Questa è la mia prima fanfiction su Hetalia e la seconda su efp quindi mi dispiace per eventuali orrori di grammatica, di impostazione o di battitura.
Premetto che adoro Feliciano e che in questa fanfiction forse l'ho rappresentato in un contesto troppo distruttivo per Lovino. Romano è il mio personaggio preferito di tutti i manga/anime in generale (Con Kise di Kuroko no basket), ho sempre pensato a lui come uno dei personaggi più tristi di tutto l'anime e molto sottovalutato da tutti.
Lo adoro e so che anche voi lo adorate.
Vi lascio alla storia.

Un altro meeting.
Un altro inutile meeting per non ricordo quale fottutissimo problema di Grecia.
Il crucco ha preso la situazione in mano, come suo solito, da qualche minuto. Non lo sto neanche ascoltando, a cosa servirebbe?
Non ho uno scopo, non ho utilità in questo in questo posto. Non ho neanche il privilegio di essere chiamato Italia del Sud. Italia è mio fratello, io sono solo l’insopportabile Romano, quando si ricordano della mia esistenza.
Le mie città non servono, la mia gente è inutile, le loro vite sacrificabili finche continueranno a esistere nell’ombra di quelle di mio fratello. La mia arte è banale se messa in confronto alla sua, il mio cibo è troppo stravagante confrontato al suo, i miei scritti poco profondi per essere presi in considerazione.
Anche io non servo.
Feliciano l’adorabile, Feliciano l’altruista, Feliciano il talentuoso. Ed io? Solo Romano, l’inutile fratello di Italia, maleducato e brusco. Ma infondo non li biasimo.
Se da una parte c’è una persona gentile, dolce e bella e dall’altra una maleducata, triste, che non riesce ad esprimere bene le proprie idee e brutto, penso sia ovvio che le persone si buttino senza pensarci due volte nella prima via.
Ho provato così tanto a detestarlo, sarebbe tutto meno doloroso. Vorrei tanto ignorarlo, odiare la sua stessa esistenza con tutto me stesso. Ma non ci riesco.
Anche quando mi lascia solo per andare dal suo mangia patate, anche quando tutte le altre nazioni si concentrano solo su di lui, non sono mai riuscito a detestarlo. Mi fa male dirlo, ma non si può non voler bene ad una persona del genere, che emana luce da tutti i pori. Io, purtroppo, sono una di quelle persone che non riesce a brillare di luce propria.
Eppure io non sono solo una persona, sono anche una nazione. Sono responsabile delle mie terre, protettivo e severo con la gente che vi abita.
Anche se certe volte penso che sarebbe meglio sparire, per me e per tutti. Una nazione può sparire solo quando tutti si dimenticano della sua esistenza e spesso mi aspetto che da un momento all’altro io possa vedere il mio corpo dissolversi lentamente. Anche adesso, mentre intorno a me le nazioni continuano a parlare tra di loro senza curarsi se hanno o no la mia attenzione, mi chiedo perché la mia esistenza non abbia avuto fine molto tempo fa. Per loro non sono altro che un peso e mio fratello oramai è troppo preso dal suo amore per accorgersi della mia anima martoriata.
Sento un calore invadermi il corpo. La tua mano è sulla mia e mi stai guardando. E mentre mi perdo in quel verde immenso che sono i tuoi occhi capisco che è solo merito tuo se io sono ancora qui.
Tu che mi hai voluto quando nessuno mi voleva.
Tu che mi hai fatto sentire amato.
Tu che mi hai fatto sentire bello.
Tu che hai combattuto troppo e rinunciato a tanto solo per avermi al tuo fianco.
Tu che sopporti il mio caratteraccio, i miei pianti improvvisi, la mia insicurezza.
Mentre mio fratello era circondato da affetto mi hai raggiunto nell’angolo buio in cui mi ero rintanato e mi hai portato nel tuo mondo pieno di amore e sorrisi, senza chiedere niente in cambio.
Sorrido e ti stringo la mano per ringraziarti di avermi salvato dalla rovina a cui stavo andando incontro.
Ti amo Antonio, per sempre.

Spero che la storia vi sia piaciuta.
Ahh Antonio, lo adoro. E' la mia salvezza, lo amo.
E Romano è troppo dolce.
Grazie mille per aver letto.
Axxurra