Serie TV > I maghi di Waverly
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Autore: MaryS5    10/02/2016    3 recensioni
Piccola one shot su una delle tante giornate di Alex. Ho cercato di darle un certo sapore, simile alla serie tv, ma visto che ho completamente sconvolto il tema, non è stato semplice. Buona lettura!
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una sera tranquilla in casa Russo. Jerry, Theresa e Justin erano al ristorante a lavorare. Max stava cercando cose strane, nella sua stanza, da poter rivendere su internet. E Alex era stravaccata sul divano a leggere una rivista, mangiando popcorn e bevendo una bibita, con la tv accesa.
Harper era partita per una vacanza di famiglia e lei non sapeva cosa fare. Non amava dirlo, ma le mancava tanto. Si stava annoiando, le figure di quella rivista non erano poi così interessanti e di certo non avrebbe sprecato energia utile per scoprire cosa ci fosse scritto mettendosi a leggere.
Si era stancata anche dei popcorn. Voleva il gelato. Si, il gelato è un ottimo rimedio per la tristezza.
C’era un solo problema: stava così bene sul divano, non aveva certo intenzione di alzarsi. Avrebbe potuto chiedere a qualcuno di prenderle quello che desiderava, peccato che non ci fosse anima viva. Così decise che si sarebbe arrangiata. Prese la bacchetta dallo stivale, fece un incantesimo e in men che non si dica la vaschetta di gelato, con un cucchiaino, volarono tra le sue mani.
<< Non dovresti usare la magia in casa! Sai che mamma lo detesta. >>. La ragazza trasalì spaventata. Suo fratello maggiore era entrato nella stanza, con la solita andatura dinoccolata, mentre si toglieva il grembiule da cameriere.
<< Justin! Che ci fai qui? >> gli disse con un tono stizzito, << fino a prova contraria questa è anche casa mia e poi ho finito il turno.>> << ah bene … >> disse quella distrattamente.
<< Alex! >> la richiamò Justin con tono severo. << che c’è?! >>, << tocca a te! Mamma e papà ti stanno aspettando. >> << si, si ora vado … >> << non puoi mandarci di nuovo Max al posto tuo! >>. La ragazza sbuffò. << non vedi che sono impegnata?! >> si giustificò indicando la rivista. << sto studiando!! >> << non ti crederebbe nemmeno un troll! >> Il ragazzo scoppiò a ridere.
<< smettila!! Io sono triste e tu ti prendi gioco di me! >> urlò fingendo un’aria afflitta. << tu saresti triste? E perché mai? >> chiese il più grande sedendosi accanto alla sorella.
<< per Harper >> << ah, si Harper… … se non ti va di lavorare al ristorante puoi venire con me! >> << ma ti ho dett… dove? >> gli chiese interrompendo ogni pensiero accusatorio su Justin. << oggi devo portare la mia classe al nuovo museo per maghi … >> << noooooo, peggio di lavorare c’è solo il museo!! >> << lasciami finire!! >> la sgridò. << dicevo che questo è “Il nuovo museo di maghi, completamente rivoluzionario ed interessante con attrazioni pericolose, attrezzature di maghi più oscuri e storia della magia riportata fedelmente. Per maghi adulti e bambini”, potrebbe piacere perfino a te!.>>.
Lei rimase un attimo a fissarlo poi disse. << però! Che nome lungo! >> ci pensò un attimo e decise. << ok, verrò, ma solo perché non ho niente di meglio da fare! >>. << bene! Alle nove meno un quarto devi trovarti alla tana, puntuale. >>la informò alzandosi e correndo nella sua stanza per preparare il programma.
<< ci sarò!! >> gli assicurò lei rituffandosi supina tra i morbidi cuscini.

Alle nove meno cinque ancora Alex non si vedeva.
Justin e i suoi allievi aspettavano impazienti davanti al portale. Mormoravano irrequieti mentre il maestro cercava di tranquillizzarli.
