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Autore: MaryFangirl    10/02/2016    2 recensioni
Kaori e Ryo hanno una nuova cliente, una ragazza strana. Questo caso darà una 'spintarella' alla loro relazione.
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori Makimura, Nuovo personaggio, Ryo Saeba
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
Capitoli:
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Titolo originale: Sixteen candles
Nota dell'autrice: Il titolo è della canzone dei The Crests, ma non c'entra con la storia, (evidentemente piaceva all'autrice xD Nota della Traduttrice).

 
Kaori si stava trascinando lungo la strada verso la stazione di Shinjuku. Era una mattinata davvero calda di luglio e il sole cascava senza pietà sulla folla che camminava per la città.
"Perché devo sempre essere io a venire a controllare i messaggi? Per una volta mi piacerebbe vederlo alzarsi presto e camminare fin qui solo per scoprire che sulla lavagna non c'è nulla. È frustrante!"
Borbottava, ma sapeva perché lo faceva lei e non lui: perché era il suo lavoro, e il suo senso di responsabilità non le avrebbe concesso di non andare, era una donna che lavorava sodo.
Arrivò alla stazione. Erano le 10.07 del mattino. Ma centinaia di persone stavano ancora correndo da un treno all'altro, o entravano o uscivano dalla stazione. Forse avrebbe fatto meglio ad aspettare di recarsi lì quando ci fossero stati meno passeggeri, ma quando poteva capitare una cosa del genere in una città come Tokyo? La metropolitana era sempre piena. Comunque, ci si era abituata col tempo.
Improvvisamente, quando stava per scendere le scale, qualcuno la urtò.
"Ehi!"
"Oh, scusi signora"
"Cosa?!"
Kaori si voltò e vide una giovane ragazza che la guardava. La ragazza si era alzata ed era pronta a proseguire per la propria strada, ma Kaori la fermò.
"Ehi, tu, aspetta. Che dovrebbe significare?"
"Cosa?"
"Pensi che sia questo il modo di parlarmi? Cosa intendi con 'signora'?"
La ragazza la guardò disorientata. Quella donna era davvero strana, di che stava parlando?
"Mi sono già scusata e mi sono comportata gentilmente, che altro vuole?"
"Come osi chiamarmi 'signora'? Quanti anni pensi che io abbia?"
"Eh?"
Un'enorme libellula passò sopra la testa della ragazza.
"Beh, mi scusi..." disse, e se ne andò.
Kaori iniziò a camminare ma notò che il laccetto di una scarpa si era allentato.
"Dannazione! Deve essersi rotto quando sono caduta!"
Si diresse ai servizi dove tentò di aggiustarlo. Finalmente, riuscì a ripararlo temporaneamente ma non sarebbe durato a lungo. Quella ragazza era stata una furia. Era colpa sua. Non si poteva correre a quel modo quando c'erano così tante persone. Kaori prese la sua borsa e cercò un fazzolettino di carta. Era molto strano, non riusciva a trovare il portafogli. Ma era sicura di averlo preso prima di uscire di casa, lo faceva di riflesso, controllava sempre il portafogli e le chiavi prima di uscire. Beh, dove poteva essere...oh, no, non poteva essere, quella ragazza? Doveva essere stata lei, quando si erano scontrate.
Uscì dalla toilette e lentamente camminò verso la lavagna sperando che la scarpa non si rompesse di nuovo così presto facendola cadere in mezzo alla folla. Per fortuna, sembrava stabile. Quindi, si avvicinò alla lavagna. Si avvicinò sempre di più. C'erano delle persone accalcate. Forse c'era un nuovo cliente. Vide qualcuno scrivere sopra la lavagna. Una persona bassa, perlomeno più bassa di lei (beh, in Giappone non era difficile trovare qualcuno che fosse più basso di Kaori). Oh, no, era una donna? Kaori non riuscì comunque a vedere il suo viso. Poi l'uomo che stava in mezzo a loro se ne andò. Kaori la riconobbe shockata.
"Tu!"
L'altra guardò nella sua direzione.
"Signora!"
Un'altra libellula.
"Ti ho detto di non chiamarmi così!"
"Come vuoi che ti chiami, nonnina?"
"Sta' zitta, mocciosetta!"
"Cosa? Come mi hai appena chiamato? Non sono una mocciosetta!"
"Sei una mocciosetta e anche una ladra"
"Cosa?!!"
Poi Kaori voltò il capo e vide quello che la ragazza aveva appena scritto. Era una frase non conclusa.
"'XYZ Ti prego ho bisogno del tuo aiuto. Posso pagare.' Ah? Stai cercando City Hunter?"
"Sì! Come lo sai?"
"Come fai tu a conoscere il codice. I bambini non dovrebbero sapere questo genere di cose"
"Non sono una bambina! E tu cosa sai di City Hunter?"
