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Autore: Azul5    11/02/2016    1 recensioni
-Riguarda me e lo studio di mio padre. Hinata non è implicata in questa storia.
-Come sai che non è una minaccia verso di lei? È pur sempre l’assistente del procuratore.
Genere: Azione, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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New York
Hinata era appena uscita da casa per andare in ufficio. Quella mattina aveva l’agenda piena. Entrò in macchina e mise in moto. Per fortuna, aveva l’abitudine di partire prima visto il traffico caotico della città.
Arrivata in ufficio, trovò il suo capo davanti l’ascensore.
-Ho un altro caso per te. La prima udienza si terrà fra sette giorni.
-Signor Hatake non potete incaricare qualcun altro? La mia scrivania è piena di casi.
-Sei il miglior assistente procuratore di questo ufficio, voglio che segui questo caso di triplice omicidio.
-Va bene. Tanto è inutile discutere con voi.
-Come procede il processo Takeda?
-La difesa non vuole accordarsi a venti anni, preferiscono procedere e affidare la sentenza alla giuria. Le prove sono buone e ci sono altissime probabilità che perdano.
-Continua così Hinata. Sarebbe il ventesimo processo che vinci da quando lavori qui. Dovrei affidarti anche il caso Yoshino/Jones, il giudice ha stabilito la prima udienza fra un mese esatto.
-No, non mi occuperò di quel caso. La difesa dei due ragazzi, accusati di aver assassinato i padroni della gioielleria, è stata affidata a Sasuke.
-Questo vuole dire che dovrò scegliere bene a chi assegnare il fascicolo.
-Lo dia a Shikamaru, sono anni che lavora qui. Gli date sempre casi minori, penso sia pronto per qualcosa di più. Mi ha aiutata molto in tre cause e ero in difficoltà.
-Pensi che abbia chance contro Sasuke?
-Si fidi di Shikamaru, sa essere convincente e furbo.
-Non è lui che mi preoccupa.
Hinata passò due ore in ufficio, riesaminò i fascicoli dei due casi che doveva discutere quel giorno. Poi si precipitò in tribunale. Il primo caso che l’attendeva era un omicidio di primo grado. Un uomo aveva ucciso la moglie perché era rincasata tardi. Purtroppo, le era capitato il giudice Smith. Era un vero maschilista e avrebbe dovuto faticare per farsi ascoltare. L’avvocato della difesa era Kabuto, dello studio Orochimaru. Erano avvantaggiati in quel caso solo perché erano uomini. Non sopportava certe cose. Aveva già avuto a che fare con quel giudice e l’aveva ostacolata in tutti i modi pur di vederla perdere. Alla fine, si era fatta valere e con una mossa astuta, aveva vinto. A quel punto, il giudice non aveva potuto controbattere. Ancora una volta, doveva confrontarsi con quel maschilista, ma era pronta.
 
Dopo sessanta minuti di frecciatine da parte del giudice e dell’avvocato difensore, Hinata aveva  finito in aula. Ora poteva fare una pausa. Decise di andare davanti la macchinetta del tribunale e prendersi un tè al limone. Non era una ragazza che amava il caffè.
-Avvocato Hyuga non si è ancora stancata di fare l’assistente procuratore?
-Non mi stanca mandare in carcere i colpevoli, signor Itachi.
-Pensavo fossi in aula contro lo studio Orochimaru?
-Abbiamo finito presto. Il giudice aveva altri impegni per la mattina e ha rimandato l’udienza fra tre giorni.
-Il mio amico giornalista mi ha detto che eri una leonessa lì dentro.
-Può darsi. Cosa ci fate qui?
-Devo incontrarmi con un cliente, non posso dire altro.
-Lo so.
-Sei ancora in tempo per accettare l’offerta di mio padre e venire a lavorare per lo studio Uchiha.
-No, mi piace il mio lavoro.
-Neanche mio fratello è riuscito a farti cambiare idea, quindi è inutile.
-Non ci ha neanche provato. Sasuke sa come la penso su certi argomenti.
-Eppure nostro padre gli aveva chiesto di convincerti. Il mio fratellino è rimasto il figlio ribelle. Ora devo andare, mi aspettano. Ci vediamo domenica a pranzo.
-A domenica!
Hinata sorseggiò il suo tè e poi corse in un’altra aula del tribunale. L’attendeva una causa contro lo studio Haruno. Si parlava della morte di un bambino di cinque anni. La madre lo aveva soffocato nel lettino. La polizia aveva trovato delle prove della colpevolezza della madre. Ora non restava che ascoltare cosa si inventava la difesa per scagionarla.
 
