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Autore: Manu75    11/02/2016    0 recensioni
"Il viso era affascinante, con il prominente naso adunco che lo dominava. Ma erano gli occhi quelli che attiravano maggiormente l’attenzione, erano azzurri e brillanti, limpidi come ruscelli di montagna. Bastava incrociare quello sguardo una volta, per comprendere quanto Albus Silente fosse intelligente, arguto, abile. Quanto fosse straordinario.
Di sicuro era bastata una volta a Minerva Mc Granitt"
Minerva è la studentessa più brillante della Scuola, è una ragazza acuta ed intelligente, con la testa sulle spalle ma, Minerva è anche una ragazza di diciotto anni con un animo delicato e un cuore pieno d'amore.
Albus Silente è il Vice Preside di Hogwarts, è un insegnante ed è uno dei maghi più potenti mai esistiti. Un uomo del genere, quale donna potrà mai amare?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Tom O. Riddle | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Siamo quasi alla fine, il prossimo capitolo sarà l'ultimo! Lo posterò prestissimo. Questa fiction non è ancora perfetta come avrei voluto ma, quanto meno, dormirò sonni più tranquilli :) Grazie ad Aregilla per avermi inviato un messaggio di incoraggiamento, grazie a chi ha letto, a chi ha commentato, grazie a chi non ha resistito ed è andato a leggersi il finale. Spero che questa storia vi abbia regalato emozioni e tenuto compagnia. Buona lettura!
 


‘Come un diamante’


PARTE DICIASSETTESIMA


(SEI ANNI DOPO)

Agosto – Un incontro



 

