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Autore: EffeI    10/02/2016    0 recensioni
Sempre quella stessa baia in Norvegia, sempre Rose e sempre il Dottore. Questa volta con la speranza che ci sia qualcosa di diverso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doctor - 1, Doctor - 10, Doctor - 10 (human), Rose Tyler
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Il vento sembrava essere lo stesso che soffiava su quella baia in Norvegia, lasciava lo stesso tocco dolce e leggero sulla pelle e trasportava suoni lontani. Il suo cuore perse un battito perché tra quei tanti suoni le parve di averne sentito uno, quello che aveva desiderato in tutti quei mesi, l’unico suono che non avrebbe mai scacciato o maledetto semplicemente classificandolo come un banale e fastidioso rumore. No, quello era IL suono, il suono della vita del mondo,il suono del tempo, il suono del Dottore. Del suo Dottore. 

Chiuse gli occhi per cercare di capire da dove provenisse, si era stupita di se stessa perché era stata in grado di riconoscere quel suono nascosto tra la brezza, il suono del mare e le onde che si infrangevano con i loro lenti movimenti sulla bassa battigia, eppure lo aveva percepito, perché in fondo sapeva che lo avrebbe riconosciuto ovunque. Riuscì ad individuarlo alla sua destra. Il cuore cominciò a batterle all’impazzata, si sentiva la bocca asciutta e le mani tremanti. Lo sentì di nuovo, questa volta più vicino di quanto di aspettasse. Aprì gli occhi e dopo aver preso un bel respiro si voltò sorridendo con tutta se stessa, certa che lo avrebbe rivisto un’altra volta. 

“Rose” 

Sentì il cuore sprofondarle nel petto,continuò a battere fino a rallentare e raggiungere il suo ritmo regolare. Cercò di ricacciare indietro le lacrime di delusione, espirò e mascherò quella stessa delusione con un finto e spento sorriso. 

Era solo lui. Il nuovo Dottore, o meglio il secondo, generato dal primo e da Donna. 

Dopo che il suo Dottore se ne era andato lasciandola per una seconda volta, le aveva affidato la nuova e speciale versione di se stesso chiedendole se poteva renderlo migliore, diverso, così come aveva fatto con lui. Si era chiesta come potesse essere stata così importante, come poteva averlo cambiato. Infondo era una semplice ragazza londinese di diciannove anni quando lo aveva incontrato per la prima volta e non si sentiva matura abbastanza, eppure c'era stato qualcosa in lei che doveva averlo colpito così tanto e così profondamente da cambiarlo. Forse erano state la sua temerarietà, o la sua determinazione e testardaggine o forse il suo coraggio, anche se non si era mai ritenuta particolarmente coraggiosa, eppure lui aveva visto tutto questo in lei, proprio lì dove lei non riusciva a vedere se stessa. Era esattamente quello che aveva fatto lei con lui, aveva guardato oltre il suo aspetto fisico. Quando lo aveva conosciuto per la prima volta non era così giovane, tanto da far preoccupare sua madre e Micky temendo che si fosse invaghita di un uomo troppo maturo per lei,ma ciò che la legava a lui andava oltre questo. Non poté negare di essere stata messa duramente alla prova quando lui si era rigenerato per la prima volta e aveva assunto una forma diversa, un corpo diverso, un viso diverso. Era più giovane e a dirla tutta incredibilmente attraente con dei capelli fantastici, nonostante questo però, nonostante la diffidenza iniziale aveva scoperto che era sempre lui. Dietro quel viso estraneo c'era lo stesso Signore del Tempo con due cuori e con un sorriso che poteva stregare chiunque. 

