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Autore: SerenitaDolce95    10/02/2016    0 recensioni
Serena ha 20 anni e viene da Torino. A prima vista può sembrare una ragazza intelligente. Come amicizie gode della compagnia di Babs un ragazzo senegalese e di Gavriel un ragazzo turco di religione ebraica.
Durante un noioso pomeriggio, Serena per passare il tempo decide di fare degli scherzi telefonici e conosce Baggio un ragazzo della Costa D'Avorio, ventiseienne, che si innamora subito della sua voce e la convince a chiedergli l'amicizia su Facebook.
Peccato che Baggio essendo preso da i sentimenti che prova per lei decide di venire subito a casa di Serena per passare qualche giorno con lei e la sua famiglia. La cosa lascia totalmente spiazzata la nostra Serena che subito si recherà da Babs per chiedere qualche consiglio.
Come proseguiranno le vicende?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quattro

 

Ore 9:35 del mattino. Mi trovo al capolinea del 67, in corso Negri, a Moncalieri. La mia domanda è: dove sono i miei colleghi di lavoro? Sono arrivata con cinque minuti di ritardo, ma diciamocelo chiaramente: le persone normali aspetterebbero almeno dieci minuti se un individuo del loro gruppo è in ritardo. Invece loro no. Decido di chiamare mia madre, per avvisarla che sono al capolinea del 67 e che sto congelando come un ghiacciolo nel freezer.

   « Pronto mamma! Senti, sono al capolinea del 67, ma non c’è nessuno dei miei colleghi… » le racconto con disivoltura.

   « Mi hanno chiamata dieci minuti fa. Vogliono sapere dove sei. Capisci che io non posso farti da passaparola figlia mia. Chiamali tu, una buona volta! » mi risponde lei con un’aria non molto felice.

   « Ho finito il credito » rispondo io.

   « Ecco! Ma porca puttana! Lo sai che tu devi sempre essere reperibile al telefono, quando sei sul lavoro o devi … »  quella fu l’ultima cosa che sentii.

   Per il nervoso, avevo lanciato il cellulare per terra e adesso, si era scassato. Mia madre è davvero insopportabile quando si mette a gridare. Sembra che quando ci sia da discutere solo lei può dire la sua; del parere dello sfortunato che si becca la ramanzina, non le importa un bel niente.

   Io mi sono stancata di sentirla gridare. Penso di essere talmente disperata che forse mi cerco il fidanzato africano proprio per avere modo, di sopportare di più, le sue ramanzine. Almeno, grazie a Baggio sorrido di più. Meno male che almeno lui mi capisce. Non saprei cosa fare, se lui non fosse presente nella mia vita. Peccato che lo conosco solo virtualmente o telefonicamente. La sua voce però mi piace un sacco. Molto bello sentirlo parlare.

   Un momento! Come cavolo farò a sentirlo se il mio cellulare è appena stato spaccato? Merda! Ci mancava solo questa. Tutta colpa di questo corso, che se sapevo, neanche ci venivo.

   Facciamo il punto della situazione. Domani dovrei andare al lavoro e questo vuol dire che domani, mi beccherò una bella ramanzina da parte di Ilaria e Antonella, ovvero, due mie colleghe. No, non sarò io a beccarmi una predica, questa volta! Io sono venuta fino a Moncalieri e per di più,  con un gelo della madonna. Col cavolo! Che domani avrei permesso di farmi rimproverare per la mia assenza. Questa volta, ho ragione quindi,  non dovrò dare giustificazioni o spiegazioni a nessuno.

   L’unica cosa che mi resta da fare adesso è prendere il 67 e tornare a casa mia, a Torino. Visto che non verrà nessun povero cristo a recuperarmi. Neanche Baggio, a quanto pare. Dopo tutto, Baggio non vive neanche a Torino.

   Mentre mi trovo sul 67, visto che non appena arriverò a Torino non avrò niente da fare, decido di andare a fare un giro a Porta Nuova e probabilmente, mangerò al Mc Donald’s collocato dentro la stazione. Quanto è brutta la vita! Non si può mai fare quello che si vuole.

    Il detto “Vivi la vita come puoi perché come vuoi, non puoi” mi sembra del tutto sbagliato. Sono vent’anni che vivo la mia vita come voglio, senza stare a gli ordini di nessuno. Semplice, perché fino a quando ti farai comandare a bacchetta dagli altri, non potrai mai, essere padrone della tua vita. A quanto pare, ho già imparato questa lezione di vitale importanza.

   Mi domando quante altre cose ho ancora da imparare, ma penso di aver imparato la lezione più importante della vita.

 

Sono al Mc Donald’s ed è quasi mezzo giorno e mezzo. Vado alla cassa e ordino un menù con Mc Chicken, patatine fritte e Coca Cola. Da parte, mi faccio mettere i Mc Nugghet’s da sei pezzi, ovvero, le solite crocchette di pollo.

   Quando sono giù di morale mi piace affogare i miei dispiaceri nel cibo. Meno male che lo faccio con il cibo e non con fumo, droga o alcool perché mi ci mancherebbe solo più quello. Penso che il cibo sia molto meglio delle ultime tre cose che ho detto giusto? Non guardatemi male.