Negli ultimi giorni di agosto, in Scozia, le giornate si erano già accorciate notevolmente e l’aria, di sera, era frizzante e preannunciava la fine anticipata dell’estate.
Minerva si strinse maggiormente nel leggero mantello che aveva indossato sopra la sua veste e accelerò il passo. Giunta davanti ad un basso cancello arrugginito lo spinse e si trovò in un piccolo cimitero.
Essendo un cimitero che ospitava le tombe di soli maghi e streghe si trovava in un luogo piuttosto isolato e nascosto, in modo che non fosse facilmente raggiungibile dai babbani, anche se in quella zona i non maghi erano pochi.
Minerva si diresse prima davanti ad una tomba piuttosto vecchia ma molto curata.
Sulla semplice lapide vi erano un nome ‘Emily Constance Mc Rope’ e due date, a distanza di undici anni l’una dall’altra. La data della morte risaliva a quattordici anni prima.
- Eccomi Emi – disse Minerva chinandosi a posare un mazzolino di fiori sulla tomba, vicino ad un altro mazzo ancora fresco – vedo che la mamma è già passata oggi. Presto riprenderà la scuola e arriveranno altri cinque bambini – stette in silenzio per un po’, immersa in un muto dialogo.
Poi mandò un lieve bacio verso la tomba e si diresse verso un'altra, poco lontana.
La seconda tomba era più recente e portava anch’essa una semplice inscrizione, con un nome ‘Edward W. R. Mc Granitt’ e una data risalente e cinque anni prima.
Anche lì, Minerva posò un mazzo di fiori e sostò per qualche istante, poi riprese la via del ritorno.
Continuò a camminare per qualche minuto in completa solitudine e poi, quando giunse sulla stradina che l’avrebbe portata a casa, vide una figura immobile che sembrava attenderla. Strizzò gli occhi, per cercare di capire di chi si trattava, ma la persona era in controluce ed era poco più di una figura indistinta.
‘Devo decidermi a mettermi gli occhiali anche quando esco’ pensò Minerva, notando come la luce tenue della sera le affaticasse gli occhi.
Giunta quasi davanti a quella persona Minerva si bloccò, sinceramente stupita.
- Tom!Tom Riddle!- esclamò, troppo sorpresa anche per salutarlo.
- Buonasera! – le sorrise lui.
- Oh!Buonasera…- si riprese lei – scusami ma mi hai colto di sorpresa…-
- Posso capire – le rispose, gentile – anch’io sono rimasto sorpreso quando ti ho vista in lontananza. Non ero certo che si trattasse di te, Mc Granitt…o posso permettermi di chiamarti Minerva? –
Istintivamente avrebbe voluto dirgli di no, ma Minerva era troppo ben educata per rispondere sgarbatamente ad un richiesta formulata in maniera così impeccabile.
Gli fece un piccolo cenno di assenso e ripresero il cammino insieme, chiacchierando.
- Devo recuperare un oggetto per il Signor Sinister, presso il quale lavoro a Diagon Alley- le disse lui ad un certo punto – ma questo sarà il mio ultimo incarico. Sto per partire per un viaggio, lascio l’Inghilterra -
- Davvero? Dove sei diretto?- gli chiese, osservandolo con interesse.
Tom era stato un bel ragazzo a quindici anni, quando l’aveva visto per l’ultima volta. Ora, a quasi ventidue anni, era un giovane uomo affascinante dalla bellezza che non poteva non suscitare ammirazione. I lineamenti, con la virilità dovuta alla maturità raggiunta, avevano assunto una perfetta armonia.
Era ancora più alto e il suo portamento era impeccabile.
- Oh, un po’ qui, un po’ la!- le rispose con un sorrisetto, riassumendo all’improvviso quell’aria beffarda e impertinente che Minerva gli ricordava così bene.
Lei si irrigidì, sulla difensiva, memore di alcuni episodi passati.
- Prima però, approfitterò per passare ad Hogwarts e salutare i miei vecchi insegnanti e il Preside Dippet – disse tranquillamente – e, naturalmente, il Professor Silente…- buttò la innocentemente.
Suo malgrado, Minerva avvertì una stretta allo stomaco e il cuore accelerò, sentendo quel nome.
Lui sorrise, osservandola.
- Mi manca Hogwarts...- mormorò Tom, pronunciando il nome della Scuola con un tono intriso di passione – e a te?-
- Non particolarmente – disse lei, cercando di restare calma – qui ho parecchio da fare e poco tempo per pensare – concluse, continuando a camminare e sperando che quell’incontro avesse termine quanto prima.
Lui continuava ad osservarla, attento.
In quei sei anni, Minerva era divenuta ancora più snella e il suo volto era ancora più spigoloso. Portava i capelli raccolti in una strettissima crocchia che sembrava un’ invalicabile barriera. I grandi occhi scuri erano sempre gli stessi però.
- Io sono quasi arrivata – esclamò, cercando di nascondere il sollievo che provava – ….posso offrirti un tè?- aggiunse, non volendo sembrare scortese.
- No, grazie…- mormorò lui – se voglio sperare di essere ricevuto ad Hogwarts devo sbrigarmi - le rispose con sua grande gioia.
- Allora buona fortuna – gli disse, osservando critica la mano che lui le porgeva.
- Solo una stretta di mano…- sorrise lui, con un luccichìo negli occhi.
Si strinsero la mano e poi si salutarono. Un attimo dopo lui si era smaterializzato, lasciando Minerva in preda a tormentosi ricordi.

 

Dicembre – Dolcetti allo zenzero

 