Kaori meditò per un secondo se dovesse svelarglielo o no. Era una possibile cliente, ma era una ragazza. D'altra parte, era decisamente troppo giovane per Ryo, quanti anni poteva avere, 14, 15 forse? Sembrava troppo giovane per rivelarsi un vero caso, ma almeno era una cliente.
"Io sono City Hunter"
La ragazza rimase sbalordita. Alla fine recuperò fiat.
"Sta scherzando"
"Sono seria, sono City Hunter!" dovette esclamarlo a mo' di sussurro. Non poteva fare in modo che il mondo sapesse chi era City Hunter.
"Lei? Ma sapevo che era un uomo"
"E' il mio partner. Entrambi siamo City Hunter" dichiarò orgogliosamente, le guance arrossirono leggermente al pensiero, ricordandosi di quando Ryo finalmente lo aveva ammesso.
La ragazza sembrava aver capito, ma risultò leggermente delusa. - Ehi! - pensò Kaori tra sé.
"Oh, capisco"
Kaori sospirò.
"Ok, vieni a casa mia. Puoi dirci di che cosa si tratta" Kaori guidò la ragazza fino all'uscita della stazione. Sembrava stanca.
"Comunque, io mi chiamo Kaori"
"Ah, piacere, io mi chiamo Nozomi, Nozomi Fuji".
 
 
 
"Ryo, sono tornata!" esclamò Kaori dalla porta d'ingresso, ma non ci fu risposta. "Scommetto che quel lavativo non si è ancora svegliato"
Fece entrare Nozomi in salotto e le chiese di rimanere lì mentre andava a cercare Ryo.
"Per favore, accomodati, torno tra un minuto"
La giovane obbedì. - Che strane persone. Che razza di uomo sta ancora a letto a quest'ora del giorno? Probabilmente si è ubriacato e ora ha i postumi della sbornia. Non so se ho commesso un errore a venire. Mi domando se possa fidarmi di lui -.
Kaori aveva lasciato il salotto e si era diretta verso le scale e la stanza di Ryo. Stava imprecando contro di lui per essere sempre così pigro quando udì un suono provenire dal bagno. Non ebbe tempo di fare un passo in avanti quando la tendina del bagno si aprì, rivelando una scena travolgente. Ryo era lì, bagnato, e nudo, dalla testa ai piedi, proprio come sua madre l'aveva partorito in quell'insano mondo. I suoi occhi risultarono innocenti e sorpresi, per un momento del tutto inconsapevole di cosa stesse accadendo nel resto della casa. Non avvertiva senso di pericolo, quindi si era concesso un po' di relax nella doccia.
Kaori deglutì, fece un respiro, e gridò arrossendo come un pomodoro.
"Copriti, pervertito!"
La sua voce riuscì a sentirsi fino in salotto, dove Nozomi balzò sul divano, pensando seriamente di lasciare immediatamente quella casa.
"Ryo, vestiti e vieni in salotto. Abbiamo un'ospite" parlò dall'altra parte della tendina, ancora rossa.
"Cosa? Un'ospite? Chi è? Miki-chan? O Kazue-chan? Saeko? Reika-chan? Kasumi-chan, Kimiko-chan, Lisa-chan, Yukari-chan...?"
"Smettila! Non è nessuna di loro! È la nostra nuova cliente!"
"Cosa?! Cliente?! Una ragazza?!!"
"Sì"
"Wahoo! Arrivo, tesoro!!"
Ryo corse dritto fino al salotto nel suo migliore stile mokkori, aprì la porta e saltò sul divano, solo realizzando a mezz'aria che la ragazza era seduta lì. Troppo tardi, le sarebbe caduto addosso, il che era stato il suo primo proposito, ma non più. Il disastro era in arrivo, sempre più vicino. Finalmente Ryo atterrò, con il piede della ragazza dritto in faccia.
"Chi sei?" chiese lei attonita guardando sia Ryo che Kaori.
"Chi sei tu? Non è un bel modo di trattare qualcuno in casa sua!"
"Wah! In casa sua?! Allora tu sei...?"
"Sì, lui è Ryo Saeba e noi siamo City Hunter. Come possiamo aiutarti?"
"Eh? Aspetta un minuto. Chi ha detto che accetto il caso?"
"Almeno lasciale spiegare di che cosa si tratta"
"Mmh..."
"Grazie. Vi prego, ho bisogno del vostro aiuto. Credo che qualcuno mi stia seguendo. Ho sempre la percezione di essere osservata quando cammino per la strada, anche quando sto a casa, ho la forte sensazione che qualcuno stia osservando ogni mia mossa fuori dalla mia finestra. Alcune notti ho così paura che non riesco a dormire e faccio degli incubi in cui vengo uccisa. Ho tanta paura" quando smise di parlare stava tremando.
"Oh, no, poverina"
"E da quanto tempo sta succedendo?"
