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Autore: manumali79    11/02/2016    0 recensioni
chi ha paura del buio?
Genere: Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 Era la prima volta che Jacob andava a casa di Isabelle. Rimase sbigottito; non aveva mai visto una casa tanto grande da così vicino. La maestosità della reggia si poteva ammirare dal parco che la circondava. Pini, querce e un piccolo laghetto occupavano il lato occidentale mentre sulla destra si stagliava un immenso campo da golf con tanto di collinette. “Ah l’occidente” pensò Jacob, guardando l’eccesso manifestato in dimora. Verso l’ora di cena J salutò la sua metà con un morbido e silenzioso bacio avviandosi poi verso il motorino parcheggiato di fianco alla fontana centrale del parco. Impiegò circa due minuti per arrivare al cancello che dava sulla strada, attraversando per intero il viale centrale contornato da alti pini verdi. Era inverno. Il vapore usciva dalla sua bocca come fumo e appannava la visiera del casco mentre aspettava che il cancello si aprisse. Un rumore acuto e fastidioso sovrastò il rombo del ciclomotore, preannunciando l’apertura del cancello, permettendogli di imboccare la stretta strada di campagna che avrebbe dovuto portarlo a casa. Era buio ormai da tre ore e il ghiaccio abbracciava interamente il cammino di Jacob. Dopo pochi minuti dalla partenza i fanali del motorino si spensero, portando l’attenzione del diciottenne a due punti di luce in lontananza. <> pensò, portandosi sul ciglio della strada. Inizialmente era troppo occupato a pensare ai suoi fari ma dopo qualche secondo si rese conto che qualcosa non andava. Aspettava ormai da troppo tempo il passaggio della macchina al suo fianco, ma i fanali erano ancora lontani, ancora in attesa. Non capiva. Inizialmente pensò che uno stupido stesse arretrando alla sua stessa velocità, ma gli pareva troppo… strano. Frenò bruscamente rischiando di finire per terra a causa del sottile strato di ghiaccio attaccato alla strada e, insieme a lui, i due puntini lucenti “frenarono” . Aveva paura, molta paura. Era nictofobico da quando era bambino e l’assenza di luce rassicurante in mezzo alla coltre di buio e gelo che lo circondava non aiutavano. Il cuore iniziò ad aumentare il ritmo e il respiro si fece più affannoso, coprendo interamente la visiera di condensa. La alzò. Sentì il freddo accarezzargli il viso ed entrare nelle narici mentre gli occhi sbarrati rimanevano a scrutare le due luci gialle. Ferme, sempre in attesa, immobili come la Luna nel cielo per il viaggiatore che si sposta. Le dita delle mani iniziarono a tremare, non per il freddo e nemmeno per la paura, ma per la consapevolezza che quei due punti luminosi potessero essere ciò che più di tutto temeva. L’ansia cominciò a pervadergli ogni zona del corpo quando due fasci di luce illuminarono la strada. I suoi fanali si riattivarono, permettendogli di trovare la strada secondaria per tornare a casa. Ora correva, voleva scappare da quell’episodio che lo rimandò con la mente a quando era piccolo, a quando la nictofobia si impossessò della sua anima per non lasciarlo più andare. Ogni sera da tredici anni dormiva con la baoujur accesa ed ogni volta che passava accanto ad una stanza buia faceva un piccolo scatto per superarla. << La paura del buio è stronza>> pensava, poiché ogni giorno, in un modo o nell’altro, lo “passava a salutare” . A pochi metri da casa la temperatura si abbassò e mentre gli occhi di Jacob erano puntati verso la finestra della cucina in cui la madre stava preparando la cena, i fanali dello scooter si spensero di nuovo. Jacob sussultò, convinto che quei dannatissimi puntini di luce sarebbero stati molto più vicini, molto più intensi e molto più spaventosi di prima ma dinnanzi a se vide solo il piccolo fosso che accompagnava lateralmente la strada. Tutto tranquillo. Il cancello si aprì grazie al comando inviato dal padre che aveva visto il figlio tornare , permettendo al nictofobico Jacob di entrare e mettersi in salvo dall’oscurità che ricopriva la vallata. Mentre parcheggiava lo scooter e il cancello si richiudeva due luci lontane e in attesa guardavano il ragazzo infreddolito rincasare e scomparire.
  
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