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Autore: BlackVanilla    11/02/2016    1 recensioni
...l'abilità speciale del Chirurgo della Morte riuscirà a salvare una giovane e bella ragazza da una misteriosa e sconosciuta malattia? A volte le emozioni non possono essere descritte con le parole, per quanto ci impegniamo per farlo, il risultato sarà sempre deludente.
Ma succede che in certi casi, diventi complicato anche solo capire cosa si stia provando esattamente, l’emozione stessa diventa fonte di confusione e sgomento...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Pirati Heart, Trafalgar Law
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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In un’isola non meglio specificata del Nuovo Mondo.
 
Il dottor Bianchi osservò il vetrino che aveva appena inserito nel costosissimo microscopio che aveva davanti, si tolse gli occhiali e ne studiò il contenuto.
Dopo qualche secondo si ritrasse dall’apparecchio inforcando le lenti che teneva in mano, sul viso un’espressione disgustata e delusa allo stesso tempo, non aveva ottenuto il risultato sperato.
Gettò con rabbia il vetrino sul tavolo rivestito da piastrelle bianche di porcellana mentre alle sue spalle una porta si apriva, era Susan, la sua aiutante.
“Dottor Bianchi le ho portato un messaggio dal Direttore”, reggeva in mano un foglietto piegato a metà.
Il ricercatore lo afferrò in malo modo prima di mandare via la donna, senz’altro c’erano altri guai in vista.
Spalancò gli occhi leggendo le poche righe scritte sul messaggio: era atteso a rapporto presso il Direttore immediatamente.
Bianchi posò il foglio sulla sua scrivania e si recò verso il bagno per darsi una rinfrescata, rassettò i pochi capelli neri che gli rimanevano, sistemò il nodo della cravatta e allineò un paio di penne che teneva nel taschino del camice.
Passò in rassegna il suo laboratorio, modernissimo e attrezzato con i migliori apparecchi che si potessero acquistare sul mercato era senz’altro uno dei locali più all’avanguardia di tutta la struttura dove lavorava da almeno cinque anni, Gemini.
L’edificio era formato da tre strutture collegate tra loro da un labirinto di corridoi che passavano nel sottosuolo, alte non più di due piani, era stato così costruito per non dare nell’occhio in modo da fornire meno spiegazioni possibili sulle attività che vi si svolgevano all’interno.
Bianchi percorse il corridoio che lo avrebbe condotto all’ascensore, raggiunse l’ultimo piano e si annunciò alla segretaria del Direttore.
Circa un minuto dopo venne fatto accomodare nell’ufficio del boss, arredato in stile vittoriano e ricchissimo di oggetti estremamente preziosi, sembrava il salottino buono di una villetta signorile con tanto di fuoco scoppiettante nel caminetto.
Il Direttore era seduto dietro la sua pesante scrivania di mogano, elegantemente vestito con un completo fatto fare su misura, riusciva con la sua estrema magrezza a far risaltare il taglio perfetto dell’abito che indossava.
Il viso, deturpato per circa la metà da un’ustione subita anni addietro, sfoggiava un’espressione interrogativa mentre si accendeva una sottile sigaretta marrone.
“Prego, dottor Bianchi”, indicò con la voce roca la poltroncina imbottita che gli stava davanti.
Il ricercatore si accomodò non senza indugio.
Aspirando avidamente dalla sigaretta ne offrì una al suo ospite, il quale rifiutò cortesemente, gli tremavano le mani ma non era sua intenzione darlo a vedere.
“Bene dottor Bianchi, lei lavora qui da cinque anni se non erro….prima era collocato in una nostra diversa struttura ma è stato trasferito qui sotto sua richiesta. Ci ha promesso di ottenere un certo risultato che però mi dicono non ha raggiunto. Prego, mi dica cosa le impedisce di mantenere la sua promessa…”, il tono cordiale del Direttore gelò il sangue nelle vene di Bianchi.
“Io vi ho fornito il SSR-14, non mi sembra cosa da nulla…..”, il ricercatore balbettava suo malgrado.