Al suo fianco aveva vissuto le avventure più straordinarie della sua vita, aveva visto pianeti di cui non conosceva l’esistenza, creature dai caratteri alieni eppure così umane. Aveva visto il Sole bruciare e lei stessa aveva avuto il destino di tutto ciò sulle sue spalle, una semplice umana che cambiava il futuro e conosceva il passato al fianco dell’ultimo Signore del Tempo. C’era qualcosa di incredibilmente poetico e al contempo fatalista in tutto questo. L’ultimo potente e straordinario Signore del Tempo che viaggiava nel suo TARDIS con una piccola, insignificante umana. Nonostante fossero passati dei mesi e avesse avuto molto tempo per ripensare a tutto quello che aveva vissuto, non si era mai sentita insignificante. Vivere quelle avventure, essere parte di quell’universo così immenso e limitato ad ogni altro occhio umano era stato qualcosa che la aveva fatta sentire viva, più di ogni altra cosa, più di quei diciannove anni trascorsi sulla Terra ignorando l’intera vita dell’universo. Poi quella stessa vita si era improvvisamente ripopolata dei nemici giurati del suo Dottore: I Dalek. La loro determinazione, la loro sete di dominio li aveva separati, letteralmente, confinandoli in due realtà separate. Non c’è giorno in cui non ricordi come si fosse sentita in quel momento su quella stessa spiaggia. Lì dove era rimasto un piccolo spazio nella materia dell’universo che il Dottore aveva usato per dirle addio, aveva bruciato l’energia di un intero sole per poterla vedere anche solo un’ultima volta. 

Tipico.

Compiere un gesto eclatante per attirare l’attenzione su di sé. Era stato il giorno più brutto della sua vita. Paradossalmente non la spaventava l’idea di rischiare la vita in giro per l’universo, l’importante per lei era, che dovunque andasse, lui fosse al suo fianco.  A volte si era sentita invincibile ed era stata pronta a rinunciare a tutto. A trascorrere tutta la sua vita con lui, ma proprio quella stessa vita le aveva giocato un tiro meschino allontanandoli e facendola sentire spezzata, come se l’altra parte della propria anima fosse scomparsa insieme a lui, confinata in quella realtà parallela alla sua. 

Nonostante tutto però lei non si era arresa e aveva continuato a cercarlo, nella sua realtà le cose erano precipitate molto più in fretta di quanto lo avessero fatto nella realtà del Dottore e da quel momento lei aveva fatto di tutto pur di contattarlo e aiutarlo a salvare il mondo. Poi proprio quando lo aveva finalmente ritrovato lui la aveva di nuovo lasciata, non potendo alterare la divisione tra le loro rispettive realtà.

Così quando erano riusciti a risolvere la situazione lui la aveva riportata su quella stessa spiaggia affidandole il nuovo Dottore, ed eccola lì sei mesi dopo in quello stesso posto ad aspettarlo, sperando che lui non la avesse dimenticata e archiviata come un problema risolto rifilandole il nuovo se stesso. A dire la verità aveva un piccolo barlume di speranza che lui non la avesse dimenticata, quando si erano rivisti e aveva conosciuto le due donne che lo avevano accompagnato nel suo solitario viaggio, una di loro, Martha Jones, non appena aveva scoperto che lei era con lui si era stupita, stupita perché lui era riuscito a trovarla (anche se a dirla tutta era stata lei a trovare lui) il punto però era che erano di nuovo insieme e se Martha Jones sapeva chi fosse questo significava che il Dottore le aveva parlato di lei, e che non la aveva dimenticata. Se non lo aveva fatto in passato per quale motivo avrebbe dovuto cominciare a farlo adesso? Aggrappata a questo piccolo barlume di speranza ogni giorno veniva su quella spiaggia ad aspettare, esattamente come stava facendo oggi.

Rose, va tutto bene?”  aveva la sua stessa voce, persino la stessa tonalità; preoccupato e teso.

“ Si, certo. Va tutto bene.” rispose annuendo. Cercò di enfatizzare il concetto con il sorriso più convincente che potesse indossare.

“Rose, potrò anche non essere lui ma ho imparato a riconoscere quando stai mentendo. Sai benissimo di potermi dire tutto, io sono qui per te.” 

Era vero. Lui era davvero lì per lei. 

C’era stato fin da quel giorno, aveva cercato di farla ridere, di emozionarla ma nonostante le fosse rimasto facile cadere nella dolce tentazione che quello che aveva davanti agli occhi fosse il suo Dottore, non ci era riuscita. Aveva sempre sorriso a metà,mostrato di essere felice a metà e sapeva che lui ne era al corrente eppure nulla era cambiato, anzi  era sembrato sempre più determinato a capirla, a farle del bene, a mostrarle quanto la amava senza però ottenere nessun risultato. Ci aveva provato, con tutta se stessa, si era detta che non ci sarebbe stato regalo più bello che il Dottore avesse mai potuto farle se non permetterle di vivere con lui la sua vita, di invecchiare insieme a lei, semplicemente però non riusciva ad accettarlo. Lo vedeva ogni giorno, ogni minuto, lo abbracciava, parlava con lui e ogni volta nonostante ciò che aveva davanti agli occhi le dicesse che lui  era lì, lei notava la differenza.