<< Scusate!! Scusate! Mi sono addormentata!! >> esclamò la sorella entrando di corsa nella stanza. << Alex!!! Ti avevo espressamente detto di non fare tardi!! >> disse quello con aria autoritaria. << si, si… Andiamo!?>> chiese prima di aprire la porta del mondo magico con il solito sorrisetto strafottente.
<< si, andiamo >> acconsentì il fratello ancora arrabbiato. Ad un suo gesto tutti i ragazzi si mossero verso la porta ubbidienti, bisbigliando fra loro.

Arrivati al museo, Justin si premurò di comprare il biglietto per tutti, poi entrarono.
Quel posto odorava di nuovo, ma allo stesso tempo, i reperti antichi, davano la sensazione di farti trovare il un era lontana anni luce. Inizialmente Alex si ritrovò sorprendentemente affascinata dalle cianfrusaglie esposte, ma dopo pochi minuti era già stanca della novità. Osservava con monotonia gli altri allievi darsi alla pazza gioia e li invidiava un po’. Chissà come si sarebbe divertita con Harper. Era stufa, voleva tornare a casa per poltrire un altro po’.
Mentre sbuffava Justin si avvicinò a lei. << che c’è sorellina? Non ti diverti? >> chiese sorridendo sornione. << no! Sarei dovuta restare sul divano invece di venire in questo postaccio >> << non dire cosi. Sono convito che, se ti lascerai trasportare dalle meraviglie di questo luogo, ti divertirai anche tu. Vai a vedere, osserva bene le cose. Guardale, non tralasciare i dettagli. Ti sorprenderai di ciò che potresti scoprire. >>.
Così Alex si allontanò da lui, che la guardava ancora sorridendo, più per toglierselo di mezzo che per seguire i suoi consigli. La irritava il suo comportamento da maestro so tutto io.

Stanca di girare a vuoto si sedette in una panchina isolata di fronte ad una specie di scatolina nera esposta in una teca. La osservò bene, non sapendo che altro fare.
Era bizzarro che avessero deciso di mettere in bella mostra una cosa così insignificante e poi a che serviva? Non sapeva proprio spiegarlo.
Non voleva alzarsi così si limitò ad osservarla da lontano facendo ciondolare il capo seccata.
Dopo qualche minuto cominciarono a dolerle le gambe e decise di mettersi in piedi. Si avvicinò incuriosita all’oggetto che la inquietava tanto. Sotto la teca c’era un cartellino con su scritto: “ Dimora blindata di Cora l’oscura”. Blindata? Che voleva dire? E come era possibile che una piccola scatolina esposta al pubblico fosse la casa di una persona.
Alex si ritrovò turbata da ciò che aveva appena letto. Non era sicura che all’interno si trovasse effettivamente una persona, ma se era così allora non approvava minimamente. Imprigionare qualcuno in quel modo era disgustoso non lo augurava nemmeno al suo peggior nemico.
Visto che i dubbi continuavano a torturarla decise di fare qualcosa. Provò ad alzare la teca, ma una forte scossa la fece ritirare immediatamente. Pensò che si trattasse di precauzioni prese contro i ladri e, visto che lei non aveva la minima intenzione di rubare qualcosa, era assolutamente giustificata ad annullare quelle misure di sicurezza. Se fosse successo qualcosa ci avrebbe pensato lei, non c’era alcun pericolo.
Guardando bene che non ci fosse nessuno nei paraggi prese la bacchetta e ruppe l’incantesimo che proteggeva la teca. Adesso era libera di fare ciò che desiderava.
Soddisfatta alzò velocemente il vetro e afferrò fulminea la scatola nera. Era stranamente pesante e liscia al tatto, sembrava levigata nella pietra, aveva un colore nero lucente, sembrava fosse ossidiana. Esaminandola bene notò c’era scritto qualcosa ai lati, ma non riuscì ad interpretarlo.