"Eh? Beh...due, due settimane, più o meno"
"Due settimane...e non hanno fatto niente di più che seguirti? Non si sono avvicinati? Perché non sei andata dalla polizia?"
"So molto bene che senza prove la polizia non mi ascolterebbe"
"Beh, triste ma vero" Kaori iniziava a comprendere la ragazza.
"Ryo, posso pagarti, ho abbastanza soldi"
"Sei troppo impudente, e troppo giovane per avere quello che voglio come compenso. Non posso aspettare dieci anni perché mi paghi"
"Ryo!"
"Ah, sì, ho sentito questa storia. Ma non sono così giovane, e posso pagarti"
"Nozomi-chan!"
"Non chiamarmi così, non sono più una bambina! Ho 16 anni!! E posso pagarti col denaro, naturalmente!"
"Ah? 16? Pensavo fossi più giovane"
"Lo so...nonnina"
"Cosa?!!"
"E' uno scherzo, è uno scherzo, Kaori-san"
"Non giocare col fuoco"
"16 anni non sono sufficienti. Kaori, accetta l'incarico tu se vuoi, non sono interessato" disse Ryo uscendo dalla stanza.
"Beh, Nozomi, penso che sia meglio se rimani qui per qualche giorno. Chiama a casa e chiedi se puoi"
"Ok, ma non mi serve alcun permesso"
"Dormirai in camera mia. Te la mostro e poi possiamo pranzare".
Quel pomeriggio Kaori decise di uscire con Nozomi, così da poter controllare i suoi perseguitori. Ryo non fece alcun commento. Disse solo di non rientrare troppo tardi per preparare la cena.
"Prenderò qualcosa per preparare una bella cena alla nostra cliente" disse Kaori, tentando di risultare indifferente. Ryo non sembrò minimamente preoccupato.
Le due uscirono per una passeggiata. Visitarono un paio di negozi. Nozomi davvero non era una bambina, Kaori se ne rese conto. Al contrario, aveva un punto di vista adulto riguardo a molte cose. Nel profondo, era una persona solitaria. Kaori pensò che magari aveva dovuto attraversare diverse sofferenze durante la sua breve vita. Non parlarono molto. Kaori era sempre all'erta e pronta a proteggere la cliente se avessero subito un qualsiasi tipo di attacco. Ma non aveva notato alcunché di strano. Era tutto in ordine, solo un normale pomeriggio in quella grande città.
Giunsero di fronte a un supermercato e Kaori disse qualcosa a proposito di comprare gli ingredienti per il piatto preferito di Nozomi. La ragazza la guardò con occhi colpevoli e, dopo una piccola esitazione, prese qualcosa dalla tasca posteriore.
"Ah...Kaori..."
"Sì?" rispose, anche se riuscì a immaginare di cosa si trattasse.
"Scusa. Non volevo rubartelo. Te l'avrei restituito"
Kaori osservò il portafogli nelle mani della ragazza.
"Grazie. Sapevo di potermi fidare di te"
"Kaori..." gli occhi di Nozomi iniziarono a inumidirsi. Guardò altrove, non volendo che Kaori fosse testimone della sua emozione. Le aveva rubato il portafogli e ora Kaori la ringraziava. Le persone normali l'avrebbero immediatamente portata alla polizia.
"Penso che prenderò del sushi, poi del pesce e delle verdure per preparare il tempura. Che ne pensi?"
"Mh..." Nozomi annuì mentre le spuntava un sorriso.
Quando tornarono a casa, trovarono Ryo al telefono.
"Ah? Davvero? Non vedo l'ora..."
La sua faccia era quella di un maniaco che faceva stupidamente i versi a una ragazza (era certo che fosse una ragazza) dall'altra parte della cornetta.
"Ryo!!"
Lui le guardò sorpreso e immediatamente salutò, mettendo giù.
"Spero che non stessi chiamando uno dei tuoi numeri osé. Sono troppo costosi e grazie alla nostra enorme quantità di lavoro" fece una pausa "non possiamo pagarli!!"
"Ti sbagli, ti sbagli, Kaori-chan. Era solo una mia amica" poi, la sua faccia diventò seria, "Non mi serve fare quel tipo di chiamate, posso avere tutte le belle donne della città pronte a dire cose meravigliose al loro piccolo Ryo ogni volta che voglio"
"Certo. Controllerò meglio la nostra prossima bolletta del telefono. Ora, prenditi cura di Nozomi mentre preparo la cena"
"Non sono una bambina" protestò lei, ma Kaori era già diretta verso la cucina.
"Non mi ascolta".
Ryo e Nozomi si sedettero sul divano. Lei fu la prima a parlare.
"Allora, Ryo. Convivete, no?"
Se Ryo in quel momento avesse bevuto qualcosa, avrebbe sputato tutto.
