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Autore: Ciuffettina    11/02/2016    4 recensioni
C’era una volta un povero taglialegna che decise di abbandonare i suoi figli nel bosco... La solita storia? Non proprio.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Abaddon, Castiel, Famiglia Winchester, Gabriel, Nuovo personaggio
Note: AU, Cross-over, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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«Dov’è finito quello stupido di tuo fratello?» urlò Abaddon, scendendo nello scantinato.
«Castiel non è stupido» Gabriel si alzò a fronteggiarla, aggrappandosi alle sbarre, «anzi è molto intelligente ed è scappato per cercare qualcuno che ti ammazzi, brutta strega!» Ormai non aveva più niente da perdere.
«Sogna pure, bello mio! Sai che fine farà invece il tuo caro fratellino? Sarà sbranato da qualche bestia feroce o creperà prima di fame. Siete solo degli ingrati: neanche i vostri genitori vi hanno voluto! Io vi ho accolto, vi ho sfamato e voi come mi avete ripagato? Tu ti sei rifiutato d’ingrassare e quell’altro è scappato. Voglio vedere se sarai ancora così spavaldo, quando ti scannerò come un maiale!»
Quando se ne andò, Gabriel si risedette per terra, con la testa fra le ginocchia, tentando di non piangere.

«Vedi, Dean, perché è importante che Sam impari a non perdersi? Avrebbe potuto succedere a voi.»
Con il lavoro che faceva suo padre (cacciatore di cattivi e altre cose), Dean aveva imparato da tempo che i mostri sono reali e gli ultimi avvenimenti l’avevano convinto che il piccolo Sam doveva essere autonomo.
Anche Gabriel aveva provato a proteggere Cas (Dean trovava il nome Castiel proprio stupido) ma poi aveva dovuto allontanarlo, per fortuna quel moccioso li aveva trovati, sfortunatamente non si ricordava assolutamente da che parte fosse arrivato: aveva corso per allontanarsi il più possibile da quel luogo infernale e quando aveva sentito delle voci, si era diretto verso di loro.
«CASTIEEEL!!! Torna subito qui! Lo sai che se scappi, ammazzo tuo fratello!» sentirono sgolarsi la strega da qualche parte nel bosco.
«De… devo tornare da lei pri… prima che faccia del male a Gabriel» balbettò Castiel impallidendo e si mise a correre in quella direzione.
«Cas, aspetta! Veniamo tutti!»
Quando arrivarono alla casa, John estrasse la spada e sfondò la porta con un calcio. Entrò con i bambini che lo seguivano e si ritrovò in una cucina, dove c’era acceso un forno con lo sportello chiuso, se quello che aveva raccontato loro Castiel era vero, sperò solo di non essere arrivato troppo tardi…
«Di qua» disse Castiel tirandolo per una manica e mostrandogli delle scale che scendevano.

«Forza che è ora di pranzo!» strillò eccitata Abaddon a cavalcioni sopra Gabriel, brandendo un coltello e tenendolo fermo con le ginocchia, mentre lui tentava di strisciare via.
«Qui nessuno mangerà nessuno! Lascialo andare!» urlò John, entrando nella cella e puntandole contro la spada.
Dean, Sam e Castiel iniziarono a tremare, sentendo gelidi brividi correre loro giù per la schiena.
La strega afferrò il bambino per la vita e lo rimise in piedi, poi facendosi scudo con il suo corpo, gli puntò il coltello alla gola. «Posa quella spada e spingila verso di me o lo sgozzo!»
«Fallo e subito dopo, io ammazzerò te! Lascialo andare e forse ti risparmierò.»
Gli altri bimbi si lasciarono sfuggire un’esclamazione di terrore.
Cas cominciò a piangere sommessamente. «Gabriel… Non sarei dovuto scappare! È tutta colpa mia!» singhiozzò.
Dean gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, cercando di sorridere per fargli coraggio. «Sta’ tranquillo, papà lo salverà.»
Gabriel continuava dimenarsi dalla presa, finché non riuscì a morderle la mano che lo tratteneva, facendola strillare dal dolore e liberandosi.
A quel punto John infilzò la strega.
«Wow! Grazie…» gli disse Gabriel, poi si guardò in giro cercando di capire da dove fosse saltato fuori quell’aiuto insperato. «Castiel?» esclamò sorpreso e felice nel rivedere il fratellino. «Bravo Cassy! Ce l’hai fatta!» disse uscendo (finalmente!) dalla cella.
«Mi dispiace… mi dispiace…» singhiozzò Castiel, correndo da Gabriel e nascondendogli il viso tra le braccia. «Se… se non fossi scappato, lei… lei non…»
«Ehi, pulcino! Non è stata colpa tua» gli disse il fratello, stringendolo forte. «Shh… non piangere, va tutto bene. Sto bene. La sera prima lei aveva già deciso di… di scoprire quanto sono buono. Se non fossi scappato, non mi avresti salvato. Hai fatto la cosa giusta!» Lo scostò un po’ per fissarlo negli occhi. «Hai capito? Hai fatto la cosa giusta. Ora smettila che mi stai infradiciando la camicia!» concluse fingendosi seccato.