Uno scoppio di risa senza gioia inondò la stanza.
“Certo dottore ma è come fornire una bicicletta a chi invece ha ordinato una macchina. Lei ci aveva garantito che sarebbe riuscito a replicare il VDM-03 ed è anche per questo che a suo tempo abbiamo proceduto nell’eliminare il suo creatore, il dottor King”.
Il ricordo del suo ex collega si fece largo nella mente di Bianchi: anni prima avevano lavorato insieme presso il Chimera, a Janvier, nel Mare Settentrionale con lo scopo ufficiale di creare un vaccino per alcune malattie che al momento non avevano trovato una cura.
Una sera, Arthur King era entrato nel minuscolo ufficio di Bianchi reggendo delle carte, sul viso un’espressione di assoluto terrore.
“Carlo, hai letto questi rapporti? Li ho presi dalla scrivania della segretaria…informano il Direttore su delle sperimentazioni effettuate al fine di valutare la mortalità del VDM-03!”, gli occhi verdi del collega erano iniettati di sangue.
“Ci trovi qualcosa di strano?”, Bianchi non era interessato all’utilizzo finale del loro lavoro, gli importava solamente di ricevere il suo abbondante stipendio mensile.
Arthur si era dichiarato sconcertato, lui aveva creduto di creare un vaccino, non un’arma batteriologica artificiale.
“Calmati, Arthur…non siamo gli unici a lavorare in questo modo, non occorre che te lo dica!”, non capiva l’agitazione del collega.
“So solo che io non voglio lavorare così!”, King era uscito di corsa dalla stanza lasciando solo un Bianchi esterrefatto.
Una mezz’ora dopo il Direttore lo aveva convocato con urgenza nel suo ufficio proprio quando stava per mettersi il soprabito per tornarsene a casa, una volta al cospetto del suo superiore aveva ascoltato imbambolato la strana richiesta che gli veniva chiesta.
“Dottor Bianchi, lei sarebbe in grado di riprodurre autonomamente il VDM-03? In fin dei conti ha lavorato gomito a gomito con il dottor King, anche senza i suoi appunti e il suo aiuto non dovrebbe aver molta difficoltà, esatto?”, poco dopo l’uomo gli aveva comunicato la somma che sarebbe stata la sua nuova mensilità, più del doppio di quello che riceveva al momento.
Bianchi non era affatto sicuro di poter replicare il VDM-03, era solo l’assistente di King in laboratorio, si era limitato ad eseguire ciò che il collega gli indicava di fare, ma la promessa di quella montagna di soldi aveva dissipato ogni suo dubbio.
Si disse che probabilmente Arthur aveva deciso di licenziarsi vista la crisi di nervi che aveva avuto quella sera stessa, tanto valeva prendere la palla al balzo lavorando da solo, era senz’altro un bel passo in avanti per la sua carriera.
“Certamente, posso replicarlo”, aveva sudato freddo mentre aveva udito la sua voce dire quelle parole, ignaro che esse avessero contribuito, seppure in modo indiretto, alla morte del dottor King.
Un colpo di tosse catarrosa riportò il ricercatore al presente.
“Io….mi serve solo un po’ più di tempo….”, Bianchi si sentiva con le spalle al muro.
Il Direttore scosse il capo lentamente, gli aveva già concesso anche troppo tempo, cinque anni prima, dopo i primi fallimenti, avevano traferito il ricercatore in una struttura diversa fornita con macchinari di ultima generazione, modernissimi, credendo di poter dare una spinta alla genialità dell’uomo.
Successivamente avevano acquistato, sempre sotto indicazione del dottore, costosissimi agenti chimici rischiando anche che il vero scopo del Gemini fosse rivelato alla popolazione che abitava il piccolo villaggio poco distante da loro.
Era chiaro che ormai Bianchi aveva sparato tutte le sua cartucce, il vero problema era che lui rimaneva il solo anello che collegasse il Direttore al VDM-03, eliminarlo era equivalente a mettere la parola fine al progetto relativo al virus.
