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Autore: Sammy_Stark    11/02/2016    3 recensioni
Fino a che punto si può mentire a se stessi?
Era una domanda che Federico si stava ponendo da qualche settimana.
Aveva creduto che stare lontano da Mika significasse stare lontano anche dal pensiero di lui.
Indovinate un po'... Si sbagliava di grosso.
E Mika sentiva la sua mancanza? Gli interessava ancora qualcosa di lui?
(Può considerarsi un seguito di "Le farfalle sono creature fragili" e "Magari in un'altra vita")
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fino a che punto si può mentire a se stessi?
 
Era una domanda che Federico si stava ponendo da qualche settimana.
Aveva creduto che stare lontano da Mika significasse stare lontano anche dal pensiero di lui.
Aveva provato a svagarsi con Giulia e sì, per un po’ il Libanese lo lasciava in pace ma poi, di notte, gli incubi lo torturavano.
Alcuni sogni erano claustrofobici, lo facevano svegliare di soprassalto, in preda a vere e proprie crisi di panico.
Altri sogni lo facevano svegliare in condizioni decisamente diverse… Ringraziava spesso il fatto che Giulia non se ne accorgesse o che non stesse in casa in quei momenti.
Era una situazione però che lui non riusciva più a reggere.
Fu senza troppi ripensamenti dunque che, letto un post dell’amico che diceva di essere a Parigi, il rapper decise di partire.
 
Se con l’Inglese non era molto bravo, con il Francese non sapeva neppure dove iniziare.
Doveva sembrare molto patetico al ragazzo del servizio informazioni in aeroporto: un coso dipinto non troppo alto, con un trolley rosso, una giacca arancione sopra una t-shirt azzurra e un cappello nero.
Sì, aveva afferrato le prime cose che gli erano capitate a portata di mano senza rifletterci.
Sì, aveva messo il cappello che gli aveva regalato il Libanese.
 
Una volta fuori dall’aeroporto si rese conto di non avere la minima idea di dove andare.
Tempo addietro Mika gli aveva spiegato in che quartiere abitava quando si trovava a Parigi ma forse l’italiano non aveva prestato troppa attenzione… Ricordava solo un vago farfugliare in Francese.
Non poteva fare altro che chiamarlo.
Improvvisamente, nonostante la rigida temperatura, iniziò a sudare.
 
 
Questo per Mika era uno strano periodo: era impegnato in molti progetti e ne stava studiando tantissimi altri.
Effettivamente al ragazzo piaceva questa strana routine tutta di corsa, lo teneva impegnato e lontano da pensieri non proprio felici.
Con Andy andava abbastanza bene… Sì, avevano deciso di prendersi un’altra pausa ma ormai era qualcosa a cui entrambi erano abituati. Rimanevano amici, si frequentavano, andavano a letto quando volevano ma non c’era quell’ “obbligo” di essere una coppia.
Era il loro particolare modo di far durare quella relazione e se aveva funzionato fino ad allora, a nessuno dei due premeva cambiare proprio ora.
Ovviamente Andy non aveva idea di quanto il compagno fosse preso dall’ex collega Italiano.
Non era un idiota, aveva seguito qualche puntata della trasmissione e aveva notato certi sguardi ma dopotutto sapeva anche che se Mika lo avesse tradito, glielo avrebbe detto.
Era un’altra colonna portante del loro rapporto: si sarebbero perdonati qualche sporadica scappatella ma solo se confessata di spontanea volontà.
Dopo la fine di X-Faxctor il Libanese aveva chiamato il rapper tre o quattro volte. Gli piaceva parlare in Italiano al telefono con lui e in qualche modo, anche se con Andy presente, si sentiva al sicuro a parlare quella lingua comprensibile solo a lui. In ogni caso avevano fato discorsi normali, abbastanza sciolti, se proprio c’era un tono un po’ troppo freddo o acido, Mika dava la colpa all’orario, al clima, a qualsiasi cosa non fosse lui stesso perché no, non poteva essere davvero lui il problema.
 