I quattro bambini ebbero l’ordine di rimanere in cantina, mentre John portava di sopra il cadavere di Abaddon.
«Che puzza!» si lamentò Dean, tappandosi il naso.
«Beh, che cosa ti aspettavi da una cella? Che profumasse di rose?» gli domandò sarcastico Gabriel. «In più qui il servizio è pessimo. Credimi: è meglio che tu non sappia che cosa c’è in quel secchio.»
«Ecco fatto! Quell’essere non farà più male a nessuno» disse John, tornando dopo un po’. «Vi riaccompagniamo a casa. Dove abitate?»
«Appena fuori dal bosco, però io non vengo» disse Gabriel, «preferisco star qui, di certo si mangia più che a casa nostra.»
«Se resti tu, resto anch’io» disse Castiel, mettendosi al suo fianco e prendendogli la mano.
«Non potete, i vostri genitori saranno in pensiero non vedendovi tornare» obbiettò John.
«Non penso proprio» disse amaramente Gabriel. «Non ve l’ha detto Castiel? Noi non ci siamo persi perché ci siamo allontanati troppo da casa e nemmeno siamo scappati, ci hanno abbandonato!» concluse con rabbia e raccontò le loro disavventure.
Mentre parlava, Sammy lo guardò con ammirazione: a lui non sarebbe mai venuto in mente di segnare la strada coi sassi o di ingannare la strega per tutto quel tempo, inoltre gli era simpatico e gli sarebbe piaciuto molto averlo come amico.
Dal canto suo Dean aveva sentito risvegliarsi lo stesso istinto protettivo che aveva per Sammy anche verso il piccolo Cas e trovava insopportabile il pensiero che potesse essere abbandonato una terza volta. Suo padre gli aveva insegnato che la famiglia viene prima di tutto e che nessuno deve restare indietro. Gli venne un’idea: «Papà, potrebbero venire a casa con noi e diventare i nostri nuovi fratelli!»
«Oh sì, papà, ti prego!» esclamò Sammy, correndo ad abbracciare Gabriel. «Gabe può dormire con me!»
«Sì, così si beccherà i tuoi calci!» ghignò Dean.
«Io non scalcio!» s’immusonì il minore.
«Sì, invece! Perché pensi che abbia chiesto a papà di comprarti un lettino tutto tuo? Ero stufo di svegliarmi coi lividi.»
«Cretino!»
«Idiota!»
«Ehi voi due! Basta litigare!» li sgridò il padre. «E comunque la decisione non spetta a voi!»
Sam e Dean abbassarono la testa.
John si rivolse a Gabriel e Castiel: «Beh, bambini, che ne dite? Volete far parte della nostra famiglia?»
«Oh sì, dai!» esclamò Castiel.
Gabriel ne fu sorpreso e commosso: i loro genitori li avevano abbandonati per ben due volte, senza pensarci un attimo e questi, che erano dei perfetti sconosciuti, li volevano accogliere… Abbassò lo sguardo verso il piccolo Sammy che era ancora avvinghiato a lui e che lo guardava speranzoso, gli passò il braccio libero intorno alle spalle. «Sarebbe bello…» rispose cautamente. «Ma dovete giurarci che, qualsiasi cosa succeda, non ci abbandonerete.»

*****

Ho esitato per un bel pezzo prima di postare questo capitolo, perché la parte centrale non mi convince molto: le scene d'azione non sono il mio forte :(
Ogni suggerimento per migliorare il pezzo sarà più che gradito!
Un grazie speciale a Crazy Lion per il suo prezioso aiuto.
   
 
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