Sasuke era in ufficio e leggeva il fascicolo di una causa. Non capiva perché suo padre gli affidasse tutte le cause di divorzio, mentre suo fratello si occupava dei casi di multe e incidenti stradali. Erano state poche le volte in cui gli aveva passato altri casi. Essendo il capo dello studio, voleva sempre occuparsi di persona dei casi che lui definiva “delicati”.
-Fratellino sembri pensieroso.
-Questo è il decimo caso di divorzio che nostro padre mi affida in quattordici giorni. Tutti i casi ci vengono sottoposti dalla parte maschile.
-Le donne preferiscono rivolgersi ad altri studi in città. Ritengono che studi, come quello degli Haruno, le rappresenti meglio. Per quello studio non lavorano le tue vecchie compagne di liceo, Ino Yamanaka e Sakura Haruno?
-Sì, da quando sul giornale è apparsa una loro intervista, il loro studio ha triplicato i clienti.
-Più che un articolo, sembrava un invito per un certo tipo di clientela. Parlando di altro, ho incontrato Hinata.
-Itachi cosa vuoi? Se devi dirmi qualcosa, non girarci intorno.
-Pensavo tu le avessi parlato di quello che ti ha detto papà.
-Le ho detto che nostro padre ha insistito per averla come collaboratrice anche dopo il suo rifiuto. Non ho provato a convincerla e non ne ho la minima intenzione.
-Come ho detto a Hinata, sei rimasto il figlio ribelle. Sempre pronto a fare di testa sua. Ho sentito che oggi qualcuno ha fatto scintille in aula.
-Hinata aveva una causa contro lo studio di Orochimaru, se non sbaglio contro Kabuto. Non sapeva ancora chi era il giudice che si sarebbe occupato del caso.
-Allora devo informarti che le è capitato il più maschilista dei giudici della città.
-Ancora, è già la seconda volta. Hinata si batterà come una leonessa per far condannare il colpevole.
-Ho sentito che non accetta mai i casi quando sei tu la controparte.
-Hai una spia nell’ufficio del procuratore?
-Un amico di vecchia data. Il caso che nostro padre ti ha affidato due giorni fa, doveva andare a Hinata. Hatake ha deciso di consegnarlo a Nara.
-Ho un caso diverso da solito e mi tocca un avversario difficile in tribunale. Non vedo l’ora, odio vincere facile.
-Conosci già Nara?
-Sì, lavorava nello studio Haruno prima di passare alla procura. Ha vinto molte cause quando lavorava da difensore. Mi sono scontrato con lui per il divorzio fra due trentenni. Fu un caso complicato, le due parti non si mettevano d’accordo, avevano anche tre bambine.
-Non tutti i divorzi sono semplici.
-Parli per esperienza personale.
-Nel mio caso, Mai non mi ha scucito un centesimo. Mi ha tradito e ne ha pagato le conseguenze. Ora torno a casa, poi vado in palestra. Vuoi venire a fare un po’ di ginnastica.
-No, grazie. C’è qualcuno che mi aspetta a casa.
-Tienitela stretta, è una brava ragazza.
-Raro sentirti dire certe cose su una donna.
-Non sono cinico e freddo come si dice in giro.
 
