mi piace la musica, la mia band preferita sono sicuramente i Muse, adoro i film di ogni genere, le serie TV e non nego che a volte guardo anche i cartoni animati. Mi piace rimpinzarmi di zucchero fino all'esasperazione del mio povero stomaco e odio il formaggio.. Tu?" Dan era rimasto quasi sorpreso da questa sua descrizione così superflua, ma anche così dettagliata allo stesso tempo. Cercò in fretta di raccattare qualche parola dalla sua testa:"Ehm, sono Dan Howell.. Studio anche io.. Vivo a Reading e.. Non ho nessun hobby in particolare se non restare a casa a guardare film su film, serie TV e ascoltare musica. Non ho nessun talento speciale ed esco poco.. Insomma, sono un incapace, pigro, fannullone che-"
"Perché ti sminuisci così?" Phil lo interruppe mettendosi in bocca un altro pezzo di pancake ricoperto di marmellata con una disinvoltura che Dan non si sarebbe mai aspettato.
"N-non saprei" Balbettò Dan incredulo.
"Non dovresti farlo.. Quello che fai può avere anche risvolti positivi." Dan lo guardò confuso, poi lo lasciò continuare:"Tu guardi i film, giusto? Allora stai accrescendo la tua cultura cinematografica.. Rimane sempre un hobby come gli altri e non ti rende un fannullone. Fai come me: pensa sempre a cosa c'è di positivo in quello che fai, anche dove credi che non ci siano. Per me funziona, di solito.." Dan si chiese come una persona conosciuta di lì a poco potesse prendere tutta questa confidenza nei suoi confronti, ma poi si ricredette rendendosi conto che lo aveva davvero fatto sentire a suo agio in pochissimo tempo, e nessuno ci era mai riuscito fino ad ora con lui. Sorrise alzando una sola estremità della bocca e rispose dicendo:"Si, potrei provare, perché no?". Phil lo guardò e poi sorrise mostrando una fila di denti colorati dalla marmellata dei pancakes, facendo scoppiare in una fragorosa risata anche Dan.


Dopo essere usciti dal bar, Phil implorò Dan di portarlo sul Manchester eye e lui acconsentì a patto che ci arrivassero a piedi.. Non aveva voglia di stare a contatto di nuovo con tutte quelle persone sulla metro. Quindi passarono per il centro e durante il tragitto parlarono dei Muse e dei generi di film che loro preferivano, trovando ancora più punti in comune di quanti non ne avessero prima. Dan sentiva che ora era completamente a suo agio con Phil e che era così felice che l'amico si trovasse allo stesso modo con lui. Era un sentimento diverso quello che provava per lui. Voler essere davvero amico di qualcuno era davvero così simile all'avere una cotta per qualcuno? Dan cercava di fare chiarezza nella sua testa mentre Phil sproloquiava sul perché Buffy fosse la sua serie TV preferita. Lo guardò dritto negli occhi. Fu in quel momento che capì che il desiderio costante di fare bella figura con Phil e di volerlo al suo fianco come amico era perché si era preso una cotta per lui. Una grandissima cotta. Da quant'era che non aveva avuta una? Forse un paio di anni. E se la ricordava bene quella cotta, anche se non aveva mai avuto il coraggio di parlargli a scuola. Forse era un ragazzo troppo popolare per i suoi standard, ma sicuramente quella era stata una cotta. Ma quello che stava provando per Phil non era come per quel ragazzo. Si sentiva vicino a lui, in questo caso c'era una possibilità che i sentimenti fossero ricambiati e non se la sarebbe davvero lasciata scappare.

Il Manchester eye era proprio lì difronte a loro. Non c'era molta fila, così si intrufolarono velocemente tra le persone e in cinque minuti erano già nella loro cabina. Phil corse verso il vetro, trascinando Dan con sé.
"Guarda! Lì c'è il mio negozio preferito.. Vende di tutto: dai manga, ai fumetti, ai videogiochi.. Se mi dessero un centesimo per ogni minuto che ho trascorso lì dentro sarei miliardario!" Dan rise sommessamente e andò a poggiare la mano su una trave metallica posta dietro di loro. Lentamente cominciò ad avvicinarsi sempre di più verso Phil ancora preso dalla vista del panorama, fino ad appoggiare la sua mano proprio dietro di lui. Sentì Phil sussultare. Che si sentisse a disagio in quella posizione? Stava per allontanarsi, quando anche Phil posò la mano nel suo stesso modo. Piano piano il braccio di Phil arrivò a cingere la vita di Dan e la stessa cosa fece quello di Dan. La città intanto scorreva come un film davanti ai loro occhi. Dan era nervoso, ma nonostante ciò continuava a ripetersi nella testa:"È il tuo momento, non lasciartelo sfuggire così."
Così con l'atto più avventato che aveva mai commesso in tutta la sua vita, afferrò dolcemente con la mano libera un'estremità del viso di Phil e lo avvicinò al suo.
Lo baciò.
Sentì subito il contatto caldo con le labbra di Phil e si sentì sollevato quando anche lui ricambiò il bacio. Le loro lingue si intrecciavano dolcemente mentre le braccia stringevano in modo ancora più forte i loro fianchi. Il bacio durò molto, quasi tutto il giro della ruota panoramica e quando si staccarono Dan sorrise dolcemente a Phil e si concesse di rimanere a guardarlo negli occhi ancora un po'.

A pomeriggio inoltrato, si incamminarono verso la stazione, dove si sarebbero divisi per prendere due treni diversi. Aspettarono insieme che uno dei due veicoli arrivasse per primo, e quando quello che Phil avrebbe dovuto prendere si fermò in stazione, si avvicinarono insieme alle porte per salutarsi.
Phil si scostò il ciuffo dal viso e sorrise a Dan.
"Grazie per oggi.." Dan ricambiò il sorriso, cercando di mostrarsi il meno impacciato possibile.
"Grazie a te.. Sono stato davvero bene e non mento quando dico che non vedo l'ora di vederti di nuovo." Si presero tra le braccia e si strinsero forte.
"Allora, se vuoi possiamo vederci di nuovo, un giorno di questi.." Disse Dan, quasi sussurrandogli questa frase all'orecchio.
"Sicuramente!" A quel punto entrambi mollarono la presa dell'abbraccio e poi Phil entrò sul treno. Dan fece un ultimo cenno di saluto con la mano e poi si allontanò, sorridendo.


Aspettò il treno pensando a dove avrebbe potuto portare Phil nel prossimo appuntamento. Poi salì anche lui sul suo treno andandosi a sedere sull'unico posto rimasto. Avrebbe preferito stare vicino al finestrino, ma gli andava bene anche così.
  
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