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Autore: Tinucha    10/02/2016    1 recensioni
"Non ricordo esattamente quando mi sono innamorata di te. Ero piccola, questo non l'ho dimenticato. Mi avevano sempre detto che quando sarebbe accaduto, INSIEME, avremmo toccato il cielo con un dito. Non so se avessero ragione, ma tu non c'eri al mio fianco ed io quel fottutissimo e tanto agoniato pezzo di cielo, non ho potuto toccarlo. Dannazione, sei contento adesso? Ero solo una dannata bambina dall'animo puro che voleva scoprire qualcosa che veniva definito come sensazionale, fenomenale"
[È la mia prima storia, spero tanto vi piaccia]
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Un po' tutti, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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​<< Cos'ho che non va? >> domando mentre Mercedes mi rivolge un'occhiataccia. << Tini devi essere elegante agli occhi di quelle persone, non l'anti-sesso >> sputa acidamente la mia amica, in fatto di moda non perdona, è schietta e sincera come pochi. Mi guardo allo specchio un'ultima volta, in effetti non ha tutti i torti. Sembra che abbia addosso un sacco di patate, un vestito verde corallo, a maniche lunghe, largo e che mi arriva al polpaccio. << Hai ragione >> sbuffo << Ma sono nel panico, non capita tutti i giorni di partecipare al matrimonio dell'ex scopa-amica del proprio ragazzo >> arriccio gelosamente il naso << Devi fargli capire che scegliendo te ha fatto la scelta giusta, la migliore >> sbotta frugando tra le sue tasche ed estraendone la sua carta di credito. Sgrano gli occhi. << Che cos'hai in mente? >> << Adesso io e te andiamo a fare compere, paga il mio papà >> << No Mechi, prenderò i miei risparmi, non voglio che.. >> << Smettila di farti paranoie, devi essere perfetta domani, intesi? >> lancio un sospiro di sollievo << Grazie, se non ci fossi bisognerebbe inventarti >> << Modestamente >> ridacchia prendendo la sua giacchetta ed aprendo la porta della mia camera aspettando che io la segua. Arriviamo al centro commerciale tra le chiacchiere e le risate. Mi fermo davanti a qualche vetrina senza trovare nulla di speciale. Quando entriamo in un negozietto molto piccolo e quasi del tutto abbandonato ed estraneo al mondo, decido saggiamente di provare qualche vestito. Poi.. Poi vedo infondo alla stanza un meraviglioso abito rosso, stile impero, maniche lunghe che si allargano verso la fine, lungo fino a metà coscia e lo acchiappo alla velocità della luce correndo a provarlo. Rimango sorpresa guardando il mio riflesso. La mia schiena è completamente scoperta ed il vestito da dietro è più lungo di un paio di millimetri. Invito Mercedes ad entrare. << Cazzo è perfetto, sembra te lo abbiano cucito addosso >> << Dici? >> << Eh cazzo se dico >> ridacchio, è raro sentire delle parole volgari fuoriuscire dalla sua bocca. << È tuo >> sorrido ringraziandola ancora ed a metà strada ci separiamo tornando ognuna a casa propria. 
Dopo aver camminato parecchio ed aver svoltato l'angolo, vedo qualcuno rannicchiato davanti la porta di casa mia. Riconosco immediatamente le chioma rossa della mia migliore amica e mi appresto a raggiungerla correndole incontro. Alza la testa avvertendo il rumore dei miei passi ed io faccio un passo indietro quando vedo i suoi occhi rossi e gonfi rigati dalle lacrime. << Cande.. >> sussurro avanzando verso di lei << Non ce la faccio più Tini, sono stanca. Ti prego devo parlarti >> mi abbraccia forte mentre io annuisco aprendo la porta di casa e facendole segno di salire di sopra. Si butta sul mio letto a peso morto mentre le lacrime riprendono a percorrere il suo viso che non ha mai nemmeno visto l'ombra di una goccia d'acqua salata. << Parlami >> la incito carezzandole i capelli come una mamma fa con il proprio bambino e credo proprio che adesso lei abbia sul serio bisogno di essere trattata così. << Mi sono innamorata >> le sue labbra cominciano a tremare e quasi mi si stringe il cuore a vederla così. << Chi ti ha ridotta così, Cande? >> le domando conoscendo già la risposta << Ruggero >> il suo viso si incurva in una smorfia mentre la voce le si incrina. << Sono 2 mesi che vado a letto con lui, e durante il giorno mi tratta come se non mi conoscesse, come se la notte non si infilasse nel mio letto >>. Ora capisco perché era così strana nell'ultimo periodo. La rabbia si impossessa di me predominando nel mio corpo ed io mi alzo di scatto furiosa, apro ferocemente la porta della mia camera e prendendo le chiavi di casa vado via sotto lo sguardo sbalordito e spaventato della rossa. Cammino frettolosamente verso casa di Jorge, so che li troverò lì soprattutto ora che Fernando è stato arrestato. Suono il campanello insistentemente, neanche mi riconosco. La porta si apre rivelando la figura di Jorge incazzata, appena mi vede si rilassa. << Bimba? >> scuoto il capo come a dirgli che non è il momento e scorgo sul divano l'italiano che ridacchia con il suo cellulare tra le mani. Sorpasso Jorge senza baciarlo (con grande fatica) e raggiungo l'altro tirando via quell'aggeggio dalle sue mani. Jorge che è fermo sulla porta si avvicina per capirci qualcosa mentre Ruggero aggrotta la fronte. << Come puoi farci la guerra di giorno e l'amore di notte? >> si irrigidisce all'istante riprendendosi quello che gli appartiene. << Stanne fuori >> non si è mai rivolto così freddamente a nessuno, è sempre stato un tipo allegro e festaiolo con tutti, un po' come Cande. Prende il suo giubbotto e va via senza salutare. Jorge scuote il capo quando l'altro sbatte la porta. << Non guardarmi così, mi intrometto eccome se si tratta della mia migliore amica >> incrocio le braccia al petto sfidandolo con lo sguardo. << No Stoessel, sono cose loro >> << NO NO IL TUO AMICO STA DISTRUGGENDO LA MIA MIGLIORE AMICA ED IO NON RIMARRÒ A GUARDARLA CADERE IN MILLE PEZZI >> grido fuori di me << NON È UNA COSA CHE RIGUARDA NOI MARTINA, DOBBIAMO STARNE FUORI DAVVERO >> << PERCHÈ? >> << PERCHÉ RUGGERO È PIÙ COMPLICATO DI ME >> << NON CREDO >> sorrido amareggiata << CHE C'È, VUOI PRENDERTELA CON ME? FA' PURE MA NON TI SERVIRÀ A UN BEL CAZZO DI NIENTE >> risponde di rimando << NON HO DETTO QUESTO >> roteo gli occhi << Non farlo, non con me almeno >> sussurra con un tono tranquillo, troppo. << Sei impossibile >> sbotta guardandomi. << Sei così cocciuta e ficchi il naso dove non ne hai il dovere >> mi passo la lingua sulle labbra inumidendole << E tu sei solo uno Stronzo >> avanzo verso di lui cominciando a tirargli dei pugnetti sul petto << Siete tutti uguali >> continuo mentre con una mano blocca entrambi i polsi. << E allora perché rimani ogni santa volta? >> abbasso lo sguardo. << Lo sai >>. I suoi nervi sembrano rilassarsi a quella risposta e i suoi occhi si posano sulle mie labbra. Si passa la lingua sulle sue. << Sei mia cazzo, sei solo mia >> sussurra prima di avventarcisi sopra senza pietà. È violento, disperato, bisognoso.  
   
 
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