"Siamo partner di lavoro, ecco perché vive in casa mia"
"Oh, quindi si è trasferita qui. Quindi, convivete"
"Sembra che tu stia parlando di qualcosa che non esiste"
"Ma io penso che voi due proviate qualcosa l'uno per l'altra. Siete una strana coppia, lo sai"
"E tu non dovresti ficcare il naso nelle relazioni degli adulti"
"Allora, ammetti che avete una relazione"
"Non è quello che ho detto"
"Ma non puoi nasconderlo. Il modo in cui vi guardate. Il modo in cui tu fingi di essere irritato...ah, è tutto così romantico"
"Smettila di dire cose senza senso. Hai davvero una grande immaginazione"
"Selvaggia, anche"
"Mocciosa"
"Non sei tanto giovane, Ryo. Dovresti pensare al tuo futuro e all'ipotesi di trascorrerlo con lei al tuo fianco"
"Com'è che ci conosci così bene, tutto d'un tratto?"
"Ho passato tutto il pomeriggio a parlare con lei"
"Eh? Che cosa ti ha detto?" Ryo non sapeva perché ma iniziava a sentirsi a disagio.
"Di te e lei? Niente. Ma sono una persona molto empatica"
Ryo seppe in quell'istante che i suoi nervi non si sarebbero calmati finché quella ragazze non fosse uscita dalla loro casa.
 
 
 
 
"Kaori, non devi prestarmi il tuo letto, posso dormire sull'altro materasso"
"Non se ne parla, sei nostra ospite"
Alla fine, Nozomi prese il letto di Kaori, e Kaori sistemò un altro materasso per sé. Kaori le prestò una della proprie magliette e lei se ne mise un'altra bianca, leggera, con spalline sottili. I giorni erano caldi, ma anche le notti. Lasciarono aperta la finestra per far entrare un po' di brezza.
"Ehi, Kaori"
"Sì?"
"Posso farti una domanda?"
"Spara"
"Che...che tipo di relazione c'è tra te e Ryo?"
"Cosa?!" le guance di Kaori diventarono rosse. "Re-relazione? Siamo partner, partner di lavoro"
"Capisco. Da quanto lavorate insieme?"
"Sette anni e quattro mesi" disse Kaori con occhi sognanti.
Nozomi la fissò, e per un minuto rimasero in silenzio.
"Quanto devi amarlo..."
"Cosa?!!" Kaori uscì dalla propria fantasticheria, e con guance ancora più rosse tentò di negarla. Ma alla fine non riuscì a convincere Nozomi, continuava a ripetere ce tra loro c'era qualcosa di più rispetto a quello che volevano mostrare.
Ryo era uscito dopo cena. Ciò, ovviamente, aveva provocato un'altra discussione. Aveva detto, guardando deliberatamente Nozomi, che aveva un appuntamento.
Non molto dopo che le ragazze si furono addormentate, rientrò in casa. Mezz'ora più tardi, dormiva anche lui.
Era una notte tranquilla. Il silenzio riempiva tutta la casa. Quindi, quando udì un soffice suono alla porta, Ryo si svegliò all'istante e si voltò verso chiunque fosse giunto in camera sua.
Si sedette in shock.
Kaori era lì. Era sensualmente appoggiata allo stipite della porta.
"Kaori...?" gli uscì soltanto.
Lei iniziò a camminare verso di lui fino a raggiungere il letto. Si sedette, e Ryo si spostò più in su.
"Kaori..." ripeté. I suoi occhi erano calmi e teneri.
Ryo non poté trattenersi dal guardare le sue gambe nude. Il cuore gli aumentò di velocità. Non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. La sua innocenza era più esasperante di dieci ballerine-conigliette di PlayBoy tutte insieme. Lentamente, lei sollevò una mano sul suo petto liscio. Con un unico movimento malizioso, guidò la mano fino al suo collo e al viso. Lui notò che lei iniziava a respirare pesantemente. Era allarmante perché il proprio respiro si stava unendo al suo. La luce della luna quasi piena giocava con la sua pelle levigata. La sua gola si rifiutava di emettere suono. Lei disegnò la linea della sua mascella con le dita amorevoli, dalle orecchie alle labbra.
Ryo le prese la mano. Con riluttanza la allontanò da sé e posò un dolce bacio sul suo palmo.
"Cos'è successo?"
Kaori lo guardò come se non capisse.
"Ryo..."
Chiuse gli occhi e si portò l'altra mano alla testa. Ryo appoggiò la mano libera sulla sua spalla.
"Kaori, stai bene? Kaori."
Lei non rispose. Cominciò ad emettere delle piccole urla.
"La mia testa"
"Che succede? Kaori!"
Ryo la strinse. Era preoccupato. Kaori gemette ancora un po', poi svenì. Ryo la guardò per qualche minuto per verificare che stesse bene. Sembrava che si fosse addormentata. Lui rimase lì, con Kaori fra le braccia. Più tardi, si alzò, e la portò nella sua stanza.
