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Autore: Azul5    10/02/2016    0 recensioni
Le ripeteva in continuazione che se non cresceva un po’, l’avrebbero scambiata sempre per una bambina. In risposta, lei lo metteva a tacere, minacciandolo di non dargli la torta di mele. Comprava le mele per lui un giorno sì e un giorno no. Gli dava anche un cestino di scorta da portare al tempio, così sapeva che mangiava qualcosa di sano. Lui gli raccontava che i suoi amici si chiedevano da dove venissero le mele.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cancer Manigoldo, Nuovo Personaggio, Scorpion Kardia
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente era arrivato il giorno del mese in cui poteva sparire senza dare spiegazioni. Non doveva allenarsi e non aveva missioni, poteva fare quello che voleva per 24 ore. Correva per la foresta senza guardarsi indietro, aveva qualcosa di importante da fare quel giorno.
Arrivato davanti a una piccola casetta molto carina e circondata di fiori, il cavaliere si avvicinò alla porta. Era incredibile, non vedeva quel luogo da un mese e si era trasformato. O meglio, lei lo aveva reso accogliente. Aveva sistemato il viale d’ingresso piantando moltissimi fiori. Aveva aggiustato la staccionata da sola e persino il tetto non aveva più buchi. L’idea di saperla lì sopra da sola, non gli piaceva. Se fosse caduta, si sarebbe sicuramente fatta male.
Entrò nella casetta e sentì un buon odore. Quello era profumo di torta di mele.
-Bentornato!- disse la ragazza accogliendolo con una mela in mano.
-Aira non ti avevo detto che avrei pensato io al tetto.
-Pioveva non potevo aspettare. I mobili in legno che hai portato qui, si sarebbero rovinati con l’acqua che filtrava dalle aperture. Sono stata attenta.
-Sei troppo testarda. Non farlo mai più.
-Va bene, aspetterò te per i lavori più pesanti.
Il cavaliere si avvicinò alla ragazza e le diede un bacio sulle labbra.
-Ho aspettato tanto per farlo.
-Mi sei mancato Cardia.
Due mesi prima, il cavaliere si era sposato con una ragazza che aveva conosciuto durante una missione. L’aveva salvata da uno specter che voleva schiavizzarla. Lei era orfana e dopo che il suo villaggio era stato distrutto, non sapeva dove andare a vivere. Era una ragazza bellissima. Cardia era stato subito attratto da lei. Aveva due occhi scuri e profondi e dei capelli corvini lunghissimi. Adorava accarezzarli, erano davvero setosi. Lei era magra e non troppo alta. C’era qualcosa che lo aveva attirato subito. Poi aveva intuito di cosa si trattava. Lei era innocente, candida come la neve. Tutto il suo opposto.
Cardia la portò, prima, al villaggio vicino al grande tempio. Doveva ambientarsi e ricominciare a vivere. Le pagò un appartamento vicino la piazza centrale.
Andava spesso a trovarla e chiacchieravano tanto. Lui si divertiva anche a prenderla in giro. Le ripeteva in continuazione che se non cresceva un po’, l’avrebbero scambiata sempre per una bambina. In risposta, lei lo metteva a tacere, minacciandolo di non dargli la torta di mele. Comprava le mele per lui un giorno sì e un giorno no. Gli dava anche un cestino di scorta da portare al tempio, così sapeva che mangiava qualcosa di sano. Lui gli raccontava che i suoi amici si chiedevano da dove venissero le mele. Lei era solita legare sul manico del cestino un fiocco azzurro. Diceva che dava colore ai vimini del cestino. Rideva sempre quando gli raccontava le scuse che cacciava con gli altri cavalieri. Era arrivato a dire che lei era un’ammiratrice segreta.
 
Cardia si sedette sulla poltrona e Aira gli porse una fetta di torta di mele. La divorò con tre morsi, adorava i suoi dolci.
-Non abbuffarti in questo modo.
-Aspetto questo giorno per gustare i tuoi dolci.
La ragazza gonfiò le guance e se ne tornò in cucina. Cardia la raggiunse e la strinse fra le sue braccia.
-Ci ho messo sei mesi per chiederti di sposarti. Quando hai accettato, era l’uomo più felice del mondo.
-Venivi all’appartamento al villaggio per corteggiarmi a modo tuo. Le tue maniere non erano di certe le più classiche.
-Ho una teoria tutta mia per il corteggiamento. Alla fine, sei finita fra le mie braccia.
-Io ero già cotta di te.
-Lo so, arrossivi ogni volta che ti facevo un complimento. Il problema era che non sapevo se era troppo presto per il matrimonio. Sei mesi di corte sfrenata non sono tanti. Non sapevo cosa mi avresti risposto a una proposta di matrimonio.
-Ti avrei sposato anche dopo un mese.
-Qui stai bene?
-Sì, non preoccuparti. Ho capito perché mi hai portata qui. Ti fai troppe paranoie.
-Non posso dire a nessuno che sei mia moglie, gli specter potrebbero prenderti di mira. Sono sempre più forti e hanno spie ovunque.
-Ti ripeto che sto bene qui.