La casa di Mrs. Mc Rope era strutturata su tre piani e aveva un aspetto curioso: tinteggiata di bianco con un appuntito tetto azzurro, gli infissi dello stesso colore e due scale esterne che sembravano avvolgerla.
Sul lato sinistro era stato aggiunta un’ala di un colore diverso da tutto il resto della casa: il tetto era di un vistoso colore viola e le pareti esterne erano di un giallo tenue.
L’insieme era davvero stravagante, ma piacevole a vedersi.
All’inizio di dicembre vi fu un’abbondante nevicata e tutta la campagna scozzese fu ricoperta da uno strato bianco candido.
Un ragazzino e una ragazzina sui dodici anni si precipitarono dentro la casa, ansimando e soffiando sui palmi gelati delle mani.
- Accipicchia!Senza guanti è impossibile!- esclamò lui.
- Tranquillo Dan – esclamò la ragazzina ed estrasse una bacchetta dalla tasca, facendovi fuoriuscire un’arietta tiepida che li riscaldò subito.
- Non dovremmo Morgana…- sussurrò lui, guardandosi attorno, preoccupato – se ci becca la Maestra Mc Granitt….- e parve sinceramente preoccupato all’idea.
- Dai, non preoccuparti!- lo rassicurò allegramente la sua compagna – Miss Mc Granitt non è in giro, ne sono sicura!- esclamò convinta.
- E invece è proprio in giro!- disse una voce alle loro spalle.
Il gatto soriano, che poco prima era seduto vicino allo scrittoio dell’ingresso, era sparito e al suo posto c’era Minerva, con le mani sui fianchi, l’espressione severa, gli occhi che mandavano lampi da dietro un paio di occhiali dalla montatura rettangolare.
- Ops…- mormorò la ragazzina – credevo fosse Charleston!-
In quel momento un vecchio e grasso gatto soriano passò di la, arrancando faticosamente e osservandoli con un’aria pigra e stolida.
- Io non sono affatto come Charleston!- esclamò Minerva, indignata – e voi sapete che dovete usare la bacchetta solo in aula! Andate subito a fare colazione, coraggio!-
I due ragazzini si dileguarono sotto lo sguardo severo di Minerva, che li osservava con la bocca stretta in una linea sottile, un secondo dopo, però, le labbra si aprirono in un sorrisetto.
- Miss Mc Granitt, maestra…- la chiamò un ragazza più grande – Mrs. Mc Rope La desidera nel suo studio-
- Grazie Cordelia, vado subito – le rispose Minerva e si avviò verso l’ala est della casa, dove Rowena Mc Rope aveva i suoi appartamenti privati ed il suo studio.
Giunta davanti alla porta bussò leggermente e poi entrò, senza aspettare il permesso, come faceva di solito.
Un attimo dopo sentì la terra mancarle sotto i piedi.
Davanti al camino, seduto in una vecchia poltrona, stava Albus Silente.
Lei aprì la bocca per dire qualcosa ma non ne uscì alcun suono, era troppo sconvolta ed incredula.
- Eccola! Minerva!- la chiamò con affetto la Mrs. Mc Rope, una bella donna sulla cinquantina.
Albus Silente si alzò e le rivolse un sorriso.