Non fece rumore, non voleva svegliare Nozomi. Appoggiò Kaori sul materasso e le depositò un bacio delicato sulla fronte prima di andarsene. Chiuse la porta silenziosamente, ma la riaprì. Se qualcosa di strano fosse capitato, voleva sentirlo. Pensò un istante se fosse meglio lasciarla o rimanere lì. No, aveva solo camminato da sonnambula, ecco tutto.
La mattina successiva, quando Ryo si svegliò, si sentì sollevato dai rumori provenienti dalla cucina, anche se non si rilassò completamente. Un'ora più tardi sentì Kaori alla sua porta. Di solito fingeva di dormire e assaporava deliziato la sensazione di lei che lo osservava. Non quel giorno. Ebbe un deja-vu quando si voltò a guardarla. Come la notte precedente, lei si fermò alla porta, poi lentamente, si avvicinò al letto. Ryo le consentì un po' di spazio quando si sedette. Non aveva notato che aveva iniziato a parlargli.
"Ryo, sei sveglio? Stai bene?" si avvicinò a lui, e con espressione preoccupata posò una mano sulla sua fronte. Il contatto provocò a Ryo un brivido lungo tutto il corpo. Perché era così sensibile a lei adesso? La sua naturale reazione fu di scostarsi dalla sua mano. Kaori lo notò, ma fraintese. Ritrattò la mano, guardando verso il pavimento e alzandosi. Ryo fu più veloce e le afferrò il polso.
"Scusa"
Cosa? Ryo che si scusava? Kaori si sentì imbarazzata, non era da lui.
"Kaori, stai bene?"
Ah?! Era preoccupato per lei! Era lui quello che non stava bene!
"Sì...ehm...la colazione è pronta"
Stava per chiedergli se si sentisse bene, ma la situazione era già abbastanza strana. Ryo non disse altro.
 
 
 
 
Era quasi ora di pranzo. Mangiarono in silenzio. Né Ryo né Nozomi erano dell'umore per sostenere una reale conversazione, quindi anche Kaori rimase zitta. Quando finirono, Ryo chiese a Kaori un caffè e andò in salotto.
"Perché ti tratta come se fosse tuo marito? Non ti dà fastidio?" le chiese la ragazza, curiosa.
"Beh...non è così"
"Ma tu cucini e pulisci per lui, vero? Come ti ricambia?"
"Non faccio le cose per ottenere qualcosa in cambio. Non puoi comportarti così se vuoi essere felice nella vita"
"Le persone si aspettano sempre qualcosa in cambio"
"Crescerai come una brontolona se la pensi così. C'è ancora gente di buon cuore, che aiuta gli altri per il semplice piacere di renderli felici, che rischia perfino la vita per il bene di qualcun altro"
Nozomi non riuscì a trovare una risposta a quello. Quei due erano più interessanti a ogni minuto che passava.
Presto raggiunsero Ryo in salotto. Bevve il suo caffè con aria assente. Poi guardò la giovane ospite e disse, "Beh, se starai qui per qualche giorno, immagino che vorrai andare a casa a prendere un po' delle tue cose. Vestiti e spazzolino almeno"
"Stavo per proportelo anch'io. Saresti più comoda" concordò Kaori.
"Ah...sì, avete ragione. Questo pomeriggio andrò a casa a prendere qualcosa"
"Molto bene. Verrò con te ad aiutarti. Mi piacerebbe parlare con i tuoi genitori e assicurarli che sei a posto con noi"
Ryo guardò Nozomi per vedere la sua reazione.
"I miei genitori, no. Non penso sia una buona idea. Loro...mia madre, se parla di questa faccenda si preoccuperà ulteriormente ed è malata di cuore. Non può agitarsi"
"Ma se io le parlo si sentirà più sollevata"
"No, per favore, cerca di capirmi"
"Posso parlare con tuo padre allora"
"No, mia madre lo sospetterà, è molto sveglia. È meglio se vado da sola"
Ryo rimase in silenzio, osservandola e basta. Kaori non avrebbe permesso che Nozomi continuasse a mentire. Ryo si sentì orgoglioso di lei per quello.
"Qual è il problema, Nozomi? Perché non vuoi che incontriamo i tuoi genitori, sul serio?"
La ragazza rimase seduta sull'ampio divano accanto a Kaori. Non disse nulla, fissava il pavimento con persistenza. Era evidente che avesse seri problemi a parlarne.
"Non ho i genitori. Non esistono più...sono diventata orfana quattro anni fa. Da allora, vivo con una zia di mio padre. È una donna anziana, mezza sorda e malata. Ci sono due donne che ci aiutano in casa, ma tutto qui. Nessun altro si prende cura di me. Nessuno...sono sola" fece una pausa, asciugandosi una lacrima prima di proseguire. "Non le ho detto del mio stalker, le ho detto che sarei andata a casa di un'amica per qualche giorno. Dubito che gliene importi. Ecco perché non voglio che diciate nulla"
"Ma...lei deve sapere, quello che provi..."
