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Autore: EmLy28    09/02/2016    0 recensioni
-di cosa ti stai scusando Harry? Ti stai scusando per quello che hai?- gli chiese Louis, mentre lo stringeva a sè, e gli baciava la testa.
Harry annuì. - non sei obbligato a restare...chi vorrebbe mai un fidanzato malato? -
Louis gli prese il viso, e fece incontrare i loro occhi. -non dire una cosa del genere. Io ti amo Harry, non potrei mai lasciarti, sopratutto in questo momento- gli raccolse le lacrime e poi gli baciò le palpebre umide.
-Louis, io non voglio..- mormorò il ragazzo, ma venne bloccato da Louis, che lo strinse ancora di più a sè e appoggiò le labbra sulle sue.
-mi prenderò cura di te, okay?-
Harry annuì e un sorriso triste si fece largo tra le lacrime cadute.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Niall Horan
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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louis passò le dita tra i capelli ricci del ragazzo di fianco a lui. Harry aveva il respiro pesante e gli occhi ancora chiusi; era sdraiato a pancia in giù, con un braccio sotto al cuscino e il viso rivolto verso Louis.

Il ragazzo già sveglio, si mise nella sua stessa posizione, i nasi che si sfioravano.

Osservò ogni minino dettaglio di quel volto e ringraziò chiunque gli avesse permesso di essere li in quel preciso istante.

Continuò a pettinare quei capelli scuri, giocando con i ricci. Gli venne in mente la prima volta che gli aveva urlato ti amo, letteralmente.

-non scendo,se i miei ci scoprono finisco nei guai- sussurrò harry, sporto dalla finestra della sua camera, che dava sulla strada. Sul marciapiede c'era Louis, con la testa rivolta verso l'alto.

-ho bisogno di parlarti-

-è tutto a posto, ci vediamo domani- disse Harry con sguardo impassibile. Louis sapeva che non era tutto a posto e sapeva anche la causa: lui. Non era il tipo di farsi trovare sotto casa del fidanzato, di notte, anzi, odiava quando vedeva una scena del genere in un film, ma non poteva aspettare.

-Harry! - lo richiamò, e il ragazzo si voltò di nuovo.

Sapeva che Harry si era allontanato da lui perchè non riusciva a dargli certezze. Certo, erano fidanzati ufficialmente, ma Louis non era un tipo da molte smancerie e anche se Harry non si era mai aspettato più di tanto da lui, era arrivato al culmine. Non voleva certo cambiarlo, lui l'amava così com'era... amare, era quello il vero problema. Louis l'amava veramente? Come poteva saperlo se lui non faceva nulla per cercare di farglielo capire? Quante volte gli aveva detto ti amo, senza sentirglielo uscire dalle sua labbra di ricambio?

Era stanco di tutta quella situazione.

Louis d'altro canto aveva provato mille volte a fare uscire dalle sua labbra quelle due piccole parole, ma non ci era mai riuscito, era come se qualcuno gliele stesse tenendo bloccate in fondo al petto. Voleva risolvere quella situazione, ma l'unica cosa che poteva riuscirci era anche l'unica che non poteva utilizzare.

-ti prego Harry...i-io...-

-nessuno ti ha obbligato a metterti con me e non capisco il perchè io abbia deciso di far parte di questo "noi", se c'è mai stato per te. Tra qualche giorno ti sarai già dimenticato di me,buonanotte Louis- sussurrò Harry, allontanandosi dalla finestra, per chiuderla.

Louis sentì una fitta al petto al suono di quelle parole. no. Non poteva dire sul serio. Lui aveva bisogno di lui!

Prese un grosso respiro, e appena sentì la finestra sbattere, urlò.

-TI AMO CAZZO!-

e poi,silenzio.

Guardò quella finestra, ma la stanza era buia e nessuno si fece avanti. Cercando di trattenere le lacrime, si voltò per ritornare a casa sua, quando sentì uno sbattere di una porta e poi due braccia che avvolsero il suo busto.

Si girò, senza spostare quelle braccia e si ritrovò con un viso sprofondato nel suo petto e un corpo scosso dai singhiozzi.

-ti amo anch'io,tanto- mormorò harry. Louis prese il suo mento tra le mani, per alzargli il viso...

-louis-

quella voce roca lo riscosse dai suoi ricordi.

Alzò lo sguardo e vide che Harry aveva gli occhi socchiusi, con un sorriso sulle labbra.

-hey- sussurrò Louis.

-hey- rispose il ragazzo riccio, per poi avvicinarsi a Louis e apoggiare la testa sopra la sua schiena.

-così io non posso muovermi- disse ridendo.

-shh- sussurrò Harry. -se parli non riesco a sentire il tuo cuore-

-lo sai che il cuore si sente dal petto, vero?- gli chiese Louis sorridendo. Sentì il ragazzo muovere la testa, probabilmente annuendo.