“Bianchi ha avuto cinque anni a disposizione e ha collezionato solo insuccessi…con il SSR-14 non abbiamo raggiunto nemmeno la metà dello standard qualitativo che avevamo avuto testando il VDM-03, quindi non lo usi come paravento. Sarò chiaro con lei: non mi interessa come ma io rivoglio il VDM-03 e se non me lo consegnerà entro breve qualcun altro prenderà il suo posto”, il fumo della sigaretta formava una nube minacciosa sopra alla sua testa.
Il dottore era pallido come un lenzuolo si limitò ad annuire.
“Molto bene, se avesse qualche idea geniale….me lo faccia sapere!”, la bocca asimmetrica del Direttore assunse un ghigno sinistro mentre gli faceva cenno di andarsene.
Carlo Bianchi era terrorizzato, si era comportato da sciocco facendosi annebbiare la mente dai soldi che avevano promesso di dargli ed ora, dopo cinque anni di tentativi, era perfettamente conscio di non essere in grado di riprodurre il VDM-03 in nessun modo.
Sudato e con il respiro affannoso, entrò nel suo laboratorio sedendosi pesantemente sulla sedia girevole in pelle e, obbligandosi a ritrovare la calma, Bianchi passò in rassegna alcune riviste scientifiche ma non trovando la lucidità necessaria per comprendere adeguatamente il contenuto dei vari trafiletti, iniziò a sfogliare un giornale pescato a caso dalla pila.
Non era molto recente, Susan glielo portava quotidianamente con la corrispondenza, ma raramente il ricercatore aveva modo di leggerlo il giorno stesso così ammucchiava le varie edizioni insieme alle riviste scientifiche su uno scaffale in attesa di trovare del tempo per poter dedicarsi alla lettura.
A volte sia le riviste che i vari giornali venivano buttati senza essere stati nemmeno aperti.
Le notizie principali riguardavano dei pirati della Peggiore Generazione, i quali avevano formato delle alleanze per riuscire a farsi strada nel Nuovo Mondo, c’erano anche delle foto.
Il dottore pensò che almeno dove si trovava in quel momento si sentiva al sicuro da quelle bande di scalmanati, lui non riusciva nemmeno ad aprire una bottiglia di acqua senza l’apposito strumento, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare trovandosi di fronte uno di quegli energumeni.
Osservò la foto di uno in particolare, un certo Kidd: aveva una faccia da far spavento, il ricercatore sperò con tutto se stesso di non incrociare mai la sua strada in futuro, nemmeno per sbaglio.
Tra le immagini però c’erano anche quelle della ciurma di un tale Monkey D.Rufy, un ragazzino magrolino che non incuteva nessuna paura tanto grande era il sorriso che sfoderava nella sua locandina di taglia, anche i suoi uomini non erano particolarmente minacciosi tranne forse un tizio con i capelli verdi, tale Zoro.
Improvvisamente Bianchi si bloccò, stava davvero vedendo quel volto?
Tra le piccole foto dell’articolo dove veniva annunciato il ritorno della ciurma Mugiwara, ce n’era una che ritraeva il viso di una ragazza dai capelli castani e gli occhi verdi, il dottore si ricordò immediatamente quando anni prima Arthur King gli aveva mostrato con orgoglio la foto della sua unica figlia.
L’immagine non era molto nitida ma quella era senz’altro lei, il ricercatore non aveva dubbi, assomigliava in modo molto evidente al defunto padre.
Era dunque ancora viva e il virus doveva essere ancora presente nel suo corpo dato che se lo era iniettato prima di fuggire da Janvier, con un piccolo campione del sangue della ragazza Bianchi avrebbe potuto riprodurre ciò che gli era stato richiesto salvandosi così dalla sua precaria situazione.
Una boccata d’aria fresca sembrò entrare nella stanza.
Afferrò il telefono chiedendo a Susan di contattare immediatamente il Direttore, aveva urgentemente bisogno di parlargli.