"Non serve, Kaori"
"Ok" sospirò. "Rispetterò la tua volontà, faremo così. Ti accompagnerò vicino a casa tua, prenderai i tuoi bagagli e ci rivedremo dopo un'ora, d'accordo?"
"Non mi serve che mi stai a guardare come se fossi una bambina. Posso andare da sola"
"No. E se il malintenzionato cerca di attaccarti mentre sei da sola? Adesso tocca a me tenerti al sicuro, e non perché ti considero una bambina, ma perché sei una mia cliente"
Così, fecero come Kaori aveva detto. Con la macchina giunsero vicino alla casa di Nozomi. Era un appartamento in una via chiassosa della città. Ma l'edificio sembrava dispendioso. Ora che ci pensava, le buone maniere di Nozomi indicavano che proveniva da una famiglia benestante. Probabilmente aveva sempre studiato in buone scuole e aveva ricevuto una buona educazione, che non poteva essere nascosta dalle sue improvvise insolenze, a prescindere da quanto ci tentasse.
Kaori la lasciò a un paio di isolati di distanza. Concordarono di rincontrarsi lì un'ora più tardi. Poi Kaori si avviò alla spiaggia lì vicino. Il loro appartamento era troppo lontano per tornare indietro e poi dirigersi di nuovo lì. Avrebbe speso tutto il tempo in macchina. No, decise di andare a fare una passeggiata.
La sabbia era ancora calda per via del sole. Si tolse le scarpe e iniziò a camminare lungo la parte di spiaggia meno affollata, godendosi l'acqua che giocava con le sue dita sulla riva. La spiaggia le portava un sacco di ricordi. Dell'infanzia, quando veniva lì con il fratello. Erano tempi felici. Quando le mancavano. Della sua adolescente, quando veniva lì con gli amici e giocavano e ridevano tutto il giorno, completamente ignari dei problemi del resto del mondo. E poi gli ultimi anni. C'erano tantissimi ricordi di Ryo. Ricordava specialmente quella notte, in cui era stata Cenerentola e lui il suo principe azzurro. Ryo le aveva dimostrato di poter essere incredibilmente gentile e tenero. Come desiderava di poter uscire di nuovo insieme come quella sera. Si erano divertiti magnificamente. Stavano bene e felici insieme. Perché Ryo non riusciva a vederlo? A volte, desiderava potersi fermare di fronte a lui e mostrarglielo. - Non essere stupida, Kaori. Lo sai che sei spaventata e titubante quanto lui.- Ma spaventata di cosa?
Il tempo trascorse. Kaori tornò al punto dell'incontro. Nozomi apparve presto con una valigia blu scura.
"Tutto a posto?"
"Sì" disse soltanto.
Kaori non volle fare ulteriori domande. Aveva lasciato la macchina in un parcheggio perché non c'era posto in quella via. Andarono lì. Era buio, silenzioso e deserto. Nozomi camminava accanto a Kaori. Kaori non parlò ad alta voce quando disse, "Nozomi, cammina più velocemente, qualcuno ci sta seguendo"
La ragazza si irrigidì e resistette all'urgenza di guardarsi intorno, correndo verso la macchina. Kaori riusciva a sentire la presenza dietro di loro, era una strana sensazione. Non era un rumore, non era un odore, riusciva ad avvertire qualcosa di diabolico, nascosto da qualche parte tra le automobili e i pilastri. Non era sicura di quanti fossero. Aumentò il passo, ma prima di poter raggiungere la macchina, fu aggredita da dietro. Uno di loro stringeva Nozomi e l'altro tenne ferme le braccia di Kaori, coprendole la bocca. Si divincolarono per un momento. Ma lei era pronta e in all'erta. In qualche modo, liberò un braccio e colpì il suo aggressore con il gomito. Quello si mosse all'indietro e imprecò, colpendola alle spalle. Lei cadde. Si toccò il viso ferito sentendolo bruciare dove lui l'aveva fatta urtare. Il codardo le aveva rotto il labbro inferiore. L'uomo si stava riavvicinando. Questa volta lei reagì per prima e tirò fuori la pistola. Gliela puntò addosso. L'uomo si fermò, sorpreso.
"Non muoverti!"
Nel frattempo, Nozomi stava lottando con l'altro. Kaori gridò.
"Lasciala andare!"
L'uomo si distrasse e Nozomi ne approfittò per tirargli un calcio in mezzo alle gambe. Lui s'inginocchiò gemendo. La ragazza corse verso Kaori, e lei se la posizionò dietro la schiena, in maniera protettiva.
"Che cosa volete da lei?"
Nessuno dei due rispose. Sollevarono le mani e rapidamente corsero via usando le auto come scudo.