Cardia prese la ragazza in braccio e la portò sul loro letto.
-Aira ti voglio.
La ragazza baciò il cavaliere sulle labbra e gli poggiò le mani sul petto. Le piaceva sentire quei muscoli scolpiti. Lui adorava sentire le sue mani delicate vagare sul suo petto. Era così dolce.
-Forse riuscirò a tornare la settimana prossima.
-Può essere pericoloso per te. Non fare cose azzardate.
-Non corro rischi. Il grande sacerdote ci ha detto che dobbiamo allontanarci per allenarci in qualche posto che ci piace. Dobbiamo meditare dove ci sentiamo più sicuri. Questo per me è il posto migliore.
-Non vorrei mai distrarti dai tuoi allenamenti e i tuoi doveri.
-Di mattina mi allenerei e nel pomeriggio sarei tutto tuo.
-Mentirei se ti dicessi che non mi fa piacere. Ho voglia di passare più giorni con te. da quando siamo sposati ci siamo visti solo quattro volte. Tre giorni dopo il matrimonio e con oggi sono quattro giorni.
-Ti trascuro troppo. So che può essere difficile, ma presto potremo dire a tutti che sei la donna con cui passerò il resto della mia vita. Ora che mi ci fai pensare, non abbiamo avuto molto tempo per quella cosa che fanno tutti gli sposini.
-Mi sembra che nei tre giorni dopo il matrimonio, tu non mi abbia permesso neanche di cucinare. Abbiamo mangiato pane, formaggio e frutta.
-Non potevo staccarmi da questo splendido e irresistibile corpo.
Cardia infilò una mano sotto la gonna del vestito di lei e le accarezzò una gamba. A quel contatto la ragazza sussultò subito. Il cavaliere la toccava sempre in modo deciso, sembrava avesse paura che lei potesse fuggire lontana.
-I tuoi sospiri mi fanno impazzire.
-Cardia ti amo tanto, stai attento.
-Sei andata al mercato e hai sentito le voci sull’avvicinarsi degli specter. Ti ho detto di non ascoltare i pettegolezzi.
-Non erano chiacchiere. Due giorni fa, mi sono incappucciata e sono andata al mercato del villaggio. Lì, c’erano due cavalieri d’oro che spiegavano agli abitanti dove andare a rifugiarsi in caso di attacco.
-Avevo dimenticato che Sion e Doko sono scesi al villaggio per mettere in guardia gli abitanti. Non preoccuparti, non mi farò uccidere da qualche specter.
Cardia baciò di nuovo Aira e la strinse forte. Intanto, le sbottonava i bottoni dell’abito. La voleva e non poteva più aspettare un secondo.
All’improvviso, il cavaliere si bloccò e scattò in piedi.
-Cosa succede?
-Resta qui, c’è qualcuno fuori.
Cardia si sistemò la maglia e indossò le scarpe. Intanto, anche Aira si risistemava l’abito e i capelli.
Cardia guardò fuori dalla finestra e non vide nessuno. Aprì lentamente la porta e vide qualcuno che si infilava dentro casa.
-Cosa ci fai qui?
-Sono venuto a cercarti. Ogni tanto sparisci e non si sa dove vai. Ero curioso.
-Non devo dare conto di ogni passo che faccio.
-Anche Degel, Doko e Sion erano preoccupati. Per sei mesi sparivi a giorni alterni, il mese scorso non ti abbiamo visto per tre giorni di seguito e oggi eccoti qui.
-Manigoldo tornerò al tempio domani, non dovete preoccuparvi.
-Cosa nascondi qui dentro?
Manigoldo si guardò in giro e poi sentì un rumore provenire da una stanza. Per sbaglio, Aira era inciampata a una sedia.
-C’è qualcun altro qui.
Manigoldo stava per andare verso la stanza da letto, ma Cardia gli sbarrò la strada.
-Non puoi fare come ti pare nella casa degli altri.
-Ti comporti in modo strano. A volte, hai anche la testa altrove.
-La colpa è mia- disse Aira affiancando suo marito.
-Tu chi sei?
Aira stava per rispondere, quando Cardia le strinse la mano e la baciò delicatamente.
-Lei è mia moglie.
Per poco a Manigoldo non cadeva la mascella sul pavimento. Non poteva crederci, il suo amico si era sposato di nascosto. Quando si era innamorato? Non si era accorto di niente.
-Devo dire che hai buon gusto. Quando si è stancata dei suoi modi rudi e della sua mancanza di etichetta, venga da me, sono libero.
-Non ci provare. Lei è mia e basta.
-Un Cardia possessivo e geloso. Oggi è il giorno delle sorprese. Meglio che vada via prima che cada un meteorite. Tranquilli, manterrò il segreto.
Si salutarono e i due sposini rientrarono in casa. Passarono il resto della giornata chiusi in camera.
Cardia era felice e non desiderava che di poter passare più tempo con la sua bellissima e dolce moglie. Quello era il loro sogno d’amore e nessuno li avrebbe derubati di quelle poche ore che potevano passare insieme. In quelle ore tutto era perfetto. La loro vita insieme era stupenda.
   
 
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