Lo percepiva, non era lo stesso, non era lui. 

Così aveva semplicemente fatto finta di essere felice di averlo al suo fianco, lasciandogli credere che tutto andasse bene quando dentro di se ogni giorno si sentiva sempre più spezzata.

“Si, lo so. Sto bene, davvero. Avevo solo bisogno di un po’ d’aria”

“Rose, vieni qui tutti i giorni nelle ultime settimane, lo so. E prima che l’idea possa balenarti in mente, no non ti ho fatto seguire, te lo leggo negli occhi quando torni a casa. Sento la brezza e l’odore di salsedine quando ti abbraccio” 

La stava guardando dritto negli occhi mentre le diceva queste cose e lei si scoprì incapace di sostenere il suo sguardo. Non è facile rinunciare a chi si vuole davvero quando questa persona è esattamente davanti ai tuoi occhi. Poteva sembrare un controsenso ma per lei era così.

Stava rifiutando il Dottore per il Dottore e la cosa la distruggeva. 

Fino a sei mesi prima non avrebbe desiderato altro, che lui la trovasse, che le dicesse quanto aveva bisogno di lei, che le dicesse quelle parole che non era riuscito a dire l'ultima volta che si erano visti. E adesso che erano insieme, seppur in modo diverso, non riusciva ad essere pienamente felice. Era una cosa tremendamente egoista ma non poteva farci nulla. 

“Perché vieni qui ogni giorno, Rose? Non si tratta dell’aria del mare, seppur sia scientificamente testato che con il sale contenuto in grande quantità nell’acqua marina l’organismo umano possa porre rimedio a molti problemi di salute, in primis un processo di ossigenazione del cervello simile solo a quello dell’aria di montagna.” 

Le strappò una debole risata, la divertiva sempre quando il suo lato da esperto prendeva il sopravvento. A dire la verità era una delle cose che trovava più affascinanti in lui. 

Il Dottore sorrise a sua volta, sollevato per quella piccola vittoria, ma c’era qualcosa nei suoi occhi che fece capire a Rose che lui non si sarebbe arreso tanto facilmente.

Non hai risposto alla mia domanda, Rose Tyler.” 

Si disse che non poteva sentirsi peggio di come si sentiva in quel momento e di come si era sentita in passato, perciò decise di dire semplicemente la verità.

“Lo sai.” 

Nel pronunciare queste due parole lo guardò dritto negli occhi cercando di carpire la sua reazione. Lui la guardò a sua volta senza dire nulla.

“Io non so come dirtelo..te lo giuro ci ho provato. Ci ho provato con tutta me stessa. Mi sono detta che non c’era nulla di diverso, che finalmente dopo tanto tempo noi due potevamo stare insieme. Tu hai rinunciato ad avere una vita immortale, una vita spesa a viaggiare nel tempo vivendo emozioni e affrontando l’intero universo, hai rinunciato a tutto questo pur di stare con me, di invecchiare al mio fianco. E mi sono detta che non c’era cosa più bella che qualcuno avesse mai potuto fare per me in 21 anni, mi sono detta che tutto sarebbe stato apposto, sarei finalmente  stata felice. Ma non è stato così. Qualcosa di diverso c’è e non è una cosa che posso ignorare.” 

Le sembrava di rivivere la prima volta in cui il Dottore le aveva detto addio su quella stessa spiaggia, ironicamente, adesso era lei ad abbandonare lui. Sentì le lacrime salirle agli occhi, sbatté le palpebre per ricacciarle indietro e attese in silenzio.