Sasuke chiuse la porta del suo studio e si avviò verso l’ascensore. Lì trovò suo padre che lo aspettava.
-Cosa ti ha detto?
-Non lascerà la procura. Dice che preferisce lavorare per l’accusa.
-Conoscendoti, non hai provato per niente a farle cambiare idea. Ti ascolta sempre, verrebbe volentieri se fossi tu a farle la proposta.
-Non voglio. È felice dove lavora e a me non dispiace.
-Sei sempre il solito.
Arrivati al garage, Sasuke salutò il padre e salì in macchina. Non vedeva l’ora di arrivare a casa.
Attraversata mezza città, arrivò davanti una villetta e parcheggiò nel viale. Entrò in casa e si diresse direttamente in camera sua. Entrato, vide che era tutto in disordine. Qualcuno aveva frugato in quella stanza. Andò a controllare le altre stanze, ma erano in ordine. Sentì la porta dell’ingresso aprirsi e raggiunse la moglie.
-Mi dispiace aver fatto tardi, aveva una pila di pratiche da rileggere e dei documenti da ricontrollare. Sasuke qualcosa non va?
Il moro le strinse la mano e la portò in camera da letto.
-Cosa è successo qui dentro? Ho riordinato questa mattina, ne sono sicura.
-Qualcuno è entrato in casa e ha rovistato nella nostra stanza. Prima di entrare chiamo la polizia, possono rilevare le impronte.
 
In pochi minuti, quattro agenti giunsero a casa Uchiha.
-Per chiamare me, vuol dire che è successo qualcosa di personale.
-Grazie per essere venuto Naruto.
-Ti hanno rovistato in casa e dalla tua faccia deduco che non è un caso. Hai già dei sospetti?
-Ho solo una mezza idea.
-Ora la squadra della scientifica cercherà tracce o impronte.
Sasuke raggiunse Hinata in cucina e la strinse da dietro. Stava preparando il caffè davanti ai fornelli e era pensierosa.
-Hanno preso qualcosa?
-Prima che arrivassero gli agenti sono entrato a controllare, ma non mi sembrava che mancasse qualche oggetto. Anche le tue cose ci sono tutte.
-Pensi sia un semplice caso di furto o pensi a altro?
-Hinata non preoccuparti, si risolverà tutto.
Naruto raggiunse l’amico in cucina per parlargli delle conclusioni a cui era arrivato.
-Nella stanza sono entrati almeno due uomini. La scientifica ha trovato due tipi di impronte oltre alle vostre. Purtroppo, non sono in alcun database della polizia. Credo che siano entrati per spaventare uno di voi. Abbiamo trovato questo biglietto sotto il letto. È scritto con il sangue. Le uniche parole sono: accetta o soffri. Avete sospetti su qualcuno?
Sasuke guardò attentamente il biglietto, aveva già visto qualcosa del genere.
-Riguarda me e lo studio di mio padre. Hinata non è implicata in questa storia.
-Come sai che non è una minaccia verso di lei? È pur sempre l’assistente del procuratore.
-Qualche mese fa, hanno proposto a mio padre un caso. Un ragazzo si è presentato allo studio e ha chiesto a mio padre di difenderlo da tre accuse di omicidio. Più precisamente, ha richiesto me come avvocato. Mio padre rifiutò il caso. Il ragazzo gli disse che lo avrebbe pagato cinquantamila dollari, ma mio padre fu irremovibile.
-Perché pensi sia lui? Tuo padre segue tantissimi casi.
-Quel ragazzo è il figlio di un noto criminale americano. Fin da giovane è stato accusato di vari crimini, ma se la cava sempre per mancanza di prove contro di lui. Mio padre da giovane ha difeso suo padre e lo ha fatto scagionare. Qualche mese fa, il figlio si è rivolto a mio padre perché afferma che il nostro studio è il migliore.
-Indagherò su questa persona. Qual è il nome del ragazzo?
-In città lo chiamano tutti Toneri.
-Stai scherzando? È il figlio del famoso boss. Suo padre è stato indagato per più di venti omicidi e per spaccio di droga.
-Vedo che ti ricordi di quella storia.
-Ho letto milioni di articoli su di lui quando frequentavo l’accademia di polizia. Ho sentito parlare anche del figlio, si dice che sia un ragazzo pericoloso. A trenta anni è già circondato dai peggiori criminali della città e li comanda a bacchetta.
Naruto e i suoi uomini andarono via, avevano dei controlli da fare. Sasuke chiuse la porta a chiave e raggiunse Hinata nella camera degli ospiti. La ragazza non voleva dormire nella loro stanza, le venivano i brividi.
-Solo per questa notte.
-Hinata possiamo dormire qui tutte le volte che vuoi. Possiamo anche cambiare stanza.
-Sono davvero sciocca. Passo tutto il giorno a guardare foto di cadaveri, prove insanguinate e altre cose orribili e mi spaventa dormire in una stanza.
Sasuke si sedette al suo fianco e le fece poggiare la testa sul suo petto.
-Non è strano amore mio. Chiunque si spaventerebbe dopo aver saputo che qualcuno è entrato in casa sua.
-Vorrei possedere la tua calma e la tua freddezza in questi casi. Non mi piace tremare di fronte a certi atti.
-Mai.
Hinata guardò Sasuke negli occhi. Aveva pronunciato quella parola con tono alterato.
-Non diventare fredda come me. Mi piaci proprio perché sei dolce e sensibile e allo stesso tempo combattiva e coraggiosa.
-Sasuke hai detto delle cose meravigliose.
Il moro la baciò sulle labbra con molta passione e lei si lasciò scappare diversi gemiti. Ogni volta che suo marito la toccava, in lei si accendeva un fuoco pieno di passione. Ogni carezza dell’uomo era puro amore.
Sasuke le sciolse i capelli, ancora legati in uno chignon. Ogni volta che doveva andare in tribunale si legava i capelli in qualche strano modo.
-Dovresti lasciarli sciolti. Adoro toccare i tuoi capelli morbidi come la seta.
-In ufficio e in tribunale preferisco portarli legati.
-Forse è meglio, non vorrei che qualche avvocato si prendesse troppe libertà.
-Sanno tutti con chi sono sposata e non osano farmi avances.
-Meglio per loro.
Si addormentarono dopo qualche coccola. Erano stanchi dopo una giornata di lavoro.
 