- I-io….non…- Minerva non sapeva più nemmeno dove si trovava.
I suoi occhi erano fissi sul volto dell’uomo che, se ne rese conto in quello stesso momento, non era riuscita, nonostante tutti i suoi sforzi, a dimenticare.
- Buongiorno – le disse lui, con gli occhi che gli brillavano.
Erano più azzurri e più penetranti di quanto ricordasse. I capelli e la barba erano completamente argentati ormai.
Albus Silente era li, proprio di fronte a lei.
Mrs. Mc Rope lanciò uno sguardo ora ad uno, ora all’altra e nascose un sorriso.
- Vi lascio soli – mormorò discretamente – penso abbiate molte cose di cui discutere. Io vado a preparare un tè…- e attraversò la stanza.
Giunta accanto a Minerva, che stava ancora sulla soglia, le mormorò – Respira, hai lo stesso colore del mio tetto, tesoro!- e poi uscì.
Minerva si riprese e avanzò nella stanza, cercando disperatamente di controllare i battiti del suo cuore.
- Come sta?- le chiese gentilmente Silente, aspettando che lei si sedesse, prima di accomodarsi di nuovo.
- Molto bene, grazie…e Lei?- gli rispose Minerva, che cominciava a riprendersi un po’.
- Molto bene anch’io- le rispose lui, fissandola.
Lei dovette frenare l’impulso di togliersi gli occhiali e aggiustarsi i capelli, per altro perfettamente stretti nella solita crocchia che usava ormai da qualche anno.
- Come mai si trova da queste parti?- gli chiese riuscendo finalmente a controllare il respiro.
- Molteplici ragioni – rispose Silente – ma la più importante riguarda un’offerta di lavoro –
Minerva si stupì sinceramente, tutto si era aspettato ma non questo.
- Il Preside Dippet è venuto a mancare il mese scorso – le annunciò.
- Oh!- esclamò Minerva, colpita e sinceramente dispiaciuta – Mi dispiace molto, è stato un ottimo Preside ed era una cara persona- vi fu un attimo di silenzio - Chi è il nuovo Preside di Hogwarts? Chi ha preso il suo posto? - gli chiese, immaginando di conoscere già la risposta.
- Io- le rispose tranquillamente, confermandole la sua ipotesi – di conseguenza, la Cattedra di Trasfigurazione si è liberata. Ho pensato a Lei...- qualcosa nel tono con cui lui pronunciò quelle ultime parole turbò molto la ragazza.
Si fissarono negli occhi per un po’. Nella testa di Minerva si rincorrevano una miriade di pensieri.
Insegnare ad Hogwarts…una volta non aveva desiderato altro.
- Vede, io ho già un lavoro- mormorò, con uno sforzo enorme – qui mi trovo molto bene. In questi ultimi sei anni ho insegnato a molti ragazzi, mi sento soddisfatta del mio lavoro e quindi...-
- Accetta naturalmente!- finì per lei Mrs. Mc Rope, spalancando la porta e reggendo un vassoio con una teiera e tre tazze.
Minerva rimase di sale.
- Rowena, ma… cosa?!...- esclamò, confusa.
Silente si alzò e aiutò la donna a posare il vassoio.
-…là! Grazie, a volte dimentico di essere un strega e faccio le cose alla babbana, come mia madre!- esclamò allegra la Signora Mc Rope.
- Rowena, io…- Minerva non si capacitava.
- Ma certo mia cara, sai bene che questa scuola chiuderà per sempre il prossimo giugno!Direi che questa è un’occasione da non perdere!- esclamò la donna, facendo cadere Minerva dalle nuvole.
- Scusate!- aggiunse poi, con un’aria tutt’altro che dispiaciuta – ma non ho potuto fare a meno di sentire-
L’espressione sbalordita della ragazza non poteva passare inosservata, di certo non ad Albus Silente.
Bevvero il tè in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri.
Ad un certo punto Silente si alzò, accomiatandosi.
- Io me ne vado.- annunciò, pacato – non c’è fretta, può darmi la Sua risposta entro un paio di giorni, via gufo. Nel caso accettasse dovrebbe presentarsi ad Hogwarts il quindici dicembre per la Sua prima lezione.- aspettò che Minerva desse segno di aver compreso e poi proseguì -Grazie della squisita ospitalità, mi scuso ma ho degli affari urgenti da sbrigare! – fece un piccolo inchino in direzione della Signora Mc Rope, un cenno di saluto a Minerva e uscì.
Una volta rimaste sole le due donne si guadarono, meditabonde.
La prima a parlare fu Minerva, che aveva decine di domande che agognavano una risposta.
- Posso chiederti cos’è questa storia che la scuola chiude?- cominciò, partendo da quello che le stava più a cuore.
- E’ così – le rispose la donna, osservando Minerva con calma – è una decisione che ho preso adesso, come conseguenza di alcune notizie che mi ha portato Albus Silente, ma ci stavo pensando già da un po' –