-harry, che ne dici di andare a fare colazione?-

-mh..non so, la tua schiena è comoda- mormorò Harry.

Louis, facendo attenzione, si girò e si ritrovò il volto di Harry a pochi centimentri dal suo.

-ti amo- disse sporgendosi un pò e sfiorando quelle labbra rosse.

-ti amo - ripetè Harry, con quella luce strana negli occhi, che ogni volta aveva quando Louis pronunciava quelle parole.

Finalmente si decisero ad alzarsi dal letto e mentre Louis era in bagno, Harry preparò il caffè per lui e il thè per il suo ragazzo.

Abitavano insieme da quasi un anno e oramai ognuno aveva le proprie mansioni da svolgere in casa. All'inizio era stato un incubo: Louis dovette imparare a cucinare, se non volevano mangiare pizza e pasta ogni giorno e non sapevano bene come muoversi, chi doveva fare la spesa, lavare i panni, sistemare casa, solo dopo settimane riuscirono a trovare un equilibrio e da quel momento fù fantastico.

Harry amava alzarsi la mattina, avendo di fianco Louis e passare più tempo possibile insieme a lui.

-oggi torno a casa per cena- disse Louis, sedendosi a tavola, prendendo in mano la tazza calda.

Harry annuì. Louis lavorava in un negozio di scarpe e vestiti sportivi, in centro paese. Amava il suo lavoro, tranne per i turni che gli capitavano.

Harry cominciò a tossire, si portò una mano alla bocca e cercò di schiarirsi la voce.

-tutto a posto?- chiese Louis.

-si, mi era andato di traverso il caffè- disse con un sorriso, per non allarmarlo. Andò a prendere un bicchiere d'acqua e lo bevve tutto di un sorso.

-harry, sicuro di star bene?- chiese il ragazzo, alzandosi dalla sedia ed andando verso di lui. Aveva notato che Harry teneva una mano sul petto, così appoggiò una mano sulla sua e gliel'accherezzò.

Lui annuì. -si vede che a causa della tosse mi è venuta una fitta al petto, ma ora è passata- disse, per poi avvicinarsi a lui e baciargli l'angolo della bocca.

-okay- sussurrò Louis più tranquillo.

***

louis andò a lavoro dopo aver salutato Harry con un bacio. Lui si preparò e si incamminò verso il bar dove passava tutte le sue mattine. Andava ancora all'università, ma avendo bisogno di soldi per pagare tutte le spese e per non sentirsi inutile, la mattina lavorava e poi il pomeriggio lo dedicava allo studio.

-ciao!- salutò entrando nell'accogliente locale.

-buongiorno ragazzo- lo salutò la responsabile del bar. Era una donna sulla cinquantina, sempre gentile e che si comportava un po' da mamma con Harry.

-come sta louis?- glielo domandava ogni mattina. Aveva una specie di adorazione per il suo fidanzato e questo non poteva che renderlo felice.

-bene, è andato a lavoro- rispose Harry, mentre si toglieva il giubbotto e andava dietro al bancone.

-sempre a pensare a lavorare, a lavorare- disse con un espressione dispiaciuta.

-tranquilla Heyla, domani ha il giorno libero- rispose ridendo.

Quando il bar aprì, cominciò ad arrivare gente. Harry fece avanti e indietro dal bancone ai tavoli, per servire i clienti. Quando mancava solo un'ora alla fine del suo turno, dovette fermarsi un attimo. Cominciò a tossire, così andò a prendere un bicchiere d'acqua, ma non riuscì a calmarlo.

-harry, vuoi una caramella?- gli chiese preoccupata Heyla.

Lui scosse la testa. Solo dopo qualche minuto riuscì a calmarsi, ma il dolore al petto tornò.

Sentì una fitta, che lo fece piegare in due.

-harry?- lo chiamò la donna, andando vicino a lui a soccorrerlo. -mi sa che ti sta venendo una bella influenza. Che ne dici di andare a casa? Tanto tra poco il tuo turno sarebbe finito comunque- disse sorridendo.

Harry annuì e la ringraziò.

-vuoi che chiami Louis?-

-no tranquilla, adesso vado a casa e mi metto sotto le coperte-

s'incamminò verso casa, non era distante, ma il dolore al petto non rendeva le cose semplici. Decise di non dire nulla a Louis, non voleva disturbarlo e poi si sarebbe preoccupato e avrebbe lasciato il lavoro per una semplice influenza.

Quando arrivò a casa aveva un po' il fiato corto, così si sedette sul divano con ancora il giubbotto e chiuse gli occhi. Dopo che il respiro tornò normale, si svestì, si mise una tuta e andò a sdraiarsi a letto. Tra poche settimane avrebbe avuto un esame, ma quel pomeriggio non aveva davvero le forze di mettersi a studiare. Chiuse gli occhi per pochi secondi, ma un sonno profondo lo colpì.