Il mattino seguente, Sasuke fu svegliato alle cinque dal telefono di casa.
-Pronto.
-Signor Uchiha avete ricevuto il mio biglietto?
-Toneri.
-Come sospettavo, sai già chi sono. Mio padre aveva ragione, sei un ragazzo molto intelligente e scaltro. Ti conviene accettare il mio caso e vincere.
-La mia risposta è sempre no.
-Credo che presto cambierai idea.
Hinata si svegliò e vide Sasuke riagganciare il telefono.
-Una chiamata di lavoro?
-No, era il mittente del biglietto. Vuole che accetti il suo caso.
-Era Toneri?
-Sì, non si è fatto scrupoli a confermarlo. Ho già inviato un messaggio a Naruto e ci ho allegato la registrazione della chiamata.
-Così hai una prova che conferma la tua ipotesi.
-Purtroppo non è sufficiente per arrestarlo. La sua non era una minaccia esplicita. Dovevo farlo parlare di più.
-Non fare pazzie, non voglio perderti.
-Tranquilla, sono un uomo cauto.
-Sasuke non capisci quello che provo. Se ti succedesse qualcosa, io potrei andare a cercare quel tipo per fargliela pagare.
-No, sono sicuro che cercheresti di aiutare la polizia e il procuratore a sbatterlo in prigione, nulla di estremo.
Sasuke la baciò sulla bocca e si alzò per farsi la doccia. Hinata andò a prendergli i vestiti e li poggiò su una sedia. Poi tirò fuori dall’armadio un tailleur con gonna per lei. Quel giorno aveva solo riunioni e scartoffie da firmare in ufficio.
Finito di prepararsi, Sasuke salutò Hinata e uscì di casa. Dopo quaranta minuti, anche la ragazza era pronta per andare a lavoro. Afferrò le chiavi, il cellulare, la borsa con soldi e documenti e la valigetta con i documenti per l’ufficio e andò verso la sua macchina.
Mentre saliva in macchina sentì qualcuno che le afferrava il braccio e si girò di scatto.
-Voi dovete essere la signora Uchiha. È un piacere incontrarvi di persona.
-Chi siete?
-Mi chiamo Toneri.
-Andate via.
-Vi spavento a quanto pare. Non pensavo che l’assistente più famosa del procuratore fosse tanto paurosa. Se non ricordo male, tu hai fatto condannare qualche mio amico. Non ti impressioni in tribunale e qui tremi come una foglia. Sono io il responsabile?
-Chiamo la polizia se non mi lascia in pace.
-Avete fretta?
-Mi aspettano in ufficio.
-Aspetteranno giorni se tuo marito non accetta il mio caso.
Toneri tappò la bocca di Hinata con un fazzoletto e la ragazza perse conoscenza.
 