<< ALEX!! >> sussultò per la paura di essere stata sorpresa, ma si rassicurò subito vedendo suo fratello. Lui di certo non l’avrebbe denunciata alla sicurezza. << non farmi prendere certi colp..>> << CHE COSA HAI FATTO?! >>, << Justin! Calmati.. >> << sei impazzita?!?!! Hai idea di che hai fatto!?! >>, << stai tranquillo! Ho seguito i tuoi consi… >> << neanche Max farebbe una cosa tanto idiota!!! >>.
Non smetteva di urlare. Sembrava totalmente infuriato. Gesticolava e la incolpava, non sembrava disposto ad ascoltare le sue ragioni. Lei si sentiva offesa, in un certo senso. In un attimo era sparita quella affinità tra fratelli che li caratterizzava tanto.
<< hai rotto un incantesimo di protezione!!! Non hai pensato nemmeno per un momento che..>> << BASTA!! >> lo interruppe la sorella. << volevo soltanto fare ciò che mi hai detto! >> << io non ti ho detto di mettere in pericolo tutto il …!! >> << TI ODIO!!! >> urlò forte Alex con le lacrime agli occhi. << non sopporto il fatto che viviamo insieme!! Che siamo fratelli!! Sei il peggior fratello del mondo!! Avrei preferito essere figlia unica!!! Sei insopportabile!! Un idiota!! Un fallito!! LASCIAMI IN PACE!! Vorrei che sparissi per sempre dalla mia vita! Sparis..>> ma non riuscì mai a completare la frase.
La scatolina che stringeva nella mano destra prese a tremare e a scuotersi tanto che lei non poté più tenerla, così la lasciò cadere a terra, ma al contatto con il pavimento tutto quanto si mise a tremare. Un forte terremoto stava distruggendo tutto.
<< dobbiamo uscire!! Scappa!! >> urlò Justin tra il fracasso assordante. Purtroppo nessuno riuscì a fare niente. Una luce rossa accecante li colpì entrambi. Era tanto potente che fece volare la ragazza dall’altro lato della stanza e colpire il muro con forza.
Tutto diventò buio e silenzioso, poi qualcosa di delicato sfiorò il braccio di Alex.
Inizialmente non riusciva ne a muoversi ne ad aprire gli occhi, ma poi, come se qualcosa gli avesse dato energia, si ritrovò sorprendentemente in forze. Si mise a sedere nonostante la confusione.
Una donna dai lineamenti duri la fissava con un sorriso compiaciuto. Teneva una bacchetta nella mano sinistra ed era vestita con un abito nero vecchio stile, forse del seicento. Strano.

La ragazza la ignorò per un momento cercando di capire dove si trovasse. Era ancora nel museo, nella stessa stanza, nello stesso angolo in cui era caduta, ma sembrava tutto diverso. Il tetto era quasi interamente crollato, i muri scheggiati e il pavimento era pieno di massi e polvere spessa.
<< grazie >> cominciò la sconosciuta. << di .. di che cosa? E chi sei? >> chiese lei. << sono Cora. Mi hai liberato dalla mia prigionia e per ringraziarti ho espresso il tuo agognato desiderio. >>, << c-come? Quale desiderio? >> il viso della piccola maga era impallidito. Sentiva di non potersi fidare di lei. Ad un tratto cominciò a considerare le misure di sicurezza della teca. E se fosse stata veramente pericolosa?
<< oh, non avere paura. Ti sono riconoscente! Su, ti aiuto >> disse porgendole la mano per farla alzare. Alex accettò il suo aiuto.
<< dov’è Justin? >> chiese più a se stessa che alla donna, guardandosi intorno e stingendo gli occhi per vedere meglio attraverso il polverone che ancora aleggiava nella stanza. << e qui ritorniamo al tuo desiderio! >> disse eccitata Cora. << c-che ? che vuoi dire? Dov’è mio fratello? >>, adesso era terrorizzata ancora senza un valido motivo.