   Mi gusto tutto il meglio di Mc Donald’s desiderando che il panino e le crocchette di pollo non finiscano mai. Vorrei restare al Mc per il resto della mia vita.

   Per un momento, mi ritrovo a pensare alle mie colleghe che mi dicono che dovrei mettermi a dieta. Mi domando cosa direbbero se in questo momento, mi vedessero sbaffare come una maialina al Mc Donald’s.

   Sembro quasi una rivoluzionaria diversamente in azione. Una rivoluzionaria che invece di fare i suoi doveri, preferisce farsi i suoi comodi al Mc Donald’s. Perdonami tanto Napoleone Bonaparte, ma tenete presente generale, che sono solo una ragazzina e molte volte, non mi rendo conto delle cose che sto dicendo.

   Tutto questo però, non giustifica il fatto di essermi innamorata di un ragazzo africano. Probabilmente, il mio cuore è partito troppo in fretta, prima di darmi la possibilità di ragionare su dove mi avrebbe portata questo fatto. Per adesso pare tutto tranquillo. Baggio c’è! Credo che ci sarà per sempre.

   L’amore ci rende tutti stupidi dopo tutto. Davanti ad esso saremo sempre ignoranti. Visto che non abbiamo il coraggio di vedere, l’amore ci ha resi anche cechi. Non so cos’altro potrà mai fare a noi l’amore, ma il bene, diversamente potrà farlo in questi tempi. In questi tempi dove basta poco così e l’amore invece che sull’altare, ci porta dritti al cimitero.

   Spero che il mio amore per questo Baggio non mi porti dritta alla tomba, ma se lui se ne andasse via da me un giorno, io sarei capace di morire per lui.

   Una volta che arrivo a casa di mia nonna, visto che non c’è nessuno, decido di contattare Gavriel al telefono di casa. Per fortuna, ho una piccola agendina dove ho riportato anche i numeri di Babs, Gavriel e di Baggio.

   « Pronto? » sento una voce roca, rispondere.

   « Gavriel stavi dormendo? Sono Serena. Ti diturbo? » domando.

   « Ehi bella! È tempo che non ti fai sentire. Come mai mi hai chiamato? » mi domanda lui.

   « Ti devo parlare per una cosa che mi è successa » spiego, mettendomi a piangere.

   « Oh santo cielo! Che hai combinato questa volta, tesoro? Non c’è bisogno di piangere… puoi dirmi tutto! » mi dice lui preoccupato.

   « Domani potresti venire dove lavoro, alla biblioteca a Carmagnola così ti racconto con più calma » rispondo, singhiozzando.

   « Beh! Visto che domani non ho niente da fare, credo che farò un salto a salutarti, dai! » commentò Gavriel.

   « Grazie sei un vero amico! » risposi.

   « Ora però stai tranquilla. Fatti una camomilla magari, sei parecchio nervosa » continuò lui.

   « Va bene, a domani » dissi terminando la chiamata.

   Mi domando cosa devo fare. Devo chiamare Baggio e avvisarlo che sto chiamando da casa di mia nonna perché ho il cellulare rotto o glielo dico non appena potrò collegarmi su Facebook? Per una volta, mi trovo in seria difficoltà e la cosa non mi piace neanche un po’.

   Per provare a distrarmi, decido di andare incontro alla mia adorata nonna. Mi piace passare del tempo insieme a lei almeno lei non se la prende con me come fa mia madre, non appena sbaglio qualcosa.

   La guardo meglio: ha sempre i capelli cortissimi e marroni, occhi azzurri e un bellissimo sorriso. Ha la carnagione scura anche lei. Credo di essere l’unica in questa famiglia ad essere cadaverica come un vampiro della saga di Twlight.

   « Tutto bene, nonna? » le domando sorridendo.

   « Siamo alle solite. Ho saputo che stamattina non sei andata al corso, cosa ti è capitato? » mi domanda lei.

   « Io veramente sono andata fino al capolinea del 67 a Moncalieri, ma quando sono arrivata i miei colleghi sono spariti, come per magia! » rispondo sarcastica.

   « Non è stata colpa tua! Solo una cosa: io ho provato a chiamarti al cellulare. Dove eri andata a finire? » continua lei.

   « Il mio cellulare si è spaccato, l’ho rotto involontariamente dopo una lamentela da parte di mia madre! » rispondo io.

   « L’importante è che non ti è successo niente. Ringraziamo il cielo! Vuoi qualcosa? Un caffè? » mi domanda.

   « No, nonnina cara. Devo andare a casa, che devo mettermi a dormire. Io stasera, non voglio discutere con mia madre riguardo sta mattina e mi metterò a letto, prima del suo arrivo…» le spiego con calma.

   « Va bene cara, cerca di non fare altri pasticci! » mi avvisa lei.

   Io mi metto la giacca, poi mi giro nuovamente a guardarla.

   « Va bene nonna. Ci vediamo domani sera! Saluti, stammi bene » dico.

   
 
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