Minerva corrugò la fronte e rimase in silenzio, in attesa di ascoltare il seguito.
- Lucius Malfoy è morto l’estate scorsa– le disse allora Mrs. Mc Rope, sorprendendo Minerva - e suo figlio Abraxas ha preso il suo posto nel Consiglio della Scuola. Come certo saprai i Malfoy hanno un posto riservato di diritto nel Consiglio, fin da quando esso è stato istituito. Tuttavia, Abraxas vi entra come membro giovane ed, inoltre, non possiede il carisma del padre. – si fermò un attimo, per far assimilare a Minerva queste novità – quindi le cose in seno al Consiglio stanno cambiando velocemente. Con la morte del Preside Dippet poi e, questo lo aggiungo io, la nomina di Silente a suo sostituto, c’è stato un vero e proprio stravolgimento del direttivo scolastico. In questi mesi è stato finalmente approvato un nuovo regolamento che consentirà di decuplicare i fondi alla Scuola e di permettere a tutti i ragazzi che ne hanno i requisiti di frequentare Hogwarts, -
Minerva lanciò un’esclamazione di sorpresa.
- Converrai con me – riprese Rowena – che questa piccola Scuola non avrà più ragione di essere e, permettimi di dirlo, tanto meglio così!- sorrise davanti l’espressione dolente della ragazza – Credimi, tu lo sai, Hogwarts è un altro pianeta, spalanca la mente e le porte del mondo. Io sono felice di sapere che anche i miei ragazzi potranno finalmente elevarsi e sperare in qualcosa di meglio. Emily sognava così tanto di frequentarla…- la voce le si incrinò leggermente.
- Ma tu, che farai? – le chiese Minerva, in ansia.
- Io lascerò la Scozia – le rispose la donna, decisa – meditavo di farlo da un po’. Andrò a Cipro, da mia sorella-
- Ma io…ho promesso che ti sarei stata accanto…- sussurrò Minerva – che ti avrei aiutata!-
- L’hai fatto – le rispose Rowena, osservandola con affetto – ma permettimi di svelarti una cosa, tesoro mio – le si avvicinò e le posò entrambe le mani sulle spalle – davvero non crederai che io abbia ritenuto vincolante una promessa fattami da una ragazzina di soli undici anni, che aveva appena perduto la sua amica del cuore e che, con la sua grande sensibilità, aveva assistito a tutto il mio dolore per la perdita di quella bambina, mia figlia, la nostra cara Emily…vero?-
Minerva la guardò, senza comprendere.
- Ma la lettera…tu mi chiedevi…-
- Ti scrissi quella lettera perché tuo zio mi confidò che gli restava poco da vivere e che desiderava immensamente averti vicina. Anche così non ti avrei rammentato quella promessa ma sapevo che tu mai ti saresti perdonata di non essergli stata accanto, dopo tutto quello che aveva fatto per te.- sospirò lievemente – perdonami per averti fatto delle pressioni…-
- Hai fatto bene!- le assicurò Minerva, commossa – avevi ragione, lui è morto solo un anno dopo il mio ritorno e io non me lo sarei mai perdonato, davvero. Inoltre, io per prima cercai di infrangere quella promessa…- e fece un piccolo sorriso amaro.
- Bene, allora converrai con me che accettare quel lavoro è la cosa migliore da fare!- esclamò convinta Rowena.
- Non so se ne ho la forza…- sussurrò Minerva, angosciata.
- Sciocchezze!- esclamò l’amica, decisa – tu sei d’acciaio piccola mia, te la caverai brillantemente!-
- Non è per…- ma Minerva si bloccò, incapace di spiegare ciò che l’affliggeva.
Ricominciare tutto da capo, ritrovarsi vicino a lui, giorno dopo giorno, quando già erano bastati pochi istanti per frantumare la corazza che si era faticosamente costruita in quei sei, lunghi, anni.
Mrs. Mc Rope la osservò per qualche istante, poi si diresse verso la sua scrivania.
- Dimenticavo!- esclamò – Albus Silente ha lasciato questo regalo per te!-
E le porse un’elegante scatola di latta.
Minerva l’aprì con mani tremanti e, visto il contenuto, sussultò, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
-…se n’è ricordato…- mormorò con la voce rotta.
- Dolcetti allo zenzero…- disse Rowena, studiando l’espressione della ragazza - che bel pensiero! Vai ad Hogwarts, Minerva…e cerca di prenderti quella felicità che meriti!-
Le due donne assaggiarono i biscotti, sorridendosi in silenzio.
Pian piano una consapevolezza si fece strada nella mente di Minerva.
Sarebbe ritornata ad Hogwarts.



FINE PARTE DICIASSETTESIMA.
  
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