Verso le undici, Sasuke ricevette una chiamata dall’ufficio del procuratore.
-Parlo con Sasuke Uchiha?
-Sì, sono io. Con chi parlo?
-Sono Kakashi Hatake, il procuratore capo. Per caso, vostra moglie sta male?
-No, dovrebbe essere in ufficio. Oggi non aveva udienze.
-Lo so, ma non si è presentata per la riunione. Non è da lei mancare senza avvertire e non fa mai ritardo.
-Avete ragione, Hinata non salterebbe mai il lavoro. Deve essere successo qualcosa.
-Posso aiutarvi?
-No, ma non pensate male di lei. Deve esserci una ragione per la sua assenza.
-Non si preoccupi. Mi tenga aggiornato.
Sasuke chiamò subito Naruto che andò a controllare a casa Uchiha.
 
Dopo un’ora, Sasuke ricevette una chiamata dall’amico.
-Sono davanti casa tue e la macchina di tua moglie è qui. Lo sportello del guidatore è accostato e per terra c’è la sua borsa con documenti, soldi, chiavi e cellulare. Sulla macchina c’è anche una lettera fatta con qualcosa di appuntito.
-La lettera T.
-Hai indovinato.
-L’ha sicuramente lasciata Hinata usando le chiavi. Voleva lasciarci una traccia.
-A terra c’è anche un fazzoletto intriso di cloroformio. Deve averla addormentata per portarla via.
-Raggiungimi, voglio venire con te a trovare quel tipo.
-Non possiamo presentarci a casa sua senza prove.
-Allora farò di testa mia. Gli farò credere che accetto il caso.
-Sei impazzito, quello è pericoloso.
-Non lascerò Hinata nelle sue grinfie.
 
Sasuke aveva informato il padre e il fratello dell’accaduto e loro avevano messo in moto tutte le loro conoscenze. Dovevano trovare il luogo dove avevano portato la ragazza.
Sasuke si recò alla villa di Toneri e fu lui ad accoglierlo.
-Prevedendo il tuo arrivo, ho dato il giorno libero alla servitù. Parleremo in pace.
-Dove hai portato Hinata?
-Non so di cosa parli.
-Non mentire, so che l’hai rapita questa mattina.
-Inutile continuare la messinscena. Accetta il mio caso e rivedrai tua moglie. Fai la tua scelta in fretta. Tua moglie è un bel bocconcino, non so quanto tempo posso trattenere i miei uomini.
-Se le torcono un capello, mi occuperò personalmente di te.
-Mio padre aveva ragione, nei tuoi occhi c’è qualcosa di pericoloso. Sei spietato come un criminale.
Sasuke venne attirato da un oggetto sotto il tavolino. Quello era il fermaglio che Hinata usava per tenere bloccato lo chignon. Era lì da qualche parte. Sapeva che l’avrebbe cercata e gli aveva lasciato delle tracce.
-Voglio che tu decida entro due giorni o non garantisco per tua moglie.
Sasuke rimase impassibile alle minacce.
-Presto avrai la mia risposta.
Sasuke uscì dalla villa e si guardò intorno. La casa era vicino a un boschetto abbastanza fitto. Toneri non poteva rischiare di tenere Hinata in casa. All’inizio, l’avrà portata nel salone per fare qualcosa e poi deve averla spostata da qualche parte. Salì in macchina e si allontanò dalla villa. Trovò una via isolata dove parcheggiare e scese dall’auto. Aprì il portabagagli e prese le sue scarpe da ginnastica. Le infilò al posto di quelle eleganti e si inoltrò nel bosco. Doveva esserci un nascondiglio da qualche parte.
 