<< non preoccuparti! Non dovrai più occupartene o “sopportarlo” >> e scoppio in una risata irritante.
<< Dov’è Justin?!! >> chiese ancora.
<< è morto >> disse lei con freddezza. A quelle parole il mondo parve caderle addosso.
<< no … non è vero … stai mentendo … >>, << sei felice, giusto? >> chiese la donna ridendo, evidentemente ignorando il tono impaurito di quella. << se non ci credi ti faccio vedere. Sei libera ora, così come lo sono io! >>. Detto questo si mosse verso le macerie facendole segno di seguirla.
<< avresti dovuto sentire come urlava … “ no, non toccare mia sorella! Allontanati!! Ahhhh!!!” patetico >> disse facendo una vocetta stridula.
Alex non aveva idea di come riuscisse a camminare. Le gambe erano pesanti come piombo e lo stomaco si contorceva. Si bloccò.
Proprio dietro un grosso masso intravedeva la mano inerme di un ragazzo. Stringeva ancora la bacchetta. Alex era sicura. Apparteneva ad una sola persona, che conosceva bene.
<< justin …. >> sussurrò tra le lacrime.
<< mhh ? vuoi che vi lasci soli? Che ne so … Per dirgli tutto quello che non gli hai detto? Aspetta! Questo l’hai già fatto! >> scoppiò a ridere ancora. << ti aspetto fuori, vado a vedere come è fatto questo posto >> senza aspettare la risposta si allontanò lesta.
Lei rimase immobile a singhiozzare.
Che cosa avrebbe fatto adesso? Senza suo fratello? Il suo fratellone? Il suo confidente? Il suo migliore amico?
Avanzò piano. La visuale cominciò ad ampliarsi. Seguì con lo sguardo la mano, poi il braccio ed arrivò alla testa. Riusciva a vedere soltanto un groviglio ci capelli impolverati. Si bloccò ancora.
<< justin … >> sussurrò aspettando una risposta che non arrivò. Sperava che saltasse in piedi urlando “SORPRESA!!” e conseguentemente lei potesse riempirlo di botte protestando sul brutto scherzo. Ma non sembrava proprio uno scherzo…
Continuando a singhiozzare di dolore si avvicinò al corpo. Quei pochi passi non erano mai stati tanto faticosi.
<< justin …. Sveglia … s-sono Alex, puoi smetterla di fingere se ne è andat.. >> non riuscì a concludere la frase. Crollò in ginocchio accanto a lui. Le lacrime scendevano copiose, ma lei non si si disturbava ad asciugarsi le guance.
Gli accarezzò i capelli, liberandoli in parte dalla polvere. Non era ancora decisa a girarlo e guardargli il volto. Era quasi completamente coperto dalla polvere. La mano sinistra era sotto il busto, quindi non poteva vederla. Non poteva crederci. Suo fratello era morto tra la polvere. Aveva combattuto, anche per sua sorella, lei invece era stata tutto il tempo il un angolo a dormire beata. Si detestava per questo. Non aveva provato a difenderlo come lui aveva fatto con lei.
Raccolse tutto il suo coraggio e, con uno strattone, lo fece girare verso di lei. Scoppiò a piangere più violentemente. Il suo viso era rilassato. Sembrava stesse dormendo. Le labbra socchiuse, le palpebre delicate, le sopracciglia distese. Ma era pallidissimo e l’enorme buco rosso nella maglia, proprio all’altezza del cuore contribuiva a far comprendere che non stava riposando, tantomeno scherzando.
Il ragazzo aveva la mano sinistra completamente ricoperta di sangue scuro, evidentemente aveva provato a tamponarsi la ferita per evitare al sangue di fuoriuscire troppo copiosamente. Anche il pavimento sotto di lui non era proprio lindo e pulito. Il liquido rosso si era disperso in buona parte sulle mattonelle color senape.
