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Autore: Elissa_Bane    09/02/2016    0 recensioni
Dopo "We Might Fall" il seguito-nonseguito che vi avevo promesso.
Tutti i ricordi di William, Elaine, Joanne, Greg, Alyssa e Jaime. Le loro storie, spezzettate e in disordine così come le ricordano loro, i loro momenti più felici e quelli più tristi.
I momenti che li hanno resi chi sono e che li hanno portati a sacrificare i loro ricordi per una nuova vita.
I loro amori.
Le loro famiglie.
I loro amici.
I loro sacrifici.
Genere: Angst, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The World Around Us'
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Nda: Eccoci di nuovo qui! Sono tornata con quello che vi avevo promesso: spiegazioni. E vi verranno date attraverso i ricordi dei personaggi stessi. Non sono in ordine cronologico nè sono ordinate secondo il punto di vista. Sono disordinate e frammentate, come i veri ricordi. Alcune sono felici, altre meno... questa, in particolare, è per tutti coloro che vorrebbero sapere di più a proposito di Will, Elaine e il loro primo incontro.
Chiedo scusa se sfrutto il nome di Louis François Armand de Vignerot du Plessis de Richelieu, ma è stato scelto per vari motivi: non essendo in grado di trovare i nomi di tutti i generali e comandanti che parteciparono alla guerra della Lega di Austria ho deciso di prendere lui, sia perché era stato un militare francese, sia perché era un diplomatico, sia perché morì l'otto luglio e io non ho trovato le cause della morte. Vi chiedo anche di ignorare il fatto che all'epoca avesse ben più di ottant'anni, e di immaginarvelo circa trentenne. Chiedo scusa alla verità storica.
 
The Girl of Ash
 
8 Luglio 1697, Parigi
William sbuffò, osservando un orologio sul caminetto. Lui ed Alcuin erano stati assunti dal duca d'Orleans per proteggerlo a causa dell'importante ruolo politico che aveva nella guerra, ma in realtà il tutto si limitava a stare a guardia in un salottino interno per Alcuin e per lui fuori dalla porta delle sue stanze, dalle quali erano parecchie sere che entrava e usciva sempre la solita ragazza, che sicuramente non era la duchessa.
Anche in quel momento la ragazza percorse il corridoio, fino a trovarsi davanti a lui, il mantello ben stretto sul corpo morbido, che William aveva intravisto a volte entrando in camera del duca per messaggi particolarmente urgenti.
«Buonasera, lord Moriarty» lo salutò con un sorriso dolce.
«Per quanto ancora dovrò ripetervi che non sono un lord, mia lady?» le rispose sorridendole allo stesso modo, lasciandola passare.
«Fino a quando non smetterete di chiamare “mia lady” una puttana» la parola, così volgare, usata per descriversi, lasciò stupito Will, che però scosse il capo. Non erano affari suoi, d'altro canto.
La giovane scomparve dietro la porta bianca, accolta dal duca da un ben udibile “Mia cara, finalmente siete arrivata!”. Il duca d'Orleans, Louis François Armand de Vignerot du Plessis de Richelieu, era un uomo particolarmente attivo e non era raro che si presentassero alla sua porta ragazze come quella per dirgli che aspettavano un suo figlio, forse sperando in un miracolo. Erano rimaste tutte deluse e Will avrebbe voluto avvisare anche la giovane che continuava a catturare i suoi occhi, rimanendo impassibile di fronte al fatto che fossero d'argento e che avessero la pupilla verticale. Non si spaventò nemmeno la prima volta, ripensò il Drago, ricordando come anzi si fosse avvicinata ancora, guardandolo con quello che poteva solo essere divertimento.
 
Molto dopo la giovane, lo chignon ormai svanito, i capelli sciolti su una spalla, usciva dalla stanza, sorridendo come se avesse appena avuto la notizia migliore della sua vita. Si fermò a guardarlo, ricomponendo la pettinatura in fretta e con maestria.
«Mio lord, perdonate la domanda indiscreta, ma perché siete qui alle ore più improbabili della notte? Non avete alcuno a casa ad attendere il vostro ritorno?»
William sorrise, nonostante la domanda fosse davvero indiscreta «Potrei rispondervi, mia lady, se voi mi concedereste di sapere il vostro nome.» Era bella, splendida anche col corpo giovane coperto dal lungo mantello, le guance rosee come fiori di pesco, senza la benché minima traccia di belletto, con quelle ciocche corvine che non potevano essere state ottenute con le tinture usate dalle ricche signore, con quegli occhi del colore del bistro steso da un artista.
La giovane parve pensarci per qualche istante «Non potete. Potete chiamarmi Ash.»
«Ash? Cenere?»
«Per voi io sarò la ragazza di cenere.»
«Di cenere?»
«Di cenere.» confermò la giovane. «Avete intenzione di rispondermi?»
«Perchè dovrei? Voi non mi avete detto il vostro nome» sorrise William.
«Vi ho detto come mi chiamano gli altri, e vi dovrebbe bastare, mio lord. Un nome è una cosa potente.»
«No, non ho nessuno ad attendermi a casa, lady.» si decise allora a rispondere Will. Ash -che strano, aveva già preso a pensare a lei con questo nome!- sorrise e Will non poté fare a meno di allungare una mano per spostare una ciocca nera fermatasi a riposare sulla guancia chiara. «Perdonatemi...io non so cosa mi sia-»
«Non importa.»Rispose lei, lasciando che lui le accarezzasse la guancia morbida come seta nivea. Gli occhi scintillavano di una gioia così pura da illuminarle tutto il resto del volto, dandole l'aria di una fata, o persino di una dea. Sorrise ancora e si avvicinò. «Ci rivedremo, mio lord.» sussurrò.
«E' una domanda, mia lady?» domandò curioso William. Certo, si sarebbero rivisti la sera successiva, oppure la ragazza intendeva altro?
«E' una promessa, William.» disse ancora, voltandosi e correndo lungo il corridoio. La porta dietro di lui si aprì lasciando uscire Alcuin.
«Will, il duca...il duca è morto!»
 
In quel momento la ragazza aprì la vetrata che dava sul balcone alla fine del corridoio, mentre i due le ordinavano di fermarsi, il mantello cadde e William poté vedere un paio di ali  dispiegarsi dietro alla sua snella figura, capendo quello strano soprannome.
Ash.
Cenere.
La ragazza di cenere.
La ragazza con le ali di cenere.
«Cazzo, Ash!» esclamò affannato Alcuin.
«La conosci?» si voltò a fronteggiarlo.
«In un certo senso.»
«Come la riportiamo indietro?»
«E' un Angelo. Non la riportiamo da nessuna parte» rispose Alcuin, sempre seguendo con lo sguardo la ragazza che volava via come un soffione al vento. «Dobbiamo andarcene, William. Ora. Torniamo a casa per un po', dobbiamo far perdere le nostre tracce o incolperanno noi.»
«Mi dovrai spiegare come mai conosci uno dei due Angeli rimanenti.»
«Li conosco entrambi» ammise il fratello.
«E naturalmente non hai svolto alcun ruolo nella loro liberazione dalla casa di tortura di De Santis, vero?» Il Drago gli voltò le spalle senza rispondergli, andando a cercare una carrozza.
Si imbarcarono quella notte stessa alla volta di Roma, dove Gregory viveva con la compagna di quegli anni, Chiara.
 
Ci rivedremo, mio lord, sussurrò ancora la voce della ragazza di cenere nella sua mente e Will non ebbe alcun dubbio che avrebbe mantenuto la promessa.
  
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