Fu con vera sorpresa che lesse il nome di chi lo stava chiamando in quel momento: Fedez in genere si svegliava sempre molto tardi la mattina e ora erano appena le dieci.
Il Libanese rispose con voce allegra. Era di buon umore.
Il sole splendeva sulla città e lui stava mangiando una deliziosa crêpe suzette, accompagnata da un buon caffè all’Italiana.
Il sorriso sulle sue labbra lasciò presto spazio ad un’espressione di puro stupore: il Milanese gli aveva appena detto, senza mezzi termini: “Quanto cazzo fa freddo qui? Sto facendo il cane abbandonato all’aeroporto Charles De Gaulle, non ricordo dove abiti e ho scordato gli occhiali da sole.”
La prima reazione, subito dopo lo stupore fu una gran risata.
“ Ma che ci fai a Parigi?? Tu sei matto?? Perché non mi hai detto? Io sto solo per qualche giorno…” disse, cercando di ridacchiare il meno possibile.
A quanto pareva, aveva già perso l’accento Italiano e quel fatto strappò una leggera risata anche al rapper.
“Non avevo pensato ad una vacanza lunga, domani me ne torno a Milano! Mi dici dove sei così posso prendere un taxi o mi mandi la tua limousine da figo Parigino?” Chiese Federico, scherzoso.
Tutta l’ansia avuta prima della chiamata era scomparsa non appena aveva sentito la risata dell’amico.
Se era di buon umore allora magari avrebbero potuto avere una conversazione calma e piacevole, come ai vecchi tempi.
“Tu aspetta al primo bar vicino all’ingresso delle partenze, io arrivo!” fu la risposta divertita di Mika, che subito dopo chiuse la chiamata, lasciando il rapper un po’ interdetto.
Fece come il Libanese gli aveva detto e se ne andò ad aspettare al bar.
Dopo circa un’ora, Fedez se ne stava semi sdraiato su una poltroncina davanti al locale, appisolato.
Di Mika ancora nessuna traccia.
Adesso probabilmente assomigliava davvero ad un cane abbandonato.
Da bravo cucciolo, non aveva pensato nemmeno per un istante che l’amico se lo fosse scordato lì e no, non aveva avuto voglia di richiamare.
Aveva appoggiato i piedi sul trolley, per cui, quando la valigia venne bruscamente spostata e le sue gambe caddero a peso morto, spalancò gli occhi e imprecò senza nemmeno darsi il tempo di capire cosa fosse successo.
Quando mise a fuoco la vista, si ritrovò davanti quell’ “Idiota pezzo di merda che non sei altro! Vuoi farmi crepare di infarto visto che non sono morto di vecchiaia??”. Sì, l’artefice dello scherzetto era proprio Mika, che gli stava davanti con l’espressione di un bambino soddisfatto.
“Tu hai sbagliato bar! Io ho cercato ovunque! Questo non è l’ingresso partenze!” Gli fece notare, indicandogli il cartello con un gesto ampio.
Federico perse un po’ di furia. Prima figura di merda fatta.
E non si era nemmeno reso subito conto che dietro all’amico ci fosse una giovane donna che lo osservava con lo stesso sorrisetto di Mika.
“Mik, c’è una tipa dietro di te…” Sussurrò, tentando di recuperare una posizione decente, prima di decidere che forse sarebbe stato meglio alzarsi in piedi.
“Una tipa..?” Ripeté il Libanese, con un sopracciglio alzato. “Lei è Yasmine! Mia sorella! Lei sa tutto di te! Anche che dici molte parolacce!” Rise di cuore e la sorella lo affiancò e porse la mano al Milanese.
Fedez abbozzò un sorriso imbarazzato e biascicò un “piacere di conoscerti” in un inglese molto insicuro.
Si sentiva un cretino.
E adesso era più che ovvio che tutti i filmini mentali su come quell’incontro sarebbe dovuto andare, erano sfumati in un batter di ciglia. 

   
 
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