Gli sfiorò la ferita, quasi aspettando una reazione, ma tutto quello che fece fu imbrattarsi le mani di sangue.
Alex sentiva di dover dire qualcosa, ma aveva un grosso nodo alla gola e le lacrime sgorgavano così tanto che riusciva a vedere a malapena ciò che aveva davanti, e questo, in parte, era un bene poiché ogni volta che guardava suo fratello sentiva un colpo allo stomaco.
Non poteva credere ai suoi occhi. Cora, una completa sconosciuta, aveva ucciso Justin ed era colpa sua.
Rimase accanto a lui per molto tempo, l’idea di andare via la struggeva. Finalmente si decise. Doveva farlo per la sua famiglia, doveva andare avanti, non si poteva tornare indietro e evitare tutto ciò che era successo.
Si alzò in piedi barcollando leggermente. Guardò ancora Justin. Non voleva lasciarlo in quel modo, così si adoperò per cercare qualcosa che lo coprisse durante la sua assenza.
Mentre cercava ovunque: nei cassetti, in ripostigli, in angolini, pensava. Aveva una certezza, sarebbe tornata, sarebbe rimasta con lui, l’avrebbe accompagnato fino a quando avesse potuto.
Riuscì a scovare una vecchia coperta con un orribile motivo a scacchi. Avrebbe preferito un grande telo leggero, ma anche quella poteva andare bene. Così si avvicinò a lui e, dopo averlo osservato ancora un po’, la adagiò sul corpo. Ma quella figura coperta le procurò un dolore, forse, ancora maggiore. Si inginocchiò ancora, vicino la testa e scostò il tessuto dal suo volto.
Adesso sembrava proprio che stesse dormendo, mancava solo un cuscino. Le piaceva quell’illusione. << t-ti voglio bene Justin >> disse e gli lasciò un bacio sulla tempia.
Poi si allontanò velocemente pensando che sarebbe stato meno doloroso, ma per quanto ci provasse non riuscì a non girarsi ancora un’ultima volta.
Uscì dall’edificio. Solo in quell’istante si ricordò di Cora. Doveva fargliela pagare.
Si guardò intorno. Tutto sembrava deserto. Non c’era nessuno che camminasse nei dintorni. Si vedevano i segni del precedente terremoto. Doveva essere stato abbastanza forte.
Una voce stridula la raggiunse. << Allora? Tutto fatto? >> era Cora che si avvicinava a lei e sembrava non notare minimamente il sangue sui suoi vestiti e sulle sue mani, gli occhi gonfi, le guance ancora bagnate e il dolore dipinto in volto.
Alex la fissò infuriata. << ora che ci penso non mi hai detto ancora il tuo nome … … qual è il nome della mia salvatrice? >>
. Lei non rispose e si sporse lentamente verso i suoi stivali per prendere la bacchetta. << perché sei così timida? >> chiese la donna ridendo, << ormai siamo amiche. Non so davvero come ringraziarti >>. Ormai la ragazza aveva raggiunto l’arma e la stava impugnando saldamente. << così, per sdebitarmi nuovamente, visto che sono praticamente al tuo servizio, ti ho fatto un altro favore!! >>. Alex, che aveva già estratto la bacchetta ed era pronta per la vendetta, si bloccò e impallidì nuovamente.
<< cosa-hai-fatto? >> chiese a denti stretti. Cora sorrise divertita e si apprestò a rispondere. << ho pensato “ se suo fratello la teneva prigioniera… >>, al riferimento a Justin le venne un brivido, << … allora lo fa anche la sua famiglia!” povera ragazza. Che destino triste che ti era stato assegnato. >>.
<< che cosa hai fatto?! >> ripeté nuovamente con le lacrime agli occhi.Quella donna non doveva avvicinarsi alla sua famiglia. << ohhh vedrai piccola!! Vedrai … seguimi ! >>.