"Ehi, aspettate!" Kaori corse loro incontro ma erano troppo lontani. "Non avvicinatevi più a lei!"
Nozomi era impressionata. I suoi occhi erano quelli di un coniglietto spaventato. Kaori aprì la portiera e la lasciò riprendersi un attimo. Era successo tutto all'improvviso.
"Ti senti bene?"
La ragazza non rispose immediatamente. Ci volle qualche respiro profondo e un paio di minuti per calmarsi un po'. Sembrava davvero molto turbata dall'aggressione.
Kaori guidò verso casa in silenzio. Non vi andò direttamente, fece una deviazione, assicurandosi che non fossero seguite.
Quando arrivarono, Kaori diede a Nozomi un infuso con un sedativo, e la ragazza andò a riposarsi a letto, senza proferire parola.
"Che è successo?" chiese Ryo.
"Gli stalker si sono fatti vivi"
"...Il tuo labbro sta sanguinando"
"Lo so, non è niente"
Andò in bagno per sgonfiare e medicare il labbro. Si spruzzò dell'acqua in faccia e sciacquò meglio il taglio. Ryo preparò un'altra camomilla per lei e un caffè per sé.
"Dov'è successo, a casa sua?"
"No, ci hanno seguito fino al parcheggio. Hanno tentato di prenderci ma quando hanno visto la mia pistola sono scappati. Non avevano alcuna arma, penso"
"Mmh, strano"
"Forse sono solo dilettanti, o una specie di pervertiti delle lolite"
"No, c'è qualcosa di più. Perché seguirla per due settimane, limitandosi a osservarla, per poi decidere di attaccarla quando era con te e non da sola?"
"Comunque, sono sicura che non ci abbiano seguito. Non sanno dov'è. Penso che la stessero aspettando in casa sua. Per ora è al sicuro qui, ma domani terrò gli occhi bene aperti. Dovremmo tornare a casa sua e vedere che fanno"
"Lo decideremo domani. Nozomi sembra molto in ansia"
"Sì, era la prima volta che agivano, lei non li aveva visti prima. Erano due uomini, entrambi alti. Vestiti di nero. Ora che ricordo, penso di aver percepito un lieve odore di cloroformio. Suppongo che volessero drogarci ma non ne hanno avuto al tempo"
Kaori si alzò e preparò una cena veloce. Ryo rimase in cucina, osservandola per tutto il tempo. Lei non se n'era accorta, ma quel pomeriggio si era comportata da vera professionista. Aveva dimostrato di avere istinto, e l'aveva seguito. Sì, finalmente stava diventando una brava sweeper. Era vero, era la migliore partner che avrebbe mai potuto desiderare. Coraggiosa e tenera, energica e dolce. Poteva fidarsi di lei nel lavoro e anche come amica.
Nozomi disse di non avere fame e Ryo e Kaori non parlarono molto, quindi la cena proseguì con calma, non ebbero molto per cui litigare. Più tardi, quando Kaori andò a letto, portò alla giovane cliente un panino e un bicchiere di latte.
Nozomi ringraziò e mangiò in fretta. Erano sedute sui rispettivi letti. Kaori aveva già notato che Nozomi aveva qualcosa da dirle.
"Ehi, Kaori. Perché sei così gentile con me?"
"Perché mi piaci. Sei una brava ragazza" Kaori le rivolse un sorriso luminoso. Diceva sul serio.
"Ma, non ti ho trattato molto bene all'inizio. Ti ho anche rubato il portafogli. E tu ti occupi per me nonostante ciò...quello che voglio dirti è...grazie, a entrambi, grazie infinite...e scusami"
"Per cosa?"
"Per avervi mentito"
"Non preoccuparti. Inoltre, alla fine hai detto la verità"
"Sì..."
"Ehi, perché quella faccia? Su con il morale e non ripensare a quello che è successo oggi, ti proteggeremo" Kaori addolcì la sua espressione. "Nessuno ti farà del male"
"Grazie...sorellona"
Kaori la guardò sorpresa.
"Visto che non ho una madre, tu sei la più vicina a essere una sorella per me"
"Nozomi..."
"E ora, parliamo un po' come fanno le sorelle. Di shopping e ragazzi. Parlami di Ryo"
"Uh?! Ryo?! Non vale la pena parlare di lui. Che mi dici di te, c'è qualcuno?"
"Beh...potrebbe esserci..." il viso della ragazza cominciò ad arrossire. "Non sono sicura, lui mi piace molto, non è come gli altri ragazzi che ho conosciuto, è intelligente, divertente, di buon cuore...mi piace stare con lui, e penso che piaccia anche a lui. Ma...in qualche modo, penso che la nostra amicizia sarà in pericolo se proviamo a renderla qualcosa di più"
"Capisco"
"Dimmi, è così anche per te e Ryo?"