 
Il Direttore ascoltò con interesse la proposta di Bianchi anche se quell’uomo gli suscitava un senso di disgusto profondo, era uno smidollato peraltro incompetente, tutt’altra pasta rispetto ad Arthur King.
Aveva conosciuto King poco dopo la morte della moglie, allora era un uomo a pezzi con una bimba piccola da crescere da solo ma soprattutto con un enorme potenziale intellettivo da sfruttare.
Per non lasciarselo scappare, il Direttore gli aveva offerto un ottimo stipendio ma non era bastato, il ricercatore non aveva voluto accettare se non gli fosse stato assicurato che le ricerche svolte sarebbero state utilizzate esclusivamente a scopo benefico.
Fu così che, informandosi in merito alla morte della moglie, l’allora Chimera aveva sfruttato il doloroso passato del dottore mettendo nero su bianco la falsa intenzione di trovare cure per virus e malattie che al momento non ne avevano ancora una.
King aveva accettato entusiasta mettendosi al lavoro in modo attento e scrupoloso, ottenendo immediatamente buoni risultati.
“…..quindi, Direttore, io credo che sia assolutamente necessario recuperare la ragazza!”, Bianchi aveva terminato il suo piccolo monologo.
Soffiando fuori dai denti il fumo della sua sigaretta marrone, l’uomo lo osservò: era certamente sollevato per questa opportunità di vedersi levare le castagne dal fuoco in modo così semplice tanto da non riuscire a celare la sua eccitazione, si passava ripetutamente la mano sui radi capelli neri e asciugava il sudore dalla fronte usando un fazzoletto azzurro.
Normalmente un tipo del genere lo avrebbe liquidato immediatamente, era non solo inutile ma anche una dolorosa spina nel fianco, tuttavia aveva avuto un’idea che avrebbe accontentato entrambi perciò gli diede una possibilità.
Ma sarebbe stata anche l’ultima…questa parte il Direttore la tenne per sé sogghignando.
“D’accordo Bianchi, se è sicuro di quello che dice allora troveremo la ragazza e gliela faremo portare…organizzerò tutto io, lei si tenga pronto per esser in grado di replicare in modo sicuro il VDM-03 non appena riceverà la figlia di King”.
Bianchi si mosse nervoso sulla poltroncina.
“In realtà non occorre portarla qui, è sufficiente prelevarle un campione di sangue...”, era a disagio al pensiero di trovarsela davanti.
La pazienza del Direttore era al limite, “Dov’è la differenza? Tanto poi le faremo raggiungere il caro paparino in ogni caso perciò anche se la ragazza dovesse vedere qualcosa di inopportuno non potrà andarlo a dire a nessuno, mi sono spiegato?”.
Il ricercatore capì che non era saggio insistere ulteriormente, annuì in modo deciso e si accomiatò.
Una volta che Bianchi ebbe chiuso la porta alle sue spalle, il Direttore aprì con una chiavetta il secondo cassetto della sua scrivania estraendone un lumacofono che usò per chiamare una certa persona, mentre attendeva risposta guardò distrattamente la foto della ragazza sul giornale che gli aveva portato il dottore.
Assomigliava senz’altro a suo padre.
Infine una voce proveniente dall’apparecchio risuonò nella stanza.
“Sono io…potrebbero esserci importanti novità riguardo al VDM-03, ma avrei bisogno anche del tuo aiuto….”, rise ascoltando il suo interlocutore, “sapevo che la cosa sarebbe stata di tuo interesse, vediamoci di persona così posso spiegarti meglio….”.
 
Un saluto affettuoso a tutti i miei lettori! ^.^
In questo capitolo non troviamo i nostri abituali protagonisti, tuttavia facciamo la conoscenza di altri personaggi che sembrano agire nell’ombra….chissà come inciderà la loro presenza nel corso della storia! ;)
Come sempre, spero sia di Vostro gradimento!
Yours
BlackVanilla
   
 
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