Le porse la mano e Alex la afferrò di malavoglia. In un lampo si ritrovarono entrambe di fronte casa Russo.
Alla giovane maga girava vorticosamente la testa. Come erano arrivate lì? Era stato un incantesimo? Nonostante si sentisse male strinse la bacchetta e si fece forza.
Cora la guardò felicissima, come a chiederle il consenso per proseguire, mentre teneva la maniglia. Sembrava una mamma che fa un bellissimo regalo alla figlia impaziente.
Dopo qualche secondo si decise ad aprire la porta. Alex corse dentro pronta ad una lotta, ma non c’era nessuna battaglia. Tutto ciò che era successo era finito da un po’.
La maga rimase a contemplare la scena straziata.
Suo fratello Max era ai suoi piedi. Morto. Ancora con la bacchetta, proprio come Justin. Era accovacciato nel suo corpo mingherlino. Guardando oltre vide suo padre. Anche lui rivolto sul pavimento. Aveva ancora gli occhi spalancati e un’espressione di sorpresa e dolore impressa sul volto. Sua madre era a pochi passi dall’uomo. Stringeva una padella. Anche lei sembrava stesse dormendo. I capelli sul volto, ma nessun segno di vita.

La ragazza lanciò un urlo assordante. Le lacrime scendevano impazzite. Lanciò un altro urlo e urlò ancora. Anche Cora stava urlando. Le stava dicendo qualcosa, ma a lei non importava, non le importava più niente. A forza di urlare la testa le girava con ancora più impeto rispetto a prima. Non lasciava arrivare nemmeno aria a sufficienza, continuava ad urlare disperata.
Perse l’equilibrio e scivolò accanto a Max battendo con forza la nuca.
La luce divenne più sbiadita, le urla si attutirono.

Aprì gli occhi per via del forte mal di testa. Aveva sbattuto nella spalliera di una panchina. Si massaggiò la fronte spaventata e confusa.
Guardandosi in giro vide alcuni ragazzi che la fissavano di sottecchi, altri invece la ignoravano.
Si alzò veemente e si avvicinò ad un oggetto poco distante da lei.
Era una teca. All’interno c’era una scatolina nera. Sotto, la scritta nera, riportava : “Dimora blindata di Cora l’oscura” . Ebbe un tremito ma si concentrò a leggere anche il seguito. “ imitazione”. << imitazione? >> borbotto.
<< naturalmente! Non potevano certo mettere la vera prigione di Cora L’Oscura. Sarebbe stato troppo pericoloso! Immagina se lei riuscisse a scappare!! Un disastro! E poi dopo tutto il lavoro di Merlino Gioviano II per imprigionarla!! Poveri noi!>>.
Alex si girò con le lacrime agli occhi. << JUSTIN!! >>. Corse ad abbracciarlo sollevata, quasi lo fece cadere. Si aggrappò alla sua maglia per evitare che potesse sfuggire. Non voleva perderlo ancora. Poggiò il capo sul suo petto; voleva sentire il suo respiro, accertarsi che fosse vivo.
<< Alex! Che ti prende? >> chiese lui sorpreso. << mi dispiace! Non penso veramente a tutte le cose brutte che dico frequentemente! Sei un magnifico fratello maggiore! Ti voglio bene Justin!! >> gli confessò tra i singhiozzi.
Justin la circondò con le sue lunghe braccia e poggiò il mento sulla sua testa.
<< anch’io ti voglio bene sorellina >>.















Angolo dell’autrice: Salve!! Spero che vi sia piaciuta.
Lo so… non è granché come trama, ma giuro di essermi impegnata tanto.
Vi prego di lasciare qualche piccola recensione, vorrei proprio sapere il vostro parere.
Grazie a chi è arrivato a leggere fino a qui e a chi si fermerà a recensire.

Un saluto a tutti quanti !


  
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