-harry...-

il ragazzo si svegliò sentendosi chiamato. Aprì gli occhi e vide louis che lo guardava da seduto di fianco a lui.

-salve dormiglione- lo salutò con un sorriso.

-che ore sono?- chiese Harry con voce roca, mentre si strofinava gli occhi.

-sono le otto di sera, scusa se ti ho svegliato, ma credo che tu non abbia mangiato, così...- harry lo bloccò.

-oddio! Ho dormito così tanto? Scusa Louis, non ho preparato nemmeno la cena...- si alzò dal letto, ma un giramento di testa lo fece risedere.

-ehi, calma. Non puoi alzarti così velocemente- lo ammonì Louis, dandogli un dolce bacio sulla tempia. - ho ordinato la pizza, va bene?-

harry annuì, anche se non aveva molta fame. Avanzò metà pizza e mentre louis lavava i piatti, lui prese una coperta e si mise sul divano. Della tosse lo colpì e quando sentì una mano sulla spalla, alzò lo sguardo.

-ti porto un bicchiere d'acqua?- chiese Louis,con un sopracciglio alzato, preoccupato.

Senza aspettare una risposta, corse in cucina e ritornò subito, porgendogli il bicchiere. Harry bevve e la tosse si calmò un po'.

-anche oggi è successo?-

-si... Heyla mi ha mandato a casa prima. È solo un'influenza Louis-

louis stette in silenzio qualche secondo, guardandolo negli occhi. -se entro dopodomani non passa, ti porto dal dottore-

si addormentarono sul divano, Harry tra le braccia di Louis e nessun attacco di tosse lo colse durante la notte.

***

louis si svegliò che era ancora sul divano, ma Harry non era di fianco a lui . Sentì dei colpi di tosse dal bagno, così si alzò e bussò alla porta.

-Harry, tutto bene?-

non ricevette nessuna risposta.

-harry, apri la porta- cominciò ad agitarsi. Era pronto a sfondare la porta, quando venne aperta. Rimase immobile, osservando il viso di Harry, troppo pallido per essere una semplice influenza.

Non fece in tempo a pronunciare il suo nome, che il ragazzo gli cadde tra le braccia, privo di forza. Louis riuscì a tenerlo stretto a sè e con grande sforzo lo portò sul letto in camera.

-harry...-mormorò, mentre lo cullava tra le sue braccia.

-sto bene- sussurrò lui di rimando.

-no, non stai bene. Stai qua fermo, ti faccio del the caldo e quando ti sei ripreso andiamo dal dottore-

dopo che Harry bevve una tazza di the e riuscì di nuovo a stare in piedi, Louis lo accompagnò in macchina dal dottore. Dopo averlo visitato, disse che era una bronchite e gli prescrisse delle pastiglie da prendere.

Dopo tre giorni di cura, sembrò andare meglio. Harry ritornò a lavoro e tutta l'ansia di Louis svanì.

Quel giorno Harry stava studiando, quando un altro attacco di tosse lo colse all'improvviso. Mise la mano davanti alla bocca e quando la tolse, vide del sangue su essa. Si spaventò, decise di andare dal medico, senza dire nulla al suo fidanzato.

-voglio che tu faccia una radiografia al torace e poi vediamo come proseguire in base ai risultati-

Harry uscì dallo studio con uno strano presentimento, il medico l'aveva guardato con uno strano sguardo.

L'esame ce l'avrebbe avuto il giorno dopo. Non disse nulla a Louis, perchè appena gli accennò che si era sentito ancora male, si era subito agitato e non voleva questo. E poi, se i risultati non avessero dato nulla di male, l'avrebbe solo allarmato.

-ciao Niall- rispose al telefono.

-come è andato l'esame?- gli chiese subito. Niall era il suo migliore amico, si conoscevano da quando erano piccoli e nessuno era riuscito a separarli. All'inizio della storia con Louis,era davvero contrario, diceva che Harry si meritava di meglio e che Louis era solo un idiota che pensava solo a divertirsi. Col passare del tempo cambiò idea e accettò la loro relazione, ora poteva passare ore a chiacchierare con Louis e sopratutto era un compagno ideale per i tornei a Fifa.

-lo sto ritirando in questo momento, aspetta- abbassò il cellulare e chiese alla ragazza dietro il bancone informazioni. Le disse il suo nome e andò verso gli scaffali sul lato. Ritornò con una cartella verde. - ecco a lei signor Styles. Il dottore l'aspetta domani mattina nel suo studio per parlare riguardo i risultati- gli disse la ragazza con un sorriso, ma con uno sguardo di...compassione(?)