Che cosa c’è di diverso? Sono io quello diverso? É perché non sono lui? Non sono lui e tu non riesci ad amarmi abbastanza? Non è vero che sono diverso! Sono sempre io! Quello che ha provato lui per te per tutto il tempo in cui sei stata con lui, lo provo anche io! Condivido i suoi ricordi….io..Io ti amo come lui” 

Sentire quella nota di disperazione nella sua voce le fece capire quanto tutto quello che gli aveva confessato doveva averlo fatto soffrire. Aveva la stessa nota di paura e disperazione con la quale aveva urlato il suo nome mentre lei cercava con tutte le sue forze di non essere attratta dal campo gravitazionale che i Dalek avevano aperto il giorno in cui si erano separati.

“ Rose, ascoltami. Non c’è nulla da accettare, non c’è nulla di diverso sono sempre io! Sono io!”

“NO! Tu, tu non sei lui! Tu non sei il mio Dottore! Potrai anche avere il suo viso, il suo corpo e i suoi fantastici capelli ma NON sei lui! Non lo sei e non c’è niente da fare!”

Non voleva urlargli addosso, non voleva urlare affatto. Lo sguardo che le stava rivolgendo in quel momento era pieno di dolore e delusione.

“Già, non sono li tuo Dottore.” Abbassò lo sguardo fissando le Converse rosse e iniziando a giocare  con un pezzo di conchiglia arenato sulla sabbia. Dopo qualche minuto fu lei a rompere il silenzio:

“Non volevo ferirti. Mi dispiace” Non riusciva a dire altro.

“Va tutto bene. In fondo l’ho sempre saputo anche io. Credo che mi fossi semplicemente convinto di essere come lui per renderti felice. Per concederti quello che lui non era stato in grado di darti.”

“E io ti ringrazio per questo! È stata, davvero, una delle cose più belle che siano state fatte mai per me, è solo che per quanto tu sia straordinario..”

“Non sono lui. Si, lo so” 

“ Voglio farti capire che non è colpa tua. Tu non c’entri nulla. Hai vissuto questi mesi credendo di dover essere il Dottore per me, ma non è giusto. Tu puoi essere chi vuoi e fare ciò che ami di più” affermò lei.

“ Adesso l’ho capito. Ero così impegnato a vivere nella sua ombra, nel rispettare il suo modo di essere che non so chi sono davvero. Posso chiederti come hai notato che ero diverso?” 

“Immagino di averlo semplicemente sentito. Quando ti guardo negli occhi non è come guardavo lui, non è la stessa cosa. È come se fossi sempre stata in grado di leggere nella sua anima e se non è la sua lo sento. Mi dispiace” rispose lei.

“Non essere dispiaciuta, sono felice che tu abbia trovato il coraggio per dirmi tutto. So quanto deve essere stato difficile. Ho capito adesso che quello che credevo di provare per te non era altro che un eco di ciò che prova lui. Mi dispiace, vorrei che ci fosse un modo per portarlo qui da te in modo che entrambe possiate essere felici. Lo desidera anche lui e gli manchi ogni giorno sempre di più, seppur tramite me ti vedeva e ti percepiva, ma era come viverti e percepirti a metà. C’è una cosa che sento il bisogno di dirti: Rose Tyler…” 

All’improvviso si piegò su se stesso coprendosi il petto come se qualcosa lo avesse colpito. 

Lei gli corse incontro e lo sostenne preoccupata

Che succede?’ Dottore che succede? Stai bene? Ti prego rispondi! Mi dispiace per tutto quello che ho detto! Non voglio perderti di nuovo! Ti prego non abbandonarmi, non di nuovo” 

Non riusciva a capire cosa stesse succedendo e si sentiva terribilmente spaventata. Lui non era un Signore del Tempo, non aveva due cuori e non poteva rigenerarsi.

Lui poteva morire.

Il solo pensiero le gelò il sangue, non riusciva a pensare razionalmente così cedette sotto il peso del Dottore e caddero entrambe sulla spiaggia.  Lei cercò di tenerlo sveglio ma era troppo tardi: Cadde all’indietro con una mano ancora stretta a quella di Rose e l’altra appoggiata sul proprio petto, esattamente sopra il cuore.


Angolo autrice:
Salve a tutti, dopo aver visto questa fantastica serie mi sono innamorata del Dottore e di Rose e dopo la straziante scena della baia, nel finale della seconda stagione, ho provato a scrivere su di loro. La storia sarà divisa in tre capitoli pubblicati prossimamente.
Spero che vi piaccia :)
EffeI

  
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