Hinata si risvegliò in una specie di buca o era un vecchio pozzo asciutto. Prima era in una casa e ora un posto umido e buio. Doveva uscire da lì dentro. L’apertura era troppo in alto, non poteva arrivarci. Le rocce intorno erano scivolose. Poteva cadere e rompersi qualche osso se scivolava.
Sentì dei passi e pensò che il rapitore fosse tornato. Ora cosa sarebbe successo, l’avrebbe picchiata o peggio uccisa. Era terrorizzata.
Sasuke notò subito il vecchio pozzo e si avvicinò per guardarlo meglio. Girava per il bosco da almeno due ore e non aveva visto vecchie abitazioni o nascondigli simili.
Guardò all’interno e la vide, l’aveva trovata. Teneva gli occhi, sicuramente credeva che fosse il suo rapitore.
-Amore mio apri gli occhi.
Quella voce era di Sasuke.
-Ora ti tiro fuori da lì. Sei ferita?
-No, ho solo un po’ di mal di testa.
-Quel pazzo deve averti dato anche del sonnifero per non avere problemi.
Voleva tanto spaccare il muso a quel verme, ma non ce ne era il tempo. E poi lei non voleva di certo che lui si comportasse come quel criminale.
Sasuke trovò dei rampicanti robusti e li legò insieme.
-Legati la vita con l’estremità, ti tiro fuori.
Il moro tirò fuori Hinata con facilità. Arrivata sul bordo, l’afferrò per la vita e la mise a terra.
-Non permetterò più a nessuno ti toccarti.
-Grazie, ho avuto tanta paura.
-Ora ti porto al sicuro.
 
Tornarono alla macchina e Sasuke guidò fino alla centrale di polizia. Lì Hinata rilasciò una testimonianza contro Toneri. Ora Naruto aveva le prove contro quel criminale. Quella sera stessa, Toneri fu arrestato e sbattuto in carcere per rapimento.
Due giorni dopo, Naruto riuscì a trovare anche le prove che lo coinvolgevano in un traffico di droga. Avrebbe passato almeno venti anni in un carcere di massima sicurezza con quelle imputazioni.
 
Casa Uchiha
Sasuke e Hinata erano stesi nel loro letto e si scambiavano dei baci focosi. Dal giorno dopo il rapimento, il moro non l’aveva mollata un attimo. Si era preso una settimana di riposo per passare tutto il tempo con lei. Il procuratore le aveva concesso dei giorni di riposo perché si riprendesse. Aveva anche lei una settimana di riposo.
Sasuke intendeva passare la maggior parte del tempo in quella camera.
-Dobbiamo alzarci.
-Restiamo un altro pochino nel letto.
Sasuke si posizionò sopra di lei e le iniziò a lasciare dei baci su tutto il collo.
-Ti amo.
-Ti ho ringraziato per avermi salvata?
-Credo di sì. Non serve che tu lo faccia. Avrei dato la vita pur di saperti al sicuro.
Hinata si lasciò accarezzare su tutto il corpo. Quei tocchi sicuri e passionali non la facevano pensare alla brutta esperienza che aveva passato. Lui faceva di tutto per farle dimenticare quel giorno orribile e ci riusciva perfettamente. La riempiva di attenzioni e non la lasciava sola.
Ora tutto era tornato normale in casa Uchiha. I due sposi potevano riprendere la loro vita, senza più temere le angherie di un pazzo.
-Perché sei venuto a cercarmi da solo? Poteva essere pericoloso.
-Si sarebbe insospettito se veniva anche Naruto. Non volevo che ti facesse del male. Il fatto che ti abbia addormentata e sequestrata con la forza mi fa venire ancora salire il sangue alla testa.
-Ti sei trattenuto per me, grazie.
-La mia priorità sei e sarai sempre tu.
Sasuke e Hinata avrebbero trascorso dei giorni bellissimi insieme, senza nessuno a disturbarli. L’uomo di casa aveva staccato il filo del telefono e spento i cellulari di entrambi. Voleva pensare solo a lei per un’intera settimana e non solo.
   
 
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