-Harry, ci sei?- sentì una voce dal telefono, così lo rimise vicino all'orecchio.

-si, ho in mano i risultati. Dovrei aspettare domani l'incontro con il dottore- disse mentre uscì da quell'edificio e si sedette su una panchina li vicino, sentendo il respiro farsi più pesante.

-ma vorresti aprirli ora, vero?- gli chiese Niall.

Harry annuì e solo dopo si ricordò che Niall non poteva vederlo. -si-

-aprila allora- disse semplicemente lui.

Con le mani che gli tremavano, aprì la cartella e vide alcuni fogli scritti e la lastra.

-Niall, ho paura-

-puoi leggere insieme a Louis o aspettare che io esca da scuola-

-no, non posso aspettare- disse serio, e prendendo un grosso respiro, scorse con gli occhi tutte quelle scritte incomprensibili per lui, finchè vide una scritta in grassetto.

Il tempo si fermò.

Rimase a fissare quelle poche parole per un tempo che sembrò infinito, quando sentì Niall chiamarlo.

-carcinoma bronchiale a piccole cellule, Niall, ho il cancro ai polmoni-

***

Louis aprì la porta di casa. Non sentendo nessun rumore, andò in cucina e vide la tavola apparecchiata per una persona, con un piatto coperto. Sorrise al pensiero di Harry che gli preparava la cena. Si diresse verso la sala, per trovare il suo fidanzato e poterlo ringraziare. Lo trovò sul divano, rannicchiato sotto una coperta con gli occhi chiusi. Gli lasciò un dolce bacio sulla fronte, per poi andare a mangiare la cena.

Quando fu tempo di andare a letto, Harry non si era ancora svegliato, così provò a chiamarlo, per dirgli di andare in camera, che sicuramente era più comodo il letto del divano.

Il ragazzo non si mosse, così Louis sbuffando gli si avvicinò e lo tirò su, prendendolo in braccio. Harry borbottò qualcosa, ma non si svegliò. Quando lo stava per appoggiare sul letto, il ragazzo cominciò a tossire e aprì gli occhi.

Si raccolse sul letto, con le gambe al petto.

-Harry! Che succede?- esclamò Louis non sapendo come comportarsi.

-i-il petto...- mormorò lentamente, mentre strizzava gli occhi dal dolore.

-chiamo il medico o l'ambulanza- disse Louis, mentre si alzava dal letto per cercare il cellulare.

-no!- esclamò Harry. - s-stai qui...con me- dovette fare una pausa in mezzo alla frase, per riprendere fiato. Louis non sapeva se seguire quello che gli disse Harry oppure chiamare aiuto, ma quando vide lo sguardo del ragazzo, che lo pregava di stargli vicino, si decise,riluttante. Si mise sdraiato di fianco a lui, lo attirò a sè e appoggiò una mano sul busto, per poi massaggiarglielo, facendo dei piccoli cerchi. Harry si calmò subito tra le sue braccia, ma sapeva che il dolore sarebbe ritornato.

-Harry, devi andare a farti visitare, c'è qualcosa che non va- sussurrò Louis tra i suoi cappelli, mentre continuava con i lenti movimenti sul suo petto.

-non ce n'è bisogno...sono già andato- si girò lentamente, aprì il cassetto vicino a lui e tirò fuori una cartella verde. La consegnò a Louis, per poi arrotolarsi più lontano da lui, come se avesse paura della sua reazione.

-cosa significa questo?- chiese a bassa voce Louis, osservando quello che aveva in mano.

-i-io...mi dispiace- mormorò Harry, per poi scoppiare a piangere.

Il ragazzo liscio aprì la cartelletta e quando tirò su lo sguardo, due lacrime scendevano dai suoi occhi.

-Harry...-

-scusa s-se non te l'ho detto...avevo paura- disse tra i singhiozzi , senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi. Dopo qualche secondo di silenzio, si sentì avvolto da due braccia.

-s-scusami-

-di cosa ti stai scusando Harry? Ti stai scusando per quello che hai?- gli chiese Louis, mentre lo stringeva a sè, e gli baciava la testa.

Harry annuì. - non sei obbligato a restare...chi vorrebbe mai un fidanzato con un t-tumore? -

Louis gli prese il viso, e fece incontrare i loro occhi. -non dire una cosa del genere. Io ti amo Harry, non potrei mai lasciarti, sopratutto in questo momento- gli raccolse le lacrime e poi gli baciò le palpebre umide.

-Louis, io non voglio..- mormorò il ragazzo, ma venne bloccato da Louis, che lo strinse ancora di più a sè e appoggiò le labbra sulle sue.

-mi prenderò cura di te, okay?-

Harry annuì e un sorriso triste si fece largo tra le lacrime cadute.


   
 
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