"Eh?...Beh...più o meno. Qualche mese fa pensavo che mi amasse tanto quanto lo amo io. Ma ora...penso che non sappiamo nemmeno di che cosa abbiamo paura"
"Oh..." gli occhi interessati di Nozomi la studiarono, persa nel suo mondo privato. Quegli occhi avevano una luce diversa.
 
 
 
Ryo era andato a letto, ma non riusciva a dormire bene quella notte. Si girò di continuo nel letto e le sue gambe non facevano che intrecciarsi con il lenzuolo. Faceva caldo. Si svegliò e si tolse pantaloni e maglietta. Molto meglio. Potevano essere l'1 o le 2 di notte. Fuori dalla finesrra, era visibile un'incredibile luna piena. In Giappone la luna era più bella che in qualsiasi altra parte del mondo. La stanza era piena di una luce magica. Forse avevano ragione quando dicevano che la luna si beffava degli esseri viventi, sia animali che umani. E Ryo poteva facilmente essere definito come un animale selvaggio. Forse era vero che la luna ravvivava i più basici istinti di un uomo. Il punto era che Ryo non riusciva a dormire quella notte.
Improvvisamente, una sagoma apparve alla porta. Il cuore di Ryo gli martellò con forza in petto anche prima di poterla vedere completamente. Era di nuovo in quella strana modalità. Ogni suo movimento lo rivelava. Era felina e delicatamente si avvicinava al letto. I suoi occhi non si separarono da quelli di lui durante tutto il tragitto. Poi, si inginocchiò sul materasso, ai suoi piedi. Ryo si mise a sedere e la guardò severamente. Non si fidava affatto di quella situazione. Quei modi sensuali non erano da Kaori. Che stava succedendo? Lei indossava la stessa maglietta del giorno prima, leggera e bianca come le sue mutandine. Ryo riusciva a vedere le punte dei suoi seni mentre si posizionava a gattoni. Il sangue gli stava già ribollendo quando Kaori giunse al suo fianco e si abbassò sul suo collo. Posò un bacio sulla sua pelle bruciante. Ryo l'afferrò per le spalle per fermarla. Lei lo guardò e inclinò la testa.
"Qual è il problema?...Non ti piace?"
La sua voce era così seducente che lui, perplesso, allentò la pressione. Kaori si riavvicinò, e questa volta tracciò una scia di baci fino al petto. Ryo chiuse gli occhi per un momento, avvertendo tutto il suo corpo tremare e reagire al suo tocco. Le sue labbra sulla pelle gli inviarono dei brividi lungo la spina dorsale. Era insopportabile, riusciva a sentire il suo desiderio, stava per perdere il controllo in qualsiasi momento.
"No, aspetta! Kaori, non possiamo..."
"Perché?" chiese lei spiazzata. "Perché no?"
Quella non era Kaori. Non poteva essere. Era troppo strano che lei all'improvviso volesse dimostrare i suoi sentimenti in quel modo. Non che lui ritenesse che non ne fosse in grado, ma Kaori era una donna che amava fare le cose in maniera appropriata, e tutto ciò non era assolutamente nel suo stile.
"Chi sei? Che hai fatto alla mia Kaori?"
"Cosa? Sono io, Kaori...la tua compagna...per la vita" aveva spostato il viso ponendolo di fronte al suo. Si umettò le labbra con la punta della lingua. Quel movimento catturò l'attenzione di Ryo. I suoi occhi si posarono sulla ferita al labbro. Inaspettatamente, si ritrovò a bramare di leccarlo violentemente, di imprigionarla fra le sue braccia per non farla più andare via.
Le sue mani scorsero lungo la pelle liscia delle sue spalle e del collo per avvolgerle il viso. Si fissarono a lungo. Alla fine, Kaori interruppe il silenzio.
"Non mi vuoi...? Non mi ami?...Io sì...io ti..."
"Smettila! Non dirlo!" la interruppe Ryo.
Si odiava. Lei stava soffrendo di nuovo. Il suo volto terribilmente triste lo comunicava totalmente. Kaori seppellì il viso tra le proprie mani, e pianse silenziosamente, ignorando Ryo. Dopo un po', si alzò lentamente e si diresse verso la porta. Ryo rimase sul letto a guardarla.
Aveva compiuto solo due passi quando si fermò e barcollò. Ryo, più veloce del vento, l'afferrò prima che collassasse. La riportò sul letto e la fece stendere. Tentò di svegliarla, ma se si trattava di sonnambulismo, si diceva che fosse meglio lasciare dormire il sonnambulo in pace. Quindi fece così. Si sdraiò sul letto a sua volta, accanto a lei, e protettivamente la strinse fra le braccia, determinato a sorvegliarla tutta la notte se fosse stato necessario. Stavolta, non l'avrebbe lasciata andare. In ogni caso, non riuscì proprio a dormire anche se desiderava farlo.
 

 

  
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